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giovedì 17 marzo 2011

La memoria tradita del Risorgimento

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      17 marzo 2011

150° anniversario dell'Unità d’ItaliaLa memoria tradita del Risorgimento
di Paolo Flores d'ArcaisLa nostra epopea fondativa è stata da subito edulcorata nella retorica per cancellarne il carattere eversivo e rivoluzionario. L’Italia sarà Nazione solo se un'autentica rivolta morale renderà senso comune i valori che dal Risorgimento alla Resistenza hanno dato vita alla nostra Costituzione.
Romanzo risorgimentale Intervista a Giancarlo De Cataldo di Mariagloria FontanaIl giudice e scrittore racconta a MicroMega il suo ultimo libro "I Traditori" (Einaudi): "Un romanzo sulla storia rimossa del Risorgimento per parlare anche dell'Italia di oggi".
Il lato oscuro del Risorgimento di Tommaso De LorenzisCon "I traditori" Giancarlo De Cataldo ha scritto un romanzo definitivo che compendia le migliori inclinazioni della recente letteratura italiana.
D'ORSI
Partigiani di un nuovo Risorgimento
Nucleare, il dovere della paura di Barbara SpinelliCi sono momenti così, nella storia degli uomini: dove si reagisce con l'emozione oltre che con la razionalità, perché l'emozione sveglia, incita a stare all'erta.
ODIFREDDI
Attenti al gorilla (nucleare)
DANIELE Apocalypse Nano
TRAVAGLIO Allarme atomico, evacuato Giannino
"Così il governo uccide lo Stato di diritto"
Riforma della giustizia, la denuncia del pm Giuseppe Bianco: "L’architettura dello stato democratico risponde al principio della cupola del Brunelleschi, l’equilibrio è stabile ma delicato. Se l’autonomia del potere giudiziario viene meno, l’intera volta rischia di cadere".
Spettatori del ritorno del Rais di Paolo Flores d’ArcaisMentre Gheddafi massacra gli abitanti della Libia riportando l’intero paese sotto la sua dittatura, l’Occidente chiacchiera. Ma è ancora in tempo per agire.
Storie di vita in direzione ostinata e contraria di don Andrea Gallo“Questo libro mi ha insegnato ancora una volta che è dal fondo, dagli ultimi, che riesci a scorgere l’umanità”. La prefazione di don Andrea Gallo a "Gli ultimi" di Pino Petruzzelli, in questi giorni in libreria per Chiarelettere.



Da Sella e Minghetti a Tremonti, l'Italia del rigore senza sviluppo di Roberto PetriniTagli alla spesa e riforme della Destra storica agli albori dell'unità misero a posto i conti pubblici ma lasciarono la nazione stremata. Fu la Sinistra di Crispi e Depretis a farla decollare. Oggi la storia si ripete al contrario: dopo la cura Ciampi, l'Italia è al declino.
Inceneritori addio di Margherita BolognaProduzione di energia rinnovabile e risparmio energetico: un binomio possibile con i moderni impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti. Un'eccellenza tutta italiana.
Quegli strani intrecci tra la Lega e l’estrema destra europea di Matteo IncertiUna strana coppia: Marine Le Pen e Mario Borghezio. Lei è leader dell’estrema destra francese, lui è un eurodeputato della Lega nord con posizioni che vanno ben oltre l’estrema destra.
A distanza di fuga dalle ferite del terrorismo Giancarlo De Cataldo recensisce per MicroMega il nuovo romanzo di Silvia Bonucci edito da Sironi.
TELESE
Zoe, leggerezza negli anni di piombo

In edicola il secondo numero speciale
di MicroMega su "Berlusconismo e fascismo"


Leggi il sommario del nuovo numero

Silp Cgil Lazio '..RICORDO ANCORA OGGI, LE GRAVI PAROLE D’ACCUSE RIVOLTE VERSO L’EX PREFETTO DI LATINA DR FRATTASI, E NEI CONFRONTI DELLE FORZE DELL’ORDINE ALL’INDOMANI DEL CASO FONDI DA PARTE DEL DR CUSANI PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LATINA ,E DI ALTRI POLITICI NAZIONALI E LOCALI CHE DEFINIRONO TUTTI NOI ”PEZZI DEVIATI DELLO STATO”..'

Lavoro e salute. Un rapporto difficile (link diretto alla fonte)

Rapporto Ocse sulle Pensioni 2011 (link diretto alla fonte)

la polizia protesta ad Arcore. Berlusconi incontra il SILP per la Cgil . 14 marzo 2011, per gentile concessione del Silp Cgil Lombardia

Congedi di maternità, gli Stati membri tirano il freno (link diretto alla fonte)

i sindacati di polizia protestano ad Arcore. Claudio Giardullo, SILP per la Cgil. Manifestazione forze polizia ad Arcore altro video mesos a disposizione dalla struttura Silp Cgil della Lombardia

GIAPPONE: AMBASCIATA ITALIANA INVITA AD ALLONTANARSI DA TOKYO - ALLARME USA, SITUAZIONE PIU' GRAVE DI QUELLA DESCRITTA DA TOKIO - RADIOATTIVITA' ANOMALA SU VIAGGIATORI GIUNTI A SEUL



GIAPPONE: AMBASCIATA ITALIANA INVITA AD ALLONTANARSI DA TOKYO (2) =
(AGI) - Tokyo, 17 mar. - L'ambasciata italiana a Tokyo ha
informato, inoltre, che "le autorita' giapponesi stanno
pianificando un intervento per iniettare liquido di
raffreddamento nella piscina di stoccaggio degli elementi
combustibili del reattore n. 4 e n. 3 (dell'impianto di
Fukushima, ndr), in cui si pensa possa essersi verificata
l'esplosione di ieri e dalla quale era stato osservato il
rilascio di vapore radioattivo. Se gli elementi di combustibile
non vengono raffreddati, si possono danneggiare e
successivamente rilasciare ancora radioattivita'
nell'ambiente". L'Agenzia per la Sicurezza nucleare, inoltre,
"ha comunicato che oggi sara' ripristinato il collegamento alla
rete elettrica del sito della centrale di Fukushima".
L'ambasciata ha invitato a segnalare la presenza di
italiani temporaneamente presenti in Giappone e quindi non
registrati. Rinnova, inoltre, la richiesta a far pervenire i
nominativi di coloro che sono gia' partiti, nonche' di
avvertire nel momento in cui si lascia il Paese. Quanto ai
collegamenti aerei, l'Alitalia operera' oggi due voli in
partenza da Osaka, alle 14 e alle 17, entrambi per Roma, sui
quali vi e' "un buon numero di posti ancora disponibili".
Previsto anche un volo per Pisa, sempre da Osaka, organizzato
dal Comune di Firenze per facilitare il rientro del Maggio
Musicale Fiorentino, che era in tournee' in Giappone.
Continuano, invece, i disagi per quanto riguarda i trasporti a
Tokyo.
"Il traffico sulla rete ferroviaria della capitale -
riferisce l'ambasciata - si conferma in costante miglioramento,
anche se le linee ferroviarie attive presentano ancora
sensibili tagli del numero totale delle corse, dovuti alle
programmate limitazioni nell'erogazione della corrente
elettrica nella regione metropolitana e del nord del Giappone".
Infine, la situazione energia: la Tepco, ha precisato
l'ambasciata, ha dichiarato che anche oggi "vi sara
l'interruzione (per un periodo massimo di 3 ore)
nell'approvvigionamento della corrente". Le zone interessate e
le fasce orarie sono reperibili sul sito della compagnia. (AGI)
Rmi/Sar
171050 MAR 11

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GIAPPONE: RADIOATTIVITA' ANOMALA SU VIAGGIATORI GIUNTI A SEUL =
(AGI/REUTERS) - Seul, 17 mar. - Livelli insolitamente elevati
di radioattivita' sono stati riscontrati in tre passeggeri
giunti dal Giappone nell'aeroporto di Incheon, a Seul: lo ha
riferito l'emittente televisiva sudcoreana, che ha citato in
particolare il caso di un cittadino giapponese sulla
cinquantina, a quanto sembra proveniente dalla prefettura
nord-orientale nipponica di Fukushima, dove si trova la
centrale all'origine dell'allarme nucleare. Sul cappello e sul
soprabito dell'uomo e' stato rilevato un livello di radiazioni
superiore a un microsievert, vale dire oltre tre volte il tasso
considerato normale dall'Agenzia per la Sicurezza Nucleare
sud-coreana. La radioattivita' e' stata comunque valutata tale
da non comportare pericoli per la salute pubblica, e dunque i
tre viaggiatori sono stati autorizzati a circolare liberamente.
I controlli negli aeroporti della Corea del Sud, cui ci si puo'
assoggettare solo volontariamente, sono iniziati proprio oggi;
il vice ministro per la Scienza, Kim Chang-kyung, ha annunciato
che presto saranno estesi anche al porto meridionale di Busan,
dove attraccano regolarmente i traghetti in arrivo dal
Giappone. (AGI)
Pdo
171107 MAR 11
GIAPPONE: ALLARME USA, SITUAZIONE PIU' GRAVE DI QUELLA DESCRITTA DA TOKIO =
BARRE COMBUSTIBILE USATO A REATTORE 4 ESPOSTE, LIVELLI
RADIOATTIVITA' ELEVATI E SITUAZIONE NON RIMEDIABILE

Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Il Presidente della
Commissione per la regolamentazione del nucleare USA, Gregory Jaczko,
denuncia la gravita' della minaccia posta dalla situazione della
centrale nucleare di Fukushima. Secondo gli esperti americani, almeno
uno dei reattori della centrale, il numero 4, pone pericoli molto piu'
gravi di quanto riconosciuto dal governo giapponese. Jaczko ha
denunciato che non vi e' piu' acqua, o ve ne e' in pochissima
quantita', nella piscina in cui si trovano le barre di combustibile
usato al reattore numero 4 della centrale di Fukushima Daiici. Le
barre, e le radiazioni che emettono, sono quindi quasi completamente,
o completamente, esposte all'atmosfera.

''Riteniamo quindi che i livelli di radiazione siano
estremamente elevati, possibilmente con un impatto sulla capacita' di
adottare misure correttive'', ha quindi affermato. ''Non possiamo
entrare e controllare, ma stiamo osservando attentamente i dintorni
dell'edificio e non sono emersi problemi particolari'', ha dichiarato
Hajime Motojuku, portavoce della Tepco. ''Non siamo stati in grado di
essere sul posto, quindi non possiamo confermare se ci sia o meno
acqua rimasta'', ha ammesso poco dopo un portavoce dell'agenzia per la
sicurezza nucleare giapponese, Yoshitaka Nagayama.

Un'altra piscina per le barre usate, al reattore numero tre, sta
velocemente perdendo acqua, e potrebbe presto trovarsi nelle stesse
condizioni di quella del reattore quattro, ha aggiunto Jaczko. Lo
scenario piu' grave, secondo gli esperti americani, e' quello in cui
tutti i tecnici debbano essere fatti evacuare da Fukushima, lasciando
tutte le barre di combustibile dei reattori a fondersi, con la
conseguente ulteriore diffusione di radioattivita'.


(ses/Col/Adnkronos)
17-MAR-11 11:30

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(Bravi i Carabinieri e la gente) 'Unità Italia/ Venetisti fischiano inno, bloccati dai carabinieri La gente reagisce e li prende a calci'



Unità Italia/ Venetisti fischiano inno, bloccati dai carabinieri
La gente reagisce e li prende a calci

Padova, 17 mar. (TMNews) - Una decina di venetisti appartenenti
al movimento veneti 'Veneto Stato' sono stati bloccati dai
carabinieri in piazza dei Signori a Padova mentre si svolgeva
l'alzabandiera. I militanti venetisti hanno fischiato l'inno
nazionale e a quel punto sono stati isolati e allontanati dai
carabinieri mentre rischiavano di essere picchiati e presi a
calci dalla gente che ha immediatamente reagito. Il gruppetto non
è nemmeno riuscito a svolgere il vessillo di San Marco, simbolo
del Veneto, che avevano in mano.

Il portavoce del gruppo, Patrick Riondato, ha spiegato il motivo
della protesta: "Dopo il successo di ieri che ha visto un Veneto
sotto acqua in provincia di Padova e Vicenza, siamo venuti a
dimostrare il nostro dissenso perché i soldi per l'Unità d'Italia
sono stati trovati ma non per mettere in sicurezza idraulica il
Veneto".

Il portavoce dei venetisti ha fatto sapere che allestiranno un
gazebo per distribuire banane con il marchio tricolore e
festeggiare, così, l'Italia repubblica delle banane. "Per noi -
ha aggiunto Riondato - è la bandiera degli occupanti". Oggi
pomeriggio il movimento Veneto Stato ha organizzato una
manifestazione a Verona dove parteciperanno un centinaio di
militanti. Secondo il portavoce del movimento, in Veneto
sarebbero oltre 250 gli iscritti.

Bnz/Ral

171024 mar 11

150 anni dell'unità d'Italia. (youtube) - Vale la pena vederli








Conciliazione obbligatoria, trappola per i poveri (link diretto alla fonte)

Origini della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e della tutela assicurativa. Di Rolando Dubini.

Le origini: dalla tutela della salute alla tutela assicurativa
Il problema della tutela dei lavoratori dagli infortuni e dalle malattie professionali cominciò a porsi all’attenzione dei politici italiani solo nella seconda metà dell’800 con l’intensificarsi del processo di industrializzazione del nostro Paese. Il passaggio di crescenti masse di lavoratori dall’agricoltura all’industria, soprattutto nei settori della metalmeccanica, della chimica e del tessile, nonché il lavoro nelle cave, nelle miniere e nell'edilizia, dove le condizioni di lavoro risultavano carenti sia dal punto di vista igienico che di sicurezza, portò infatti un aggravamento dei fenomeni infortunistici e l’insorgere di patologie legate alle lavorazioni nelle quali gli operai, non di rado fanciulli, venivano impiegati. La sempre più forte domanda di tutela da parte dei lavoratori, anche attraverso le nascenti organizzazioni sindacali, spinse quindi il legislatore ad avviare l’adozione di provvedimenti per la tutela della sicurezza sul lavoro.
 
Già con il R.D. 29 dicembre 1869 venne istituita una “Commissione Consultiva del Lavoro e della previdenza sociale” per definire i contenuti di quella che sarebbe stata la prima legge in materia di assicurazione degli infortuni sul lavoro: la Legge 17 marzo 1898, n. 80.
 
La prima legge diretta alla protezione dei fanciulli in opifici, miniere e cave è dell’11 febbraio 1886 [Legge 11.02.1886 - n. 3657 sul lavoro dei fanciulli, regolamentava il lavoro dei fanciulli negli opifici, cave e miniere] e introduceva, all'interno della regolamentazione ivi prevista, l'embrione di "un principio chiave nell'attuale assetto normativo, la massima sicurezza possibile" (Guariniello) laddove imponeva all'imprenditore l'obbligo di prendere e mantenere tutti i provvedimenti necessari per la maggiore sicurezza della vita o della salute. L'argomento di questa legge evidenzia come lo sfruttamento capitalistico del lavoro minorile fosse un argomento di tale rilievo da richiedere un intervento legislativo di contrasto e freno all'utilizzo incontrollato e dannoso dei bambini nelle miniere, nelle cave e nelle fabbriche.
 
Con la legge 12 marzo 1898 n. 30 venne istituita l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni (poi modificata dal Testo Unico del 31 gennaio 1904), con il conseguente esonero della responsabilità civile del datore di lavoro, ovvero dell'obbligo di risarcire i danni, che era invece di competenza dell'ente assicuratore. L'attenzione era tutta indirizzata a riparare le conseguenze, ad intervenire sui danni derivanti dall'infortunio.
 
Una concezione che ancora vedeva l'infortunio come tragica fatalità, e non invece come precisa conseguenza di una cattiva organizzazione del lavoro imposta da imprenditori la cui ricerca del massimo profitto prescindeva dal rispetto del bene più prezioso, che è la vita di chi lavora.
La convinzione diffusa era dunque quella che considerava il rischio come ineluttabile, legato al lavoro stesso e perciò ineliminabile, una sorta di fatalismo produttivo.
 
Oggi, dopo una lunga evoluzione storica, sociale e giuridica, che è anche e sopratutto il risultato di molte lotte e della crescita politica e culturale del movimento operaio, le leggi puntano piuttosto ad eliminare ogni rischio o quantomeno a controllare e ridurre al minimo il rischio residuo, e quindi a definire il lavoro come luogo dove i lavoratori possano evolversi e autorealizzarsi professionalmente e umanamente (ergonomia del lavoro e benessere del lavoratore diventano ora misure generali di sicurezza previste dall'art. 3 del celebre Decreto. Legislativo n. 626/94, ora art. 15 del D.Lgs. n. 81/2008), e non viverlo più come una condanna biblica. Se deve essere una catena “dorata”, che almeno sia la più leggera possibile!
 
Ma il primo intervento generalizzato di tutela della salute dei lavoratori, la prima "barriera legale" si ebbe con la delega contenuta nella Legge 17 marzo 1898 n. 80 (Prevenzione degli infortuni nelle imprese e nelle industrie, modificata con Legge 29 giugno 1903 n. 213, con successiva emanazione del testo unico coordinato con il Regio Decreto 31 gennaio 1904 n. 51), che sancì l’obbligo assicurativo per gli infortuni degli operai sul lavoro nelle industrie – anche se solo per alcune lavorazioni e con libera scelta da parte del datore di lavoro della compagnia o cassa assicurativa - e ad essa seguirono poi agli inizi del ‘900 ulteriori provvedimenti legislativi volti ad estendere la tutela sociale al lavoro agricolo, nonché al lavoro femminile e a quello dei minori. e successivamente si ebbero alcuni altri decreti.
 
In questa legge era previsto per il settore industriale e per i titolari delle imprese l'obbligo di assicurare i lavoratori contro gli infortuni e di applicare le misure di sicurezza prescritte dai regolamenti tecnici di prevenzione.
Tale regolamento per la prevenzione escludeva però le piccole aziende, i lavori nelle cave e miniere e le industrie di esplosivi, che non erano tutelati dalla legge (e questa tradizione di ricercare zone franche, dove le regole comuni di tutela non valgono, continua ancora oggi, anche nel D. Lgs. n. 81/08, dove l'applicazione delle regole di sicurezza viene esclusa o “poco inclusa” nella pubblica amministrazione, nelle scuole, ecc.).
 
E tuttavia, "fin d'allora, si manifestò un'ulteriore singolarità del modello italiano, la diffusa disapplicazione della legge, nei fatti l'impunità per il datore di lavoro" (Guariniello). Impunità tutt'ora garantita dalla voluta inefficienza e insufficienza qualitativa e quantitativa degli organi di vigilanza sull'intero territorio nazionale
I principali decreti in materia di prevenzione infortuni furono i seguenti:
- Regio Decreto 18 giugno 1899 n. 230, Approvazione del regolamento per la prevenzione degli infortuni nelle imprese e nelle industrie alle quali si applica la legge 17 maggio 1898 n. 80 (limitato alle industrie con un certo numero limite di addetti, che prevedevano sanzioni per i datori di lavoro inadempienti);
- Regio Decreto 18 giugno 1899 n. 231, Regolamento per la prevenzione degli infortuni nelle miniere e nelle cave;
- Regio Decreto 18 giugno 1899 n. 233, Regolamento per la prevenzione degli infortuni nelle industrie che trattano materie esplodenti;
- Regio Decreto 27 maggio 1900 n. 205, Regolamento per la prevenzione degli infortuni nelle imprese di costruzione.
 
La prima legge sul lavoro dei fanciulli nelle fabbriche e nelle miniere venne approvata nel 1886, ma ben presto si rivelò inadeguata. Nel 1893 il ministro Pietro Lacava, in base ai risultati di un'inchiesta sul lavoro minorile, presentò un disegno di legge che avrebbe dovuto migliorare ed ampliare la disciplina vigente in materia. Solo nel 1902, nel quadro della legislazione sociale promossa dal Governo Zanardelli-Giolitti e su sollecitazione del gruppo parlamentare socialista, il Ministro di Agricoltura, industria e commercio, Guido Baccelli, portò in approvazione dopo alcuni miglioramenti, un progetto elaborato dal predecessore Paolo Carcano [cfr. Legge 19 giugno 1902, n. 242. Sul lavoro delle donne e dei fanciulli e Legge 26 giugno 1913, n. 886. Requisiti di istruzione dei fanciulli per l'ammissione al lavoro negli stabilimenti industriali].
 
L’assicurazione contro gli infortuni del lavoro industriale fu la prima fra le assicurazioni sociali obbligatorie istituite in Italia.
Inizialmente disciplinata dalla legge 17 marzo 1898, n. 80 e dal T.U. 31 gennaio 1904, per il solo settore industriale, vide l’estensione della protezione assicurativa alle malattie professionali, sempre limitatamente al settore industriale, con la legge 17 marzo 1929, entrata in vigore solo nel 1935.
 
Il settore industriale fu il battistrada delle forme di tutela, e anche sotto il regime fascista, esigenze oggettive si imponevano in modo tale da costringere il regime ad adottare misure di tutela.
 
Il Testo Unico 31 gennaio 1904 n. 51 (con il relativo regolamento di attuazione approvato con R.D. 13 marzo 1904 n. 141) raggruppò e riordinò la normativa in materia di infortuni sul lavoro ed estese la tutela ad alcune lavorazioni agricole. Sempre in relazione al lavoro agricolo intervenne poi il D.L. Luogotenenziale 23 agosto 1917 n. 1450.
 
L’assicurazione contro gli infortuni dei lavoratori agricoli e forestali fu istituita con il D.Lg.Lgt. 23 agosto 1917, n. 1450 (provvedimenti per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro in agricoltura), che, insieme al Regolamento approvato con D.Lg. Lgt. 21 novembre 1918, n. 1889, disciplinò per decenni, in modo poco efficace, questa forma assicurativa.
 
Non bastò la fine della guerra, e la sconfitta del fascismo, per avere una tutela decente di quello che era all'epoca il settore produttivo che occupava il maggior numero di addetti: soltanto con la legge 21 marzo 1958, n. 313 e con il D.P.R. 28 aprile 1959, n. 471 fu disciplinata la tutela assicurativa delle malattie professionali in modo adeguato e generalizzato anche nell’agricoltura.
 
Dopo la Grande Guerra, la legislazione relativa alla protezione sociale venne comunque ulteriormente sviluppata e venne introdotta per la prima volta l’assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali.
Con il Regio Decreto Legge 15 maggio 1919 n. 530 vengono emanate le “norme per la compilazione del regolamento generale e di quelli speciali circa l'igiene del lavoro" e penalità per la contravvenzione ai regolamenti. Una legge programmatica e scarsamente puntuale nell'imporre obblighi prevenzionistici dettagliati e pregnanti.
Con il R.D.L. 5 dicembre 1926 n. 2051, venne vietato alle compagnie private di stipulare polizze assicurative contro gli infortuni sul lavoro.
 
Solo nel 1927 sarà emanata una legge relativa all'igiene nel lavoro: è con il Regio Decreto Legge 14 aprile 1927 n. 530 che si ha l'Approvazione del regolamento generale per l'igiene del lavoro, ma il quadro complessivo della legislazione allora vigente e della sua concreta applicazione rimase comunque decisamente scarno e privo di efficacia concreta.
Come ha notato Guariniello, di fatto l'impunità del datore di lavoro, se non era assoluta, poco ci mancava.
 
Con il R.D. 13 maggio 1929 n. 928, entrato in vigore il 1° gennaio 1934, venne estesa la tutela dei lavoratori assicurati contro gli infortuni sul lavoro anche alle malattie professionali nell’industria. In particolare, vennero individuate sei malattie per le quali, in virtù della correlazione delle stesse a determinate lavorazioni, valeva la presunzione legale di origine professionale; era cioè sufficiente l’esistenza della malattia e l’insorgenza della stessa in un lavoratore addetto a determinate lavorazioni perché al lavoratore venisse riconosciuta la tutela, senza necessità alcuna per il medesimo di fornire la prova della diretta dipendenza della malattia dalla attività professionale svolta
Il R.D. 23 marzo 1933 n. 264 aveva affidato la tutela assicurativa degli infortuni sul lavoro in esclusiva ad un Ente pubblico: l’odierno INAIL.
 
A breve distanza dall’entrata in vigore del R.D. 928/29, venne adottato il R.D. 17 agosto 1935 n. 1765, “Disposizioni per l’assicurazione obbligatoria degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”, che attuò l’unificazione delle disposizioni relative all’assicurazione contro gli infortuni e contro le malattie professionali. Anche questa legge prevedeva la tutela per le originarie sei malattie, ma in più aggiungeva nella relativa tabella anche l’indicazione delle manifestazioni morbose di esse coperte dalla tutela assicurativa
Il R.D. 1765/35 prevedeva altresì l’obbligo di denuncia per ogni medico delle malattie indicate in un apposito elenco da approvarsi con decreto ministeriale (art. 68).
 
Il codice penale del 1930 (Codice Rocco, che in gran parte è ancora in vigore oggi) introdusse per la prima volta in Italia la sanzionabilità dell'inosservanza degli obblighi di prevenzione (artt. 437 e 451, tutt'ora vigenti), ma si trattò, e si tratta, di norme severe di facciata, in quanto quasi mai applicate durante il fascismo, e pochissimo applicate anche oggi, sebbene debba segnalarsi una parziale tendenza inversa, una maggiore attenzione a questi due preziosi articoli.
 
Nello stesso periodo l'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) adottò delle "raccomandazioni" per la prevenzione degli infortuni, che nel nostro Paese rimarranno inascoltate, a causa di quel regime totalitario di massa che prosciugò democrazia, idealità, e cultura infliggendo danni gravissimi alla società italiana, trascinandola in una guerra catastrofica a fianco della Germania nazista.
 
Solo nel 1942, con l'emanazione del nuovo Codice Civile sarà introdotta una norma importantissima: l'articolo 2087, ma tale preziosa disposizione prevenzionistica è restata scritta, negli anni, solo sulla carta, e se ancora oggi è un punto di riferimento estremamente importante dal punto di vista dei principi, di fatto in mancanza di una organizzazione aziendale obbligatoria per la prevenzione degli infortuni e le malattie professionali (come è accaduto in Italia fino all'approvazione del decreto legislativo n. 626 del 1994) non ha mai potuto costituire il principio ispiratore di una effettiva generalizzazione delle migliori misure di sicurezza tecnica e organizzativa e procedurale, non ha mai avuto, quindi, una effettiva efficacia per ridurre morti sul lavoro e malattie professionali.
 
Con la Legge 12 aprile 1943 n. 455 venne introdotta l’assicurazione obbligatoria contro la silicosi e l’asbestosi.
 
Sarà finalmente la Carta costituzionale nel 1948, nata grazie all'impegno eroico degli uomini e delle donne che lottarono per la libertà di un intero popolo, durante la Resistenza, per dare a tutti una repubblica democratica fondata sul lavoro (art. 1 Costituzione) a definire i principi per una completa e compiuta tutela del lavoro.
 
A metà degli anni cinquanta si imporrà definitivamente la necessità sempre più fortemente avvertita di una moderna ed efficace normazione della sicurezza ed igiene del lavoro.
 
Successivamente, la Legge 15 novembre 1952 n. 1967 aumentò il numero delle lavorazioni morbigene nell’industria portandole da 6 a 40, estese il termine entro il quale la malattia doveva manifestarsi o insorgere dopo l’abbandono della lavorazione (c.d. periodo massimo di indennizzabilità) ed eliminò l’elencazione tassativa delle manifestazioni morbose coperte dalla tutela assicurativa prevista dal R.D. 17 agosto 1935 n. 1765.
Detta legge era basata sul principio del “rischio professionale”, per il quale, tenuto conto del carattere ineluttabile dell’infortunio sul lavoro, si poneva il risarcimento del danno derivante da quest’ultimo a carico dell’imprenditore, ossia di colui che, in definitiva, traeva vantaggio dall’esercizio dell’industria. Si trattava di una vera e propria assicurazione, ancorché obbligatoria, per la responsabilità civile del datore di lavoro, in virtù della quale il lavoratore infortunato non doveva più provare, per avere diritto alle prestazioni, che l’infortunio fosse derivato da colpa del datore di lavoro.
 
Con la legge 12 febbraio 1955 n. 51 il Governo riceveva la delega per emanare le nuove norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro.
Le principali furono il D.p.r. 27 aprile 1955, e i decreti 19 marzo 1956 n. 303, sull'igiene del lavoro, e il decreto 7 gennaio 1956, sulla sicurezza nelle costruzioni.
 
Dunque nel corso degli anni '50 sono stati emanati, numerosi decreti prevenzionistici, che hanno definito i doveri generali dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori (doveri originari, iure proprio, che prescindono da formali incarichi aziendali) e hanno dettato numerose regole e disposizioni generali di protezione che affiancano al dovere di rendere edotti i lavoratori dei rischi cui sono esposti numerose altre disposizioni riguardanti i luoghi di lavoro, le attrezzature, la sicurezza elettrica, i mezzi di protezione affinché siano idonei ed adeguati durante lo svolgimento dell'attività lavorativa. Tutte tutt'ora vigenti in quanto recepite all'interno del Testo Unico di sicurezza del lavoro oggi vigente: il D.Lgs. n. 81/2008.
 
La legislazione di prevenzione e sicurezza sul lavoro nasce dunque nel periodo tra il 1955 e il 1965, e ha due pilastri storici nel D.P.R. n. 547/55 sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro e nel D.P.R. 303/56 sull'igiene del lavoro.
Essa, in tutta evidenza, trae le sue fondamenta dalla Costituzione, che è tra le più avanzate d'Europa, che con l'articolo 32 pone al primo posto tra i diritti e i valori tutelati la salute, intesa come diritto individuale ed interesse della collettività. E con l’articolo 41 che pur riconoscendo come valore assoluto la libertà imprenditoriale, la subordina al rispetto della sicurezza, della dignità e della libertà umane.
Ma mentre questi decreti ponevano obblighi precisi a carico dei datori di lavoro, la giurisprudenza non riconosceva ancora, negli anni cinquanta, l'esistenza di un correlativo diritto soggettivo del lavoratore alla sicurezza. Ed inoltre l'applicazione dell'articolo 2087 del codice civile e dei decreti prevenzionistici citati avveniva solo ex-post, a seguito di infortunio o malattia professionale, mancando l'obbligo a carico del datore di lavoro di organizzare all'interno dell'azienda uno specifico sistema di gestione dell'attività di prevenzione e protezione (come invece avverrà a seguito dell'emanazione del D. Lgs. n. 626/94 e oggi col D.Lgs. n. 81/2008).
 
Successivamente abbiamo avuto diversi passaggi di sviluppo della legislazione di tutela dei lavoratori:
- dalla metà degli anni '60 ai primi anni '70 vi è stata una crescita di interesse per la tutela dell'integrità fisica, psicologica e morale dei lavoratori, con momenti interessanti di maggior elaborazione e nuove acquisizioni sul piano contrattuale e legislativo, dal D.P.R. n. 1124 del 1965 che ha rappresentato il culmine di un processo che ha progressivamente esteso le attività soggette alla tutela assicurativa includendovi anche le malattie professionali fino all'art. 9 dello Statuto dei lavoratori, la Legge n. 300/1970;
- la spinta ad un'espansione della tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, nonostante la riforma sanitaria (attuata con la legge 23 dicembre 1978, n. 833 ha posto le basi per ulteriori miglioramenti dei livelli di sicurezza individuando un nuovo metodo di intervento basato su una nuova visione prevenzionistica della tutela della salute dei cittadini negli ambienti di lavoro. La legge di riforma sanitaria, inoltre, conteneva una delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle norme di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, volto a riordinare il già complesso quadro normativo. La delega, tuttavia, non é stata esercitata in tempo utile, nonostante le proroghe concesse e, negli anni successivi, ulteriori disposizioni, emanate soprattutto in attuazione delle sempre più numerose direttive comunitarie in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro, si sono sovrapposte alle precedenti), è rimasta poi bloccata fino alla fine degli anni ottanta, grazie anche alla ricomparsa di nuove forme monetizzazione del rischio e al prevalere nei sindacati di un'impostazione che conferiva priorità assoluta ed esclusiva ai temi dell'occupazione e delle retribuzioni, con esclusione di altri importantissimi aspetti della condizione lavorativa; in tale contesto la tutela della salute del lavoro è dunque rimasta affidata all'azione anticipatrice di un buon numero di pretori sensibili, perché, come scriveva in quegli anni uno dei principali protagonisti di questo movimento giudiziario di tutela della salute dei lavoratori, "finchè la pubblica amministrazione non percorrerà la strada degli interventi coordinati e razionali, resterà salutare la verifica affidata al magistrato; e utile, anche se non da mitizzare, il suo ruolo di garante delle norme che tutelano l'uomo e l'ambiente" (Raffaele Guariniello);
- gli anni ’90 sono caratterizzati dal lento e ritardato ma infine inevitabile recepimento di molte importanti direttive comunitarie, e dalla inadeguata applicazione e generalizzazione delle strategie di organizzazione e gestione della sicurezza in esse previste, dovuta anche alla drammatica carenza di organici e di capacità accertativa degli organi di vigilanza in materia di salute e sicurezza dei lavoratori (a cominciare dai servizi ispettivi di Asl, direzione del lavoro, vigili del fuoco, ispettori Inail), alla impreparazione culturale e sottovalutazione del tema di una magistratura oramai silente dopo la fortunata epoca dei “pretori d'assalto” e non di rado dominata da una illegittima “pulsione all'archiviazione o all'assoluzione perché il fatto non sussiste” nei procedimenti penali in materia di infortuni del lavoro e malattie del lavoro, e alla sottovalutazione estrema da parte delle organizzazioni sindacali dell'importanza della tutela preventiva delle condizioni di lavoro, dimenticando così una battaglia decisiva per una nuova cultura del lavoro dignitoso e dei diritti inviolabili delle lavoratrici e dei lavoratori.
 
Le principali norme legislative in materia di igiene e sicurezza del lavoro, nell'ambito delle quali si colloca la nuova normativa stabilita dal Testo Unico di sicurezza e salute dei lavoratori - D. Lgs. n. 81/2008, sono:
a) gli articoli 1, 2, 3, 32, 35 e 41 della Costituzione;
b) l'art. 2087 del Codice Civile;
g) gli articoli 40, 43, 437, 451, 589 e 590 del Codice Penale.
 
Va poi ricordata la legge fondamentale in materia di assicurazione degli infortuni sul lavoro: il Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali contenuto nel D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124 e successive modifiche ed integrazioni. La quasi totalità dei lavoratori per i quali la legge prevede l'obbligo della tutela è assicurata presso l'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) la quale riceve le denuncie di infortunio e di malattia professionale, e può disporre di molteplici informazioni per ciascun infortunato o tecnopatico.
 
Rolando Dubini, avvocato in Milano

 

I.N.P.S. (Istituto nazionale della previdenza sociale) Circ. 15-3-2011 n. 50 Nuove modalità di presentazione delle domande online attraverso PIN dispositivo. Emanata dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, Direzione centrale organizzazione, Direzione centrale sistemi informativi e telecomunicazioni, Direzione centrale entrate, Direzione centrale pensioni, Direzione centrale prestazioni a sostegno del reddito.

Circ. 15 marzo 2011, n. 50 (1).

Nuove modalità di presentazione delle domande online attraverso PIN dispositivo.

(1) Emanata dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, Direzione centrale organizzazione, Direzione centrale sistemi informativi e telecomunicazioni, Direzione centrale entrate, Direzione centrale pensioni, Direzione centrale prestazioni a sostegno del reddito.



 

Ai


Dirigenti centrali e periferici
 

Ai


Direttori delle Agenzie
 

Ai


Coordinatori generali, centrali e periferici dei Rami professionali
 

Al


Coordinatore generale medico legale e dirigenti medici

e, p.c.:


Al


Presidente
 

Al


Presidente e ai componenti del Consiglio di indirizzo e vigilanza
 

Al


Presidente e ai componenti del collegio dei sindaci
 

Al


Magistrato della Corte dei Conti delegato all’esercizio del controllo
 

Ai


Presidenti dei comitati amministratori di fondi, gestioni e casse
 

Al


Presidente della commissione centrale per l’accertamento e la riscossione dei contributi agricoli unificati
 

Ai


Presidenti dei comitati regionali
 

Ai


Presidenti dei comitati provinciali




1. Premessa

La determinazione presidenziale n. 75 del 31 luglio 2010 ha previsto, a partire dal 1° gennaio 2011, l'utilizzo esclusivo del canale telematico per la presentazione delle istanze di servizio riportate nella relazione allegata alla stessa determinazione.

Il D.Lgs. 30 dicembre 2010, n. 235 nel riformare il CAD (Codice dell'Amministrazione Digitale), ha stabilito all'art. 4 che "la presentazione di istanze, dichiarazioni, dati e lo scambio di informazioni e documenti, anche a fini statistici, tra le imprese e le amministrazioni pubbliche avviene esclusivamente utilizzando le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Con le medesime modalità le amministrazioni pubbliche adottano e comunicano atti e provvedimenti amministrativi nei confronti delle imprese".

Infine il D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla L. 30 luglio 2010, n. 122, recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica", contenente misure per contrastare la crisi, per il rilancio e il sostegno all'economia, ha previsto, all'art. 38, comma 5, “l'estensione e il potenziamento dei servizi telematici dell'amministrazione finanziaria e degli enti previdenziali, per la presentazione di denunce, istanze, atti, versamenti mediante l'utilizzo esclusivo dei sistemi telematici ovvero della posta elettronica certificata”.

L'Istituto, quindi, atteso che è ora possibile efficientare i processi produttivi interni, anche attraverso la riduzione dei carichi di lavoro nelle fasi di acquisizione delle domande di servizio e in quelle della relativa istruttoria, può attuare un'azione di completa telematizzazione di tutte le istanze di servizio liberando risorse per attività a maggior valore aggiunto.



2. Istituzione PIN dispositivo

Allo scopo di garantire maggiore sicurezza sull'autenticità delle richieste e sull'identità del richiedente è stato introdotto un ulteriore livello di sicurezza del PIN attraverso la creazione di un profilo cosiddetto "dispositivo" da utilizzare per alcuni servizi telematici rivolti ai cittadini.

Tale tipo di PIN si differenzia da quello "online" il cui rilascio avviene senza che l'utente si sia recato in sede per il riconoscimento "de visu" o abbia inviato copia del proprio documento di riconoscimento.

Ai PIN già rilasciati dalle Sedi attraverso riconoscimento "de visu" del titolare o a seguito di richiesta sottoscritta dall'interessato corredata da copia di un documento di riconoscimento è stato attribuito valore di PIN "dispositivo".

Le istanze inviate in modalità telematica potranno essere trasmesse e protocollate sia con PIN dispositivo che con PIN non dispositivo. La trattazione delle istanze inviate con PIN non dispositivo non potrà essere completata fino a quando il PIN non assumerà caratteristiche "dispositive". Pertanto, ai cittadini che invieranno telematicamente una istanza con PIN non dispositivo, sarà segnalata la necessità, in fase di conferma dell'acquisizione, di richiedere l'attivazione di un PIN "dispositivo", affinché la richiesta di servizio possa essere completata.



3. Modalità operative per la richiesta

La procedura di richiesta del PIN "dispositivo", disponibile online sul sito istituzionale www.inps.it, consentirà la stampa del modulo precompilato. L'utente potrà accedere alla procedura:

- al termine dell'invio telematico di un istanza in corrispondenza dell'avviso e invito a richiedere il PIN dispositivo;

- dalla home page del sito istituzionale www.inps.it seguendo il percorso "Richiedi il tuo PIN online" -> "Converti PIN".

L'utente, stampato e sottoscritto il modulo di richiesta precompilato, potrà trasmetterlo scegliendo una delle seguenti modalità:

1. inviare copia digitalizzata attraverso l'apposita funzione di invio documentazione della procedura online di richiesta allegando copia digitalizzata del documento di identità;

2. inviare al fax 800 803 164 il modulo sottoscritto, allegando copia del documento di riconoscimento;

3. presentare ad una sede territoriale dell'INPS.

Le richieste di cui ai punti 1 e 2 saranno processate dagli operatori del contact-center.



4. Attività delle sedi

Le richieste presentate in sede dovranno essere acquisite attraverso la nuova funzionalità "Attivazione PIN dispositivo" della procedura intranet di rilascio dei PIN disponibile al seguente percorso http://intranet.inps.it -> Servizi -> Gestione e assistenza servizi internet -> Assegnazione PIN per utenti internet.

Dopo aver verificato l'identità del richiedente:

- l'operatore di sede inserirà nella procedura il codice fiscale dell'utente;

- la procedura visualizzerà i dati anagrafici dell'utente e gli estremi del documento di riconoscimento; l'operatore dovrà verificare gli estremi del documento di riconoscimento e procedere alla loro rettifica qualora diversi dal documento esibito dall'utente.

La procedura notificherà via e-mail all'utente l'esito dell'operazione.

Nel caso in cui la documentazione allegata alle richieste di attivazione di PIN dispositivo inviate al contact-center mediante fax-server o invio online risulti incompleta o illeggibile non sarà possibile procedere all'attivazione del PIN "dispositivo". In questi casi l'operatore del contact-center dovrà annullare la richiesta di PIN dispositivo notificando via e-mail all'utente il motivo dell'annullamento.

Le pratiche sospese in attesa di attivazione del PIN "dispositivo" saranno automaticamente sbloccate al momento della trasformazione del PIN.


Il Direttore generale

Nori



D.Lgs. 30 dicembre 2010, n. 235, art. 4
D.L. 31 maggio 2010, n. 78, art. 38

Yara, l’accusa di due agenti "Indagini coordinate male" Investigatori nel mirino. Il sindaco di Brembate, Diego Locatelli: "Trovate l’assassino"

...Una dura accusa. Non scalfisce il procuratore aggiunto di Bergamo Massimo Meroni: «Siamo in un Paese libero. Ognuno può fare le critiche che vuole». Piena adesione da Giovanni Barba, segretario generale per la Lombardia del sindacato di polizia Silp-Cgil: «Condivido pienamente la posizione dei due colleghi. Non discuto che ogni forza di polizia dia il massimo in termini di impegno. Manca una volontà di coordinamento. Quel coordinamento che non c’è stato nella prima fase della vicenda di Yara....

L'omaggio di Google per il 150° Anniversario dell'Italia

resoconto stenografico della question time di mercoledì 16 marzo 2011. Il Ministro Maroni risponde alle domande di Deodato Scanderebech, deputato Udc, riguardo le promesse del Premier di recuperare in pochi giorni i fondi necessari per il comparto delle forze dell’ordine





Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure a favore delle forze di polizia, anche a seguito di recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri - n. 3-01524)
PRESIDENTE. L'onorevole Scanderebech ha facoltà di illustrare l'interrogazione Galletti n. 3-01524, concernente misure a favore delle forze di polizia, anche a seguito di recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
DEODATO SCANDEREBECH. Signor Presidente, signor Ministro, lunedì scorso, ad Arcore, vi è stata una manifestazione da parte delle forze dell'ordine in difesa dei diritti acquisiti e riconosciuti dalla Costituzione. Era presente anche un gruppo dei vigili del fuoco. Naturalmente è da anni che i sindacati della polizia manifestano per quello che tutti sappiamo: mancanza di risorse e, soprattutto, i tagli selvaggi alle forze dell'ordine.
Berlusconi è uscito, li ha tranquillizzanti e ha promesso, mi dica poi lei cosa ha promesso. Immaginavo che carnevale fosse finito, perché siamo nel periodo della Quaresima, ma non vorrei fosse una carnevalata quello che ha fatto Berlusconi perché, diversamente, ognuno si deve assumere le rispettive responsabilità.
Signor Ministro, chiedo: se lei è informato, quali sono le cifre che vengono messe a disposizione e soprattutto se risponde a verità quello che ha promesso il Presidente Silvio Berlusconi.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, la questione posta dai colleghi interroganti è di straordinaria importanza e viene giustamente rivendicata dagli operatori delle forze dei polizia, delle Forze armate e dei vigili fuoco. Al centro del problema vi è l'esigenza di dare la necessaria valorizzazione economica a comparti che hanno acquisito, nel corso degli anni, una forte dignità dal punto di vista dello stato giuridico, non sempre accompagnata dal dovuto riconoscimento economico. Pag. 130
Su questa realtà è venuta poi a incidere in maniera significativa la manovra finanziaria estiva dello scorso anno, che, pur prevedendo una specifica clausola di salvaguardia per alcuni aspetti del trattamento economico, non è risultata sufficiente a corrispondere alle aspettative degli operatori. La sicurezza dei cittadini è una priorità dell'agenda di questo Governo: alle forze di polizia, alle Forze armate e ai vigili del fuoco, che si stanno spendendo con straordinari risultati anche nelle emergenze, non possiamo non riconoscere un migliore trattamento economico.
Su questo fronte mi sono impegnato più volte negli incontri con le organizzazioni sindacali, perché la specificità del comparto sicurezza, che ha già dovuto subire una penalizzazione per il mancato riordino delle carriere, vedesse un concreto riconoscimento. A sostegno di questi comparti sono state prese già delle misure concrete, adottate dal Governo con la manovra finanziaria dello scorso anno, in cui è stato previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012 per le forze di polizia, le Forze armate e i vigili del fuoco.
Pochi giorni fa, con il Ministro La Russa, ho disposto l'invio alla Presidenza del Consiglio di un provvedimento di urgenza - da portare al prossimo Consiglio dei ministri - che prevede nuove misure urgenti per la specificità del personale del forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Questo provvedimento, che, ripeto, porterò all'attenzione del prossimo Consiglio dei ministri, prevede uno stanziamento di ulteriori 79 milioni di euro - oltre quelli già stanziati, di cui ho parlato - per l'anno 2011, destinati al finanziamento di misure perequative come il riconoscimento di un assegno una tantum e di alcune indennità peculiari del comparto sicurezza e difesa, che sono state congelate per effetto della manovra estiva.
Si aggiungono poi a questi altri 35 milioni di euro, che vanno ad incrementare di 80 milioni di euro il fondo citato prima, che è insufficiente a compensare tutto il personale del comparto sicurezza e difesa.
PRESIDENTE. La prego di concludere, ministro.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Prima del prossimo Consiglio dei ministri, si terrà a palazzo Chigi un Pag. 131incontro con le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza voluto dal Presidente del Consiglio, per dare il via libera a questo provvedimento. I contenuti di questo provvedimento sono quelli che il Presente del Consiglio ha anticipato lunedì ai rappresentati delle forze dell'ordine che sono andati a fargli visita ad Arcore.
PRESIDENTE. L'onorevole Scanderebech ha facoltà di replicare.
DEODATO SCANDEREBECH. Signor Presidente, signor Ministro, sono un po' perplesso dalle cifre e dalla risposta che lei ci ha comunicato quest'oggi, perché non ha detto da dove prenderà queste risorse, e questo mi preoccupa molto.
Pag. 132
Infatti, è di questi giorni - proprio di ieri - la notizia che persino il vostro sottosegretario Giovanardi minaccia le dimissioni perché lei, insieme agli altri ministri qui presenti e al suo Presidente Silvio Berlusconi, ha ridotto il Fondo per le famiglie di qualcosa come il 90 per cento negli ultimi tre anni. Ha ridotto di 2 miliardi e mezzo le risorse per le forze dell'ordine e lei è figlio di un partito, signor Ministro, che ha fatto la fortuna comunicando e promettendo ai cittadini del nord, ma anche a quelli del sud e a tutta l'Italia, che avrebbero avuto più sicurezza e più ordine pubblico.
Mi chiedo: che cosa è stato fatto ad oggi da questo Governo? Sono state assunte tre fondamentali iniziative in difesa della sicurezza e dell'ordine pubblico. La prima è quella della prostituzione. Vedo il Ministro Carfagna: avete pubblicizzato lo slogan meno lucciole per le strade, mentre oggi ci sono più lucciole che lampioni. Avete pubblicizzato e presentato così tanto le ronde. Si tratta della seconda iniziativa che avete portato avanti e che, per fortuna, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima.
ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Ma non è vero!
DEODATO SCANDEREBECH. Quindi, per fortuna non avete ancora ulteriormente penalizzato la dignità delle forze dell'ordine. L'ultimo provvedimento vero è quello di tagliare 2 miliardi e mezzo di risorse alle forze dell'ordine. Questa è una situazione gravissima.
Il Paese è allo sbando (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). La disoccupazione cresce, la povertà aumenta. Per fortuna esistono due cardini fondamentali della nostra società che sono la famiglia e le istituzioni nelle quali ci sono le forze dell'ordine.
PRESIDENTE. Onorevole Scanderebech, a prego di concludere.
DEODATO SCANDEREBECH. Lei, nel più breve tempo possibile, insieme a tutti i suoi colleghi e al suo Presidente dia delle risposte concrete nei prossimi giorni così come sono state Pag. 133promesse risposte alle forze dell'ordine. Se non siete in grado di fare questo, andate a casa nel bene e nell'interesse dei cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!



Buon compleanno Italia! Tanti auguri per il tuo 150° Anniversario

Dicono di noi "Di seguito le agenzie battute oggi dopo l’intervento alla Camera del Ministro dell’Interno Maroni ad un question time."

Di seguito le agenzie battute oggi dopo l’intervento alla Camera del Ministro dell’Interno Maroni ad un question time.

Le agenzie non riportano tutto l’intervento del ministro che ha esordito ammettendo le penalizzazioni già subite del comparto difesa/sicurezza facendo un preciso cenno anche al riordino delle carriere ed ai soldi già sottratti (790 milioni di euro).

In questo contesto ho pensato che i soldi promessi, il Governo li avrebbe trovati da altri capitoli senza toccare l’accantonamento dei 119 milioni previsto proprio per il riordino delle carriere.

Pare che siano rimasti solamente Siap, Silp-Cgil, Coisp, Anfp, Uil Penitenziari, Fp-Cgil, Uil-Pa e Confsal a battersi per il riordino delle carriere che è una battaglia per la dignità degli operatori di tutta la Pubblica Sicurezza.

Una battaglia politica che, a mio parere non è di destra o di sinistra. Una battaglia che, a mio parere, deve essere combattuta anche contro i nostri vertici istituzionali.

SAP e SIULP non sembra vogliano prendere posizione su questo. Il COCER CC ha chiesto addirittura al Presidente del Consiglio di prendere i soldi proprio da quello specifico accantonamento. (senza sentire la propria base).

Io rimango convinto che la dignità non ha prezzo e che continuando a cedere difronte a situazioni di emergenza “artatamente creata” non rapresentiamo veramente “la base”.
I sindacati e le rappresentanze militari sono bravi a convincere che è stata fatta la cosa giusta. Scusatemi ma non credo che sia la cosa giusta e mi sembrava giusto DIRLO.
Michele Fornicola




SICUREZZA: PD, MARONI CHIARISCA SE 79 MLN SONO NUOVE RISORSE
(V. SICUREZZA: MARONI, A PROSSIMO CDM 79 MLN ... DELLE 15,27)

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - ''Maroni chiarisca se i 79 milioni annunciati oggi per le forze dell'ordine sono nuovi finanziamenti o se si tratta sempre della stessa partita di giro. Non vorremmo, infatti, che i milioni promessi fossero, in realta', sottratti al fondo per il riordino delle carriere, perche' in questo caso si tratterebbe, non solo della sottrazione di fondi stanziati per un diritto gia' acquisito dalle forze dell'ordine, ma metterebbe anche a rischio la realizzazione di tale riordino nei prossimi anni''. Lo afferma in una nota Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd.
(ANSA).

PDA
16-MAR-11 17:42 NNNN

 

 

Sicurezza: sindacati PS; bene Maroni, ma garanzie

SICUREZZA: SINDACATI PS; BENE MARONI, MA GARANZIE

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - ''Apprezzamento per l'impegno anche del ministro Maroni, sugli ulteriori 79 milioni di euro per la specificita' del comparto sicurezza, ma sono necessarie anche garanzie affinche' il finanziamento del riordino delle carriere per i prossimi anni non venga messo in discussione''. Lo affermano, in un comunicato congiunto, i sindacati di polizia, corpo forestali e vigili del fuoco Siap,
Silp-Cgil, Coisp, Anfp, Uil Penitenziari, Fp-Cgil, Uil-Pa e Confsal.

''Apprezziamo - fanno sapere i sindacati - la tempestivita' di questo impegno che segue di due giorni quello analogo assunto pubblicamente dal presidente del Consiglio, quando ha scelto di interloquire personalmente con i rappresentati sindacali che manifestavano lunedi' scorso davanti alla sua residenza di Arcore''. Tuttavia, sottolineano, ''ricordiamo che sono necessarie anche garanzie esplicite sul finanziamento del riordino della carriere. Nella malaugurata ipotesi di atteggiamenti dilatori da parte del governo - aggiungono - proseguiremo nella nostra mobilitazione a difesa dei sacrosanti diritti degli operatori, convinti che in un paese democratico i lavoratori ottengono risultati quando si mobilitano e non quando restano a casa''.(ANSA).


NE/SCN
16-MAR-11 19:31 NNNN

 

Sicurezza/Maroni: in prossimo cdm altri 79 mln euro per comparto sicurezza Risorse per specificità che si aggiungono a quelle già stanziate

SICUREZZA: MARONI, A PROSSIMO CDM 79 MLN PER PS-FORZE ARMATE (2)

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - Al centro del problema, ha spiegato
Maroni, ''c'e' l'esigenza di dare la necessaria valorizzazione economica a comparti che hanno acquisito negli anni una forte dignita' dal punto di vista giuridico, non sempre accompagnata dal dovuto riconoscimento economico. Su questa realta' – ha aggiunto - e' arrivata poi a incidere in maniera significativa la manovra finanziaria estiva dello scorso anno che, pur prevedendo una clausola speciale di salvaguardia per alcuni aspetti del trattamento economico, non e' risultata sufficiente a corrispondere alle aspettative degli operatori''.

''La sicurezza dei cittadini - ha proseguito il ministro – e una priorita' dell'agenda del Governo. A polizia, forze armate e vigili del fuoco che si stanno spendendo con straordinari risultati anche nelle emergenze, non possiamo non riconoscere un migliore trattamento economico. Su questo fronte - ha
sottolineato - mi sono impegnato piu' volte negli incontri con i sindacati, perche' la specificita' del comparto sicurezza vedesse un concreto riconoscimento''.

''A sostegno del comparto - ha ricordato - sono state gia' prese misure concrete con la manovra finanziaria dello scorso anno, in cui e' stato previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro per gli anni 2011 e 2012. Pochi giorni fa, con il ministro della Difesa La russa ho disposto l'invio alla presidenza del Consiglio di un provvedimento d'urgenza che prevede nuove misure da portare nel prossimo Consiglio dei ministri: ci sara' uno stanziamento di ulteriori 79 milioni per il 2011 destinati al
finanziamento di misure perequative''. I contenuti del provvedimento, ha concluso, ''sono quelli che il premier ha anticipato lunedi' scorso ai rappresentanti delle forze dell'ordine che sono andati a fargli visita ad Arcore''.
(ANSA).


NE
16-MAR-11 16:01 NNNN
SICUREZZA: MARONI, A PROSSIMO CDM 79 MLN PER PS-FORZE ARMATE (2)

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - Al centro del problema, ha spiegato
Maroni, ''c'e' l'esigenza di dare la necessaria valorizzazione economica a comparti che hanno acquisito negli anni una forte
dignita' dal punto di vista giuridico, non sempre accompagnata dal dovuto riconoscimento economico.

Su questa realta' – ha aggiunto - e' arrivata poi a incidere in maniera significativa
la manovra finanziaria estiva dello scorso anno che, pur prevedendo una clausola speciale di salvaguardia per alcuni aspetti del trattamento economico, non e' risultata sufficiente
a corrispondere alle aspettative degli operatori''.

''La sicurezza dei cittadini - ha proseguito il ministro – e una priorita' dell'agenda del Governo. A polizia, forze armate e vigili del fuoco che si stanno spendendo con straordinari risultati anche nelle emergenze, non possiamo non riconoscere un migliore trattamento economico. Su questo fronte – ha sottolineato - mi sono impegnato piu' volte negli incontri con i sindacati, perche' la specificita' del comparto sicurezza vedesse un concreto riconoscimento''.

''A sostegno del comparto - ha ricordato - sono state gia' prese misure concrete con la manovra finanziaria dello scorso anno, in cui e' stato previsto uno stanziamento di 80 milioni di
euro per gli anni 2011 e 2012. Pochi giorni fa, con il ministro della Difesa La russa ho disposto l'invio alla presidenza del Consiglio di un provvedimento d'urgenza che prevede nuove misure
da portare nel prossimo Co0nsiglio dei ministri: ci sara' uno stanziamento di ulteriori 79 milioni per il 2011 destinati al finanziamento di misure perequative''. I contenuti del provvedimento, ha concluso, ''sono quelli che il premier ha anticipato lunedi' scorso ai rappresentanti delle forze dell'ordine che sono andati a fargli visita ad Arcore''. (ANSA).


NE
16-MAR-11 16:01 NNNN
SICUREZZA/MARONI: IN PROSSIMO CDM ALTRI 79 MLN EURO PER COMPARTO
Risorse per specificità che si aggiungono a quelle già stanziate

Roma, 16 mar. (TMNews) - Le rivendicazioni economiche dei sindacati di polizia, vigili del fuoco e dei rappresentanti delle forze armate 'sono giuste' e nel prossimo Consiglio dei ministri ci sarà quindi un provvedimento d'urgenza - predisposto con il ministro della Difesa - per la specificità del personale delle forze di polizia, delle forze di armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che stanzierà ulteriori 79 milioni di euro per il comparto sicurezza. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno,
Roberto
Maroni, nel corso del question time alla Camera.

Prima del prossimo consiglio dei ministri si terrà un incontro a Palazzo Chigi con i sindacati del settore voluto dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

Nes

161545 mar 11

SICUREZZA: MARONI, A PROSSIMO CDM 79 MLN PER PS-FORZE ARMATE

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - 'Sono ''giuste'' le rivendicazioni economiche dei sindacati di polizia, vigili del fuoco e dei rappresentanti delle forze armate: nel prossimo Consiglio dei ministri ci sara' quindi un provvedimento che stanziera' 79 milioni di euro al comparto. La riunione sara' preceduta da un incontro a Palazzo Chigi con i sindacati del settore voluta dal premier Silvio Berlusconi. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto
Maroni, nel corso del question time alla Camera.
(ANSA).

NE
16-MAR-11 15:26 NNNN

SICUREZZA: MARONI, AL PROSSIMO CDM 79 MLN PER FORZE POLIZIA =
(AGI) - Roma, 16 mar. - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha preparato "un provvedimento d'urgenza da portare al prossimo Consiglio dei ministri per uno stanziamento di ulteriori 79 milioni di euro" destinato a polizia, vigili del fuoco e rappresentanti delle forze armate. Lo ha annunciato Maroni al
question time dopo aver sottolineato che "sono giuste le rivendicazioni dei sindacati" del settore. Prima del Cdm, ha continuato
Maroni, si terra' a Palazzo Chigi un incontro con le associazioni sindacali del comparto sicurezza voluto dal residente del Consiglio. (AGI)
Gav
161614 MAR 11

NNNN
SICUREZZA: MARONI, A PROSSIMO CDM 79 MLN PER PS-FORZE ARMATE

(ANSA) - ROMA, 16 MAR - 'Sono ''giuste'' le rivendicazioni economiche dei sindacati di polizia, vigili del fuoco e dei rappresentanti delle forze armate: nel prossimo Consiglio dei ministri ci sara' quindi un provvedimento che stanziera' 79 milioni di euro al comparto. La riunione sara' preceduta da un incontro a Palazzo Chigi con i sindacati del settore voluta dal premier Silvio Berlusconi. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto
Maroni, nel corso del question time alla Camera.
(ANSA).
NE
16-MAR-11 15:26 NNNN

SICUREZZA: MARONI, A PROSSIMO CDM 79 MLN PER PS-FORZE ARMATE (2)
(ANSA) - ROMA, 16 MAR - Al centro del problema, ha spiegato Maroni, ''c'e' l'esigenza di dare la necessaria valorizzazione economica a comparti che hanno acquisito negli anni una forte dignita' dal punto di vista giuridico, non sempre accompagnata dal dovuto riconoscimento economico. Su questa realta' – ha aggiunto - e' arrivata poi a incidere in maniera significativa la manovra finanziaria estiva dello scorso anno che, pur prevedendo una clausola speciale di salvaguardia per alcuni aspetti del trattamento economico, non e' risultata sufficiente a corrispondere alle aspettative degli operatori''.
''La sicurezza dei cittadini - ha proseguito il ministro – e una priorita' dell'agenda del Governo. A polizia, forze armate e vigili del fuoco che si stanno spendendo con straordinari risultati anche nelle emergenze, non possiamo non riconoscere un migliore trattamento economico. Su questo fronte - ha
sottolineato - mi sono impegnato piu' volte negli incontri con i sindacati, perche' la specificita' del comparto sicurezza vedesse un concreto riconoscimento''.
''A sostegno del comparto - ha ricordato - sono state gia' prese misure concrete con la manovra finanziaria dello scorso anno, in cui e' stato previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro per gli anni 2011 e 2012. Pochi giorni fa, con il ministro della Difesa La russa ho disposto l'invio alla presidenza del
Consiglio di un provvedimento d'urgenza che prevede nuove misure da portare nel prossimo Co0nsiglio dei ministri: ci sara' uno stanziamento di ulteriori 79 milioni per il 2011 destinati al finanziamento di misure perequative''.
I contenuti del provvedimento, ha concluso, ''sono quelli che il premier ha anticipato lunedi' scorso ai rappresentanti delle forze dell'ordine che sono andati a fargli visita ad Arcore''. (ANSA).


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SICUREZZA/ SCANDEREBECH (UDC): A MARONI: NIENTE DI NUOVO
Una carnevalata le rassicurazioni del premier alla polizia

Roma, 16 mar. (TMNews) - "Nulla di nuovo dopo le dichiarazioni di Berlusconi che aveva promesso di recuperare in pochi giorni i fondi necessari per il comparto delle forze dell`ordine. Le parole del Premier non si possono considerare neanche una carnevalata perch siamo gi in quaresima. Il ministro
Maroni
non solo non d risposte concrete ma umilia ulteriormente un settore che con dignità e responsabilità garantisce la sicurezza nel nostro Paese". Lo ha detto Deodato Scanderebech, deputato Udc, nel corso del question time alla Camera.


"Il governo - ha aggiunto il centrista - ha tagliato in questi ultimi 3 anni ben due miliardi e mezzo di euro alle forze dell`ordine, ed il Presidente del Consiglio continua a lanciare slogan fantasiosi e privi di attinenza con la realt. I numeri parlano chiaro: c` una media giornaliera di oltre 7 mila delitti e 440 persone che varcano la soglia del carcere; Ogni ora hanno luogo quasi 300 reati. Le repliche del ministro non sono sufficienti e non rispondo alle preoccupazioni crescenti delle
forze dell`ordine, considerata l`ondata immigratoria dovuta alla crisi dei paesi dal nord Africa. Bisogna garantire la sicurezza non a parole ma con i fatti".


Red/Luc

161631 mar 11