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sabato 13 settembre 2014

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06017 presentato da NESCI Dalila testo di Venerdì 12 settembre 2014, seduta n. 289   NESCI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:    sul settimanale Il Corriere della Calabria si fa riferimento, in un articolo di Gaetano Mazzuca intitolato Rischio impunità ..



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06017
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Venerdì 12 settembre 2014, seduta n. 289

NESCI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   sul settimanale Il Corriere della Calabria si fa riferimento, in un articolo di Gaetano Mazzuca intitolato Rischio impunità e pubblicato nell'edizione del 21 agosto 2014 da pagina 41, a «procedimenti – presso il Tribunale di Catanzaro – per reati contro la pubblica amministrazione che rischiano di essere cancellati dall'inesorabile scorrere del tempo»;
   secondo l'articolista, si tratterebbe di una tale quantità di «scottanti fascicoli» da far pensare al pubblico ministero titolare, Gerardo Dominijanni, «se valga ancora la pena continuare a scavare per far luce sulla gestione della cosa pubblica in Calabria»;
   nel riferito articolo a parlare è direttamente il magistrato, che denuncia: «Come Procura tempo fa abbiamo ricevuto uno stralcio di un procedimento che ci è arrivato da Milano. Noi procediamo per un'unica posizione, con un unico imputato. Milano aveva invece in carico venti o trenta indagati con altrettanti capi di imputazione. Ebbene, per loro c’è già stata la sentenza d'appello, noi siamo ancora alla terza udienza in Tribunale»;
   lo stesso pubblico ministero, aggiunge: «Per esempio, ho un processo in fase dibattimentale che riguarda ipotesi gravi e con un imputato che riveste tuttora un ruolo apicale nella macchina amministrativa. Ebbene, il collegio ha stabilito un'unica udienza al mese e solo per due ore. Essendoci molti testi, credo che impiegheranno otto, nove mesi per la sentenza, salvo ulteriori intoppi. C’è anche chi al processo deve ancora arrivarci e da dicembre del 2013 si trova in fase di udienza preliminare»;
   il sostituto poi sottolinea: «È vero che c’è una mancanza di magistrati e c’è un carico di lavoro che non permette di condurre i processi in maniera celere, ma è anche vero che questi procedimenti dovrebbero avere una corsia preferenziale. Non lo dico io, lo prevede la legge, quella sull'anticorruzione. Per un semplice motivo, avendo come sanzione l'incandidabilità o comunque la decadenza, non si può aspettare che finisca la legislatura. Se la legge stabilisce che con una condanna in primo grado, indipendentemente dalla pena, c’è incompatibilità con le funzioni apicali. Noi dobbiamo garantire di giungere a una sentenza il prima possibile»;
   più avanti, il magistrato rimarca: «I calabresi hanno il sacrosanto diritto di sapere se chi gestisce la cosa pubblica è colpevole o innocente rispetto alle gravi accuse che gli vengono mosse. Ritengo che le direttive del Tribunale vadano in senso contrario, non è possibile fare un'udienza al mese per solo due ore. Significa frammentare la prova in maniera eccessiva. Ripeto, è proprio la legge che assegna a questi processi una loro specifica peculiarità»;
   appare molto grave la situazione organizzativa al Tribunale di Catanzaro, col rischio, secondo Dominijanni, «di non arrivare neanche a una sentenza di primo grado»;
   all'intervistatore il pubblico ministero racconta: «Sono costretto a domandarmi se sia un'omissione colposa o dolosa. Il problema è stato posto anche con forza dai vertici degli uffici giudiziari catanzaresi senza ricevere alcuna risposta»;
   in particolare, il magistrato indica una serie di misure utili, affermando: «Bisognerebbe innanzitutto aumentare l'organico, ma, come dicevo, è una richiesta rimasta a lungo inascoltata. Occorre allora intraprendere altre strade. Modernizzare e informatizzare l'ufficio, così come sta facendo il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e come in parte ha fatto Giuseppe Borrelli nella sua permanenza qui. E poi ci sono tanti reati che potrebbero essere definiti con una sanzione amministrativa liberando energie su altri fronti. Per esempio la violazione dei pagamenti dell'Inps: in questo caso la procedura prevede che dopo che arriva la segnalazione della notizia di reato noi la teniamo ferma per novanta giorni, se scaduto il termine non è stato pagato, inizia il procedimento, altrimenti archiviamo (...). Sarebbero da rivedere anche le procedure di notifica, assurdo avere l'obbligo di notificare gli atti a ogni singolo legale in caso un imputato sia difeso da più avvocati. Anche le procedure per le proroghe delle indagini, pur salvaguardando il diritto alla difesa, potrebbero essere snellite. Ma soprattutto, ritengo, sarebbe necessario implementare il gruppo della polizia giudiziaria con personale specializzato in reati contro la pubblica amministrazione»;
   su Catanzaro nell'intervista in questione il pm mette in luce il fatto che sia un ambiente piccolo in cui tutti si conoscono, per cui «è un ostacolo» che molte persone facciano «attività di indagine da molti anni nello stesso posto»;
   per Dominijanni «il problema è che in questo stato» la giustizia catanzarese non può «garantire risposte adeguate ai calabresi», anche se «in Calabria sta nascendo un clima collaborativo»;
   tra i processi a Catanzaro che riguardano fattispecie come quelle descritte dal giudice ce n’è uno – per quanto risulta all'interrogante – a carico dell'ex governatore della regione Calabria Giuseppe Scopelliti e dell'assessore in carica Domenico Tallini, sotto accusa per la nomina a capo del dipartimento regionale «Controlli», creato ex novo, di Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio, coinvolto nell'inchiesta infinito della Dda di Milano;
   sempre a Catanzaro, c’è poi un altro processo, che coinvolge Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della regione Calabria, insieme a membri della sua giunta regionale dell'epoca, in relazione a presunte pressioni per la nomina di un primario ospedaliero;
   all'interrogante appare gravissimo che processi di tale importanza, decisivi soprattutto in una regione come la Calabria, possano concludersi per prescrizione derivante come si evince dalle dichiarazioni del giudice Dominijanni, da inerzia e disorganizzazione –:
   se non ritenga opportuno procedere all'invio di ispettori ministeriali per accertare, la produttività nonché l'entità e la tempestività del lavoro dei singoli magistrati, ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 1311 del 1962 presso il tribunale di Catanzaro. (4-06017)

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