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domenica 22 marzo 2015

SALUTE: OCCHIO ALLA PROSTATA, PROBLEMI PER 6 MLN ITALIANI MA META' LI SNOBBA =



SALUTE: OCCHIO ALLA PROSTATA, PROBLEMI PER 6 MLN ITALIANI MA META' LI SNOBBA =
Va dal medico per chiedere 'aiutino' contro defaillance ma tace
sintomi

Madrid, 21 mar. (Dall'inviata dell'AdnKronos Salute Adelisa Maio) -
Occhio alla prostata. La metà degli italiani 'over 50', nonostante i
campanelli d'allarme, la trascura. Eppure a fare i conti con
l'ipertrofia prostatica benigna, l'ingrossamento della prostata, sono
6,6 milioni di uomini, per la precisione metà dei cinquantenni, il 65%
dei sessantenni e l'80% dei settantenni. Ignorano i segnali che
qualcosa non va e si rivolgono al medico non per affrontare il
disturbo per tempo, ma per chiedere un 'aiutino' contro le defaillance
in camera da letto, conseguenza della malattia.

"Gran parte dei pazienti considera i disturbi urinari come
fisiologici, normali, ed è rassegnata a sopportarli ", spiega Vincenzo
Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia (Siu) e
professore all'Università Federico II di Napoli, dal congresso della
Società europea di urologia (Eau), in corso a Madrid. "Meno del 50%
degli uomini che presentano difficoltà urinarie - ricorda l'esperto -
si rivolge a un medico. Una riluttanza legata a imbarazzo, scarsa
informazione o paura di un eventuale intervento chirurgico".

A differenza delle donne, per cui la visita medica o ginecologica
diventa presto un appuntamento abituale, i maschi, prima di vedere un
camice bianco in caso di problemi urinari, arrivano all'assurdo di
circoscrivere e subordinare la loro vita sociale alla vicinanza di un
bagno. Dovrebbe essere il medico, dunque, a fare il primo passo. Al
centro dell'attenzione degli specialisti riuniti a Madrid, sono
proprio le strategie per far emergere il problema, sensibilizzare i
maschi fin da ragazzi, e formare al meglio i medici, che spesso
tendono a non utilizzare gli strumenti che già hanno a disposizione
per intercettare precocemente i loro 'uomini a rischio'. (segue)


"E' fondamentale che nel dialogo tra medico e paziente, durante la
visita - sottolinea Mirone - si comprenda qual è il reale impatto
della malattia sulla sua vita e soprattutto si riesca a far emergere i
sintomi che spesso non vengono riportati''. Anche i disturbi sessuali
vengono taciuti, ma la richiesta di 'aiutini' come le pillole per la
disfunzione erettile dovrebbe far scattare l'allerta per il medico.

''Potremmo chiamare i nostri maschi 'uomini che odiano gli uomini',
cioè se stessi - continua provocatorio Mirone - dal momento che avere
vistose disfunzioni erettili è un segnale che sottovalutare è davvero
da folli. Per questo far emergere in maniera precoce il problema è
fondamentale: non solo aiuterebbe a ridurre le complicanze e il numero
di interventi, ma migliorerebbe, anzi 'rivoluzionerebbe' la vita del
paziente, facendolo tornare ventenne".

"Le linee guida internazionali non lasciano spazio a dubbi: tutti, ma
proprio tutti, i maschi di 50 anni e oltre dovrebbero essere
intervistati dal medico sull'ipertrofia prostatica benigna e informati
su ciò che rischiano e su come invece il problema è facile da
risolvere se individuato in tempo. E i modi per intervistarli sono
davvero numerosi: dal 'Quick Prostate Test', alle domande specifiche,
per poi passare all'esame delle urine, al Psa, compito del medico di
famiglia, fino all'esplorazione digito rettale e ad esami più
specifici in carico all'urologo", conclude l'esperto.

(Mad/AdnKronos Salute)
21-MAR-15 11:23

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