>>>ANSA/'Non informato dei diritti',nullo trattenimento migrante Decreto della Corte di Torino. Salis, 'battaglia di civiltà' (ANSA) - TORINO, 02 MAG - Il migrante deve essere messo a conoscenza dei suoi diritti. Anche se è un irregolare sul territorio nazionale ed è sul punto di essere rimpatriato. Dice questo la Corte di appello di Torino nel decreto con cui non ha convalidato il trattenimento nel Cpr di un marocchino: manca la prova che l'uomo sia stato informato in tempo utile della possibilità, in particolare, di chiedere la protezione internazionale. Non è la prima volta che i giudici italiani affermano il principio dell'"obbligo informativo" da parte delle autorità di polizia. Lo straniero deve ricevere ogni spiegazione utile sin dal momento del controllo "in occasione dell'attraversamento della frontiera" o "dopo un salvataggio in mare". Ora le toghe subalpine sono intervenute non sui respingimenti, ma su un altro aspetto: quello che in gergo viene chiamato "il trattenimento secondario". Il marocchino risulta entrato in Italia dal varco di Ventimiglia ai primi di marzo; è stato identificato a Torino ed espulso dalla prefettura cittadina, poi rintracciato a Bologna e portato nel Cpr il 18 aprile. Dieci giorni dopo ha chiesto la protezione internazionale. La legge del 1998 sull'immigrazione prevede che, se la questura sospetta che l'istanza sia stata presentata solo per ritardare l'espulsione, lo straniero rimanga nel Centro. Il 28 aprile, quindi, è arrivato il trattenimento-bis. La Corte d'appello subalpina, però, ha stabilito che "l'obbligo informativo" non è stato rispettato. O meglio, che mancano le prove. E non basta che gli avvocati dello Stato sostengano che "gli è stato spiegato tutto". Il "foglio notizie", documento che i migranti devono compilare quando sono sottoposti ai controlli, non è stato prodotto in aula. Si sa che dopo l'arrivo al Cpr torinese (aperto da poche settimane dopo un lungo stop) gli è stato consegnato un opuscolo ma, secondo i giudici, non si capisce "né il momento esatto, né quali informazioni siano state fornite, né se le stesse siano state veicolate in una lingua a lui comprensibile". Conclusione: no al trattenimento. Per Ilaria Salis, eurodeputata Avs, la mossa della Corte è "importante". "Durante le ispezioni nei Cpr - spiega - ho incontrato numerose persone che non erano state informate della possibilità di chiedere protezione internazionale e, più in generale, erano del tutto ignare dei propri diritti. L'opaca realtà dei Centri è segnata da un abuso sistematico e auspico che la battaglia di civiltà contro il sistema della detenzione amministrativa e delle deportazioni venga condotta sempre più anche sul terreno giuridico". (ANSA).
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