Translate

venerdì 29 agosto 2025

FOCUS Il Brasile punta su esenzione caffè da dazi Usa. E intanto guarda alla Cina

FOCUS Il Brasile punta su esenzione caffè da dazi Usa. E intanto guarda alla Cina Rio de Janeiro (Brasile), 29 ago (GEA/AFP) - Di fronte alle barriere commerciali senza precedenti erette dagli Stati Uniti, il Brasile, primo produttore ed esportatore mondiale di caffè, spera ancora in un'esenzione data la dipendenza americana, cercando al contempo altri mercati per i suoi chicchi emblematici. Gli Stati Uniti sono la prima destinazione delle esportazioni brasiliane di questo prodotto, che, insieme alla carne, dal 6 agosto è soggetto a una tassa del 50% per decisione del presidente americano Donald Trump. Altri prodotti (succo d'arancia, aerei...) sono stati esentati da questa misura, adottata come ritorsione per il processo all'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro per tentato colpo di Stato. "Crediamo che a un certo punto il caffè sarà esentato", spiega Paulo Teixeira, ministro brasiliano dello Sviluppo agrario. Gli americani sono di gran lunga i primi consumatori di caffè al mondo e la produzione locale è insignificante rispetto alla domanda. Quasi un terzo del caffè importato negli Stati Uniti proviene dal Brasile, in particolare della varietà arabica. Dal lato brasiliano, lo scorso anno il 16,1% delle esportazioni era destinato proprio al mercato americano, per un volume di 8,1 milioni di sacchi da 60 kg (circa 486.000 tonnellate), secondo i dati del Consiglio degli esportatori di caffè del Brasile (Cecafé). "Gli Stati Uniti avranno difficoltà a trovare nuovi fornitori per tali volumi", avverte Jorge Viana, presidente dell'Associazione brasiliana per la promozione delle esportazioni e degli investimenti (ApexBrasil), un ente pubblico, in una e-mail inviata all'AFP. Ecco perché il Brasile "rimane disposto a negoziare" con Washington per ottenere un'esenzione, insiste. Ma i negoziati commerciali tra il governo del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e l'amministrazione Trump sono in fase di stallo. Sarà "difficile per i marchi (americani) cambiare la composizione della loro 'miscela' (miscela di chicchi) mantenendo un sapore che piaccia ai loro consumatori", dice Renato Garcia Ribeiro, ricercatore del Centro di studi avanzati in economia applicata dell'Università di San Paolo (USP). "Ho paura di perdere una clientela che ho impiegato anni a costruire", dice Raquel Meirelles, che gestisce delle piantagioni nello Stato di Minas Gerais (sud-est). Un quarto della sua produzione di caffè di alta qualità viene solitamente esportato negli Stati Uniti, ma i suoi clienti abituali l'hanno avvertita che non potranno "acquistarne quanto previsto". "L'impatto è molto significativo", lamenta Marcio Candido Ferreira, presidente del Cecafé, precisando che "non ci sono nuove richieste" di acquisto da parte degli Stati Uniti dall'annuncio della sovrattassa. Secondo lui, molti importatori hanno chiesto un rinvio delle spedizioni per gli ordini già firmati e "aspetteranno il più a lungo possibile" nella speranza di una risoluzione della crisi. Da parte americana, Phyllis Johnson, presidente della società BID Imports, che importa caffè brasiliano, è categorica: "Purtroppo, con tali dazi doganali, questo caffè è diventato inaccessibile". In tutto il mondo "c'è carenza di caffè" e "altri mercati vogliono il caffè brasiliano", tenta di rassicurare il ministro Teixeira. L'ApexBrasil ha messo in atto un programma di "diversificazione dei mercati" per aiutare le aziende brasiliane, individuando in particolare Germania, Italia, Giappone e Cina come potenziali sbocchi. Come per sfidare gli Stati Uniti, Pechino ha annunciato all'inizio di agosto che avrebbe aperto il proprio mercato a circa 200 aziende esportatrici del "molto apprezzato caffè brasiliano". Secondo l'esperto Renato Garcia Ribeiro, il fatto che l'offerta mondiale rimanga limitata "dà più margine di manovra ai produttori brasiliani" alla ricerca di nuovi clienti. E poiché, a differenza di altri prodotti alimentari, il caffè può essere conservato per lunghi mesi dopo il raccolto, "possono aspettare il momento più favorevole per venderlo", aggiunge, sottolineando la "resilienza" del settore. I prezzi mondiali del caffè sono saliti alle stelle all'inizio dell'anno a causa del significativo calo dell'offerta, dovuto tra l'altro alla produzione brasiliana penalizzata da una siccità storica lo scorso anno. "La tendenza al ribasso dei prezzi che ci si sarebbe potuti aspettare in seguito è stata messa in discussione, perché la sovrattassa ha stravolto tutto", afferma il presidente del Cecafé, che prevede un "forte aumento a breve termine". Secondo il ricercatore Renato Garcia Ribeiro, "saranno soprattutto i consumatori americani a pagarne le conseguenze". EFS ECO 29 AGO 2025 

Nessun commento:

Posta un commento