Ricerca: nasce Epr4Palestine, 'stop collaborazioni Israele' Da personale enti pubblici. Sì a accogliere studiosi palestinesi (ANSA) - ROMA, 25 SET - Il personale degli enti pubblici di ricerca italiani scende in campo formando il coordinamento Epr4Palestine: chiede la sospensione di ogni collaborazione con gli enti israeliani e lancia un appello per accogliere in Italia studiosi palestinesi colpiti dal conflitto. Lo rende noto lo stesso coordinamento, al quale fanno capo ricercatori di sei fra i maggiori entri pubblici di ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Enea, Istituto Nazionale di Astrofisica, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Stazione Zoologica Anton Dohrn). Oltre alla "sospensione immediata di tutte le collaborazioni, dirette e indirette, con enti, università e aziende israeliani" e al "potenziamento di misure di accoglienza e sostegno per studiosi e studentesse/studenti palestinesi, gravemente colpiti dal conflitto in corso", il coordinamento Epr4Palestine chiede "il blocco dell'attivazione di nuove collaborazioni" con gli enti di ricerca di Israele e "una ricognizione trasparente e pubblica delle collaborazioni attualmente in essere, con un'analisi dei contenuti e delle implicazioni etiche e legali". L'appello è rivolto alla Consulta dei presidenti degli enti pubblici di ricerca e ai presidenti dei sei enti cui appartengono i membri del coordinamento Epr4Palestine. "Sempre più ricercatrici e ricercatori rifiutano oggi di partecipare ad attività che prevedano il coinvolgimento di enti israeliani. Riteniamo quindi necessario - si legge nel documento - un riconoscimento formale di questo orientamento, attraverso una presa di posizione ufficiale che sancisca la sospensione delle collaborazioni in corso con enti, università e aziende israeliani, e il blocco dell'attivazione di nuove collaborazioni". Questo passo, si legge ancora, "oltre ad essere eticamente doveroso, è anche praticabile in tempi rapidi, come già dimostrato dalla repentina cessazione di tutti i rapporti con la Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina". "Confidiamo che i vertici degli Epr italiani sappiano cogliere le ragioni di un coordinamento dal basso che raccoglie migliaia di persone pronte a impegnarsi attraverso ogni azione legittima affinché la ricerca pubblica operi nel rispetto dell'etica, dei diritti umani e della legalità internazionale", scrive il coordinamento. (ANSA).
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