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mercoledì 6 aprile 2011

Salute: studio, quando soffrono le donne più difficile capirlo

SALUTE: STUDIO, QUANDO SOFFRONO LE DONNE PIU' DIFFICILE CAPIRLO =
(AGI) - Milano, 6 apr. - Se a provare dolore e' una donna sara'
piu' difficile, per chi la incontra, accorgersi che sta
soffrendo. E' il risultato di una ricerca condotta, presso il
dipartimento di Psicologia dell'Universita' degli Studi di
Milano-Bicocca, da Paolo Riva, assegnista di ricerca, Simona
Sacchi e Lorenzo Montali, ricercatori in Psicologia sociale, e
Alessandra Frigerio, dottoranda di ricerca. Lo studio,
pubblicato sull'European Journal of Pain, ha infatti dimostrato
che gli osservatori sono meno abili nell'identificare la
sofferenza se ad esprimerla e' un volto femminile.
Il viso e' una fonte di informazioni cruciale per
comprendere le emozioni e le sensazioni provate da una persona,
ma anche un indicatore fondamentale per comprendere se chi
abbiamo di fronte sta provando dolore. Piu' delle parole, gli
osservatori sono infatti guidati dalle espressioni del volto
per giudicare se un individuo prova dolore e con quale
intensita'.
Sono stati condotti tre esperimenti su 128 persone (34 nel
primo esperimento, 56 nel secondo e 38 nel terzo). Nel primo, i
partecipanti erano chiamati a giudicare il piu' velocemente e
accuratamente possibile una serie di immagini statiche che
raffiguravano volti maschili e femminili con diverse
espressioni facciali (dolore, rabbia, disgusto e neutrale).
Questo primo esperimento ha mostrato che i partecipanti
commettevano un maggior numero di errori quando il volto che
visualizzava un'espressione di dolore era quello di una donna.
Inoltre, i partecipanti hanno impiegato piu' tempo per
identificare l'espressione di dolore espressa sui volti
femminili. (AGI)
Mi4/Car (Segue)
061046 APR 11

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SALUTE: STUDIO, QUANDO SOFFRONO LE DONNE PIU' DIFFICILE CAPIRLO (2)=
(AGI) - Milano, 6 apr. - Nel secondo esperimento sono stati
mostrati dei filmati. Ciascun filmato mostrava un volto ?
ancora una volta con sembianze maschili o femminili ? che
partendo da un'espressione neutra assumeva gradualmente
un'espressione facciale specifica (dolore, rabbia, disgusto)
con intensita' sempre crescente. I risultati indicano che,
quando i volti avevano sembianze femminili, i partecipanti
hanno avuto bisogno di un'espressione piu' intensa prima di
stabilire che il volto esprimeva dolore. I risultati di questi
primi due esperimenti suggeriscono dunque che le persone sono
piu' lente e meno accurate nel giudicare il dolore su un volto
con sembianze femminili rispetto ad uno maschile.
Infine, nel terzo esperimento sono stati utilizzati dei
volti con sembianze androgine, ossia che erano stati in
precedenza giudicati in egual misura appartenenti a uomini o a
donne. Applicando a quei volti un'espressione di dolore, e'
stato appurato che i partecipanti allo studio ritenevano che
quei volti fossero piu' di uomini che di donne.
Complessivamente, la ricerca mostra che un'espressione di
dolore e' meno facilmente riconosciuta quando appare su un
volto femminile. I risultati potranno essere utili in campo
clinico per mettere in atto programmi mirati alla formazione
degli operatori sanitari, affinche' siano consapevoli delle
influenze esercitate dalle caratteristiche sociali dei pazienti
sul loro giudizio clinico.
Ma il perche' gli osservatori non riescono a leggere il
dolore sul viso femminile, non e' ancora del tutto chiaro. "Il
nostro studio non ci ha permesso di capirlo", spiega Paolo
Riva, responsabile della ricerca. Una possibilita' "e' che la
diversa esposizione degli osservatori al dolore espresso dalle
donne e dagli uomini abbia innescato un processo di ridotta
sensibilita' nei confronti del dolore espresso dalla prime. E'
infatti noto come le donne siano soggette a un numero maggiore
di sindromi dolorose, e pertanto, gli osservatori potrebbero
essere stati esposti con maggiore frequenza al dolore espresso
dai volti femminili". Una seconda possibilita' riguarda gli
stereotipi secondo cui le donne tenderebbero a drammatizzare
"le proprie emozioni e il proprio dolore. La presenza di questi
stereotipi potrebbe incidere sulla tendenza a confondere il
dolore espresso dai volti femminili con altre emozioni
negative". (AGI)
Mi4/Car
061049 APR 11

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