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lunedì 9 gennaio 2012

Stop alle telecamere illecite nei luoghi di lavoro




Stop alle telecamere illecite nei luoghi di lavoro

Stop ai sistemi di videosorveglianza che controllano i lavoratori in assenza delle garanzie di legge. Il Garante privacy ha "spento" le telecamere ad una amministrazione pubblica, ad una società che opera nel settore dell'Ict, ad una casa di riposo e ad un centro di riabilitazione in convenzione con il servizio sanitario. Gli occhi elettronici erano stati installati in violazione dello Statuto dei lavoratori, che vieta il controllo a distanza dei dipendenti, e della normativa in materia di protezione dei dati personali. Il Garante, intervenuto a seguito di alcune segnalazioni,  ha dichiarato illecito il trattamento di dati effettuato e di conseguenza inutilizzabili le immagini riprese in violazione di legge.  Per quanto riguarda in particolare la casa di risposo, l'Autorità ha vietato definitivamente l'uso delle telecamere installate nell'area dove sono collocati i cartellini di presenza dei dipendenti e gli orologi marcatempo. Negli altri tre casi il divieto è scattato per l'uso delle telecamere collocate presso gli accessi ai luoghi di lavoro o in altre aree interne, in corrispondenza degli ascensori e dei corridoi, in attesa dell'eventuale attuazione delle procedure previste dallo Statuto dei lavoratori (accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, o autorizzazione della Direzione provinciale del Lavoro). Nel motivare i divieti il Garante, ha ribadito che il controllo a distanza dell'attività lavorativa si configura anche nel caso in cui la sorveglianza non sia a carattere continuativo o le telecamere siano segnalate da cartelli: per essere in regola nell'installazione di telecamere occorre comunque e sempre rispettare le procedure stabilite dallo Statuto a tutela dei lavoratori.
 
L'Autorità ha prescritto, infine, alla casa di riposo di designare incaricati del trattamento i dipendenti autorizzati a visionare le immagini riprese dagli impianti e di integrare gli avvisi che segnalano la presenza delle telecamere con tutte le informazioni previste dalla normativa, rendendoli visibili anche di notte.
 


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Marketing via mail e tutela dei consumatoriIl Garante vieta ad una società l'uso di due banche dati
 
Il Garante per la privacy ha vietato a una società concessionaria di pubblicità l'utilizzo di due banche dati contenenti gli indirizzi e-mail di oltre 340.000 persone. La società, tra le principali in Italia ad offrire servizi internet e di marketing, è stata sottoposta a una ispezione nell'ambito degli accertamenti effettuati dal Garante nel settore delle promozioni tramite posta elettronica. Dalle verifiche è emerso che, in alcuni casi, la società aveva operato solamente come intermediario tra chi intendeva promuovere i propri prodotti e servizi e i titolari di alcuni database con liste di persone contattabili per finalità pubblicitarie, senza accedere quindi ai dati personali degli interessati. In altri casi, invece, la concessionaria di pubblicità aveva operato direttamente su due banche dati esterne, utilizzando gli indirizzi e gli altri dati personali contenuti senza aver però rispettato l'obbligo di informare le persone registrate e richiedere il loro consenso. La concessionaria, peraltro, non è risultata essere stata neppure designata responsabile del trattamento dai titolari delle due banche dati. Il Garante, accertato l'illecito, ha vietato alla internet company ogni ulteriore trattamento dei dati personali presenti nei due archivi e ha avviato un autonomo procedimento al fine di valutare eventuali sanzioni amministrative per le violazioni commesse.
 

 
L'ATTIVITÁ DEL GARANTE - PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIÚGli interventi e i provvedimenti più importanti recentemente adottati dall'Autorità

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