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domenica 18 agosto 2019

>>>ANSA/ Chi c'e' dietro la furia di Trump contro i migranti

DOMENICA 18 AGOSTO 2019 19.29.09

>>>ANSA/ Chi c'e' dietro la furia di Trump contro i migranti

ZCZC2616/SXB ONY66717_SXB_QBXB R EST S0B QBXB >>>ANSA/ Chi c'e' dietro la furia di Trump contro i migranti Miller il fedelissimo che scrive i discorsi, "c'e' solo lui" (ANSA) - NEW YORK, 18 AGO - E' l'uomo dietro alle politiche dell'immigrazione e a discorsi di Donald Trump contro gli immigrati: convinto che la "cittadinanza americana sia qualcosa di sacro" e che il suo lavoro punti all'obiettivo di "salvare la societa'" dalla "decadenza", Stephen Miller e' l'architetto 'furia' del presidente americano contro gli immigrati. A soli 33 anni e' uno dei fedelissimi del tycoon, uno dei piu' longevi all'interno di un'amministrazione che perde pezzi, uno dei pochi non membri della famiglia del presidente che gode di un'attenzione assoluta quando entra nello Studio Ovale. Non ha ambizioni personali e non guarda al futuro: per Miller c'e' solo Trump. "Ogni giorno ringrazio Dio per avermi concesso il privilegio di lavorare con questo presidente e la sua missione" dice Miller in un'intervista al Washington Post, respingendo chi lo attacca e lo definisce un razzista. "Chi lo dice e' un pazzo ignorante che non trova posto in una societa' civilizzata" spiega. Poi aggiunge: "e' una bugia dire che sono razzista" perche' mostra di "non capire i danni causati da un'immigrazione non controllata di gente di diversa estrazione sociale". nel mirino di Miller - secondo alcuni che lavorano a stretto contatto con lui - non ci sono solo gli immigrati illegali: al giovane 33enne non vanno giu' neanche coloro che cercano di entrare per vie legali. Ridurre i visti e', per Miller, un elemento centrale dell'agenda di Trump contro il "globalismo" e contro i capitalisti che spostano oltreoceano le loro attivita' a caccia di un costo del lavoro piu' basso. Miller si definisce un populista repubblicano, che non ha nulla a che vedere con la sua famiglia democratica della California. "Tutti i miei parenti, sia lontani sia vicini, sono dei liberal democratici. Non penso di aver mai incontrato un conservatore nella mia famiglia" racconta Miller, ricordando il rapporto difficile con i suoi professori al liceo di Santa Monica, roccaforte liberal della California. Lo studente Miller trovava i corsi di storia inadeguati perche' scoraggiavano il patriottismo e non promuovevano l'identita' comune e condivisa dell'America. "Il sistema dell'istruzione era concentrato nel mettere in evidenza le cose che ci distinguevano non quelle che ci univano. L'immigrazione per funzionare deve avere l'enfasi sull'e pluribus unum, e creare una coesione nazionale". Dalla Casa Bianca di Trump ora Miller punta a realizzare le sue idee dando voce, e' la sua convinzione, a quell'America rimasta tagliata fuori e che vede nel tycoon l'ancora di salvezza.(ANSA). DRZ 18-AGO-19 19:28 NNNN 

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