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domenica 8 marzo 2020

= Coronavirus: e' tensione tra regioni del Sud e Vimimale =

DOMENICA 08 MARZO 2020 20.44.55

= Coronavirus: e' tensione tra regioni del Sud e Vimimale =

(AGI) - Milano, 8 mar. - Sulla gestione dell'emergenza coronavirus, e' tensione tra le regioni del Sud e il Viminale che, dopo le esternazioni di alcuni presidenti, in particolare di Michele Emiliano, chiarisce la gerarchia dei poteri. Nelle ordinanze fotocopia firmate da chi guida Puglia, Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Abruzzo viene stabilito l'obbligo di quarantena per chi arriva in meridione dalla Lombardia o dalle 14 province delimitate come 'zone rosse' dal nuovo decreto del consiglio dei ministri. Gia' la notte scorsa, il leader pugliese aveva pubblicato su Facebook il testo del provvedimento accompagnandolo con un appello: "Vi parlo come se foste miei figli, i miei fratelli, i miei nipoti: fermatevi e tornate indietro. Scendete alla prima stazione ferroviaria. Non prende gli aerei per Bari e per Brindisi, tornate indietro con le auto". Insomma, aveva esortato Emiliano, "non portate nella vostra Puglia l'epidemia lombarda". Nell'ordinanza poi ripresa dai suoi omologhi fa esplicito riferimento all'articolo 650 del codice penale che prevede, per l'inosservanza delle prescrizioni dell'autorita' 'per ragioni di giustizia o di sicurezza', fino a tre mesi di arresto. In un contesto di caos generato dalle singole interpretazioni delle regioni rispetto alle previsioni del decreto, il Viminale puntualizza che "ferma restando l'autonomia di ciascun ente nelle materia di competenza nei limiti della legislazione vigente, non risultano coerenti le ordinanze contenenti le direttive dei prefetti che, in quanto autorita' provinciale della pubblica sicurezza, rispondono unicamente all'autorita' nazionale". Decreto e ordinanza fanno entrambi riferimento alla possibilita' di incorrere in punizioni severe qualora si cerchino di aggirare i divieti di circolazione. A decidere se una persona che viola le disposizioni contenute nel decreto del governo debba essere sottoposto a un procedimento penale e', come per qualsiasi reato, un pubblico ministero e non un prefetto o un presidente di regione. Nemmeno del resto il potere esecutivo ben distinto da quello giudiziario. L'iter e' quello classico: al rappresentante della pubblica accusa viene girata una denuncia da parte delle forze dell'ordine che comporta l'apertura di un'indagine a suo carico sulla base dell'articolo 650 del codice penale che prevede l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 270 euro. Se il pm ravvisa gli elementi costitutivi del reato chiede a un giudice di processare il presunto autore del reato. C'e' ovviamente la possibilita' che la persona paghi l'ammenda, gia' in fase d'inchiesta, evitando conseguenze peggiori. "Qualsiasi decreto fatto da un ente territoriale - spiega all'AGI l'avvocato Piergiorgio Assumma, esperto in materia - e' per le fonti del diritto inferiore alla legge del codice penale che e' gia' richiamata nel decreto del presidente del consiglio, che e' a sua volta superiore alle autorita' prefettizie considerate come espressioni del governo. (AGI) Mad (Segue) 082044 MAR 20 NNNN   

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