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mercoledì 5 aprile 2023

Ai compagni che nella P.S. o nella Cgil sono stati interessati alla riforma PS.

 






Ai compagni che nella P.S. o nella Cgil sono stati interessati alla riforma PS,

 

io copia di un carteggio iniziato da Marcello Immordino in quanto lo ritengo succintamente riassuntivo sulla attualità della vicenda, a partite dalla figura dell’attuale Ministro dell’Interno e dalla reazione dei diversi sindacati di polizia; cordialmente, Enrico Corti.

Da Marcello Immordino al sottoscritto;

Il 1° aprile 1981 col decisivo appoggio della federazione unitaria Cgil Cisl Uil i poliziotti conquistarono la legge di riforma della Polizia. A Palermo per la CGIL Giovanni Fantacci, Giovanni Neglia e Rino Calderaro; per la CISL Luigi Cocilovo e Sergio D'Antoni; per la UIL Totò Pantalone e Barone; .per Poliziotti “carbonari di Palermo“ che rischiando lottarono per la democratizzazione della Polizia Capristo Caldarera, Peppino D'Ancona, Marcello Immordino, Muro, Stefano Oddo, Patronaggio, Margherita Pluchino, Stanislao Schipani, Vittorio Sorrentino e Mimmo Viele. IL LORO IMPEGNO TRASFORMÒ LA POLIZIA DA CORPO SEPARATO A ISTITUZIONE CHE CON LA COLLABORAZIONE DEI CITTADINI MANTIENE L'ORDINE SOCIALE. Col tempo questa funzione è sbiadita e lo spirito della riforma è stato mortificato. AUSPICHIAMO TEMPI MIGLIORI.

Da Enrico Corti; Caro Marcello; la riforma non è stata solo mortificata; ma tradita; per il prevalso concetto corpo ministerialistico e carrieristico che ha contagiato troppi dirigenti: si aspettava ciò da parte degli autonomi; meno da quelli sorti anche per merito dei lavoratori delle altre categorie. Tante volte ho insistito con Felzani, Forleo, Lo Sciuto e con lo stesso Sgalla; preparate il ricambio con formazioni sindacali ad hoc; niente; quasi tutti hanno pensato innanzitutto a se stessi traguardato al cosa avere dall'Amministrazione. Guarda la storia di chi proveniva dalla categoria Dirigenti.

Per le sue funzioni particolari, al poliziotto è difficoltosa la presa di coscienza di classe come accade ai lavoratori occupati nelle fabbriche; da ciò era ovviamente doppia la necessità di una formazione sindacale “universalistica“ e unitaria; non comprendendo ciò per la provenienza individualistica, al massimo corporativistica, per loro stessa formazione i dirigenti sindacali si sono comportati come il serpente che si estingue mangiandosi dalla coda. Un abbraccio. Enrico.

Da Marcello Immordino a Enrico Corti; nel 2' congresso nazionale io sono stato escluso dal direttivo nazionale perché 'mai iscritto' al SIULP. Organizzai la prima assemblea a Rimini con Luciano Lama nel 1967 nel periodo che dirigevo la squadra mobile a Ravenna. Da allora feci parte del coordinamento nazionale e poi del direttivo. Luciano Lama in una colazione di lavoro ebbe a dirmi 'il Sindacato è fatto. Solo voi lo potete distruggere'. Sono uno dei pochi della classe dirigente del SIULP non solo a non aver avuto vantaggi ma addirittura danni. Di ciò vado fiero!

Da Enrico Corti; Conosco la tua lucida onestà e anch'io sono fiero di te; ora non ci resta che augurarci che qualcuno ricominci radicalmente da capo; a partire dalla Cgil. Ti abbraccio.

Da Marcello Immordino a Enrico Corti grazie. Per il momento la Cgil, almeno sul territorio siciliano, su questo tema non mostra interesse. Un fraterno saluto.

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