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giovedì 8 giugno 2023

Le Mode i Manichini

 








--Le Mode i Manichini

 

Di solito condivido in buona parte le riflessioni che fa Marco Travaglio; una delle ultime no; quella di definire il Governo Meloni come normale successione delle mode che vanno e vengono; passata questa ne arriverà un’altra.

Innanzitutto l’affermazione può comportare un giudizio negativo sprezzante su tutti coloro che fanno  politica; quindi anche su quelli che non lo fanno per “mestiere“ interessato, ma per coscienza solidale verso l’interesse pubblico e non privato (penso alle centinaia di migliaia di lavoratori che, nella loro storia, dopo aver timbrato il cartellino alle sera andavano in sezione); certo oggi sono molto meno; ciò per la dabbenaggine di quei “saggi“ che a suo tempo hanno ideato l’incompatibilità tra attività sindacale e attività politica; cosicché i partiti sono rimasti senza chi lavora impoverendosi come rappresentatività sociale, ma anche culturalmente.

Forse ora ci penserà Elly Schlein con l suo nuovo internazionalismo di maniera; quello individualistico delle tre cittadinanze in contemporanea; svizzera, statunitense e italiana.  

Riducendo il tema politico a moda, viene rimossa la vera storia recente del nostro paese, per buona parte personificata da Benito Mussolini, dal quale Giorgia Meloni non ha mai preso le distanze; anzi definendolo statista che ha fatto anche delle cose buone. Nella caterva di comizietti d’avanspettacolo esibiti e propagandati dalla nuova star nelle sue quotidiane apparizioni servita dai nuovi servi della gleba mediatica, il tutto “democraticamente “ senza contradditori, la Meloni brilla nel nascondere la verità; passata e presente; per di più offendendo in nome di una falsa cristianità il genere umano libero di essere libero dai tabù medioevali.

Serve ricordare che la Moda Benito Mussolini è iniziata nel 1919 a Milano con la fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento nel disinteresse del popolo provato dalla prima guerra mondiale.  Per conto deli imprenditori del Nord (cioè della stessa categoria attualmente sempre difesa dalla Meloni in nome dello sviluppo), nel 1922 gli squadristi combattenti iniziarono ad assalire le sedi dei lavoratori; opera rimessa in scena con l’aggressione alla Cgil del 5 ottobre 2022.

Grazie all’indole italiana plasmata da santi, eroi, artisti, navigatori, poeti e faccendieri audaci e spregiudicati  in affari con sconfinamenti dalla legalità ma timorosi nei rischi  per una civiltà dei diritti; il clou della Moda è esploso nelle elezioni del 1924, con il “Listone“ Nazionale per Mussolini, questi ha ricevuto dagli italiani il 64,9% dei voti; grazie al quale, a partire dall’omicidio Matteotti, ha spadroneggiato criminosamente con l’aiuto dei nazisti sino all’8 settembre 1943; con nefasta appendice di Salò sino al 25 aprile 1945.

Riprendendo la Moda Mussolini, l’attuale Moda Meloni non fa nulla in merito al fatto che in Italia di norma l’evasione fiscale è pari a centomila miliardi all’anno, con le imposte pagate allo Stato che sono per il 55% pagate dai lavoratori dipendenti; per il 30% dai pensionati e solo per il 12% dagli autonomi; davanti ai quali Giorgia Meloni ha giustificato le loro evasioni definendo le loro imposte dovute per i servizi pubblici “pizzo di Stato”.

Negli anni 40 ha scritto Cesare Pavese; <chi non si rivolta e lascia fare accontentandosi senza rischiare, è già un fascista>. Per coerenza, a chi oggi professa “non sono di destra né di sinistra“ va risposto “sei di destra“, a quelli che dicono “io non sono razzista, però…“ va risposto “sei razzista“; a coloro che dicono “rossi o neri sono tutti uguali“ dignitosamente  gli va ribattuto “sei fascista“.

Aggiungendo per la Meloni; sei un Presidente del Consiglio anti Stato quindi terrorista, pertanto preventivamente il tuo posto è a Piazzale Loreto e Marco Travaglio è cortesemente invitato a non attendere il passaggio di Moda; ma di contribuire a provocarlo; più ancora di quanto già fa.  

Enrico Corti

8 giugno 2023
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