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lunedì 30 ottobre 2023

La vita breve e la morte eterna (a cura di Enrico Corti)

 La vita breve e la morte eterna

 

Il 16 maggio ci ha dato l’addio a 82 anni d’età Luigi Agostini; il 26 ottobre a 77 anni è stata la volta di Beppe Casadio; entrambi valenti ex segretari nazionali della CGIL; più giovane di chi scrive il primo di otto anni; il secondo di tredici.

 Li ricordo con tristezza ma con vero piacevole sentimento perché particolarmente molto cari al sottoscritto; per la loro rettitudine accompagnata da una profonda umile umanità; esempi di formazione sindacale. I dolorosi eventi provocano in me l’occasione di un approfondimento che va al di là degli individui; con una riflessione su come il degradato costume monetario affaristico di questa conformistica società ha, purtroppo, coinvolto negativamente anche i valori fondanti delle comunità politica idealmente protesa alla ricerca di una convivenza sociale umana più avanzata.

         Luigi e Beppe erano tra i pochi che non si limitavano a leggere (sulle mail e sui social) i miei documenti di politica sociale, forse troppi, ma molte volte ne approfittavano per far vivere dialoghi a distanza; di questi tempi tanto più necessari non solo per sentirsi vivi intellettualmente e fisicamente, ma anche per dare continuità alle nostre scelte di coscienza e di solidarietà, che prescindono dalle nostre dall’età.

         Stante la mia scientifica diffidenza verso le credenze misteriose e l’obbligata scelta della cremazione, non posso appellarmi al santi o alle divinità; per questo ritengo che i rapporti, soprattutto tra i compagni, assumono loro malgrado un significato catarchico purificatorio; importante come quello politico.

         Quando si sente il bisogno di esternare i nostri pensieri, che si sperano positivisti pur nelle negatività di giudizio sulla società, non basta l’immaginare che questi pensieri siano accolti favorevolmente, perché hanno anche il bisogno della risonanza dell’eco, anche quando può essere critico; altrimenti sarebbe come se dei ciarlatani parlassero a dei sordi, o dei pennivendoli scrivessero a dei ciechi. A dimostrazione della nostra esistenza, a volte basterebbe un cenno o un saluto. Anche per questo Luigi e Beppe mi mancheranno.

         Enrico Corti.    

         30 ottobre 2023

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