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sabato 2 marzo 2024

Manganelli nostalgici (a cura di Enrico Corti)

 

Manganelli nostalgici

Il 1° aprile 1981, su iniziativa del coordinamento dei poliziotti democratici e delle confederazioni Cgil Cisl Uil è stata conquistata la Legge di Riforma della Polizia di Stato n.121; pubblicata dalla G. U. il 10 aprile 1981.

La Legge, ha riconosciuto al personale militare lo status civile; di conseguenza il diritto alla rappresentanza sindacale. costituzionalmente corretta rispetto alle rappresentanze militari in difetto d’autonomia.

All’Art. 95, tra le materie oggetto di contrattazioni e accordi sindacali la Legge 121 contempla anche “i criteri di massima per la formazione e l’aggiornamento professionale“. dei poliziotti.

Quest’ultima materia, di norma avrebbe dovuta essere formalmente trattata nelle occasioni dei rinnovi contrattuali; tra il 1981 e il 2021 sono stati siglati una dozzina di contratti, ma la modalità con cui è stata rappresentata la materia è stata più formalisticamente dovuta che sostanziale; lo testimonia indicativamente l’ultimo rinnovo contrattuale del 2021 dove, come nella generalità dei rinnovi, gli Istituti trattati e oggetti dell’intesa finale hanno riguardato; gli stipendi; gli assegni funzionali; le indennità di rischio; i congedi ordinari e straordinari, per trasferimenti, di genitorialità; parentali e voci similari.

Sugli incresciosi e repressivi fatti di Pisa, si si vuole veramente difendere l’onorabilità dei poliziotti pur davanti alle bestiali violenze commesse su ragazzi inermi da poliziotti armati per la guerra, non servono chiacchere autoassolutorie, dal sapore propagandistico di partito. L’incapacità dimostrata ha evidente radici nella pianta della mala professionalità; con conseguente parte delle Forze dell’Ordine mestieranti del disordine.

 Per cercare di sanare questi criminosi comportamenti, il Ministero dell’Interno deve discutere e conconcordare con le organizzazioni sindacali di categoria i criteri su come gestire l’ordine pubblico; criteri da rinnovare innanzitutto per le manifestazioni di lavoratori e studenti; poi anche in considerazione dell’attuale confuso e conflittuale clima politico messo scientificamente in atto nel paese dai nostalgici dell’uomo forte: ora del “presidenzialismo donna capo“.

Senza voler paragoni con i passati fatti repressivi anti diritto a manifestare di Avola, Battipaglia, Genova, Firenze ecc. (che sono costate la via a 5 manifestanti); o con il lassismo concesso a elementi eversivi a Roma (Cgil poi Acca Larenzia); quel che impressione è lo stile che tradisce lo spirito della Riforma PS, il cui punto centrale non è stato la smilitarizzazione e la sindacalizzazione dei poliziotti; ma la loro riqualificazione da repressori per “l’ordine pubblico“ a investigatori (in coordinamento con altre forze dell’ordine)  contro la corruzione; la disonestà dei colletti bianchi piuttosto che quella dei ladri di polli;  la criminalità organizzata; ecc.

Si vuole un ritorno al passato? Il tutto per accompagnare il cammino del gambero Giorgia Meloni verso il nero indietreggiare?

Enrico Corti

2 marzo 2024

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