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lunedì 25 luglio 2011

“ L’importanza della valutazione dei rischi: un caso di malattia professionale”, a cura del Dott. Giorgio Serafini - Direttore Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro A.S.L. TO3 - Sede di Rivoli, intervento al convegno «La centralità della Valutazione dei rischi nella prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali»










Sicurezza sul lavoro: bozze ministeriali su formazione artt. 34 e 37 del D.Lgs.81/08 e nota CGIL

In relazione alla prossima uscita dei provvedimenti sulla formazione ex artt. 34 e 37 del TU, pubblichiamo per opportuna conoscenza le ultime bozze pervenute al Dipartimento Salute e Sicurezza della CGIL Nazionale, per la discussione e la nota che la CGIL ha inviato al Ministero nel mese di maggio 2011.



[Cgil nazionali] 

Cassazione "...la Corte di Appello di Roma condannava la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento in favore di ---- della somma di Euro 4.000,00 ciascuno, a titolo di indennizzo per la durata irragionevole di un processo diretto ad ottenere l'accertamento del diritto all'indennità speciale prevista per il personale della Polizia di Stato,..."


COMUNITA' EUROPEA - DANNI IN MATERIA CIVILE E PENALE - SPESE GIUDIZIALI CIVILI
Cass. civ. Sez. I, Sent., 12-05-2011, n. 10498
Fatto Diritto P.Q.M.
Svolgimento del processo
Con  decreto del 10 marzo - 30 giugno 2008 la Corte di Appello di Roma condannava la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento in favore di ---- della somma di Euro 4.000,00 ciascuno, a titolo di indennizzo per la durata irragionevole di un processo diretto ad ottenere l'accertamento del diritto all'indennità speciale prevista per il personale della Polizia di Stato,  da loro promosso dinanzi al TAR del Lazio in data 17 luglio 1998, definito con sentenza del 28 marzo 2000, avverso la quale era stata proposta impugnazione dinanzi al Consiglio di Stato, che aveva deciso con sentenza del 6 aprile 2006. Condannava altresì la Presidenza del Consiglio al pagamento delle spese di lite, liquidate in Euro 2.000,00 per esborsi, Euro 6000,00 per diritti ed
Euro 900,00 per onorari.
Avverso  tale decreto hanno proposto un primo ricorso per cassazione la -- (ric. n. 20193/2009) e un successivo ricorso per cassazione lo --. (ric. n. 21602/2009) formulando rispettivamente due motivi ed un unico motivo.
La parte intimata non ha depositato difese.
All'esito della camera di consiglio il Collegio ha disposto farsi luogo alla motivazione semplificata.Motivi della decisione
Va innanzitutto disposta la riunione dei ricorsi, ai sensi dell'art. 335 c.p.c., in quanto concernenti il medesimo decreto.
Con il primo (ed unico per il secondo gruppo di ricorrenti) motivo di ricorso si denuncia la violazione della L. n. 89 del 2001, art. 2 e dell'art. 1173 c.c. per non avere la Corte di Appello provveduto alla liquidazione degli interessi legali.
Con il secondo motivo i ricorrenti di cui al primo gruppo denunciano la violazione degli artt. 90 e 91 c.p.c.,  artt. 1, 4, 5 e 6 della tariffa professionale, per essere stati gli onorari ed i diritti liquidati in misura inferiore ai minimi tariffari, tenuto conto che i ricorsi erano stati riuniti solo all'udienza camerale, onde sino alla loro riunione gli onorari ed i diritti andavano  liquidati separatamente per ciascun ricorso.
Entrambi i motivi sono corredati dei prescritti quesiti.
Il  primo motivo è fondato, tenuto conto della costante giurisprudenza di questa Suprema Corte secondo la quale in materia di equa riparazione per  l'eccessiva durata del processo vanno liquidati gli interessi legali con decorrenza dalla domanda (v. per tutte Cass. 2005 n. 7389; 2004 n. 1405; 2003 n. 2382).
Il decreto impugnato deve essere pertanto sul punto cassato.
Il secondo motivo resta logicamente assorbito.
Sussistendo  i presupposti per una pronuncia nel merito, vanno attribuiti ai ricorrenti gli interessi sulla somma liquidata con decorrenza dalla domanda.
La Cassazione travolge anche per tredici ventesimi la liquidazione delle spese processuali, effettuata nel decreto impugnato unitariamente in favore degli attuali tredici ricorrenti e di altre sette parti, che non hanno proposto ricorso per cassazione. Deve pertanto procedersi a nuova liquidazione in questa sede  in favore dei ricorrenti sulla base dei criteri che seguono.
Secondo  quanto risulta dal decreto e dai ricorsi, dopo un giudizio presupposto unitario le parti hanno proposto ciascuna, con il medesimo difensore, separato giudizio dinanzi alla Corte di Appello per ottenere l'indennizzo ex L. n. 89 del 2001.  Tale condotta dei ricorrenti, che hanno proposto pressochè contemporaneamente distinti ricorsi per equa riparazione, con unico difensore, in relazione al medesimo processo presupposto, dando luogo a cause destinate alla riunione in quanto connesse per l'oggetto ed il titolo, si configura come abuso del processo (v. sul punto Cass. 2010 n.  10634), contrastando con l'inderogabile dovere di solidarietà, che impedisce di far gravare sullo Stato debitore il danno derivante dall'aumento degli oneri processuali e con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo, avuto riguardo all'allungamento dei tempi processuali derivante
dalla proliferazione non necessaria dei procedimenti. Tale abuso, imponendo l'eliminazione per quanto possibile degli effetti discorsivi che ne derivano, comporta la valutazione dell'onere delle spese della fase di merito come se il procedimento fosse stato unico sin dall'origine, e quindi la liquidazione di un onorario unico per tutte le parti, quantificato in dispositivo.
In  relazione alle peculiarità della fattispecie si ravvisano giusti motivi  per compensare per la metà le spese del giudizio di cassazione, ponendo  l'altra metà a carico dell'Amministrazione soccombente.P.Q.M.
LA  CORTE DI CASSAZIONE Riunisce i ricorsi, accoglie il primo motivo di ricorso, dichiara assorbito il secondo; cassa il decreto impugnato in relazione alla spettanza degli interessi e per tredici ventesimi con riferimento alle spese in esso liquidate; decidendo nel merito condanna la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento in favore dei ricorrenti degli interessi legali sulla somma di Euro 4.000,00 liquidata  dalla Corte di Appello con decorrenza dalla domanda.
Condanna  altresì la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento delle spese del giudizio di merito nella misura complessiva di Euro 2.214,00, di cui Euro 200,00 per esborsi, Euro 1.314,00 per diritti e Euro 700,00 per onorari, nonchè di metà delle spese di questo giudizio di cassazione, che liquida per tale frazione in Euro 300, di cui Euro 50,00  per spese, oltre spese generali ed accessori come per legge, con distrazione per entrambi i gradi in favore dell'avvocato Angelo Giuliani.



domenica 24 luglio 2011

VENEZIA: GRADINI SCIVOLOSI, CHIUSA SCALINATA PONTE RIALTO IERI ALCUNI TURISTI ERANO FINITI A TERRA



VENEZIA: GRADINI SCIVOLOSI, CHIUSA SCALINATA PONTE RIALTO
IERI ALCUNI TURISTI ERANO FINITI A TERRA
(ANSA) - VENEZIA, 24 LUG - Scivoloni a ripetizione sul Ponte
di Rialto, a causa della pioggia, e cosi' la polizia municipale
ha chiuso temporaneamente ai pedoni una delle scalinate laterali
del grande manufatto che attraversa il Canal Grande.
I nastri bianco-rossi che hanno reso off limits la scalinata
(la rampa laterale a fianco del Palazzo dei Camerlenghi, sede
della Corte dei Conti) sono state poste ieri dai vigili -
riporta 'La Nuova Venezia' - . Questo dopo le cadute di almeno
tre turisti, segnalate alla municipale da alcuni gondolieri.
Stamane la scalinata era ancora transennata: per attraversare
Rialto bisogna quindi percorrere la rampa centrale o quella che
va verso la fondamenta del Vin. La rampa del palazzo Camerlenghi
e' la piu' scivolosa in caso di pioggia perche' i 30 gradini
sono esattamente li' da 420 anni, tutti ancora in marmo, e
perio' molto consunti. Gli altri hanno invece solo una cornice
in marmo, mentre la parte centrale del gradino e' in pietra
d'Istria.
I capitomboli sui ponti di Venezia non sono certo una
novita': alla fine degli anni '70 ne fece le spese anche il
segretario dell'Onu, Javier Perez De Quellar, che proprio sulla
scalinata di Rialto oggi transennata scivolo' sul bagnato e
fini' a terra. (ANSA).

GM
24-LUG-11 13:38 NNNN
VENEZIA: GRADINI SCIVOLOSI, CHIUSA SCALINATA PONTE RIALTO (2)

(ANSA) - VENEZIA, 24 LUG - E' durata poco la transennatura
della scalinata resa scivolosa dalla pioggia sul Ponte di
Rialto. In mattinata, col crescere del numero di turisti che
arrivavano in citta', qualcuno ha rotto le fettucce in plastica
che delimitano l'area e la rampa e' stata invasa dai vacanzieri
in gita. I gradini, ora asciutti perche' su Venezia da ore non
piove piu', sono tornati cosi' ad essere base d'appoggio di
gente che si riposa, scolaresche che giocano, ragazzi che
sfruttano la balaustra in lucido marmo per brevi scivolate in
discesa. Eccetto i nastri bianco-rossi, sul posto non erano
stati posti cartelli o indicazioni che avvertissero della
possibile pericolosita' della scalinata. (ANSA).

GM
24-LUG-11 16:29 NNNN

Droga: cocaina, scoperti bersagli nel cervello che spengono voglia

DROGA: COCAINA, SCOPERTI BERSAGLI NEL CERVELLO CHE SPENGONO VOGLIA =
STUDIO USA SU NATURE, BISOGNA AGIRE SU PARTICOLARI RECETTORI
CANNABINOIDI

Roma, 24 lug. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - (EMBARGO ALLE
19.00) - Ridurre l'appeal della cocaina 'colpendo' un bersaglio
specifico nel cervello, con farmaci in grado di attivarlo. E' la
strategia a cui sta lavorando un'equipe statunitense per combattere
l'abuso e la dipendenza da polvere bianca in particolare, ma anche da
altre droghe. Lo studio e' pubblicato su 'Nature'.

I ricercatori del National Institute on Drug Abuse hanno
scoperto che stimolando un particolare recettore cannabinoide nel
cervello, noto come Cb2, si riducono gli effetti e la voglia di
cocaina nei topi, che modificano il loro comportamento smettendo di
cercare ossessivamente la sostanza.

E' noto che attivando con farmaci specifici il recettore
cannabinoide Cb1, si stimola il meccanismo cerebrale legato al senso
del piacere e della ricompensa: nel caso delle droghe questo favorisce
la ricaduta dopo una prolungata astinenza. L'effetto contrario,
invece, si ottiene stimolando l'altro recettore cannabinoide nel
cervello, Cb2, il cui ruolo era finora poco chiaro. L'equipe americana
lo ha dimostrato attivando solo questi ultimi recettori con due classi
di farmaci somministrati ai topi poco prima che le cavie avessero
libero accesso alla cocaina. Ebbene, la stimolazione dei Cb2 fa
perdere appeal alla droga, riducendone di conseguenza l'assunzione e
anche gli effetti nei roditori.

(Mad/Col/Adnkronos)
24-LUG-11 15:33

NNNN

INCENDIO A ROMA TIBURTINA, TRAFFICO TRENI A RISCHIO - Fumo denso, fiamme ancora non domate

ROGO TIBURTINA: A MILANO RITARDI IN ARRIVI FINO A 5 ORE

(ANSA) - MILANO, 24 LUG - Doveva arrivare alle 10.30 ma
l'Espresso partito da Palermo ha accumulato 310 minuti di
ritardo e quindi il suo arrivo alla Stazione Centrale di Milano
avverra' solo nel pomeriggio. Anche nello scalo ferroviario
milanese si avvertono i disagi dell'incendio scoppiato questa
mattina a Roma e tutti i treni provenienti dal Sud sono
segnalati in grave ritardo.
I treni partono in orario ma sono 240 i minuti di ritardo
accumulati dal Frecciarossa partito da Salerno che doveva
arrivare a Milano alle 12.45 mentre ha 100 minuti di ritardo
quello partito da Roma Termini previsto in arrivo a Milano alle
10.45. Dagli altoparlanti e sui tabelloni luminosi vengono
segnalati ai passeggeri i possibili disagi causati dal rogo
avvenuto a Roma e, al momento, la situazione a Milano Centrale
e' comunque tranquilla visto che non e' quella di oggi una
giornata di particolari partenze. (ANSA).

EM/KZT
24-LUG-11 12:14 NNNN
 Incendio Roma Tiburtina/ Fumo denso, fiamme ancora non domate
Pompieri: operazioni spegnimento complicate da mancanza acqua

Roma, 24 lug. (TMNews) - Una densa colonna di fumo nero, che il
vento, spinge verso Est, si leva da uno dei compound del nuovo
centro direzionale della stazione Tiburtina: l'incendio scoppiato
stamattina nella sala apparati non ancora stato domato. Sul
posto sono al lavoro 13 squadre dei vigili del fuoco ma le
fiamme continuano a divampare nel secondo piano interrato della
palazzina: "Sotto continua a bruciare, le operazioni di
spegnimento sono rese difficili dall'alta densit del fumo e dal
calore sviluppato dal materiale che sta bruciando, soprattutto
cavi elettrici e materiali di gomma", spiegano i vigili del fuoco
sul posto. "Non possiamo entrare dentro", e si sta quindi
cercando di spegnere il rogo gettando acqua dall'esterno della
palazzina.

"L'intervento - sottolineano i vigili del fuoco - stato
complicato dalla mancanza di acqua nella zona, non c' la rete
idrica stiamo provvedendo con le autobotti, facendo la spola.
Andiamo e veniamo, e questo crea ritardi".

Per le domeniche 24, 31 luglio e 7 agosto, dalle ore 00,30 alle
ore 24 stato infatti previsto dall'Acea "un abbassamento di
pressione con possibile mancanza d`acqua" per i residenti nei
quartieri Nomentano, Salario, Parioli, Pinciano, Trieste,
Sallustiano, Ludovisi, quartieri vicini alla stazione. La societ
Rfi (gruppo Fs), d'accordo e per conto del Comune di Roma,
Capitale ha richiesto ad Acea lo spostamento di 6 grandi condotte
(sifoni) dell`Acquedotto Marcio che alimentano la zona centrale
della citt: una misura presa proprio in relazione ai lavori per
la realizzazione della nuova stazione Tiburtina.

Gtu

241216 lug 11
ANSA-IL PUNTO/ ROGO TIBURTINA: TRENI IN TILT, IPOTESI DOLO
A FUOCO SALA CONTROLLO, PERICOLI DA FUMO. LI' SARA' SCALO TAV
(ANSA) - ROMA, 24 LUG - Un grande incendio si e' sviluppato
verso le 4 nella sala apparati della stazione ferroviaria di
Roma Tiburtina, dove da alcuni anni sono in corso lavori di
ristrutturazione per trasformarla nel nodo principale della
capitale per l'Alta Velocita'.
IN TILT TRAFFICO FERROVIARIO: Pesantissime le ripercussioni
sul traffico ferroviaria e cittadino con la chiusura della metro
B, poi riaperta parzialmente. La stazione e' stata dichiarata
inagibile e disagi si stanno ripercuotendo in vari scali
ferroviari italiani. Nella capitale i problemi si sono di fatto
concentrati sulla stazione Termini con ritardi e passeggeri
costretti a viaggiare in piedi.
IPOTESI DOLO PER IL ROGO: Non e' esclusa la pista del dolo,
a quanto si e' appreso, al vaglio ci sarebbero diverse ipotesi,
ma secondo una prima analisi le fiamme si sono sviluppate
dall'interno. La segnalazione alla centrale operativa del
Comando provinciale dei vigili del fuoco e' arrivata alle 4.10.
Dopo 9 minuti i vigili del fuoco erano sul posto. Le fiamme, che
hanno avvolto importanti cavi elettrici che di fatto
''governano'' il funzionamento dei treni, si sono notevolmente
autoalimentate poiche' i vigili del fuoco hanno dovuto agire con
cautela. Da otto ore i pompieri stanno lavorando per spegnere le
fiamme con dieci squadre: quattro autobotti, quattro squadre, un
carro schiuma e un mezzo speciale venuto dall'aeroporto di
Fiumicino che serve per spegnere gli incendi sugli aerei e
chiamato ''polverina'' proprio perche' lancia della polvere. A
supporto ci sono anche 4 autobotti della protezione civile.
FUMO POTREBBE ESSERE TOSSICO: Poco prima delle 6 l'intera
stazione e' stata avvolta da un denso fumo nero, scaturito
proprio dai cavi elettrici, che potrebbe essere tossico. Per
questa ragione il sindaco Gianni Alemanno, che ha fatto un
sopralluogo, ha invitato gli abitanti della zona a tenere le
finestre chiuse.
RISCHIO COLLASSO CANTIERE: Le Fs ha subito parlato di ''danno
notevole'', di ''stazione inagibile'', di ''riflessi'' per
giorni sia per i treni pendolari, sia per alcuni a lunga
percorrenza, mentre l'assessore regionale ai Trasporti Francesco
Lollobrigida ha sottolineato la possibilita' di un 'danno
strutturale'' e si ipotizza un ''rischio collasso'' del
cantiere. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Altero Matteoli ha definito la situazione ''molto
seria''.(ANSA).

DE
24-LUG-11 12:12 NNNNINCENDIO ROMA TIBURTINA: SU SITO FS ELENCO TRENI IN TRANSITO =
(AGI) - Roma, 24 lug. - Pubblicato on line, sulle pagine di FS
News, l'elenco dei treni di norma in transito a Tiburtina che,
fino alle 13 di oggi, in relazione all'incendio nella stazione,
circoleranno regolarmente o saranno deviati lungo la linea
tirrenica. Di seguito, nel dettaglio, il numero di questi
treni, effettuati grazie ai provvedimenti adottati da Ferrovie
Italiane per assicurare la continuita' nella mobilita'
ferroviaria Nord-Sud.

Situazione treni pari Situazione treni dispari

9452 dev 9449 dev
9516 reg 235 dev
9478 sop da rm a fi. 227 dev
588 reg 9591 dev
9408 dev 9451 reg
9520 reg 9505 reg
9410 reg 9403 dev
9522 reg 9507 dev
590 dev 9453 sop da fi
9412 reg 9405 reg
9509 reg

dev = deviato via tirrenica
sop = cancellato
reg = regolare

(AGI)























dev =deviato via tirrenica






sop=cancellato







reg= regolare






Com/mld
241201 LUG 11

NNNNROGO TIBURTINA:AFFOLLATO SCALO FIRENZE,RITARDI FINO A 4 ORE
CODE ALLE BIGLIETTERIE, PRIMI BIVACCHI TURISTI IN ATTESA TRENO
(ANSA) - FIRENZE, 24 LUG - Stazione affollata con lunghe file
alle biglietterie: questa la situazione allo scalo ferroviario
di Santa Maria Novella a Firenze, dove sono tanti i turisti in
attesa.
Su un cartellone luminoso e con avvisi dall'altoparlante i
passeggeri vengono informati che i treni da e per Roma
''potranno subire ritardi fino a 90 minuti. Deviazioni o
cancellazioni per un guasto all'impianto di circolazione di Roma
Tiburtina. Ci scusiamo per i ritardi''. Ma il treno Alta
velocita' per Milano e' segnalato in partenza con 245 minuti di
ritardo: era un convoglio proveniente da Salerno che tra gli
arrivi e' segnalato come cancellato. Sono invece 100 i minuti di
ritardo per un altro treno Alta velocita' proveniente da Napoli
e che sarebbe dovuto arrivare nel capoluogo toscano alle 10.03.
Segna invece 20 minuti di ritardo il treno diretto a Napoli e
che doveva fermarsi nel capoluogo toscano alle 11.25.
Nonostante la stazione sia gremita, la situazione al momento
e' comunque tranquilla tra i passeggeri, anche se si stanno
creando i primi mini bivacchi di turisti in attesa del treno. Le
Fs spiegano che e' stato ''messo in campo'' tutto il personale
reperibile per dare assistenza, fornire informazioni e
''riproteggere i passeggeri''. (ANSA).

GRS
24-LUG-11 11:59 NNNNANSA-FOCUS/ ROGO TIBURTINA: QUANDO L'ITALIA SI SPEZZA IN DUE
PER INCIDENTI, NEVE O PER DISINNESCARE ORDIGNI BELLICI
(ANSA) - ROMA, 24 LUG - Blocco della circolazione, non solo
ferroviaria, ma anche autostradale, che rischia di ''spezzare''
in due l'Italia: si tratta di un evento raro che pero' e'
avvenuto sempre piu' spesso negli ultimi anni, anche perche' le
moderne infrastrutture, sempre piu' veloci ed efficienti, una
volta bloccate lasciano poco spazio a vie alternative.
17 DICEMBRE 2010 - A causa della neve e del gelo Firenze diventa
un vero e proprio collo di bottiglia ''italiano'' per treni e
auto: i convogli dell'alta velocita' non sono in grado di
entrare nella stazione centrale, strategica per i collegamenti
tra nord e sud della Penisola; mentre l'A1 rimane bloccata fra
Incisa e Firenze sud.
24 GENNAIO 2010 - Per quattro ore Italia praticamente divisa in
due per il disinnesco di due bombe d'aereo a in Trentino, a
Orvieto e a Fano. Per quella fatta brillare ad Orvieto sono
state chiuse tre ore l'A1 e la ferrovia lenta, nelle Marche e'
rimasta interrotta piu' di un'ora la A14, a Rovereto si sono
fermati i treni fino al pomeriggio.
22 GIUGNO 2009 - Disagi, ritardi oltre le tre ore e Italia
spezzata da un incidente ferroviario sulla linea tra Bologna e
Firenze, nel territorio di Prato. Una situazione simile si era
verificata anche il 6 giugno dello stesso anno in seguito ad un
incidente nella galleria Val di Sangro, sempre nel Pratese.
18 LUGLIO 2003 - Un incidente stradale avvenuto la notte alle
1,50 divide in due l'Italia fino alle 12,30, per quasi undici
ore, provocando anche un forte allarme ambientale. L'incidente
avviene nella corsia nord dell'Autostrada del Sole fra i caselli
di Arezzo e Monte San Savino, coinvolgendo una cisterna
contenente piu' di 20.000 litri di resine in soluzione,
altamente infiammabili, tossiche e urticanti al contatto,
proveniente da Frosinone. (ANSA).

VNROMA: VIGILI DEL FUOCO, A STAZIONE TIBURTINA SITUAZIONE CRITICA, FIAMME ALTE =
LUCA CARI, SIAMO RIUSCITI A EVITARE CHE ROGO RAGGIUNGESSE LA
PARTE DELLA NUOVA STAZIONE

Roma, 24 lug. - (Adnkronos) - "La situazione e' abbastanza
critica. Le fiamme stanno ancora interessando la parte dei vecchi
uffici". Lo ha affermato all'Adnkronos il capo ufficio stampa dei
vigili del fuoco, Luca Cari, riferendosi all'incendio divampato nella
sala apparati della stazione Tiburtina di Roma.

"Siamo riusciti a evitare che le fiamme raggiungessero la parte
della nuova stazione", ha spiegato Cari sottolineando che l'intervento
e' reso piu' complicato dalla difficolta' di accesso nella zona
interessata dalle fiamme, che sono "troppo alte". "Stiamo cercando di
usare dei carri ferroviari con elevatore per gettare l'acqua", ha
aggiunto.

(Sci/Col/Adnkronos)
24-LUG-11 10:55

NNNNINCENDIO ROMA TIBURTINA: BRUCIA CANTIERE NUOVO SCALO
BLOCCATI VARCHI DI ACCESSO DELLE AUTOMOBILI ALLA STAZIONE
(ANSA) - ROMA, 24 LUG - Si e' sviluppato nei cantieri della
nuova stazione Tiburtina l'incendio che dalle prime ore di
stamane divampa nello scalo ferroviario romano. Lo ha riferito
il responsabile dei vigili urbani presente sul posto.
Le fiamme si intravedono ancora violente dietro lo scheletro
di una parte dell'ala che era in ristrutturazione. Alte colonne
di fumo si alzano dalla zona dell'incendio. La polizia
municipale ha bloccato i varchi di accesso delle auto alla
stazione. Alle operazione di spegnimento lavorano almeno 6-7
squadre dei vigili del fuoco. Decine di persone, tra
viaggiatori, turisti e passeggeri dei mezzi delle vicine
stazioni degli autobus e dei pullman assistono alla scena e
scattano fotografie. (ANSA).

LAL/SCN
24-LUG-11 08:44 NNNN



INCENDIO A ROMA TIBURTINA, TRAFFICO TRENI A RISCHIO ++

(ANSA) - ROMA, 24 LUG - Un violento incendio e' divampato
questa mattina, intorno alle 4, nella sala apparati della
stazione ferroviaria di Tiburtina a Roma. Solo da alcuni minuti
i vigili del fuoco sono riusciti ad entrare nei locali e stanno
operando per spegnere le fiamme. Si prevedono, per la giornata
di oggi, gravi conseguenze per la circolazione dei treni. Le
Ferrovie dello Stato hanno invitato ''a non prendere il treno
qualora il loro viaggia preveda il passaggio attraverso Roma
Tiburtina'. (SEGUE).

QA
24-LUG-11 07:37 NNNN


INCENDIO A ROMA TIBURTUNA, TRAFFICO TRENI A RISCHIO (2)

(ANSA) - ROMA, 24 LUG - In conseguenza dell' incendio - la
cui origine non e' stata ancora accertata - la circolazione dei
treni e' fortemente rallentata: gia' una decina di convogli ha
subito ritardi significativi.
Essendo quello di Roma Tiburtina un nodo strategico, si
prevedono gia' per le prossime ore riflessi significativi su
buona parte del sistema ferroviario, compreso quello dei treni
ad alta velocita' e a lunga percorrenza. E' stata inoltre gia'
sospesa la circolazione dei treni lungo la linea B della
metropolitana di Roma. (ANSA).

QA
24-LUG-11 07:44 NNNN

INCENDIO A ROMA TIBURTINA: FERMA METRO B E BUS DEVIATI

(ANSA) - ROMA, 24 LUG - A causa dell' incendio nell'area
della stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, il servizio della
linea B della metropolitana e' ''momentaneamente sospeso e
sostituito con bus su disposizione dei vigili del fuoco''. Lo
rende noto Agenzia per la mobilita' ,spiegando anche che
l'evento ha avuto conseguenze anche sul servizio bus, con la
linea 30 deviata.
Rallentamenti e cambi di percorsi, ci sono anche per i tram 2
e 19, ma stavolta per la caduta di un albero in via Ulisse
Aldrovandi, alle 6,23 di stamani. La linea di tram 2 e'
sostituita con bus mentre la linea 19 non e' attiva tra Galeno e
Risorgimento e sostituita con bus navetta.

(ANSA).

FH
24-LUG-11 08:10 NNNN

CONTRATTI: FILCAMS, DOMANI SCIOPERANO LAVORATORI VIGILANZA PRIVATA

CONTRATTI: FILCAMS, DOMANI SCIOPERANO LAVORATORI VIGILANZA PRIVATA =

Roma, 24 lug. (Adnkronos) - Domani scioperano i lavoratori della
vigilanza privata e si ritroveranno in due presidi organizzati dalla
Filcams Nazionale a Roma e Milano per protestare contro il mancato
rinnovo del contratto di lavoro, ormai dai piu' di 30 mesi. ''Senza
contratto, non ci sono regole, aumentano le zone di lavoro grigio e
facilmente si possono eludere norme e diritti; e senza regole viene
meno la dignita' del lavoratore'' e' la preoccupazione della Filcams
Cgil.

''Il 25 luglio abbiamo organizzato due presidi, a Milano e a
Roma -si legge nella nota sindacale- le lavoratrici e i lavoratori
scenderanno in piazza per protestare. Da quasi 3 anni, il negoziato
per il rinnovo del contratto nazionale va avanti senza trovare una
soluzione, le parti datoriali hanno avanzato proposte inaccettabili,
che dimostrano la volonta' di non voler arrivare ad un accordo''.

''Le Controparti, gia' in disaccordo tra loro, sono ormai
divise. Da una parte Federsicurezza, che tenta di spingere ad un
pesante peggioramento del contratto nazionale esistente, a partire
dall'orario di lavoro, mentre Assiv e la Cooperazione si sono
allontanate dal negoziato perche' contrarie alla proposta di
Federsicurezza che non intende procedere all'ampliamento del campo di
applicazione alle attivita' di portierato'', continua la Filcams.
(segue)

(Sec-Rem/Col/Adnkronos)
24-LUG-11 11:31

NNNN
CONTRATTI: FILCAMS, DOMANI SCIOPERANO LAVORATORI VIGILANZA PRIVATA (2) =

(Adnkronos) - ''Dopo 31 mesi le parti datoriali divise fra di
loro, rendono ancora piu' lontano uno sbocco al negoziato. Percio'
dobbiamo dire basta. E' ora che ci sia uno scatto di responsabilita'
nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore'',
continua la Filcams.

''Il presidio di Milano raccogliera' il nord Italia che si
radunera' a partire dalle ore 9.30 davanti alla Prefettura di Milano,
Corso Monforte; a Roma invece, si raccoglieranno le lavoratrici e i
lavoratori del centro sud, alle ore 9.30 a P.zza SS Apostoli'',
conclude la nota.

(Sec-Rem/Col/Adnkronos)
24-LUG-11 12:15

NNNN

"L'esercito dei 'sotto scorta'"..."Il problema non é l'approvazione di una scorta per un personaggio a rischio - sotolinea Claudio Giardullo, segretario nazionale del Silp Cgil ....

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sabato 23 luglio 2011

L'esperto, con dentifrici sbiancanti 3D lo smalto fa 'crack'

SALUTE: L'ESPERTO, CON DENTIFRICI SBIANCANTI 3D LO SMALTO FA 'CRACK' =
STUDIO BOCCIA LE NUOVE FORMULE CHE PROMETTONO BIANCO MIRACOLOSO

Roma, 23 lug. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Denti bianchi come
la neve senza l'ombra di una macchia di caffe' o di fumo? Il sogno di
milioni di persone. Ma dietro le promesse delle nuovissime formule di
dentifrici sbiancanti '3D', potrebbero nascondersi seri pericoli per
la salute dello smalto dei denti. Rivestimento reso piu' fragile dai
potenti abrasivi usati in molti prodotti di nuova concezione e
ribattezzati dal marketing, appunto, '3D' per la loro capacita' di
rendere la dentatura di un bianco splendente e profondo.

Secondo gli esperti, in un articolo del Los Angeles Times,
mentre le strisce e i 'kit' sbiancanti lavorano immergendo i denti per
lunghi periodi di tempo in soluzioni a base di candeggina, i nuovi
dentifrici adottano un approccio piu' veloce.

La maggior parte si basa su composti abrasivi ('lucidatori' per
le aziende produttrici) che aiutano a rimuovere le macchie
superficiali lasciati da caffe', sigarette, succhi di frutta. Ma alla
lunga danneggiano lo strato esterno dello smalto. (segue)

(Frm/Col/Adnkronos)
23-LUG-11 13:36

NNNNSALUTE: L'ESPERTO, CON DENTIFRICI SBIANCANTI 3D LO SMALTO FA 'CRACK' (2) =

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - A lanciare l'allarme sui pericoli
dei nuovi dentifrici sbiancanti - riporta il Los Angeles Times - e'
Vincent Mayher, dentista ed ex presidente dell'Accademia di
odontoiatria generale americana. "Il termine sbiancamento - avverte
l'esperto - utilizzato in molti dentifrici e' fuorviante. A differenza
dei 'kit' e delle strisce che lavorano in profondita' nel dente,
questi prodotti '3D' possono raggiungere solo la superficie. E il loro
effetto dura poco tempo".

Per rafforzare le sue tesi il dentista cita uno studio
pubblicato sulla rivista 'Journal of Clinical Dentistry', a cura della
Thermetric Technologies Inc., una societa' di ricerca dentale di
Noblesville, e l'Health Science Research Center, dell'Indiana
University-Purdue University di Fort Wayne. La ricerca ha testato
l'azione abrasiva e la potenza di pulizia di 26 dentifrici sbiancanti
in commercio negli Stati Uniti. Utilizzando come 'test' lo smalto dei
denti di vacca. Secondo Bruce Schemehorn, l'autore principale dello
studio, "e' emerso che i dentifrici sponsorizzati come piu'
sbiancanti, quindi piu' efficaci, sono anche quelli piu' abrasivi".

Mayher e' esplicito anche sui potenziali problemi a cui si va
incontro. "Nel corso del tempo - spiega - un dentifricio abrasivo
potrebbe portare via lo strato esterno di smalto, esponendo la dentina
sottostante (la sostanza compresa tra lo smalto, il cemento alla
radice e la polpa) all'attacco degli agenti esterni. Inoltre -
prosegue - gli abrasivi utilizzati possono essere dolorosi per alcune
persone piu' sensibili".

(Frm/Col/Adnkronos)
23-LUG-11 13:43

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Da herpes a tumori prostata, un aiuto dal peperoncino


SALUTE: DA HERPES A TUMORI PROSTATA,UN AIUTO DAL PEPERONCINO
FINO A DOMANI LA 1/A FIERA MONDIALE RIETI CUORE PICCANTE
(ANSA) - ROMA, 23 LUG - La scoperta delle proprieta'
nutrizionali del peperoncino, che e' un serbatoio naturale di
vitamine, valse un Premio Nobel, nel 1937, allo scienziato
ungherese Albert Szent Gyorgyi che, proprio attraverso questa
pianta appartenente alle famiglie delle Solanacee, contribui' a
debellare lo scorbuto tra i naviganti. Ancora oggi, si esplorano
le proprieta' salutistiche del peperoncino, e in particolare del
suo principio attivo: la capsicina o capsaicina. Che e' stata
protagonista del convegno promosso, oggi pomeriggio a Rieti,
alla prima Fiera campionaria mondiale del peperoncino 'Rieti
cuore piccante'.
Salute, bellezza, e cura della fertilita', sono stati i temi
del confronto medico-scientifico odierno su questo prodotto
ortofrutticolo presentato dagli esperti come panacea, peraltro
senza significative controindicazioni se si evita il consumo in
caso di allergia, e da parte delle donne in gravidanza o che
allattano, nonche' dei bambini under 12.
''Studi sperimentali recenti in vitro, e in vivo sui ratti,
hanno dimostrato che la capsicina - ha detto Bruno Amantea,
direttore della scuola di specializzazione in Anestesia e
Rianimazione dell'Universita' Magna Grecia di Catanzaro - riesce
a determinare la morte programmata delle cellule deviate nei
casi di tumori della prostata. Perdipiu' con un dosaggio molto
basso: 300 milligrammi per tre volte la settimana. Anche a
tavola, il peperoncino abbatte l'uso del sale i grassi cattivi,
migliorando quelli del cuore. Aiuta a proteggere il cuore e
previene l'arteriosclerosi. Tutte le sperimentazioni auspicano
ulteriori studi per far diventare il peperoncino un farmaco,
strumento di cura attraverso la medicina ufficiale. Gia' oggi
esistono pomate per la cura del dolore, le terapie
post-herpetiche, e i disturbi della prostata. Ma la Fiera di
Rieti ha evidenziato il potenziale contributo del peperoncino,
un prodotto povero che puo' dare ricchezza alla filiera
medica''.
Questa multiforme pianta, di cui esistono ben 1200 varieta' in
Italia e 4500 nel mondo, e' anche amica della bellezza. ''Sulla
pelle - ha sottolineato il responsabile del servizio
Dermatologia presso il Sandro Pertini di Roma, Walter Marmo - il
peperoncino, ricco di vitamina E, ha poteri nutrizionali e aiuta
a superare lo stress ossidativo. Viene utilizzato per curare
l'herpes zoster e la nevralgia herpetica e fastidiose patologie
come il cosiddetto Fuoco di Sant'Antonio, mentre recenti studi
hanno riconosciuto l'azione antitumorale. Il peperoncino infine
trova spazio anche in cosmesi per mantenere il trofismo cutaneo
e, stimolando la crescita della papilla del pelo, nei prodotti
anti-calvizie. Non ultimo, gli studi effettuati su tori e
maiali, hanno dimostrato che il peperoncino stimola la mobilita'
degli spermatozoi, e quindi favorisce la fecondazione''.(ANSA).

MON
23-LUG-11 17:42 NNNN

E i cittadini stanno a guardare

E i cittadini stanno a guardare

Di luca ajroldi • 23 lug, 2011 • Categoria: Italia Il sindacato di polizia Silp Cgil, per bocca del suo segretario Gianni Ciotti, parla apertamente di “indecenza” per le “diversità di trattamento tra le cosiddette personalità e i semplici cittadini”. Il problema ? Quattrocento auto assegnate alle scorte di politici, magistrati e personaggi pubblici dei più disparati settori contro cinquanta auto assegnate al pattugliamento e alla difesa di Roma.
Spiega Laura Bogliolo su Il Messagero che
per ogni servizio scorta è previsto un numero di agenti che va dai tre ai nove a seconda della personalità tutelata. In città, invece, per ciascuno dei 4 turni lavorativi, circolano 50 auto della polizia, ciascuna con a bordo 2 agenti. Significa, spiega il sindacato, che “il ministero dell’Interno, per assicurare la scorta di un suo collega spende circa 360 mila euro tra straordinari, costi di acquisto delle auto e nove uomini impiegati. Per assicurare la sicurezza di un intero municipio come il Casilino (tra i più popolosi della capitale, circa 240 mila abitanti) spende meno: circa 350 mila euro per impiegare 110 uomini, pagare gli straordinari e affittare lo stabile”.
La situazione, insomma, è al limite. E ogni volta che in città c’è un evento a rischio d’ordine pubblico (una manifestazione per esempio, ma basta una partita di calcio), la copertura della città diventa minimale. E, con i tagli alla manovra, la situazione rischia di peggiorare. Ne è consapevole anche il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che parla di “un problema cui porre rimedio”
Allora, ecco l’idea: la Provincia ha messo a punto un “Patto per Roma sicura”. Lo slogan è “mille occhi sulla città” e tra le proposte c’è quella di assegnare alla polizia municipale il controllo sui reati minori. Non solo: si chiede anche alla vigilanza privata un aiuto nel controllo del territorio. I vigilantes, però, non potranno intervenire ma solo segnalare e allertare la polizia. Insomma quello che fa un qualunque cittadino. L’unica differenza sta nel fatto che i circa 7000 vigilantes avranno un filo diretto con la polizia.
 FONTE

«La mattanza del G8 Fu una scelta politica» .."POLIZIA L'accusa di Claudio Giardullo, segretario generale del sindacato Silp Cgil.."


«La mattanza del G8 Fu una scelta politica»
di Eleonora Martini
su il manifesto del 23/07/2011
Dieci anni dopo Tra imponenti misure di «sicurezza» la città si prepara al corteo conclusivo di oggi. Attese almeno dieci mila persone. Avvocati e giuristi riflettono sui diritti democratici violati. L'accusa di Claudio Giardullo
Claudio Giardullo, segretario generale del Silp Cgil, non rappresenta certo quella parte del corpo della Polizia di Stato che davanti all'evidente violazione dei diritti costituzionali che si consumò nelle giornate di Genova reagì con atteggiamenti corporativi o addirittura omertosi. Crede in una polizia democratica e trasparente, Giardullo, anche se col manifesto, sul tema, non sempre è d'accordo.
Fin qui nessuno ha chiesto scusa per le violenze commesse a Genova dalle forze dell'ordine, nemmeno di quelle confermate da una verità processuale.
Ancora non definitiva.

Certo, anche se esiste una verità storica ormai acquisita. Lei non crede che ci siano stati degli abusi da parte di alcuni suoi colleghi?

Ci sono stati dei comportamenti inaccettabili e noi da subito abbiamo detto «chi ha sbagliato paghi fino in fondo». Immediatamente dopo il G8 di Genova noi della Silp Cgil chiedemmo ed ottenemmo un incontro col Social Forum perché era chiaro che si stava consumando il tentativo di alcune forze conservatrici del Paese di creare un solco incolmabile tra la società civile e le forze di polizia, e tra la polizia e la magistratura. Insieme ribadimmo la nostra contrarietà all'uso della violenza come strumento di lotta politica e la nostra volontà di ottenere giustizia.

E allora, le scuse sono superflue?

In questi dieci anni è stato riconosciuto il fatto che a Genova si è aperta una delle peggiori ferite nella storia recente di questo Paese. Noi ne abbiamo preso coscienza subito ma abbiamo rifiutato ogni generalizzazione, inaccettabile perché la stragrande maggioranza dei poliziotti lavora - e perfino a Genova ha lavorato - nel rispetto della legge e dei diritti dei cittadini. Chi ha sbagliato paghi. Però c'è un aspetto ancora troppo poco approfondito e cioè con quali intenzioni politiche siamo andati a Genova.

Un indizio fu la presenza, durante il summit, dell'allora vice premier Gianfranco Fini nella sala operativa della questura.

Sì, ma soprattutto c'era il capo del governo che ancora aveva l'incubo del '94, cioè di una spallata di piazza - che all'epoca riguardava le pensioni - che costrinse Berlusconi a dimettersi. Per cui io ritengo che sia fondata la tesi secondo la quale a Genova si voleva delegittimare la piazza e nell'autunno che si prospettava caldo si voleva mandare un messaggio ai moderati dicendo «tenetevi lontano dalla piazza».

Un modello di gestione dell'ordine pubblico che è tutto politico. Ma, seppure Genova rappresenti una delle peggiori cadute di credibilità di certe istituzioni, non è stato l'unico caso.

Le ricordo che il modello di ordine pubblico che è stato adottato nel successivo G8 di Firenze, che non è solo tecnico ma è soprattutto politico, fu di segno opposto. Ed è quello che noi vorremmo adottare sempre: fondato sulla prevenzione, sul rapporto con gli organizzatori delle manifestazioni, sull'uso limitato e governato della forza - una forza che si sappia moderare - e nessuna esibizione muscolare. Ci vuole formazione, perché naturalmente ci deve essere sempre il rispetto della legge, e un più stretto rapporto tra società civile e forze di polizia.

Perché invece della sospensione o della rimozione dal servizio degli imputati o dei condannati come richiedono i parametri internazionali, abbiamo assistito a conferme di cariche se non a promozioni? Non sarebbe stato un segnale importante per separare le cosiddette «mele marce»?

La cosa è più complessa: se si è garantisti lo si deve essere a 360 gradi e non si possono confondere il rispetto delle leggi in senso stretto con aspetti di opportunità politica. I governi che si sono succeduti in questi dieci anni hanno scelto di non intervenire in nessuno modo prima della verità processuale definitiva. Non è una questione di rispetto delle leggi ma di scelta politica.

In alcuni casi i reati sono già andati in prescrizione, in altri come per l'uccisione di Carlo Giuliani non c'è mai stato un dibattimento pubblico.

Quello della giustizia è uno dei problemi centrali del nostro Paese e non riguarda solo gli operatori di polizia. Guardarlo solo con la lente del G8 di Genova significa dimenticare che in questo Paese chi ha responsabilità istituzionali ben maggiori, a qualunque livello, spesso non arriva a sentenza e a giudizio. Noi della Silp-Cgil abbiamo fiducia nella magistratura e siamo certi che si arriverà a giustizia.

Ma come si fa a far pagare chi sbaglia se, differentemente da ogni comune cittadino, è impossibile l'identificazione degli agenti, soprattutto se in tenuta antisommossa. Lei sarebbe favorevole, per esempio, all'introduzione del codice alfanumerico sulla divisa per una maggiore trasparenza?

No, e le spiego perché. Bisogna sicuramente rendere più certe le procedure di identificazione successiva, attraverso i corpi di appartenenza. Invece col codice alfanumerico si rischia, in un paese come l'Italia dove esistono anche contesti particolarmente insidiosi e violenti, di aumentare il rischio del singolo operatore che a torto o a ragione potrebbe essere individuato e essere sottoposto a un attacco aggressivo o violento. E se si espone il singolo poliziotto a più rischi di quanto non si possa legittimamente chiedergli, si alza il livello dello scontro. Ma se dico no al codice di identificazione, dico anche no ai proiettili di gomma e all'uso del Cs, il gas contenuto nei lacrimogeni, che è tossico per la salute di tutti, dei cittadini e degli operatori.

Lei sarebbe favorevole all'introduzione del reato di tortura come prevede il diritto internazionale?

C'è un'alternativa possibile a questa strada, che io considero solo formale, ideologica e di pancia. L'introduzione del reato di tortura sarebbe solo un messaggio di sfiducia alle forze di polizia che secondo tutte le statistiche godono da parte degli italiani di una fiducia seconda solo a quella del capo dello Stato. E allora non mi sembra assolutamente necessario introdurre un nuovo reato per evitare che in singole e rare occasioni accadano purtroppo cose che non dovrebbero accadere.

Ma anche se fosse in un'unica occasione, non sarebbe uno strumento utile anche per voi?

Non sarà certo il reato ad impedirla, quell'occasione. Io sono del parere che si debbano inasprire le norme solo se c'è un fenomeno sociale di una certa dimensione. Preferisco invece l'altra strada, che aiuti a superare le imposizioni politiche del singolo governo: quella della trasparenza, della formazione e del controllo anche da parte del Parlamento e non soltanto da parte dell'esecutivo. E, aggiungo, non capisco perché la polizia non debba avere un codice etico e di deontologia professionale. Si dica con chiarezza quali comportamenti il cittadino si può legittimamente aspettare da un agente che stia in una piazza, in un ufficio o in un carcere. Ci si dica con quali strumenti dobbiamo operare; quali investimenti, quale formazione, a quali valori si ispirano le forze dell'ordine. Anche questi sono dettami internazionali, eppure nel nostro Paese non ce n'è traccia. Questa è la strada da seguire, e non quella della minaccia, dell'aggravamento delle norme che servono semplicemente a dare la sensazione di aver risolto il problema. Mentre poi, nella realtà quotidiana, la polizia democratica è senza strumenti.

Inpdap 18/2011 - Obbligo contributivo verso Inps per malattia e maternità-integrazione nota operativa 18/2009

LEGGI LA NOTA

Inpdap 27/2011 - Legge 15 luglio 2011, n. 111 – Interventi aventi riflessi sui trattamenti pensionistici


La casta " Sindacato di polizia: si spende più per un ministro che per un quartiere"













venerdì 22 luglio 2011

Ansa "A Roma ci sono troppe personalita' sotto scorta, che sottraggono uomini delle forze dell'ordine al controllo del territorio. La 'vox populi' diventa qualcosa di piu' dopo i dati diffusi ieri dal sindacato di polizia Silp, legato alla Cgil - 400 auto a protezione di singoli e solo 50 di pattuglia nella capitale e in provincia - e preoccupa il sindaco Gianni Alemanno"

ANSA/ SICUREZZA: ALEMANNO A MARONI,BASTA SCORTE PRIVILEGIO CASTA
LETTERA AL MINISTRO, VERIFICARE SE AGENTI TOLTI AL TERRITORIO
(di Luca Laviola)
(ANSA) - ROMA, 22 LUG - A Roma ci sono troppe personalita'
sotto scorta, che sottraggono uomini delle forze dell'ordine al
controllo del territorio. La 'vox populi' diventa qualcosa di
piu' dopo i dati diffusi ieri dal sindacato di polizia Silp,
legato alla Cgil - 400 auto a protezione di singoli e solo 50 di
pattuglia nella capitale e in provincia - e preoccupa il sindaco
Gianni Alemanno. Che definisce la situazione ''piu' grave di
quello che pensavamo'' e scrive al ministro dell'Interno Maroni
per chiedere ''un'immediata revisione di tutti gli elenchi delle
personalita' sotto scorta'' nella capitale.
''Nessun cittadino di Roma deve avere il sospetto di essere
piu' esposto alla criminalita' per garantire i privilegi
inammissibili delle 'caste' politiche, economiche ed
amministrative'', afferma in una nota Alemanno. ''Non e'
ammissibile che per decisioni prese da altri Enti la Prefettura
di Roma sia costretta a distogliere un cosi' elevato numero di
macchine dal quotidiano controllo del territorio'', aggiunge.
Il problema della sicurezza nella capitale, riproposto da
recenti e ripetuti fatti di sangue, si intreccia con la polemica
sulla cosiddetta 'casta' e sulla riduzione dei costi della
politica. In sostanza Alemanno chiede al Viminale di controllare
se tutti coloro che hanno una scorta ne hanno davvero bisogno e,
nel caso, di non sguarnire la citta' per garantirne la
protezione.
Il segretario romano del Silp-Cgil Gianni Ciotti ha parlato
di ''persone minacciate 30 anni fa dalle Brigate Rosse'' e del
presidente di una squadra di calcio, probabilmente il patron
della Lazio Claudio Lotito (che ha ricevuto intimidazioni dal
clan camorristico dei Casalesi). Esempi a giudizio di Ciotti di
scorte ingiustificate o che potrebbero essere svolte da privati.
La lettera di Alemanno a Maroni arriva all'indomani
dell'annuncio del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano
sull'utilizzo da settembre delle guardie giurate come ausilio
alle forze dell'ordine a Roma. I vigilantes segnaleranno
eventuali crimini o situazioni di rischio a polizia e
carabinieri. Una misura prevista dal protocollo 'Mille occhi
sulla citta'', che pero' suscita polemiche. L'opposizione in
Campidoglio la considera un'altra prova dell'incapacita' di
Alemanno di garantire la sicurezza della capitale.
(ANSA).

LAL
22-LUG-11 19:58 NNNN

MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 30 giugno 2011 Disposizioni da osservarsi durante il rifornimento di carburante agli aeromobili. (11A09534) (GU n. 169 del 22-7-2011 )

TAR "...Sospensione licenza di farmacista a seguito segnalazione Nas Carabinieri"



T.A.R. Puglia Bari Sez. III, Sent., 25-05-2011, n. 786Fatto Diritto P.Q.M.
Svolgimento del processo
Espone  l'odierno ricorrente che in data 1° ottobre 2010 il Sindaco del Comune di ####################, su segnalazione del Comando dei Carabinieri per la tutela della salute - N.A.S. di Bari, sospendeva la licenza per lo svolgimento dell'attività farmaceutica, per aver il dott. S. detenuto nella propria farmacia medicinali scaduti dalla validità, circostanza contraria alle disposizioni normative previste ai sensi dell'art.123 commi 3 e 4 del T.U.LL.SS. per il regolare svolgimento dell'attività farmaceutica e, configurante gli estremi dei reati penali previsti ai sensi degli artt. 443 c.p. (commercio e somministrazione di farmaci guasti) e 640 c.p. (truffa ai danni del servizio sanitario nazionale) per i quali è prevista l'applicazione di pene amministrative accessorie.
Con  ricorso notificato in data 12 ottobre 2010 ritualmente depositato, l'odierno ricorrente, come sopra rappresentato e difeso, impugna i provvedimenti in epigrafe indicati, chiedendone l'annullamento previa concessione di idonee misure cautelari.
A sostegno del gravame il ricorrente deduceva le seguenti censure:
1)  violazione e falsa applicazione degli artt. 7, 8 e 9 della L.241/90, eccesso di potere per manifesta illogicità e irrazionalità, difetto di istruttoria, omessa comunicazione dell'avvio del procedimento;
2)  violazione dell'art. 123 commi 3 e 4 del T.U.LL.SS. - R.D. 1265/34, eccesso di potere per difetto di istruttoria, eccesso di potere per difetto di motivazione;
Con ordinanza n. 834/2010 veniva accolta la domanda incidentale di sospensione e, pertanto, sospesa l'efficacia dell'impugnato provvedimento.
All'udienza del 13 aprile 2011 il ricorso veniva introitato per la decisione.Motivi della decisione
Il ricorso è fondato.
Deve  infatti ritenersi provato, anche alla stregua delle dichiarazioni rese dal ricorrente e non contraddette dall'Amministrazione resistente, che i  farmaci scaduti erano contenuti all'interno di buste chiuse e sigillate  (e cioè contenitori appositamente predisposti per il successivo inoltro  allo smaltimento) e, peraltro, all'interno di un ambiente separato dai locali di vendita.
Tali dichiarazioni, assolutamente credibili e non smentite dall'Amministrazione, rendono evidente l'insussistenza delle denunciate violazioni, anche perché gli appositi contenitori (buste di plastica sigillate) recavano all'esterno la dicitura "medicinali scaduti" ed erano collocati in una zona deposito  della farmacia, la quale - essendo ben distinta dalla zona destinata alla commercializzazione e alla vendita - rendeva impossibile il verificarsi di un errore o scambio di prodotti per la vendita anche per l'addetto di farmacia più sprovveduto.
Senza infine considerare che quanto sopra risulta altresì documentato e documentabile attraverso la registrazione audiovideo delle stesse attività di verifica da parte dei N.A.S. realizzate attraverso le riprese delle telecamere a circuito chiuso in data 17.10.2010.
Risulta  quindi fondato il vizio di eccesso di potere per difetto di istruttoria  e per falsa ed erronea presupposizione in fatto, nonché il dedotto vizio di violazione del sub procedimento partecipativo di agli artt. 7 e  ss. della L. n. 241/90, atteso che - se fosse stato avviato il debito contraddittorio - l'impugnato provvedimento non avrebbe avuto ragion d'essere.
Il ricorso va dunque accolto.
Ricorrono tuttavia giustificati motivi per dichiarare interamente compensate tra le parti le spese di giudizio.P.Q.M.
Il  Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l'effetto, annulla i provvedimenti di cui in epigrafe.
Spese compensate tra le parti.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.



TAR "M.llo dei Carabinieri.."non idoneo permanentemente al S.M. in modo assoluto e da collocare in congedo assoluto"...."




RESPONSABILITA' CIVILE
T.A.R. Calabria Catanzaro Sez. II, Sent., 09-06-2011, n. 850
Fatto - Diritto P.Q.M.
Svolgimento del processo - Motivi della decisione
1. In data 5 aprile 1999 il Maresciallo Capo ####################, Comandante della Stazione dei Carabinieri di ####################, veniva ricoverato presso l'Ospedale Civile di Cosenza in quanto colto da infarto acuto del miocardio. Il militare veniva dimesso il successivo 15 aprile con la seguente diagnosi: "miocardiopatia dilatativa postischemica in esiti di ima".
Il Centro Militare di Medicina Legale di Catanzaro - Commissione Medica Ospedaliera, all'esito di visita medica collegiale, giudicava il militare "non idoneo permanentemente al s.m. in modo parziale ai sensi del D.P.R. 738/81 a datare dal 20.07.2000, controindicato l'impiego in incarichi che comportano l'esposizione ad umidità perfrigerazioni ed inclemenze stagionali nonché stress psicofisici intensi e prolungati".
Le infermità venivano riconosciute dipendenti da causa di servizio.
Successivamente, con nota del 20 gennaio 2001, il Comando Regione Carabinieri della Calabria comunicava al ricorrente l'avvio dell'esame della posizione di impiego ai fini dell'eventuale trasferimento per l'assunzione di incarico confacente alle sue condizioni di salute, con invito ad individuare le sedi di eventuale gradimento. L'interessato indicava quali sedi gradite la Compagnia di Cosenza, il Comando Provinciale di Cosenza e la Compagnia di ####################.
In data 6 marzo 2001 il Comando Regione Carabinieri della Calabria comunicava, a mezzo della Compagnia di ####################, foglio n. 1362/16121983T del 14 febbraio 2001, con il quale si disponeva il trasferimento del Sottufficiale alla Compagnia CC di #################### ####################, Nucleo Comando, quale dattilografo, senza alloggio di servizio.
A  seguito di ricorso proposto dal ricorrente, il TAR del Lazio, con ordinanza n. 2459/2001, accoglieva l'istanza cautelare con la seguente motivazione: "ritenuto che sussistono le ragioni richieste dalla legge per l'accoglimento della sospensiva, ai fini del riesame dell'assegnazione della sede di servizio, alla luce di motivi di ricorso  e della documentazione depositata in atti, tenuto conto della necessità di assegnazione a funzioni compatibili, anche in soprannumero".
Successivamente,  dopo un incontro con il Comandante della Regione Calabria, che, a detta  del ricorrente, aveva manifestato segni di dissenso per l'iniziativa giurisdizionale promossa ed aveva riservato ogni determinazione al riguardo, lo S. riceveva foglio n. 1362/16191983T del Comando Regione Carabinieri Calabria, che ne disponeva il trasferimento in via provvisoria presso il Comando Provinciale CC di ####################. La sede di servizio veniva raggiunta dal militare, dopo un periodo di convalescenza, il 24 agosto 2001.
In data 30 ottobre 2001 il Sottufficiale  inviava a mezzo ufficiale giudiziario atto di invito e diffida stragiudiziale all'esecuzione dell'ordinanza n. 2459/2001 del TAR Lazio.
In  data 25 novembre 2001 il ricorrente, che si apprestava a raggiungere la  sede di servizio presso il Comando di ####################, veniva colto da malore e  ricoverato presso l'Ospedale di Cosenza, doveva veniva sottoposto a terapia intensiva. Veniva dimesso il 3 dicembre 2001 con la diagnosi di "miocardiopatia postinfartuale".
Con foglio n. 1362/16241983T del 23 novembre 2001 il Comando Regione Carabinieri Calabria disponeva la revoca del trasferimento presso la sede di #################### ####################. Con foglio n. 1362/1911983T del 26 novembre 2001 lo stesso Comando comunicava l'avvio dell'esame della posizione di impiego a seguito del provvedimento cautelare del TAR del Lazio.
In  data 8 giugno 2002 il Centro Militare di Medicina Legale di Catanzaro -  Commissione Medica Ospedaliera, in esito a visita collegiale, giudicava  lo S. "non idoneo permanentemente al S.M. in modo assoluto e da collocare in congedo assoluto".
Lo S. veniva, quindi, riformato.
In  data 19 ottobre 2006 lo S. diffidava il Ministero della Difesa a risarcire tutti i danni subiti dallo stesso a seguito dell'inottemperanza del provvedimento giurisdizionale. Il Ministero non dava alcun riscontro alla diffida.
2. Con ricorso notificato il 24 dicembre 2007, depositato nella Segreteria del Tribunale il successivo 29 dicembre, lo S. ha convenuto in giudizio il Ministero della Difesa, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni correlati alla lesione dell'integrità fisica e psichica ed ai postumi invalidanti subiti dal ricorrente, nonché ai pregiudizi psichici  ed agli stress subiti dai componenti del nucleo familiare.
A  fondamento della domanda l'attore ha richiamato l'ordinanza del Tribunale Amministrativo del Lazio, che ha accolto la domanda incidentale di sospensione del provvedimento di trasferimento presso il Comando CC di #################### ####################, nei limiti e nei termini di cui alla motivazione sopra riportata, rilevando che l'Amministrazione resistente,  nonostante la notifica dell'ordinanza cautelare, avvenuta il 24 aprile 2001, è rimasta inerte, non provvedendo alla revoca del provvedimento sospeso, che ha avuto luogo col foglio n. 1362/1911983T del 26 novembre 2001. Tale revoca, ha evidenziato l'attore, è stata disposta solo a seguito della diffida dell'interessato e il nuovo ricovero in ospedale, in data 25 novembre 2001, conseguente al malore accusato dallo stesso mentre raggiungeva la sede del Comando CC di ####################, ove era stato provvisoriamente trasferito il 30 luglio 2007. Ciò in aperto
contrasto con le previsioni dell'ordinanza cautelare del TAR del Lazio, che vincolavano la scelta della sede ai motivi del ricorso, alla documentazione depositata ed alle funzioni espletate, contemplando anche  la possibilità dell'assegnazione ad una sede in soprannumero.
L'Amministrazione,  disattendendo l'ordinanza cautelare ed adottando il provvedimento di trasferimento provvisorio a ####################, avrebbe cagionato l'evento successivamente verificatosi, come riconosciuto dalla stessa Amministrazione allorché ha dato tardiva esecuzione all'ordinanza cautelare, revocando il trasferimento a #################### ####################.
Il  ricorrente ha sottolineato di avere tempestivamente tutelato il bene della propria integrità psicofisica, indicando le sedi di gradimento, in  conformità alle prescrizioni mediche della CMO. L'Amministrazione, per contro, avrebbe mantenuto una condotta illecita, mantenendo operativo il  provvedimento sospeso in sede cautelare ed emettendo un nuovo provvedimento contrastante con le prescrizioni del provvedimento giurisdizionale.
Il ritardo nella revoca del provvedimento sospeso in sede cautelare darebbe luogo a responsabilità dell'Amministrazione e tale responsabilità sarebbe connessa, da un lato,  all'illegittimità del provvedimento sospeso e, dall'altro, al ritardo nel dare tempestiva risposta alle prescrizioni dei sanitari e del giudice amministrativo.
I danni di cui viene chiesto ristoro sono individuati, innanzi tutto, in quelli derivati dalla lesione permanente subita a seguito dell'evento lesivo, sia sotto il profilo dell'integrità fisica, sia sotto il profilo dell'integrità psicofisica. Accanto a questi vengono indicati quelli da perdita di chances, dalla mancanza di possibilità di carriera, con perdita del conseguente vantaggio economico, sotto il profilo del danno emergente e del lucro cessante, il danno alla vita di relazione ed il danno biologico, nonché il danno ai componenti del nucleo familiare, pregiudicati sotto il profilo dell'assistenza materiale e morale, fisica  e psichica e della sofferenza.
Parte ricorrente ha chiesto, inoltre, il risarcimento del danno per il ritardo  nell'adozione della revoca del provvedimento di trasferimento.
L'attore  ha chiesto la nomina di CTU al fine di accertare il nesso eziologico tra e condotta ed evento lesivo nonché per accertare l'entità dei danni ed ha, comunque, quantificato la somma dovuta a titolo risarcitorio dall'Amministrazione in Euro 500.000,00.
Si è costituito il Ministero della Difesa resistendo al ricorso.
Il  ricorrente ha prodotto memoria, deducendo che l'Amministrazione resistente, nella relazione all'Avvocatura dello Stato, prodotta in giudizio da quest'ultima, avrebbe ammesso di avere disatteso la misura cautelare concessa dal TAR del Lazio, che non sarebbe stata comunicata alla stessa da parte della difesa erariale. Ciò implicherebbe una confessione giudiziale.
3. Parte ricorrente agisce contro l'Amministrazione di cui era dipendente per il risarcimento di danni per la lesione della propria integrità psicofisica.
Il Collegio ritiene, innanzi tutto, che in relazione alla domanda proposta debba essere affermata la giurisdizione del giudice amministrativo, ai sensi dell'art. 63, comma 4, del d.lgs. n. 165/2001.
La  condotta dell'Amministrazione di cui il ricorrente assume l'illiceità consiste essenzialmente nell'omessa adozione, sia pure in esecuzione di una misura giurisdizionale, di provvedimenti inerenti al rapporto di impiego pubblico e, quindi, in attività correlate al rapporto contrattuale che legava l'Amministrazione stessa al proprio dipendente.
Ne  deriva che il rapporto di lavoro non costituisce mera occasione dell'evento dannoso e che l'azione, conseguentemente, tende a far valere  una responsabilità contrattuale dell'Amministrazione datrice di lavoro.
Da  qui l'affermazione della giurisdizione del giudice amministrativo in relazione alla domanda proposta dal ricorrente (tra le altre, Cass. Sez.  Un., 6 marzo 2009 n. 5468; TAR Lazio, sez. III, 2 settembre 2008 n. 8008).
4. Ciò premesso, deve rilevarsi che, come si desume da quanto in precedenza riportato, l'assunto centrale su cui si basano le pretese risarcitorie avanzate dal ricorrente è quello secondo cui, pur a fronte del provvedimento cautelare del TAR del Lazio,  l'Amministrazione della difesa è rimasta inerte, non avendo provveduto a  revocare il provvedimento di trasferimento presso il Comando Provinciale CC di #################### ####################. Parte ricorrente osserva, come si è detto, che la misura cautelare è rimasta inottemperata fino al 4 dicembre 2001, data in cui si è provveduto alla revoca del provvedimento  di trasferimento.
Osserva il Collegio che le argomentazioni del ricorrente non appaiono condivisibili.
Non  risulta esatto, innanzi tutto, che l'accoglimento dell'istanza incidentale di sospensione implichi un obbligo di revoca del provvedimento a carico dell'Amministrazione.
L'accoglimento  di tale istanza importa, essenzialmente, l'obbligo dell'amministrazione  di evitare il procrastinarsi degli effetti, anche di carattere materiale, connessi all'esecuzione del provvedimento impugnato, ma non fa sorgere l'obbligo di adozione di un atto di ritiro del precedente atto oggetto di gravame.
Certamente un atto di  ritiro, sotto specie di annullamento d'ufficio o di revoca, potrà essere adottato, come nel caso di specie è stato, alla fine, adottato, ma ciò nell'esercizio di un potere dell'amministrazione che, come generalmente riconosciuto, ha carattere ampiamente discrezionale e non costituisce oggetto di un obbligo giuridico.
Né  un obbligo di ritiro del precedente atto può ricavarsi dall'ordine, contenuto nell'ordinanza in questione, di riesame dell'assegnazione della sede di servizio alla luce dei motivi di ricorso e della documentazione depositata in atti. Ciò imponeva all'Amministrazione di valutare, in base agli elementi evidenziati, l'adozione di un provvedimento di diverso contenuto, in esecuzione dell'ordinanza cautelare, non certo di ritirare il precedente atto di trasferimento.
Fatta  questa necessaria premessa, va rilevato che non è proprio ipotizzabile l'esistenza di un nesso eziologico tra il provvedimento di trasferimento, e quindi la sua mancata tempestiva revoca, e la lesione dell'integrità psicofisica del ricorrente. Ciò in quanto, come risulta dagli atti, l'ordine di trasferimento a #################### #################### non è stato mai eseguito dallo S.. In nessun caso, quindi, potrebbe ravvisarsi un nesso di causalità tra la perdurante esistenza del provvedimento di trasferimento e la lesione dell'integrità psicofisica del militare, poiché il provvedimento è rimasto ineseguito.
Quanto  detto implica che non sussiste una situazione di inottemperanza dell'ordine impartito in sede giurisdizionale, che sarebbe ravvisabile solo nel caso in cui il provvedimento di trasferimento fosse stato portato ad effetto. Certamente è rimasto ineseguito l'ordine di riesame,  ma l'odierno ricorrente non se ne può dolere, giacché esso implicava solo l'obbligo di valutare nuovamente il contenuto del provvedimento, tenuto conto della necessità di assegnazione a mansioni compatibili anche in soprannumero, non certo di trasferire comunque il militare in una determinata sede, tra quelle gradite allo stesso.
Né  è ravvisabile responsabilità alcuna dell'Amministrazione per il ritardo  nell'adozione del provvedimento di revoca del trasferimento, in quanto,  fermo quanto testé rilevato riguardo all'insussistenza di un nesso eziologico tra la perdurante esistenza del provvedimento di trasferimento e la lesione dell'integrità psicofisica, non sussisteva, come precisato, alcun obbligo giuridico di revoca dell'atto.
Per  quanto sopra precisato, non può avere alcun rilievo la circostanza, rilevabile dalla relazione inviata dal Comando della Regione Carabinieri all'Avvocatura dello Stato, che l'Amministrazione ha ammesso di non avere avuto tempestiva conoscenza dell'ordinanza cautelare. Si è rilevato, infatti, che non è ravvisabile un effettivo contrasto tra il contenuto dell'ordinanza ed il comportamento tenuto dall'Amministrazione.
Vi è poi la vicenda dell'invio in servizio provvisorio dell'Ispettore presso il Comando Provinciale CC di ####################, che, ad avviso dell'odierno ricorrente, implicherebbe ulteriore violazione dell'ordine impartito con l'ordinanza  cautelare e contrasterebbe comunque, con l'accertamento sanitario della  CMO che aveva giudicato controindicato l'impiego del militare in incarichi che comportano l'esposizione ad umidità perfrigerazioni ed inclemenze stagionali nonché stress psicofisici intensi e prolungati.
Quanto  al primo profilo, non è dato comp####################re come tale provvedimento possa porsi in contrasto con l'ordinanza cautelare più volte richiamata, che riguardava il trasferimento del militare al Comando Provinciale di #################### ####################. Essa, certo, non poteva costituire ostacolo all'adozione di un  provvedimento di invio in servizio provvisorio presso una sede diversa,  né, come si è già detto, imponeva il trasferimento definitivo presso una delle sedi gradite all'interessato.
Riguardo  all'altro aspetto, al di là del fatto che il provvedimento non ha costituito a suo tempo oggetto di gravame, il che avrebbe comunque rilievo perlomeno alla luce del disposto dell'art. 1227 cod. civ.,  va comunque rilevato che parte ricorrente non deduce elemento alcuno da  cui ricavare l'effettiva esistenza di una controindicazione all'impiego  nel posto di scrivano cui era stato destinato l'Ispettore e, quindi, l'esistenza di un nesso di causalità tra il provvedimento e la sua esecuzione e la lesione dell'integrità psicofisica subita.
Un  siffatto accertamento non può essere demandato sic et simpliciter al consulente tecnico d'ufficio, giacché l'operato di questi non può sopperire alla mancata delineazione degli elementi chiave che caratterizzano la causa petendi. Né il giudice può essere chiamato a sostituirsi alla parte nell'individuazione di elementi essenziali della domanda.
Parte ricorrente avrebbe dovuto dedurre in modo specifico le caratteristiche del servizio prestato presso il Comando Provinciale di ####################, ritenute contrastanti con le indicazioni risultanti dagli accertamenti effettuati presso il Centro di  Medicina Legale Militare di Catanzaro. L'unica cosa che viene specificata è che il militare è stato colto da ulteriore malore mentre si recava nella sede di servizio di ####################, in data 25 novembre 2001.
Tale data, peraltro, come risulta dalla relazione del Comando della Regione Carabinieri, coincide con la conclusione di un periodo di convalescenza.
5. In conclusione, il ricorso è infondato e deve essere rigettato.
Sussistono giusti motivi per compensare fra le parti le spese di giudizio.P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Seconda)
rigetta il ricorso.
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.



Occhi stanchi per 'drogati' di smartphone e immagini 3D



SALUTE: OCCHI STANCHI PER 'DROGATI' DI SMARTPHONE E IMMAGINI 3D =
COLPA DELLA MESSA A FUOCO CHE SI COMPLICA

Roma, 22 lug. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Incollati allo
smatphone per leggere l'ultima mail, sbirciare le previsioni del
tempo, rispondere a Sms e fare acquisti online? A pagare saranno gli
occhi. Specie se poi, nel tempo libero, ci si rilassa davanti a un
film in 3D.

Secondo un nuovo studio, pubblicato sul 'Journal of Vision', i
disagi lamentati dai 'maniaci' dei telefonini di ultima generazione e
da alcuni spettatori di film e videogame in 3D potrebbero essere
dovuti al fatto che chiediamo troppo ai nostri occhi: devono
concentrarsi sullo schermo e contemporaneamente mettere a fuoco il
contenuto che e' posto davanti o dietro allo schermo stesso.

In pratica l'effetto 'occhi stanchi', che spesso porta con se'
anche mal di testa e secchezza oculare, sarebbe legato all'uso intenso
degli smartphone e di altri dispositivi per la visione in 3D. Questo
perche' gli occhi devono concentrarsi sulla distanza dallo schermo e
su quella del contenuto che si sta guardando, che magari 'ruota'
all'interno dello schermo stesso, o si sposta in avanti. (segue)

(Mal/Col/Adnkronos)
22-LUG-11 15:50

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SALUTE: OCCHI STANCHI PER 'DROGATI' DI SMARTPHONE E IMMAGINI 3D (2) =

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una rivoluzione high-tech per cui
pero' gli occhi faticano, perche' sono costretti a mettere a fuoco
distanze diverse, spiega l'autore della ricerca, Martin Banks
dell'University of California a Berkeley. Lo studioso ha esaminato 24
adulti, sottoponendoli a una serie di esperimenti, e osservando cosi'
l'interazione tra la distanza di visione gli effetti per gli
spettatori.

I risultati hanno dimostrato che, con i dispositivi come i
telefonini e gli schermi del pc e dei videogame, che vengono guardati
a breve distanza, il contenuto 3D posto di fronte allo schermo - che
appare piu' vicino allo spettatore - e' meno comodo di quello che
appare collocato dietro. Al contrario, durante la visualizzazione da
lontano - come ad esempio al cinema nel caso dei film in 3 D - il
contenuto posizionato dietro lo schermo, che appare come se lo
spettatore guardasse attraverso una finestra, diventa meno agevole da
osservare. "Si tratta di disagi che possono limitare l'uso della
tecnologia", spiega Banks. "Ci auguriamo che i nostri risultati
possano ispirare la ricerca in questo settore". Il team suggerisce
infatti di ampliare le indagini, includendo un campione piu' ampio e
anche i bambini, per capire in che modo i loro occhi reagiscono a
questi stimoli visivi. Con l'esplosione dei film e delle tv in 3D,
secondo i ricercatori e' davvero importante approfondire gli studi per
verificare gli effetti di questo tipo di visione.

(Mal/Col/Adnkronos)
22-LUG-11 16:10

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Roma. 'Indecente'. Cosi' ha definito la gestione degli agenti a Roma il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil. 400 pattuglie ogni giorno vengono utilizzate per garantire sicurezza ai politici quando nel resto della citta' ce ne sono solo 50. Intanto si sta pensando di aumentare i poteri dei vigilantes e della polizia municipale. Servizio di Angela Nittoli

Roma. 'Indecente'. Cosi' ha definito la gestione degli agenti a Roma il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil. 400 pattuglie ogni giorno vengono utilizzate per garantire sicurezza ai politici quando nel resto della citta' ce ne sono solo 50. Intanto si sta pensando di aumentare i poteri dei vigilantes e della polizia municipale. Servizio di Angela Nittoli

Sicurezza a Roma - Posto di Polizia Ospedale San Filippo Neri intervista al Segretario del Silp Cgil Primavalle Marco Orsini (a cura di Radio Città Futura - Marco Moretti e Giada Valdannini )

Sicurezza a Roma - intervista al Segretario Generale Silp Cgil di Roma Gianni Ciotti

Silp Cgil Roma - Scorte - Comunicato stampa


INTERNET: IL 16% UTENTI VITTIMA VIOLAZIONE DATI MA 42% NON CAMBIA MAI PASSWORD

INTERNET: IL 16% UTENTI VITTIMA VIOLAZIONE DATI MA 42% NON CAMBIA MAI PASSWORD =INDAGINE CPP ITALIA

Roma, 22 lug. - (Adnkronos) - Il 16% degli utenti di internet e'
stato vittima di un''intromissione elettronica', ovvero qualcuno ha
violato il suo accesso ai servizi. E di questi il 35% ne ha avuto un
danno economico. Lo denuncia un'indagine condotta da Cpp Italia,
filiale della multinazionale inglese specializzata nella tutela della
sicurezza dei dati personali e nella protezione delle carte di
credito. Ma la colpa e' in parte dei naviganti: il 42% degli
intervistati non modifica mai, a meno che non sia obbligato a farlo,
le password di accesso ai servizi e-mail e home banking, mentre l'11%
lo fa a cadenza annuale o piu' lunga.

"Comportamenti che possono favorire, almeno in parte, la
violazione dei propri account internet", si legge in una nota. E il
prezzo da pagare puo' essere anche salato: per 3 intervistati su 100
infatti i danni da truffe online sono stati contenuti entro i mille
euro. Tra i mille e i 5 mila euro sono stati i danni economici per il
2% degli utenti internet, mentre solo l'1% ha subito danni superiori
ai 5 mila euro. Oltre il 30% invece sono quelli che hanno subito l'uso
fraudolento dell'account di posta elettronica, Messenger (o altre web
chat) o del proprio social network.

Nonostante i pericoli, solo il 17% degli intervistati modifica
le proprie password una volta al mese. Il 18% cambia i codici di
accesso almeno ogni tre mesi, mentre il 12% lo fa due volte l'anno.
Una sola password per tutti i tipi di accessi a internet, dall'home
banking ai social network, e' utilizzata dal 14% degli utenti, mentre
il 13% ne usa 2: una per gli accessi ai servizi finanziari e un'altra
per social network e i servizi per il 'tempo libero'. (segue)

(Bat/Zn/Adnkronos)
22-LUG-11 11:33

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INTERNET: IL 16% UTENTI VITTIMA VIOLAZIONE DATI MA 42% NON CAMBIA MAI PASSWORD (2) ='CAMBIARE SPESSO PASSWORD E' SOLO UNA DELLE ATTENZIONI PER
EVITARE TRUFFE'

(Adnkronos) - "Cambiare frequentemente le password - spiega
Walter Bruschi, amministratore delegato di CPP Italia - e' sola una
delle attenzioni da avere per tutelarsi dalle truffe. Per incrementare
il livello di sicurezza e' pero' meglio utilizzare password diverse
per ogni tipo di accesso. Se, infatti, un malintenzionato entrasse in
possesso della nostra unica password - continua- avrebbe accesso anche
a tutti gli account internet. Si rischierebbe, quindi, di subire non
solo un danno patrimoniale ma anche il furto di identita', un tipo di
frode che si sta espandendo anche in Italia".

"Con il furto di identita' - prosegue - il malvivente di turno
puo' fare acquisti rateali o richiedere finanziamenti a nostro nome.
Dimostrare la nostra estraneita' ai fatti, e ottenere i rimborsi delle
somme indebitamente sottratte, richiede l'intervento di diverse figure
professionali e soprattutto tempi piuttosto lunghi. Contro questo tipo
di frode - conclude - ci si puo' tutelare sottoscrivendo servizi di
protezione dei dati personali e software che rendano piu' sicura la
navigazione ".

Se non si vogliono acquistare programmi specifici di protezione
bisognerebbe fare come quel 47% di utenti che utilizza una password
diversa per ogni accesso e la cambia con una certa regolarita'

(Bat/Zn/Adnkronos)
22-LUG-11 11:38

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