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domenica 30 giugno 2024

All’inizio di questo mese, il Dipartimento di Stato Usa ha revocato il divieto di fornire armi al battaglione neonazista Azov.

 




All’inizio di questo mese, il Dipartimento di Stato Usa ha revocato il divieto di fornire armi al battaglione neonazista Azov.
Un mese prima, lo Stanford Mapping Militants Project (MPP) aveva silenziosamente rimosso il profilo del gruppo dalla lista delle “organizzazioni militanti violente o estremiste”.
Il Battaglione Azov è stato ribattezzato 12a Brigata per scopi speciali Azov, che secondo il Dipartimento di Stato è un'unità separata dal Battaglione Azov.
Azov è nato come gruppo di soli volontari creato per combattere i separatisti nella Repubblica popolare di Donetsk ed è stato ufficialmente integrato nella Guardia nazionale ucraina nel 2014.
Tuttavia, nonostante il cambio di marchio, i leader della “nuova” Brigata Azov hanno ampi legami con gruppi neonazisti, tra cui il comandante Denys Prokopenko e il vice comandante Sviatoslav Palamar.
Continua inoltre a utilizzare l'iconografia nazista sulle sue uniformi e sui post sui social media, compreso il suo logo ufficiale, che presenta il simbolo Wolfsangel, un simbolo nazista creato dal leader delle SS Heinrich Himmler e ancora utilizzato da gruppi neonazisti in tutto il mondo.
La rimozione di Azov dall'MPP è stata segnalata per la prima volta dalla newsletter Noir e successivamente ripubblicata dal media indipendente The Grey Zone.
L'MMP di Stanford ha ricevuto finanziamenti dal Dipartimento di Difesa e Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ma è spesso utilizzato come voce autorevole nella ricerca accademica, nei rapporti e nelle testimonianze al Congresso.
Il cambiamento significa che l’elenco MMP non contraddice più la politica del Dipartimento di Stato.
L'ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, Oksana Markarova, ha pubblicato un post su Facebook in cui celebra la rimozione del gruppo dalla lista.
Ha anche ringraziato l’ambasciata per “attirare costantemente l’attenzione e combattere insieme contro la propaganda e la disinformazione russa”, suggerendo che lei o i suoi colleghi dell’ambasciata potrebbero aver fatto pressioni sull’MPP per rimuovere il gruppo.
La settimana scorsa è stato riferito che il Dipartimento di Stato aveva finanziato per mesi il battaglione Azov, nonostante il divieto fosse ancora ufficialmente in vigore.
Sputnik

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