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venerdì 10 dicembre 2021

R. STAMPA / SCIOPERO GENERALE, LANDINI (CGIL): POLITICA IGNORA DISAGIO PAESE

 


VENERDÌ 10 DICEMBRE 2021 09.48.47


R. STAMPA / SCIOPERO GENERALE, LANDINI (CGIL): POLITICA IGNORA DISAGIO PAESE

9CO1237450 4 POL ITA R01 R. STAMPA / SCIOPERO GENERALE, LANDINI (CGIL): POLITICA IGNORA DISAGIO PAESE (9Colonne) Roma, 10 dic - "Noi stiamo solo rivendicando coerentemente che il governo vada nella direzione della piattaforma unitaria che assieme a Cisl e Uil abbiamo presentato per una riforma fiscale e delle pensioni, una politica industriale e per il superamento della precarietà. Scioperiamo perché ci siamo trovati di fronte non a una possibilità di trattativa, ma a decisioni già prese, senza margini. Non è sequestrando e togliendo le questioni sociali dal tavolo che le si affrontano". Così il leader della Cgil Maurizio LANDINI in una intervista ad Avvenire spiega le ragioni dello sciopero generale. "Draghi è persona autorevole. Il giorno dopo l'ultimo nostro incontro ha tentato una piccola modifica sui redditi più alti, non proposta da noi, e questo prova che aveva capito il malessere. Il fatto che la sua maggioranza non l'abbia accolta dà invece l'idea della distanza che c'è fra l'attuale quadro politico e la condizione sociale reale del Paese. È un segnale molto grave, da non sottovalutare. E', in fondo, lo stesso malessere che porta più del 50% ad astenersi alle urne. La politica deve assumere il vincolo di dare rappresentanza anche a queste fasce di popolazione". Sul fisco dov'è l'errore di fondo? "È che con gli 8 miliardi a disposizione si è voluta impostare una riforma che andava demandata invece alla legge delega. Assieme a Cisl e Uil avevamo chiesto una cosa precisa: che gli 8 miliardi andassero per intero a rafforzare i salari e le pensioni a partire dalle più basse, con maggiori detrazioni e decontribuzioni, perché 1'85% circa di lavoratori e pensionati sta sotto i 35mila euro. E che si procedesse non certo verso una riduzione delle aliquote, ma a un allargamento della base imponibile. Non è questa la riforma di cui il Paese ha bisogno". E sui redditi "serve una riforma che richiede ben più di 8 miliardi e deve avere altre caratteristiche. A partire da uno sgravio sui contributi strutturale, di misure una tantum ne abbiamo viste anche troppe. Questo primo intervento doveva allora essere altro. Per lenire l'altra emergenza nazionale: accanto ai vaccini, c'è la pandemia salariale e sociale da curare. Non è accettabile che la ripresa del 2021 cammini su oltre l'80% di nuovi contratti che sono a termine, di lavoro somministrato, a chiamata, ecc. La ripresa non è reale se la prospettiva delle persone è a termine". (red) 100948 DIC 21 

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