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mercoledì 6 dicembre 2023

C’è stato un periodo nel quale non era tollerato guardare Putin neanche nelle foto sui social, chiunque si azzardava a pubblicare una sua foto e non esprimeva una netta condanna possibilmente condita con parole tipo “macellaio” o “criminale di guerra” veniva messo al bando, insultato, deriso e censurato.

 Giuseppe Salamone

C’è stato un periodo nel quale non era tollerato guardare Putin neanche nelle foto sui social, chiunque si azzardava a pubblicare una sua foto e non esprimeva una netta condanna possibilmente condita con parole tipo “macellaio” o “criminale di guerra” veniva messo al bando, insultato, deriso e censurato.

Qualsiasi cosa accadeva era colpa di Putin a prescindere e dovevi accodarti alla narrazione se volevi avere la libertà di scrivere due righe, pertanto non era tollerata alcun tipo di analisi e ricerca delle cause su ciò che stava succedendo. In sostanza se non ti piegavi alla propaganda non potevi avere diritto di espressione.

Ricordo come fosse ieri la vicenda dei Nord Stream, dove maratoneti che si fanno chiamare giornalisti diedero il via a una censura di dimensioni bibliche per tutti coloro che si opponevano alla narrazione della propaganda orchestrata dalla Casa Bianca. A farne le spese fu anche il Premio Pulitzer Seymour Hersh, che con un’inchiesta memorabile sbugiardò tutto l’arco propagandistico il quale cercava di addossare a Putin e ai Russi la responsabilità di quell’atto terroristico. Narrazione, è bene ribadirlo all'infinito, rivelatasi nettamente falsa ma quando ormai era troppo tardi perché la censura e la propaganda avevano fatto il suo corso.

Per caso ieri mi sono trovato a vedere uno spezzone del TG di cui il maratoneta è direttore e sono rimasto stupito da come abbia citato passo passo l’ultimo articolo di Hersh, nel quale viene riportato come siano in corso negoziati tra i vertici militari Russi e Ucraini col placet di Putin mentre dall’altra parte, Zelensky, viene tagliato fuori e molto probabilmente quando sarà il momento spedito dall’altra parte del mondo con gli USA pronti a pagargli il viaggio. Con buona pace del "partigiano Zelensky" e il "difensore della democrazia occidentale".

Questo per dire cosa? Per dire che qualche mese fa era impensabile vedere un servizio del genere nel tg di chi si erge a detentore della verità. Dimostrazione ne è il fatto che il giornalista che citano, ovvero Seymour Hersh, venne etichettato come complottista dagli stessi che oggi lo citano addirittura concedendogli ampio spazio. Come era impensabile vederli parlare di negoziati e di Putin come un leader con il quale dover dialogare per mettere fine alla guerra senza chiedere il ritiro completo a zero concessioni politiche e territoriale.

Da quando dalla Casa Bianca è arrivato il contrordine, in meno di una settimana questi spargitori di inchiostro e portavoci del Pentagono hanno sconfessato erga omnes tutta la linea che hanno tenuto per due anni. Hanno cambiato la narrazione di 180 gradi con una disonestà intellettuale impressionante: Hersh torna a essere un giornalista affidabile, Putin diventa un interlocutore con cui poter negoziare e Zelensky forse è meglio se si leva dai piedi possibilmente senza rompere ulteriormente i coglioni. No, non è una barzelletta, è il quadro desolante dell’informazione italiana e di chi detiene il potere di poter decidere cosa sia vero e cosa sia falso.

Il tempo, ad un certo punto metterà ognuno al proprio posto. Ogni Re sul suo trono e ogni pagliaccio nel suo circo. Peccato che la nostra società sia diventata un circo perenne, dove a far carriera e ad aver successo sono sempre i pagliacci...


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T.me/GiuseppeSalamone

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