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venerdì 12 gennaio 2024

La storia, le idee e le sagge tattiche. (a cura di Enrico Corti)

 

La storia, le idee e le sagge tattiche.

 

Malgrado Kiev avesse otto secoli di vita, nel 1917 l’anno della rivoluzione socialista sovietica l’Ucraina non esisteva nemmeno come Stato; lo divenne nel 1921 come Stato socialista su volontà di Lenin e Stalin.

         Come riconoscenza, gli storici concordano sul fatto che nel 1941 gli ucraini accolsero Hitler e il suo esercito con svastiche e braccia alzate nel saluto  nazista; molti di loro si allearono con i nazisti, 50.000 ucraini si arruolarono volontariamente nelle SS affiancando i 12.000 tedeschi già in forza; i nazisti ucraini furono i più spietati aguzzini degli ebrei.

Dopo la sconfitta nazifascista del 1945, molti filo nazisti ucraini si nascosero nelle foreste dando origine alle bande Azov, tutt’ora operanti. Sotto la regia della CIA come avvenne in Cile e in altre parti del pianeta, nel 2014 Petro Poroshenko organizzò un colpo di Stato per sostituire l’amico dei russi Viktor Yanukovych democraticamente eletto; a sua volta sostituito, sempre con regia CIA, dal comico Volodymyr Zelensky.

Nel 2014, l’83% degli elettori di due regioni del Donbass ha partecipato al Referendum chiedendo più autonomia speciale dal Governo centrale ucraino; il 92% ha risposto si; su iniziativa governativa, sono intervenute nel Donbass le  già citate Bande Azov, assassinando 14.000 inermi cittadini di etnia russa; causando l’intervento russo in loro difesa.

Contrariamente a quanto falsamente si sostiene sui media occidentali, il conflitto Ucraina/Russia è quindi nato nel 2014 per l’intervento della banda nazista Azov; non nel 2020. Nella trappola c’è cascata anche la segretaria del PD Elly Schlein, prodiga di parole e meno di azioni, che alla TV7 ha difeso l’invio di aiuti e armi italiani all’Ucraina in nome della democrazia occidentale; nella quale l’oriunda elvetica yankee annovera evidentemente anche le bande naziste Azov; in gran parte utilizzatrici delle armi raccattate da Zelensky.

Anche volendo soprassedere alla speculare ignoranza storica dimostrata dell’interessata, pur rimanendo nel solo alveo della misera politica si nota che la signora non ha nemmeno compreso che, per cacciare Giorgia Meloni dal Governo, il primo obbiettivo dev’essere quello di riportare alle urne il 56% degli operai che nel 2022 non hanno votato; non per causa dell’oligarca Putin; ma innanzitutto come conseguenza delle saggezze dialettiche moderate di chi ha messo in crisi la rappresentatività dei ceti meno abbienti; dalle quali lei non dimostra affatto un allontanamento.

         Enrico Corti

         12 gennaio 2024

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