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giovedì 23 maggio 2024

Dati inediti dell’Agenzia delle dogane certificano che tra dicembre 2023 e gennaio 2024 Roma ha esportato a Tel Aviv armi e munizioni da guerra, e non a uso civile come fatto intendere, per oltre due milioni di euro. Una condotta che potrebbe costare al nostro Paese un’accusa di complicità nella violazione del diritto internazionale di fronte alle Corti dell’Aia.

   
 

Dati inediti dell’Agenzia delle dogane certificano che tra dicembre 2023 e gennaio 2024 Roma ha esportato a Tel Aviv armi e munizioni da guerra, e non a uso civile come fatto intendere, per oltre due milioni di euro. Una condotta che potrebbe costare al nostro Paese un’accusa di complicità nella violazione del diritto internazionale di fronte alle Corti dell’Aia.

I valori forniti dall’Agenzia governativa tolgono ogni alibi all’esecutivo guidato da G. Meloni, che nelle scorse settimane, dopo che le nostre inchieste sull’export di armi a Tel Aviv avevano smentito le rassicurazioni fornite da diversi ministri (Tajani e Crosetto su tutti) circa uno stop integrale, aveva tentato di mettere in dubbio la correttezza e l’interpretazione dei dati forniti dalle Statistiche del commercio estero dell’Istat, sostenendo che quelle cifre pubblicate includessero anche componenti di natura “civile” (rivoltelle, pistole, sciabole, spade, baionette e così via), distorcendo così la realtà.
 (Altreconomia)

T.me/GiuseppeSalamone

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