da Enrico Corti
| 11:13 (2 ore fa) |
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Delitti e castighi elettorali con disinformazione.
Come propagandista di M5S con compenso da 300.000 euro all’anno; alla vigilia delle elezioni liguri Beppe Grillo ha detto; «da creatore del M5S rivendico il mio diritto all’estinzione del movimento; “con Conte il movimento è stato evaporato“. Come contributo per far piangere la sinistra, l’ex comico ora killer Grillo non si è nemmeno presentato alle urne.
In un mondo mediatico fatto da brillanti, saggi e tattici giornalisti investigatori, la scoperta dell’assassinio elettorale della sinistra doveva essere facile (Grillo); ma uno tra i più brillanti dei giornalisti (Marco Travaglio) ha detto o scritto nelle sue copiose apparizioni; “i cinque stelle devono abbandonare completamente l’ammucchiata col Pd; Conte ha sbagliato ad entrare in un coalizione che non ha candidato un politico innovativo, ma il dinosauro Orlando“; li elettori dei 5 Stelle non hanno votato perché non si considerano la ruota di scorta del Pd, che si rivolge a M5S solo quando serve per di dargli una mano“. Per lui la politica non è idealità, ma merce di consumo da supermercato da lanciare con spot propagandisti fondati sulla novità.
Sul delitto commesso da Beppe Grillo non ha nulla da dire; anzi, usa lanciare argomentazioni tipicamente compatibili con quelle usate del guitto ex palcoscenico; spiace, in quanto Marco Travaglio è tra i giornalisti uno dei più indipendenti e autonomi che si distingue dalla conosciuta servitù corporativa; il suo guaio è quelle d’essere stato servo dell’anticomunismo; ora servo dell’anti PD (che con reali argomentazioni anche il sottoscritto critica); o di tutto ciò che puzzi di sinistrismo: la sua verve è più che ottima quando parla della Meloni e dei suoi camerati, rimuovendo però l’analisi sul crescente neo-fascismo; dagli abiti diversi ma della stessa sostanza del passato ventennio.
Non parliamone di altri due tattici del “taja e medega sensa bindej e prescrizioni di cure “; Paolo Mieli e Lucio Caracciolo, che sul tema elezioni in Liguria i due “coraggiosamente“ criticano Giuseppe Conte, colpevolizzandolo per aver scatenato fuori tempo la guerra a Grillo; ma empaticamente senza nulla dire sul guitto individualista e principale assassino della sinistra alle elezioni regionali liguri; tutta la stampa compatta ha pure omesso la vera notizia; la perdita del 9,2% di Fratelli d’Italia rispetto al 2022; e dello 0,8% della Lega; con il vicepremier Matteo Salvini che trionfalmente dichiara; "sul caso Toti e sulle corruzione comunisticamente imputate alla destra; Giustizia è stata fatta da voto ligure“.
Quando la notizia riguarda la sinistra; i titoli diventano titoloni (vedi Bari); la verve di Travaglio appare ancora pre-ideologicamente inquinata, che fa il paio alla corporazione dei servi del potere; di norma le cronache sui temi sulla sinistra esaltano le traversie del “campo largo“, che Travaglio esaspera definendo i 5S una ruota di scorta del PD; senza mai nulla analizzare sugli strutturali diversi pensieri e azioni tra destra e sinistra.
È vero che il DNA di Travaglio è più da cronachista che da storico, ma ciò già di fatto non lo esime di invadere con profitto la crono-storia; è pertanto auspicabile una sua professionalità meno incline alla pre-ideologia.
Ho scritto su Marco Travaglio (e personalmente un po’ me ne scuso), per denunciare il grado di servilismo raggiunto dalia controinformazione dei giornali e dei telegiornali italiani, (Mentana compreso pur dentro la diversa LA7); vero servilismo verso il sistema del libero mercato per il profitto con corruzioni; ingiustizie sociali e relative politiche economiche per la disuguaglianza.
Enrico Corti
31 ottobre 2024
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