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domenica 12 settembre 2010
Invio dei certificati di malattia tramite PEC.
Con la Circolare n. 119 del 7 settembre 2010 l’INPS ha fornito indicazioni circa le modalità d’invio alla casella di Posta Elettronica Certificata indicata dal datore di lavoro, delle attestazioni di malattia dei dipendenti.
Si tratta di una ulteriore modalità prevista dal decreto del Ministero della salute del 26.2.2010 oltre al flusso di comunicazione con il SAC e la disponibilità di funzioni di consultazione dei certificati o degli attestati di malattia, da parte dei soggetti abilitati, sul proprio sito web.
I datori di lavoro, sia pubblici che privati, che siano interessati devono fare richiesta di invio degli attestati tramite PEC all’indirizzo di Posta certificata delle Strutture territoriali Inps e ciò utilizzando lo stesso indirizzo di PEC al quale dovranno essere destinati i documenti telematici ricevuti dai medici.
La richiesta deve contenere:
Per le Pubbliche Amministrazioni l’identificazione del richiedente espressa con il codice fiscale della stessa e con il progressivo INPDAP relativo alla “Sede di Servizio”. Queste amministrazioni possono chiedere l’invio “accentrato” degli attestati di tutti i propri dipendenti; in tal caso, dovranno precisare che autorizzano l’Inps a tener conto del solo codice fiscale di identificazione dell’Amministrazione e a trascurare i progressivi INPDAP che, nelle denunce contributive, risultano essere le Sedi di servizio di dipendenza dei lavoratori;
Per le Aziende private l’identificazione da comunicare è la matricola Inps. Nel messaggio l’azienda può chiedere, specificandole, di abbinare all’indirizzo di P.E.C. mittente più matricole Inps riferite all’azienda stessa;
Per tutti, l’indicazione del formato di invio dei documenti scelto tra: TXT, XML, entrambi. Fonte: Istituto Nazionale Previdenza Sociale
Si tratta di una ulteriore modalità prevista dal decreto del Ministero della salute del 26.2.2010 oltre al flusso di comunicazione con il SAC e la disponibilità di funzioni di consultazione dei certificati o degli attestati di malattia, da parte dei soggetti abilitati, sul proprio sito web.
I datori di lavoro, sia pubblici che privati, che siano interessati devono fare richiesta di invio degli attestati tramite PEC all’indirizzo di Posta certificata delle Strutture territoriali Inps e ciò utilizzando lo stesso indirizzo di PEC al quale dovranno essere destinati i documenti telematici ricevuti dai medici.
La richiesta deve contenere:
Per le Pubbliche Amministrazioni l’identificazione del richiedente espressa con il codice fiscale della stessa e con il progressivo INPDAP relativo alla “Sede di Servizio”. Queste amministrazioni possono chiedere l’invio “accentrato” degli attestati di tutti i propri dipendenti; in tal caso, dovranno precisare che autorizzano l’Inps a tener conto del solo codice fiscale di identificazione dell’Amministrazione e a trascurare i progressivi INPDAP che, nelle denunce contributive, risultano essere le Sedi di servizio di dipendenza dei lavoratori;
Per le Aziende private l’identificazione da comunicare è la matricola Inps. Nel messaggio l’azienda può chiedere, specificandole, di abbinare all’indirizzo di P.E.C. mittente più matricole Inps riferite all’azienda stessa;
Per tutti, l’indicazione del formato di invio dei documenti scelto tra: TXT, XML, entrambi. Fonte: Istituto Nazionale Previdenza Sociale
Cambia radicalmente la Formazione iniziale degli Insegnanti.
Cambia radicalmente la formazione iniziale degli insegnanti.
Il Ministro Gelmini ha firmato il Regolamento sulla formazione iniziale dei docenti che si sviluppa, in particolare, su quattro grandi direttrici:
1) Il Tirocinio da svolgere direttamente a contatto con le scuole e col “mestiere” di insegnante, perché insegnare non può essere solo teoria ma anche pratica.
2) Il numero di nuovi docenti sarà deciso in base al fabbisogno. Fine dell’accesso illimitato alla professione che creava il precariato.
3) Con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l’inserimento immediato in ruolo.
4) Più inglese e nuove tecnologie.
Il regolamento è il frutto del lavoro della Commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita una azione di primo confronto col mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. L’obiettivo dei nuovi percorsi è di garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio Formativo Attivo, direttamente a contatto con le scuole.
Cambiano dunque le modalità per accedere all’insegnamento.
Con il nuovo sistema:
• per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria:
Sarà necessaria la laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia.
Sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche ed è previsto un apposito percorso laboratoriale per la lingua inglese e le nuove tecnologie.
Per la prima volta si è data specifica attenzione al problema degli alunni con disabilità, prevedendo che in tutti i percorsi ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali.
• Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado:
Sarà necessaria la laurea magistrale + 1 anno di Tirocinio Formativo Attivo.
È prevista una prova di ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie.
L’anno di tirocinio formativo attivo contempla 475 ore di tirocinio a scuola sotto la guida di un insegnante tutor.
Rispetto al percorso SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario), si prende il meglio di quella esperienza, evitando la ripetizione degli insegnamenti disciplinari, approfonditi già nella laurea e nella laurea magistrale, per concentrarsi sul tirocinio, sui laboratori e le didattiche.
Con il vecchio sistema:
Per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria bastava la laurea quadriennale a ciclo unico con test d’accesso al primo anno e scelta, dopo un biennio comune, dell’abilitazione in primaria o in scuola dell’infanzia.
Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado era necessaria la laurea magistrale e 2 anni di SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario).
Dalle SSIS al Tirocinio Formativo: si passa dal sapere al sapere insegnare
Chiudono le Siss per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio Formativo Attivo della durata di 1 anno, terreno di incontro tra scuola e università. Durante il Tirocinio sarà dedicato ampio spazio all’approfondimento della didattica con esperienze sul campo. L’idea di fondo è passare dal sapere al sapere insegnare.
Tirocini: come e dove svolgerli. Il numero deciso in base al fabbisogno di insegnanti, fine del precariato
In questo Regolamento è stato dato pieno riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni di personale docente, e si inizia a prevedere la possibilità di svolgere tirocini anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove c’è la sperimentazione dell’obbligo formativo.
Inoltre gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni scolastiche accreditate che ospiteranno i tirocini sulla base di appositi criteri stabiliti dal ministero, evidenziandone buone prassi e specificità. Gli USR avranno anche funzione di controllo e di verifica sui Tirocini. Sino alla costituzione degli albi, le Università scelgono liberamente le scuole, di concerto con gli USR che mantengono compiti di vigilanza.
Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà.
Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione.
I dottori di ricerca e i “precari della ricerca”, se in possesso dei requisiti curriculari, entrano in soprannumero, dopo un esame orale, nell’anno di tirocinio, vedendo valorizzato il loro percorso.
L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei ed è stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.
Formazione insegnanti di sostegno
È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore.
Percorsi di specializzazione CLIL
Sono previsti percorsi di specializzazione per il CLIL (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in inglese).
Rivista la classe di abilitazione strumento musicale
Il sistema Afam concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare, è stata rivista la classe di abilitazione per lo strumento musicale.
Regime transitorio
Sino all’entrata a regime delle nuove lauree magistrali, la programmazione del numero di abilitati e il test è previsto, per la secondaria di primo e secondo grado, prima di accedere all’anno di Tirocinio formativo attivo.
Per i precari non abilitati
Per quanto riguarda i precari non abilitati e gli ex diplomati negli istituti magistrali sono stati previsti percorsi che, dietro il superamento di prove d’accesso in grado di verificare la preparazione disciplinare, consentano di conseguire l’abilitazione.
Il regolamento sulla Formazione iniziale, dunque, punta a raggiungere tre obiettivi:
1) Focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali, ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie;
2) Sostituisce al sistema SSIS strutture più snelle, concentrate sull’incontro e sulla coprogettazione tra istituzioni scolastiche e università evitando autoreferenzialità, costi per il sistema e per gli studenti e abbreviando di un anno il percorso di abilitazione per la scuola secondaria;
3) Prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato.
Con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali relative al secondo ciclo dell’istruzione, per seguire il percorso di cambiamento del secondo ciclo e delle classi di abilitazione. Fonte: Ministero Istruzione Università Ricerca
Il Ministro Gelmini ha firmato il Regolamento sulla formazione iniziale dei docenti che si sviluppa, in particolare, su quattro grandi direttrici:
1) Il Tirocinio da svolgere direttamente a contatto con le scuole e col “mestiere” di insegnante, perché insegnare non può essere solo teoria ma anche pratica.
2) Il numero di nuovi docenti sarà deciso in base al fabbisogno. Fine dell’accesso illimitato alla professione che creava il precariato.
3) Con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l’inserimento immediato in ruolo.
4) Più inglese e nuove tecnologie.
Il regolamento è il frutto del lavoro della Commissione presieduta dal professor Giorgio Israel, a cui è seguita una azione di primo confronto col mondo della scuola e delle associazioni per l’integrazione scolastica. L’obiettivo dei nuovi percorsi è di garantire una più equilibrata preparazione disciplinare, didattica e pedagogica nel corso delle lauree magistrali e lo svolgimento di un anno di percorso, il Tirocinio Formativo Attivo, direttamente a contatto con le scuole.
Cambiano dunque le modalità per accedere all’insegnamento.
Con il nuovo sistema:
• per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria:
Sarà necessaria la laurea quinquennale, a numero programmato con prova di accesso che consentirà di conseguire l’abilitazione per la scuola primaria e dell’infanzia.
Sono rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche ed è previsto un apposito percorso laboratoriale per la lingua inglese e le nuove tecnologie.
Per la prima volta si è data specifica attenzione al problema degli alunni con disabilità, prevedendo che in tutti i percorsi ci siano insegnamenti in grado di consentire al docente di avere una preparazione di base sui bisogni speciali.
• Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado:
Sarà necessaria la laurea magistrale + 1 anno di Tirocinio Formativo Attivo.
È prevista una prova di ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità del sistema nazionale di istruzione, composto da scuole pubbliche e paritarie.
L’anno di tirocinio formativo attivo contempla 475 ore di tirocinio a scuola sotto la guida di un insegnante tutor.
Rispetto al percorso SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario), si prende il meglio di quella esperienza, evitando la ripetizione degli insegnamenti disciplinari, approfonditi già nella laurea e nella laurea magistrale, per concentrarsi sul tirocinio, sui laboratori e le didattiche.
Con il vecchio sistema:
Per insegnare nella scuola dell’infanzia e in quella primaria bastava la laurea quadriennale a ciclo unico con test d’accesso al primo anno e scelta, dopo un biennio comune, dell’abilitazione in primaria o in scuola dell’infanzia.
Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado era necessaria la laurea magistrale e 2 anni di SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario).
Dalle SSIS al Tirocinio Formativo: si passa dal sapere al sapere insegnare
Chiudono le Siss per le secondarie di primo e secondo grado e al loro posto si dà vita al Tirocinio Formativo Attivo della durata di 1 anno, terreno di incontro tra scuola e università. Durante il Tirocinio sarà dedicato ampio spazio all’approfondimento della didattica con esperienze sul campo. L’idea di fondo è passare dal sapere al sapere insegnare.
Tirocini: come e dove svolgerli. Il numero deciso in base al fabbisogno di insegnanti, fine del precariato
In questo Regolamento è stato dato pieno riconoscimento al sistema nazionale dell’istruzione (formato dalle istituzioni scolastiche statali e paritarie), tanto nel coinvolgimento nei tirocini quanto nel calcolo dei fabbisogni di personale docente, e si inizia a prevedere la possibilità di svolgere tirocini anche nelle strutture di istruzione e formazione professionale dove c’è la sperimentazione dell’obbligo formativo.
Inoltre gli Uffici scolastici regionali organizzeranno e aggiorneranno gli albi delle istituzioni scolastiche accreditate che ospiteranno i tirocini sulla base di appositi criteri stabiliti dal ministero, evidenziandone buone prassi e specificità. Gli USR avranno anche funzione di controllo e di verifica sui Tirocini. Sino alla costituzione degli albi, le Università scelgono liberamente le scuole, di concerto con gli USR che mantengono compiti di vigilanza.
Il consiglio di corso di tirocinio, che prevede la presenza di scuola e università, ha compiti di coordinamento e di progettazione e rappresenta il terreno di incontro e di raccordo tra le due realtà.
Le commissioni di abilitazione prevedono un equilibrio tra scuola e università e un peso determinante del tirocinio e della prova didattica sul voto di abilitazione.
I dottori di ricerca e i “precari della ricerca”, se in possesso dei requisiti curriculari, entrano in soprannumero, dopo un esame orale, nell’anno di tirocinio, vedendo valorizzato il loro percorso.
L’anno di tirocinio prevede forme di interazione e coprogettazione del percorso tra istituzioni scolastiche e atenei ed è stato previsto uno specifico spazio di laboratori destinati ad approfondire quanto viene fatto in classe.
Formazione insegnanti di sostegno
È previsto che la formazione dei docenti per il sostegno sia posta in capo alle università, pur prevedendo la possibilità di specifici accordi con gli enti del settore.
Percorsi di specializzazione CLIL
Sono previsti percorsi di specializzazione per il CLIL (insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado di una materia non linguistica in inglese).
Rivista la classe di abilitazione strumento musicale
Il sistema Afam concorre a pieno titolo alla formazione iniziale dei docenti nelle classi di abilitazione di propria competenza. In particolare, è stata rivista la classe di abilitazione per lo strumento musicale.
Regime transitorio
Sino all’entrata a regime delle nuove lauree magistrali, la programmazione del numero di abilitati e il test è previsto, per la secondaria di primo e secondo grado, prima di accedere all’anno di Tirocinio formativo attivo.
Per i precari non abilitati
Per quanto riguarda i precari non abilitati e gli ex diplomati negli istituti magistrali sono stati previsti percorsi che, dietro il superamento di prove d’accesso in grado di verificare la preparazione disciplinare, consentano di conseguire l’abilitazione.
Il regolamento sulla Formazione iniziale, dunque, punta a raggiungere tre obiettivi:
1) Focalizza nella formazione iniziale non solo le materie tradizionali, ma l’acquisizione di alcune competenze trasversali: seconda lingua inglese e competenze di didattica attraverso le nuove tecnologie;
2) Sostituisce al sistema SSIS strutture più snelle, concentrate sull’incontro e sulla coprogettazione tra istituzioni scolastiche e università evitando autoreferenzialità, costi per il sistema e per gli studenti e abbreviando di un anno il percorso di abilitazione per la scuola secondaria;
3) Prevede una programmazione dei numeri in grado di evitare la proliferazione del precariato.
Con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali relative al secondo ciclo dell’istruzione, per seguire il percorso di cambiamento del secondo ciclo e delle classi di abilitazione. Fonte: Ministero Istruzione Università Ricerca
sabato 11 settembre 2010
VIGILI FUOCO:SINDACATI;STOP PREFETTI,DIPARTIMENTO A POMPIERI
VIGILI FUOCO:SINDACATI;STOP PREFETTI,DIPARTIMENTO A POMPIERI
ORFANI DEL VIMINALE, O PIU' DIGNITA' O MEGLIO ANDARE VIA
(ANSA) - CORTINA (BELLUNO), 11 SET - Nel giorno in cui tutto
il mondo ricorda l'eroismo dei pompieri di New York tra le
macerie del World Trade Center, i vigili del fuoco italiani
danno il benservito ai prefetti che, da quando e' stato
istituito, guidano il Dipartimento del Viminale dal quale
dipende il corpo nazionale, chiedendo a gran voce che sia un
vigile del fuoco a guidare il Dipartimento.
''E' giunto il momento di dare maggiore dignita' al Corpo. Il
capo Dipartimento deve essere un dirigente dei vigili del
fuoco'' dicono i sindacati che si sono ritrovati a Cortina per
il primo raduno nazionale che ha portato in Veneto oltre
quattromila pompieri. Parole accolte dagli applausi della base e
che i leader delle organizzazioni sono pronti a presentare al
ministro Roberto Maroni, che nel pomeriggio assistera' alla
sfilata per le vie della regina delle Dolomiti.
La richiesta di dire addio ai prefetti e' arrivata nel corso
di un convegno dedicato al futuro del Corpo, nel quale tutte le
componenti sindacali hanno ricordato i problemi sul tavolo -
contratto scaduto da ormai tre anni, mancanza di risorse, vuoti
di organico - e si sono trovate d'accordo sulla necessita' di
riorganizzare il corpo attraverso riforme vere e strutturali,
come chiesto gia' dal loro comandante Alfio Pini. (SEGUE)
GUI
11-SET-10 13:31 NNNN
VIGILI FUOCO:SINDACATI;STOP PREFETTI,DIPARTIMENTO A POMPIERI (2)
(ANSA) - CORTINA (BELLUNO), 11 SET - Da Cortina i sindacati
hanno rinnovato lo stato di agitazione della categoria - e una
delle organizzazioni, la Consal, ha gia' proclamato lo sciopero
per il 6 ottobre - per protestare contro la situazione di
''forte disagio'' per le ''numerosissime problematiche mai
risolte''. ''Operiamo - dicono - quotidianamente in condizioni
tragiche: scarseggiano risorse, mezzi e uomini''.
Per questo e' necessario cambiare, a partire dalla modifica
degli assetti di vertice''E' giunto il momento che un dirigente
del Corpo dei vigili del fuoco si appropri del Dipartimento''
dice il segretario della Cisl, Pompeo Mannone, sottolineando che
soltanto in questo modo sara' possibile valorizzare il
personale. ''Se e' vero che siamo i migliori per quanto riguarda
il soccorso tecnico e la sicurezza - aggiunge - il governo e il
Parlamento devono dire che tipo e che qualita' di servizio
vogliono dare ai cittadini, perche' se ci tolgono i viveri non
si puo' piu' andare avanti''.
Convinte della necessita' di 'liquidare' i prefetti anche la
Cgil e la Uil. ''Le figure piu' sane di questo Dipartimento sono
i vigili del fuoco operativi e dunque anche il capo del
Dipartimento deve essere un vigile - sottolinea Adriano Sgro,
della Cgil - Siamo stanchi di essere eroi sballottati, il
ministro apra un tavolo per le modifiche necessarie''. ''Non si
puo' continuare cosi' - rincara il segretario della Uil
Alessandro Lupo - il Corpo e' da troppi anni vittima del suo
stesso Dipartimento''. Secondo Lupo, tra i prefetti vi sono
''persone altamente qualificate'' ma ''malgrado la buona
volonta' di taluni, i vigili del fuoco hanno sempre fatto passi
indietro''. Dunque bisogna cambiare. ''Non e' una battaglia
contro i prefetti - precisa il segretario della Uil - ma a
favore della sicurezza dei cittadini''. Ancora piu' diretto il
segretario della Confsal, Franco Giancarlo. ''Il Dipartimento
esiste perche' esistono i vigili del fuoco'' e dunque ''deve
essere un pompiere a guidarlo''. ''Noi siamo orfani del
ministero dell'Interno - aggiunge - si sono dimenticati di noi e
anche se siamo i piu' amati dagli italiani siamo i piu'
bistrattati dalla politica''. Giancarlo avanza anche l'ipotesi
che per i vigili e' giunto il momento di avere il coraggio di
uscire dal Viminale: ''o ci danno pari dignita' con le forze di
polizia o dobbiamo andare via''. Contrario alla liquidazione dei
prefetti il Conapo, secondo il quale invece i vigili del fuoco
devono essere considerate come vere e proprie forze di polizia.
Nel corso del convegno le organizzazioni sindacali hanno
anche rinnovato la richiesta di unificare le funzioni di
coordinamento delle emergenze, affidate al Dipartimento della
Protezione Civile, con quelle del Dipartimento dei vigili del
fuoco. ''Senza i vigili del fuoco - dice Mannone - la protezione
civile e' nulla. Dunque il Dipartimento dei vigili deve essere
il centro di propulsione e di gestione operativa delle attivita'
di protezione civile''. (ANSA)
GUI
11-SET-10 13:35 NNNN
ORFANI DEL VIMINALE, O PIU' DIGNITA' O MEGLIO ANDARE VIA
(ANSA) - CORTINA (BELLUNO), 11 SET - Nel giorno in cui tutto
il mondo ricorda l'eroismo dei pompieri di New York tra le
macerie del World Trade Center, i vigili del fuoco italiani
danno il benservito ai prefetti che, da quando e' stato
istituito, guidano il Dipartimento del Viminale dal quale
dipende il corpo nazionale, chiedendo a gran voce che sia un
vigile del fuoco a guidare il Dipartimento.
''E' giunto il momento di dare maggiore dignita' al Corpo. Il
capo Dipartimento deve essere un dirigente dei vigili del
fuoco'' dicono i sindacati che si sono ritrovati a Cortina per
il primo raduno nazionale che ha portato in Veneto oltre
quattromila pompieri. Parole accolte dagli applausi della base e
che i leader delle organizzazioni sono pronti a presentare al
ministro Roberto Maroni, che nel pomeriggio assistera' alla
sfilata per le vie della regina delle Dolomiti.
La richiesta di dire addio ai prefetti e' arrivata nel corso
di un convegno dedicato al futuro del Corpo, nel quale tutte le
componenti sindacali hanno ricordato i problemi sul tavolo -
contratto scaduto da ormai tre anni, mancanza di risorse, vuoti
di organico - e si sono trovate d'accordo sulla necessita' di
riorganizzare il corpo attraverso riforme vere e strutturali,
come chiesto gia' dal loro comandante Alfio Pini. (SEGUE)
GUI
11-SET-10 13:31 NNNN
VIGILI FUOCO:SINDACATI;STOP PREFETTI,DIPARTIMENTO A POMPIERI (2)
(ANSA) - CORTINA (BELLUNO), 11 SET - Da Cortina i sindacati
hanno rinnovato lo stato di agitazione della categoria - e una
delle organizzazioni, la Consal, ha gia' proclamato lo sciopero
per il 6 ottobre - per protestare contro la situazione di
''forte disagio'' per le ''numerosissime problematiche mai
risolte''. ''Operiamo - dicono - quotidianamente in condizioni
tragiche: scarseggiano risorse, mezzi e uomini''.
Per questo e' necessario cambiare, a partire dalla modifica
degli assetti di vertice''E' giunto il momento che un dirigente
del Corpo dei vigili del fuoco si appropri del Dipartimento''
dice il segretario della Cisl, Pompeo Mannone, sottolineando che
soltanto in questo modo sara' possibile valorizzare il
personale. ''Se e' vero che siamo i migliori per quanto riguarda
il soccorso tecnico e la sicurezza - aggiunge - il governo e il
Parlamento devono dire che tipo e che qualita' di servizio
vogliono dare ai cittadini, perche' se ci tolgono i viveri non
si puo' piu' andare avanti''.
Convinte della necessita' di 'liquidare' i prefetti anche la
Cgil e la Uil. ''Le figure piu' sane di questo Dipartimento sono
i vigili del fuoco operativi e dunque anche il capo del
Dipartimento deve essere un vigile - sottolinea Adriano Sgro,
della Cgil - Siamo stanchi di essere eroi sballottati, il
ministro apra un tavolo per le modifiche necessarie''. ''Non si
puo' continuare cosi' - rincara il segretario della Uil
Alessandro Lupo - il Corpo e' da troppi anni vittima del suo
stesso Dipartimento''. Secondo Lupo, tra i prefetti vi sono
''persone altamente qualificate'' ma ''malgrado la buona
volonta' di taluni, i vigili del fuoco hanno sempre fatto passi
indietro''. Dunque bisogna cambiare. ''Non e' una battaglia
contro i prefetti - precisa il segretario della Uil - ma a
favore della sicurezza dei cittadini''. Ancora piu' diretto il
segretario della Confsal, Franco Giancarlo. ''Il Dipartimento
esiste perche' esistono i vigili del fuoco'' e dunque ''deve
essere un pompiere a guidarlo''. ''Noi siamo orfani del
ministero dell'Interno - aggiunge - si sono dimenticati di noi e
anche se siamo i piu' amati dagli italiani siamo i piu'
bistrattati dalla politica''. Giancarlo avanza anche l'ipotesi
che per i vigili e' giunto il momento di avere il coraggio di
uscire dal Viminale: ''o ci danno pari dignita' con le forze di
polizia o dobbiamo andare via''. Contrario alla liquidazione dei
prefetti il Conapo, secondo il quale invece i vigili del fuoco
devono essere considerate come vere e proprie forze di polizia.
Nel corso del convegno le organizzazioni sindacali hanno
anche rinnovato la richiesta di unificare le funzioni di
coordinamento delle emergenze, affidate al Dipartimento della
Protezione Civile, con quelle del Dipartimento dei vigili del
fuoco. ''Senza i vigili del fuoco - dice Mannone - la protezione
civile e' nulla. Dunque il Dipartimento dei vigili deve essere
il centro di propulsione e di gestione operativa delle attivita'
di protezione civile''. (ANSA)
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