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domenica 25 marzo 2012

"Diaz" in arrivo nelle sale, l'Interno chiede ai poliziotti di non esprimersi




Il caso

"Diaz" in arrivo nelle sale, l'Interno chiede ai poliziotti di non esprimersi

"Diaz" di Daniele Vicari
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Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, con una circolare, "ribadisce che qualsiasi intervista, partecipazione a convegni o dibattiti" relativa ai film che parlano di vicende in cui è coinvolta la polizia "va autorizzata". Il consigliere provinciale di Sel Gianluca Peciola ha visto il film di Vicari e ha detto a Paese Sera: "E' un atto di giustizia, una ricostruzione storica sana che permette a una generazione traumatizzata di vedersi restituita la verità"
L'ANTEPRIMA Il sangue della "Diaz" sciocca Berlino
IL DOCUMENTARIO "The Summit", torna la ferita del G8
"In concomitanza con la proiezione di numerose pellicole cinematografiche che affrontano la ricostruzione storica di eventi relativi ad attività di polizia in situazioni ordinarie e straordinarie, si ribadisce che qualsiasi intervista, partecipazione a convegni o dibattiti, va autorizzata da questo Dipartimento". Nel caso specifico è il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno a chiedere ai suoi dipendenti, con una circolare che è visibile sul sito della Silp-Cgil di Roma (http://www.silpcgilroma.it/), di esprimersi solo previa autorizzazione. Fatta eccezione per i sindacalisti, naturalmente. Impossibile non pensare a un collegamento diretto con l'imminente uscita nelle sale - prevista il 13 aprile - di Diaz - Don't Clean Up this Blood di Daniele Vicari, che ricostruisce le drammatiche ore dell'irruzione della polizia nella scuola che ospitava i manifestanti durante il G8 di Genova del 2001. Una sconvolgente ferita sociale e politica che ancora brucia, e un film che, a distanza di 11 anni, evidentemente tocca un nervo ancora molto scoperto.
"UN PUGNO NELLO STOMACO" - Diaz è stato proiettato per la prima volta al festival di Berlino in febbraio. Allora Domenico Procacci aveva sottolineato che lo studio legale gli aveva riferito che "non ci sono motivi perché nascano problemi con la polizia", da cui comunque il produttore, in fase di preparazione, aveva cercato una reazione. Che non c'è stata. Oggi c'è l'anteprima italiana al Bif&st di Bari, ci si avvicina all'incontro del film con il pubblico e iniziano le prime proiezioni, più o meno private. Ieri ce n'è stata una alla scuola di cinema Gian Maria Volonté; tra gli altri c'era anche Gianluca Peciola, consigliere della Provincia di Roma per Sel. "E' un pugno nello stomaco - ha detto a Paese Sera - emotivamente molto duro ma onesto, che fa emergere la verità in una ricostruzione storica equilibrata. Si vede che una rappresentanza dello Stato ha sospeso il diritto".
PECIOLA: "IL FILM? UN ATTO DI GIUSTIZIA" - "Io ero a Genova in quei giorni - continua Peciola - e facevo parte del movimento dei disobbedienti. La prima violenza c'è stata quando siamo stati caricati e aggrediti dalla polizia in una parte autorizzata del corteo. Il film di Vicari mi ha fatto rivivere quella tensione, quel clima di violenza senza freni delle forze dell'ordine. L'impressione è che ci volessero schiacciare senza possibilità alcuna di mediazione. E l'irruzione alla scuola Diaz dimostra che c'era l'intenzione di lasciare un segnale politico netto sui corpi dei ragazzi dei movimenti". Il consigliere di Sel vede il film di Vicari come "un atto di giustizia, una ricostruzione storica sana e salvifica che permette a una generazione traumatizzata di vedersi restituita la verità. Bisogna davvero ringraziare il regista". Ora il Ministero dell'Interno ci tiene a ricordare ai suoi dipendenti che possono esprimersi solo previa autorizzazione. Secondo Peciola perché "sono consapevoli che devono stare attenti alla comunicazione, questo film farà discutere e arriva proprio in una fase 'pericolosa', perché di solito le fasi di transizione dissolvono alcune cortine di copertura politica ed è possibile che escano fuori verità scomode. C'è la possibilità che si apra uno squarcio".
Michela Greco 
 

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