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venerdì 25 agosto 2023

Salute pubblica; dalle conquiste alla svendita. (a cura di Enrico Corti)

 



Salute pubblica; dalle conquiste alla svendita.

Per superare la limitata forma di assistenza INAM, già nel giugno del 1959 il segretario generale della Cgil Agostino Novella ha rivendicato una riforma sanitaria quale sicurezza sociale per tutti i cittadini, chiamando lo Stato a gestire direttamente il servizio, superando la delega agli Enti.

Per sollecitarla, negli anni 70 le lotte unitarie per la salute dei Consigli di Fabbrica e delle Federazioni di Categoria (soprattutto dei metalmeccanici e dei chimici) e più in generale sull’organizzazione del lavoro si moltiplicarono; dal 1969 al 1972 le vertenze aziendali per la salute passarono dal 3% al 16%; con il raggiungimento di circa tremila accordi aziendali.

Per risalire alle vere cause della malasanità nelle fabbriche, con il contributo di primari sanitari quali Giulio Maccacaro; Franco Basaglia, Antonio Greco e altri, negli anni 70 è nato in Italia il principio delle indagini sanitarie non più individuali ma di gruppo omogeno attraverso i Servizi di Medicina Preventiva negli Ambienti di Lavoro (SMAL) a gestione pubblica, allora prerogativa scientifica e politica sola italiana.

Poi con l’approvazione della Legge 883, nel 1978 è stato istituito il servizio sanitario nazionale e con esso è stato sancito il concetto di salute intesa come fondamentale diritto dell'individuo e della collettività.

Poi la riforma più che dalla politica è stata sostanzialmente gestita dal progresso scientifico ad uso del capitale (prima della salute del lavoratore c’è quella dell’azienda e dell’economia); divenendo la nuova prerogativa, Giorgia Meloni e i suoi sudditi; (nazionali, regionali e territoriali, tutti aderenti della banda nera dei bassotti); non hanno fatto altro che esasperare lo schema; riducendo drasticamente il  diritto alla salute pubblica per lavoratori e pensionati; delegando i privati amici imprenditori alla gestione della sanità.

 Per la gioia dei fedeli credenti nella dottrina del consumismo dalla retribuzione annua superiore ai 25.000 euro; loro malgrado questi sono indottrinati a fingere di non sapere che il cuneo fiscale deciso dal Governo riguarda soprattutto loro detassati del 7%; per il resto, se ha la “fortuna“ di non essere precariato, la detassazione è del 3%. Nel merito, l’Agenzia News Blog fa sapere che il salario medio lordo annuo dell’operaio generico di 3° livello è di 15.156 euro; a questi si aggiungono i tre milioni di dipendenti dal salario medio annuo inferiore ai 12,500 euro.

Una Presidente del Consiglio che considera l’imposizione fiscale un pizzo da pagare alla Stato riducendo per questo ancor più le entrate, aggravate dalla sola idea della flax tax, è una criminosa corresponsabile dell’aumento annuo di duecentomila anziani morti per mancata assistenza sanitaria; per non parlare della negativa ricaduta sugli altri servizi quali scuola; infanzia; ecc.    

      A testimonianza dei seri pericoli che corre la sanità pubblica; contrariamente all’impegno profuso dalla Cisl negli anni 70 per la conquista della sanità pubblica nel 2018 la FP Cisl ha sottoscritto una convenzione assicurativa privata con l’Unipol, si dice per andare incontro alle esigenze degli iscritti e dei loro familiari per coprire le loro spese sanitarie private; quindi portando acqua alla privatizzazione della sanità.

     Con il pensiero unico Meloni/Sbarra su consociativismo e compartecipazione, i traguardi raggiungibili non potranno che essere la privatizzazione di tutto e l’aumento delle disuguaglianze.

Enrico Corti

24 agosto 2023

 

 

 

 

 

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