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domenica 21 luglio 2024

Salute: terapia ormonale per cancro al seno e demenza, studio =

 

MARTEDÌ 16 LUGLIO 2024 13.41.36

Salute: terapia ormonale per cancro al seno e demenza, studio =

Salute: terapia ormonale per cancro al seno e demenza, studio = (AGI) - Roma, 16 lug. - (NOTIZIA CON EMBARGO ALLE 17.00) Le donne che seguono la terapia ormonale modulante (HMT) per il trattamento del cancro al seno sembra associata a un rischio del sette per cento piu' basso di sviluppare la malattia di Alzheimer e altre forme di demenza in eta' avanzata. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto dagli scienziati dell'Universita' di Pittsburgh e del Magee-Womens Research Institute. Il team, guidato da Francesmary Modugno Chao Cai, ha utilizzato i dati di un database federale per individuare le donne di eta' pari o superiore a 65 anni che tra il 2007 e il 2009 avevano ricevuto una diagnosi di cancro al seno. Sono state riscontrate 18.808 pazienti, il 66 per cento delle quali aveva ricevuto la terapia ormonale modulante entro tre anni dalla diagnosi. Il follow-up, durato circa 12 anni, ha riscontrato che il 24 per cento della coorte che aveva ricevuto HMT aveva sviluppato l'Alzheimer o un'altra forma di demenza, a fronte del 28 per cento nell'altro sottogruppo. L'effetto protettivo, riportano gli esperti, diminuiva con l'eta' e variava in base alla provenienza etnica. L'uso della terapia ormonale modulante, precisano gli esperti, era associato a una diminuzione complessiva del rischio relativo di sviluppare demenza, con un effetto protettivo piu' pronunciato nelle pazienti di eta' compresa tra 65 e 69 anni. Le donne di colore di eta' compresa tra 65 e 74 anni che avevano ricevuto l'HMT erano associate a un rischio del 24 per cento piu' basso di sviluppare demenza, che scendeva al 19 per cento dopo i 75 anni. Per le pazienti bianche, invece, il tasso di rischio era dell'11 per cento nella prima fascia d'eta', e nullo al di sopra dei 75 anni. "Non conosciamo i meccanismi alla base di questa disparita' - commenta Modugno - per questo sara' necessario condurre ulteriori indagini, considerando anche partecipanti piu' giovani e gruppi etnici piu' variegati. Ad ogni modo, questi risultati evidenziano l'importanza di essere consapevoli dei fattori individuali del paziente quando si prescrivono farmaci o si sviluppano piani di trattamento. Dobbiamo valutare i singoli individui cercando di ottimizzare i risultati e ridurre al minimo i rischi per le pazienti". (AGI)Red/Gip 161341 LUG 24 NNNN

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