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sabato 12 aprile 2025

L’asse anglo-tedesco contro i negoziati Di Cosimo Caridi Oltre 21 miliardi di euro in aiuti militari sono stati promessi ieri all’Ucraina. “Una spinta record nei finanziamenti”, ha dichiarato il ministro della Difesa britannico, John Haley. A Bruxelles, nella sede della Nato, si è tenuto il summit del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, guidato da Germania e Regno Unito. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di 51 Stati: 40 di questi si sono impegnati a fornire nuovi pacchetti di supporto all’esercito di Kiev. Londra ha annunciato un impegno da 5,2 miliardi di euro in armamenti entro fine anno. Berlino fornirà all’Ucraina 11 miliardi aggiuntivi nei prossimi cinque anni, oltre ai quattro già previsti a bilancio per il 2024.

 

L’asse anglo-tedesco contro i negoziati
Di Cosimo Caridi

Oltre 21 miliardi di euro in aiuti militari sono stati promessi ieri all’Ucraina. “Una spinta record nei finanziamenti”, ha dichiarato il ministro della Difesa britannico, John Haley. A Bruxelles, nella sede della Nato, si è tenuto il summit del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, guidato da Germania e Regno Unito. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di 51 Stati: 40 di questi si sono impegnati a fornire nuovi pacchetti di supporto all’esercito di Kiev. Londra ha annunciato un impegno da 5,2 miliardi di euro in armamenti entro fine anno. Berlino fornirà all’Ucraina 11 miliardi aggiuntivi nei prossimi cinque anni, oltre ai quattro già previsti a bilancio per il 2024.

Gli USA non hanno inviato un rappresentante in presenza, ma contrariamente a quanto anticipato nei giorni scorsi, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha partecipato da remoto. Il capo del Pentagono non ha annunciato alcun nuovo impegno nei confronti dell’Ucraina. Il formato Udcg, che per quasi tre anni è stato gestito dagli Stati Uniti e si è riunito principalmente nella base militare di Ramstein, è alla seconda riunione organizzata dagli alleati europei. La nuova amministrazione americana ha deciso di staccare la spina, lasciando agli altri membri della Nato l’onere della gestione.

A febbraio Hegseth partecipò all’incontro, organizzato dal Regno Unito, sempre nella sede della Nato a Bruxelles, affermando che il ritorno ai confini dell’Ucraina pre-2014 era “un obiettivo irrealistico”. Due settimane dopo, il presidente Volodymyr Zelensky è stato umiliato alla Casa Bianca. Ieri nella conferenza stampa a fine lavori il ministro britannico Haley ha ricordato: “È un mese da quando la Russia ha respinto il piano di pace del presidente Trump. Putin ha detto di volere la pace, ma ha rifiutato un cessate il fuoco”. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha aggiunto: “Data l’aggressione continua della Russia, dobbiamo ammettere che la pace in Ucraina appare fuori portata nel prossimo futuro”. La Germania attraversa un vuoto di potere: il governo è dimissionario e la nuova coalizione prenderà il controllo solo a inizio maggio. Pistorius, però, dovrebbe restare alla guida del dicastero della Difesa e già fissa l’obiettivo del ritorno al servizio militare obbligatorio. “Stiamo ora collaborando con altri Paesi – ha detto il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, a fianco a Pistorius e Haley – per ottenere un altro sistema Patriot. La Germania, in quanto leader della coalizione per la difesa aerea, conosce i nostri partner e ci aiuterà a finanziare non solo i Patriot, ma anche altri sistemi”. Poco dopo le dichiarazioni alla stampa, Umerov ha ricevuto le dimissioni volontarie del suo vice, il tenente generale Ivan Havryliuk, responsabile degli appalti militari. Un settore, quest’ultimo, finito al centro di polemiche per la mancanza di trasparenza. Tra le armi che la Germania invierà Kiev: quattro sistemi di difesa aerea Iris-T da consegnare nei prossimi mesi, 15 carri armati Leopard1, droni da ricognizione e centomila munizioni d’artiglieria. Pistorius ha spiegato che il sostegno a Kiev si concentrerà anche sulle “armi elettromagnetiche” per garantire le comunicazioni. Su questo fronte, tutti i Paesi della Nato dipendono attualmente da informazioni e satelliti statunitensi. Il nuovo governo tedesco, che entrerà in carica all’inizio del prossimo mese, ha inserito tra le priorità il lancio di uno sciame di satelliti per colmare queste lacune. “È una situazione win-win”, ha spiegato Pistorius: la Germania fornirà la copertura delle comunicazioni sul campo agli ucraini e, allo stesso tempo, raccoglierà dati utili allo sviluppo tecnologico militare per dotare la Bundeswehr di strumenti adeguati per affrontare future minacce. Ma ci vorranno anni per realizzare questa infrastruttura.
Gli alleati della Nato, nel frattempo, continueranno a fare affidamento sulla copertura garantita dal Pentagono.

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