[coordinamentonazionalenonato] Resoconto assemblea plenaria Coordinamento Nazionale No Nato (CNNN) – 22 aprile
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Resoconto assemblea plenaria Coordinamento Nazionale No Nato (CNNN) – 22 aprile
30.04.2025
Presenti:
Stefano Antonelli – Brigate Verdi; Emanuele Lepore – ANVUI; Gabriele Abrotini – Resistenza Popolare; Antonino Casale – Comitato volontario per la difesa dei cittadini Vicenza; Chiara Masini – P.Carc; Marianna Panico – Generazioni Future, Tavolo uniti contro la guerra Napoli; Mario Sanguinetti – Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e Università; Patrick Boylan – Rete No War Roma; Alessio – GAP Livorno; Baldo e Mila – Collettivo Mille Piani Arezzo; Giorgio Salerno – BDS Roma; Federico Roberti, Emanuele Montagna, Claudia, Mauro – Coordinamento Paradiso Bologna; Stefano F- Associazione No War Valle del Sacco; Gabriele Giovanoli – Carpi consapevole; Bruna – No Green Pass e oltre Trieste.
Punto 1) Bilancio delle mobilitazioni del 4, 5, e 6 aprile, prossime iniziative e mobilitazioni, in particolare focus sul vertice Nato all’Aia del 24-26 giugno 2025 e proposte di mobilitazione.
Emanuele Lepore riporta all’assemblea il primo bilancio fatto in sede di segreteria sulle mobilitazione del 4-5-6 aprile. Il bilancio è positivo: all’appello del CNNN hanno aderito diverse realtà, sono state fatte circa 30 iniziativa in tutto il paese e si sono attivati circa duemila militanti in 20 di città. A queste iniziative se ne aggiungono altre, come il presidio promosso da Usb e la manifestazione del M5S a Roma. Complessivamente c’è stata una risposta positiva all’appello lanciato dal coordinamento che si è combinata con altre mobilitazioni, infatti fin dal principio l’attività del coordinamento non si è posta in concorrenza con altre iniziative, al contrario la spinta è stata quella della convergenza (ad esempio in alcune città le iniziative del coordinamento si sono unite ad altre). Oggi è sempre più necessario promuovere una politica unitaria e, preso atto di limiti storici di settarismo, nella segreteria c’è stata unanimità nel ritenere che il CNNN deve fare lo sforzo per far si che i vari organismi che promuovono lotte contro la guerra, la Nato, i piani di riarmo e tutti gli aspetti particolari che ne derivano (militarizzazione dei territori, repressione del dissenso, bombe atomiche a Ghedi e Aviano ecc) convergano. Dal punto di vista del contenuto delle mobilitazione del 4-5-6 aprile, in tutte le città si è trattato di inserire la lotta contro la Nato nella lotta contingente contro il piano di riarmo e contro la repressione del dissenso (vedi approvazione Dl 1660). In altre piazza è emersa la necessità di intercettare i lavoratori coinvolti nell’economia di guerra e di dare una risposta in merito alla conversione bellica che apparentemente sembra dare più posti di lavoro ma di pari passo favorisce la chiusura delle aziende in nome del profitto delle multinazionali, di conseguenza occorre sempre più sviluppare una lotta contro il peggioramento delle condizioni di lavoro. Il collante tra le varie mobilitazioni è stata la questione della sovranità, da intendere nel senso di rottura con tutte quelle istituzioni che promuovono la guerra, come la Nato e UE, e la necessità di imporre decisioni e misure dal basso per costruire una sovranità popolare. In ultimo Emanuele fa una riflessione sulla piazza del M5S a Roma: il CNNN ha partecipato portando parole d’ordine contro la Nato, parole d’ordine più nette e chiare e contro le posizioni più ambigue. La piazza ha dimostrato che a prescindere degli intenti dei promotori se un centro con una certa autorevolezza convoca una mobilitazione c’è una risposta popolare: questo non significa affidarsi agli obiettivi di Conte e soci (personaggi integrati con il sistema politico del nostro paese) ma porci in ottica di fiducia verso la risposta popolare.
Patrick Boylan interviene dicendo che la manifestazione del M5S è stata molto importante perché ha mostrato la volontà popolare di combattere guerrafondai e governanti. È stata positiva la partecipazione del CNNN perché ha consentito di portare parole d’ordine contro la Nato dentro una piazza molto affollata, piazza affollata anche grazie agli assist di Bruxelles (piano di riarmo UE e propaganda del kit di sopravvivenza della commissaria belga) che hanno messo in allarme le persone che poi sono scese in piazza. Le persone in piazza hanno spinto i partiti della sinistra ad unificarsi, ad esempio con la mozione per il riconoscimento della Palestina rilasciata da PD, M5S, SI e Verdi, impensabile un anno fa. Partick fa parte di un organismo che è ostile a trattare con i partiti ma in questa fase c’è l’occasione di agire su partiti di sinistra, chiede: perché non approfittare per fargli dire qualcosa di sinistra contro la Nato e l’UE?
Alessio del GAP di Livorno rispetto a M5S e PD afferma che bisogna tenere presente che sono bravi a fare proclami e propaganda in funzione delle elezioni ma nell’atto pratico ognuno va per la sua strada (ad es. il PD ha non ha votato a sfavore del riarmo), quindi non spenderebbe energie con organismi e partiti schierati con la guerra. Rispetto alle iniziative del GAP, il 26 maggio ne promuoveranno una contro il dl sicurezza. Il loro obiettivo è quello coinvolgere gli avvocati mettendo al centro l’illegalità del decreto e di pari passo lavorare per sviluppare la coscienza civile per creare un fronte di mobilitazione. Per questo chiedono la collaborazione ai diversi organismi presenti alla riunione per costruire un’azione sul piano nazionale. Come lavoratori portuali sanno che da Livorno sono passati armamenti dell’esercito USA e italiano e data la vicinanza con Camp Darby, il genocidio in Palestina e la riconversione industriale hanno quindi la certezza di un sistema che opera sotto traccia e in aperta violazione delle leggi istituzionali, per questo cercano di portare coscienza alla cittadinanza e contemporaneamente intervenire sull’amministrazione locale per mettere i bastoni tra le ruote. Sono disponibili a collaborare nella lotta contro il dl sicurezza e chiedono di far emergere attraverso i canali del coordinamento quello che stanno provando a fare come GAP contro il passaggio di armi nei porti.
Federico Roberti (coord. Paradiso) rispetto alle mobilitazioni di inizio aprile, riporta che hanno allestito due presidi, uno davanti al Rettorato dell’università di Bologna, che da tempo ha accordi di collaborazione diretta con uno dei comandi Nato, ed uno nel centro storico, infine hanno partecipato il 6 aprile alla manifestazione organizzata da PaP in contestazione dalla piazza europeista. Prima di partecipare alla manifestazione hanno fatto un’azione di protesta nei pressi della manifestazione europeista, partecipata dal PD locale. Infine, sabato 12 aprile hanno diffuso materiale informativo a un convengo di Multipoplare e Ottolina tv e il 18 aprile lo hanno fatto nel centro storico di Bologna in un presidio organizzato da figure storiche del pacifismo locale.
Interviene Stefano (No War valle del Sacco) che informa della mobilitazione del 3 maggio ad Anagni nella valle del Sacco, territorio martoriato da decenni dalla produzione bellica, in cui è in programma l’insediamento di un nuovo sito di produzione. Organizzeranno la logistica per favorire partecipazione di chi vorrà partecipare alla mobilitazione.
Prende parola Stefano Antonelli che parla del vertice Nato all’AIA e propone di formare una delegazione che vada a Bruxelles.
Interviene Chiara Masini che torna sul bilancio delle mobilitazioni del 4-5-6 aprile a Roma in cui è stato promosso un presidio territoriale nei pressi del Comando Operativo dei Vertici Interforze che è stato partecipato da una serie di organismi e singoli sensibili al tema e interessati al CNNN. Inoltre, si sofferma sull’importanza di concepire questo tipo di iniziative inserendole in un processo più generale in cui ogni iniziativa, dalla più grande alla più piccola, acquistano forza vicendevolmente. Parla poi della delegazione che ha partecipato alla manifestazione del M5s a Roma che ha permesso al coordinamento di intervenire in una mobilitazione dalla connotazione popolare, con spezzoni di organismi territoriali che lottano contro la guerra, portando parole d’ordine chiare e avanzate rispetto alla lotta contro la Nato, quindi sottolinea l’importanza di partecipare a questo tipo di iniziative. Infine propone ai compagni su Roma e nel Lazio di partecipare alla manifestazione del 3 maggio ad Anagni.
Interviene Baldo che dice che l’iniziativa del 5 aprile ad Arezzo è stata un successo, è stata molto partecipata, un limite è stato il contenuto del dibattito per l’incapacità dei relatori di attirare gli interesse dei partecipanti rimanendo molto sul generico approfondendo poco gli aspetti politici. Per il 25 aprile come Collettivo Millepiani hanno in cantiere una contro manifestazione alle parate istituzionali e un’assemblea pomeridiana proprio per rovesciare il 25 aprile istituzionale. Rispetto alle dichiarazioni di PD e M5S, generiche condanne ad Israele, sono da considerare strategie di assorbimento dei conflitti e da valutare più come insidie e rischi che situazioni di cui approfittare.
Stefano Antonelli interviene dicendo che ha finito di leggere libro presentato dalle compagne di Aforas a Bologna e si propone di iniziare a contattarli. Interviene Alessio che dice di avere una corposa mailing list degli attivisti e organismi internazionali contro la guerra che mette a disposizione del CNNN.
Emanuele Lepore chiede di girare i contatti della mail del coordinamento, questo può aprire il coordinamento a comunicazioni con organismi dell’estero, lavoro rimasto un po' in sospeso ma che è una prospettiva su cui il CNNN vuole lavorare. Rispetto alla discussione che c’è stata su mozione PD-M5s e manifestazione del M5s a Roma sottolinea che a prescindere dalle intenzioni degli stessi promotori bisogna tenere conto che questi organismi hanno necessità di raccogliere una parte del malcontento popolare per fare opposizione al Governo Meloni (ovviamente un opposizione poco convinta). È quindi importante mettere al centro del nostro lavoro il malcontento diffuso che necessita di un riferimento a cui portare parole d’ordine più chiare e nette, che non significa avere fiducia nel M5s ma acquisire noi per primi la fiducia che le persone si possono mobilitare (a Milano c’erano 50.000 persone in piazza per la Palestina il 12 aprile, segno che c’è necessità di attivarsi). Come ci rapportiamo con queste situazioni? Riporta un primo ragionamento fatto in segreteria la cui sintesi è quella di non rapportarci a questi organismi aspettando che loro facciano il loro gioco, sul carro della contrarietà alla guerra anche alcuni guerrafondai sono spinti ad intervenire, certamente si muovono per concentrare la mobilitazione su un binario morto ma in ogni caso sono costretti a parlare di pace quando vogliono fare la guerra, questo è un appiglio di cui approfittare per ribaltare la situazione. L'esperienza di Bologna del 6 aprile è positiva in questo senso, dove il gruppo locale del coordinamento ha partecipato alla piazza di opposizione agli europeisti ma ha anche contestato la piazza del PD. Alimentare questo tipo di iniziative serve per rafforzare il nostro campo e disgregare il campo nemico, contrastare tutti quelli che vogliono fare della mobilitazione contro la guerra una cosa di facciata e non sostanziale. Il movimento contro la guerra è trasversale, intervenirci non vuol dire scendere a compromessi ma parlare a quelle migliaia di persone che si muovono con parole chiare e avanzate. Entra poi nel merito delle linee di sviluppo: Stefano F ha parlato della mobilitazione del 3 maggio ad Anagni, Stefano Antonelli ha parlato del vertice Nato all’AIA. A livello internazionale alcune realtà si stanno organizzando per far uscire un appello, buona l’idea di una nostra delegazione se lo facciamo nell’arco di un appello internazionale che ci permette di collegarci ad altri. Il 21 giugno PaP ha convocato una manifestazione nazionale con una serie di punti condivisibili, è importante fare un ragionamento su questo, quindi discutere se aderire e portare il nostro contributo e su quale percorso mettere in campo. Sempre PaP ha aperto a una mobilitazione sul 2 giugno, data che al CNNN interessa per contrastare la propaganda militarista funzionale alla propaganda di guerra.
Gabriele Giovagnoli di Carpi Consapevole rispetto al vertice AIA propone di fare mobilitazioni non nelle singole città e non nazionale a Roma ma nei capoluoghi di regione per accrescere i numeri e alzare di più la voce dal momento che ci sono troppe mobilitazioni, la gente si sta stancando e non portano a nulla le piccole mobilitazioni e allo stesso tempo è difficile spostare tutti a Roma.
Stefano F parla degli appuntamenti della Rete per il Disarmo. Il primo appuntamento è per il 5 maggio, una riunione on line a livello internazionale per raccordare le diverse realtà a livello europeo e per preparare una mobilitazione in diverse città il 10 maggio. Propone al coordinamento di partecipare a queste date e alla mobilitazione del 21 giugno.
Partick Boylan (come esponente del coordinamento No Rearm Roma) parteciperà alla riunione del 5 maggio che servirà per coordinare le iniziative del 10 maggio: si organizzerà anche qualcosa a Roma ma ancora non è stato definito.
Marianna Panico pone la necessità, dato lo sviluppo dei tanti movimenti che si stanno attivando nella lotta contro la terza guerra mondiale, di coordinarsi e trovare strategia comune, ad esempio attraverso la partecipazione degli organismi territoriali ai vari coordinamenti; la questione merita una riflessione approfondita data la difficoltà a promuovere la convergenza. Generazioni Future ha aderito all’appello di PaP per la mobilitazione del 21 giugno e suggerisce di partecipare a tutti momenti preparatori del 21 giugno. Si dice contraria a fare iniziative nei capoluoghi, c’è la stessa difficoltà che si incontra nel convergere altrove.
Chiara Masini interviene rispetto a quanto sollevato da Marianna sulla necessità di promuovere la convergenza: parla dell’importanza del rafforzamento delle reti territoriali come ingrediente importante per procedere in questa direzione. Inoltre propone di promuovere un’assemblea a Roma il 21 giugno con gli organismi nazionali attivi contro la guerra per rilanciare la lotta contro la Nato, assemblea da non vedere in contrapposizione con PaP (da fare quindi la mattina), e poi partecipare alla mobilitazione promossa da PaP (presumibilmente il pomeriggio) puntando a costruire un percorso per allargare la rete degli organismi coinvolti.
Federico Roberti interviene dicendo che tutte le iniziative che si stanno susseguendo sono indice di un buon segnale di vitalità, rimane perplesso sulle iniziative promosse dall’area legata all’Arci e, in merito al dare forza alle iniziative già promosse da altri, sono disponibili a dare il loro contributo all’iniziativa del 10 maggio a Brescia e Ghedi. Si dice d’accordo con il partecipare all’assemblea del 24 maggio per capire se il 21 giugno promuovere iniziative in una sola città o in tante.
Interviene Gabriele Abrotini che sottolinea l’importanza di essere presenti in tutte le manifestazioni e che fare molte manifestazioni è più di impatto e comunicativo che farle in una sola città, allo stesso tempo però afferma che su una data come il 21 giugno bisogna starci in qualche modo. D’accordo per la delegazione in Olanda.
Alessio parla dell’importanza del tema del boicottaggio e di mettere a conoscenza l’opinione pubblica sulle aziende produttrici di armi e di tutta la macchina che sovvenziona l’industria bellica: mettere a conoscenza la popolazione è un atto pratico che colpisce l’economia.
Emanuele Lepore fa una sintesi delle diverse proposte emerse: sull’iniziativa del 3 maggio ad Anagni, il coordinamento a questo punto propaganda l’iniziativa e il nodo dei compagni romani partecipa nelle forze disponibili. Rispetto alle prossime iniziative, all’assemblea del 5 maggio partecipa Boylan e poi ci invia il resoconto, siamo d’accordo sul 10 maggio anche se ancora non sono uscite le iniziative che verranno fatte. Per quanto riguarda l’assemblea del 24 maggio indetta da PaP c’è accordo sul partecipare. Sul 21 giugno, sono emerse le proposte di partecipare alla manifestazione promossa da PaP o di fare iniziative a livello locale. Emanuele si dice d’accordo sul partecipare all’assemblea del 24 maggio e alla manifestazione del 21 giugno portando nostre parole d’ordine. Rispetto alla delegazione all’AiA propone di aspettare l’appello internazionale che uscirà per valutare il da farsi. In merito alla proposta di fare un’assemblea il 21 giugno prima della partecipazione alla mobilitazione indetta da PaP c’è da sondare il terreno con le varie realtà, quindi fare riunioni nelle prossime settimane con i vari referenti per capire cosa c’è in ballo e verrà proposta una riunione ai vari referenti delle aree e gruppi attivi a livello nazionale contro la guerra, la Nato e il piano Rearm Europe. Ancora non c’è convergenza, un passo da fare è quello di promuovere una riunione con i varie esponenti delle varie reti che si stanno attivando su questo fronte per capire i loro progetti e metterli in condivisioni e dove si può convergere lo facciamo, dove non siamo d’accordo no.
Marianna Panico si esprime a favore dell’adesione alla manifestazione di PaP, Mauro del Coordinamento Paradiso protende per promuovere manifestazioni locali.
Mario Sanguinetti dice che è importante coordinare le varie realtà sui territori e metterle insieme, approfittare della situazione per far fare un salto politico a tutti partendo dall’assemblea del 24 maggio e con il nostro intervento dobbiamo agire affinchè il 21 giugno a Roma sia una manifestazione effettivamente inclusiva delle realtà che lottano contro la guerra e non appannaggio di singole aree. In sintesi occorre esprimere la capacità di essere più inclusivi possibili e alimentare la convergenza e la lotta al campanilismo politico.
Gabriele Abrotini è d’accordo per convergere sulla capitale per occasioni di particolare importanza.
Chiara Masini è d’accordo a partecipare alla manifestazione del 21 giugno e sottolinea l’importanza di costruirla, quindi partecipare all’assemblea del 24 maggio e lavorare per allargare la rete dei partecipanti, anche di quanti oggi non fanno parte del CNNN o ad altri che al momento non hanno in programma di partecipare.
Antonino Casale si dice d’accordo sul fare riunioni con altri organismi poiché è chiaro che noi non possiamo stare fuori ma dobbiamo studiare una posizione che spinga in avanti e che dopo questa scadenza non porti a tirare su altre barriere.
Rispetto a quanti si sono espressi, l’orientamento principale è quello di sostenere la mobilitazione del 21 giugno e propone di fare un’altra riunione a metà maggio per definire il contributo da portare nell’assemblea del 24 maggio.
Punto 2. Rinnovamento della segreteria del Coordinamento Nazionale No Nato.
Introduce il punto Emanuele Lepore: per quanto riguarda la segreteria attuale, degli 11 componenti iniziali ad oggi siamo a sette attivi. Si pone la necessità di rafforzare la segreteria del coordinamento, ad oggi non siamo in forze sufficienti per far fronte allo sviluppo dell’attività (cura contatti, propaganda, iniziative, report ecc). Patrick Boylan si dice non disponibile ad entrare nella segreteria ma si impegna a lavorare per promuovere la convergenza (ad esempio con stop rearmy Europe di cui fa parte), mentre Bruna farà un passaggio con la sua organizzazione. Marianna Panico dice che il Tavolo uniti contro la guerra di Napoli ha dato la sua disponibilità a sostenere i lavori della segreteria tramite Salvatore. Stefano Antonelli dà la sua disponibilità per contattare altre associazioni e sondare il terreno.
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