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martedì 17 ottobre 2023

Antisemitismo – regole d’uso “democratico“ (a cura di Enrico Corti)


 Antisemitismo – regole d’uso “democratico“

L’11 e il 13 ottobre ho postato su Mail e su Facebook due documenti critici; il primo sull’interessato affaristico servilismo di buona parte dell’informazione italiana; il secondo sul rapporto Israele/Palestina. Entrambi sono stati censurati da F.B., bloccandone la divulgazione sulle pagine dei gruppi.

Vista l’evidente uso strumentale bellicista del termine “antisemita, ne approfitto per tentare una riflessione; il termine viene istituzionalizzato nel 1938 con la legge fascista “manifesto della razza“; trovando collaborazione in Padre Gemelli nel 1943, che già nel 1924 aveva scritto; “con il libero pensiero e il socialismo dovrebbero morire tutti i giudei che hanno crocefisso nostro Signore regalandoci il comunismo, le banche, la massoneria e le stregonerie; e che ora continuano l’opera“. A dar man forte a Padre Gemelli ci ha pensato Papa XII, che dopo la sua elezione del 1939 ha pensato bene di benedire le armi dei nazisti e dei fascisti della Shoà; sempre in chiave anticomunista.

Malgrado questo fuoco di fila, gli storici scrivono che in Italia non ci fu mai e non c’è antisemitismo di massa; questo per la riconosciuta parità dei diritti gli uni con gli altri sancita dall’Editto di Carlo Alberto di Savoia già nel 1848; diritti poi rafforzati dalla Costituzione Repubblicana del 1947; ciò che non si può dire per altri paesi europei e terrestri.

Se chiedi alla gente comune italiana quali casalinghe, pensionati, operai, impiegati, artigiani, bottegai, ambulanti, ecc. di spiegarti bene cos’è l’antisemitismo, avrai poche risposte; allora perché questo insistere nell’uso del termine di parte di gran parte degli organi d’informazione? Perché questi ultimi insistono nell’allargare il vuoto che già c’è tra chi scrive o parla con chi deve leggere o ascoltare? Non è questo il tentativo di indottrinamento irreggimentale per convincere l’opinione pubblica sulla necessità della guerra standone da una parte? Ovviamente quella che ha il dominus cosiddetto occidentale?

Certo; l’antisemitismo esiste nei paesi arabi, ma più che di natura religiosa è di stampo odial-monopolistico in quanto gli arabi non sopportano la violenta ingerenza occidentale nel medio oriente subito dopo la fine della seconda guerra mondiale; Usa sollecitatrice  per ragioni geopolitiche ed economiche; i paesi Arabi hanno considerato il forzato incuneamento, (apparentemente motivato  del dare una terra agli ebrei), un elemento di disturbo; determinazione poi formalmente coperta con la Risoluzione ONU 181/19497.

 Con la decisione di proporre nell’area la formazione di due Stati a matrice confessionale (uno Islamico e l’altro ebreo), l’ONU ha avvalorato il principio della non laicità dello Stato; pertanto strutturalmente negatore del principio rispettoso delle eguaglianze, religiose, razziali, civili, sociali e di genere.

Che nessuno rifletta e ne parli di questa originale causa generatrice di problemi settantennali, rappresenta l’emblema della pochezza e della egoistica miopia dell’attuale rappresentanza politica (nazionale e internazionale); il tutto per dar modo a Israele di motivare la sua aggressività “occupatrice“ con la necessità di non essere distrutta.

 Per giustificare ulteriormente la codardia, senza alcuna prova si sostiene che a Gaza i civili vengono trattenuti da Hamas per farsene uno scudo; di converso si sostiene che Israele è uno Stato democratico costretto alla guerra. È guerra quando due eserciti si combattono su due fronti; ora invece la Palestina è invasa da un fronte dall’esercito tra i più armati del pianeta; d’altra parte c’è un popolo per lo più minorenne e disarmato; mai come ora è necessaria l’opera di pacificatori.

Enrico Corti

17 Ottobre 2023 

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