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sabato 16 dicembre 2023

Cassazione 2023-Come correttamente eccepito dalla ricorrente, la p.a. non può affidare a soggetti privati l'immissione dei dati ricavati dall'autovelox sul modulo di cui all'art. 383 reg. esec. C.d.S., comma 3.

 

Cass. civ. Sez. II, Ord., (ud. 21/11/2023) 29-11-2023, n. 33169 

 

REPUBBLICA ITALIANA 

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO 

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE 

SEZIONE SECONDA CIVILE 

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: 

Dott. CARRATO Aldo - Presidente - 

Dott. FORTUNATO Giuseppe - Consigliere - 

Dott. TRAPUZZANO Cesare - Consigliere - 

Dott. AMATO Cristina - Consigliere - 

Dott. CAPONI Remo - rel. Consigliere - 

ha pronunciato la seguente: 

ORDINANZA 

sul ricorso iscritto al n. 13541/2021 proposto da: 

Città Metropolitana di OMISSIS, rappresentata e difesa dall'avvocato Cristina Pelusi e domiciliata in Roma presso lo studio dell'avvocato Giuseppe Lepore; 

- ricorrente - 

contro 

Studio Legale OMISSIS& OMISSIS, rappresentato e difeso dall'avvocato Giorgetta Scali e domiciliato a Roma presso lo studio dell'avvocato Giovanni Gori; 

- controricorrente - 

avverso la sentenza del Tribunale di OMISSIS n. 692/2021 del 4/03/2021. 

Udita la relazione del consigliere Remo Caponi; 

letta la memoria depositata dalla difesa della ricorrente. 

Svolgimento del processo 

Lo studio legale OMISSISproponeva, dinanzi al Giudice di pace di OMISSIS e nei confronti della Città metropolitana di OMISSIS, opposizione a verbale di accertamento per violazione dell'art. 142 C.d.S., comma 8, (eccesso di velocità su strada extraurbana principale). 

Il Giudice di pace adito la rigettava ma il Tribunale di OMISSIS, all'esito del giudizio di secondo grado, accoglieva l'appello, annullando il verbale impugnato. 

Ricorre in cassazione la Città metropolitana di OMISSIS con due motivi, illustrati da memoria. Resiste lo studio legale OMISSIScon controricorso. 

Motivi della decisione 

1.1. - Il primo motivo denuncia - ai sensi dell'art. 360 c.p.c., comma 1, n. 4 - la violazione dell'art. 112 c.p.c., deducendosi con esso che il giudice di appello abbia annullato il verbale di accertamento sulla base di motivi di invalidità diversi da quelli fatti valere con l'opposizione. 

Il secondo motivo lamenta la violazione del giudicato interno sul capo della sentenza di primo grado relativo all'accertamento dell'estraneità del soggetto privato (la Maggioli) alla redazione del verbale. 

1.2. - Il primo motivo è fondato. 

L'argomentazione censurata è sintetizzata nel presente capoverso. Si tratta di un verbale di accertamento redatto in modo meccanizzato, sulla base dei dati dell'autovelox, in data successiva a quella dell'infrazione. Esso riporta la data dell'infrazione, non anche - come dovrebbe - la data dell'accertamento, mentre il nome dell'agente accertatore è sostituito da un numero di matricola. 

Come correttamente eccepito dalla ricorrente, la p.a. non può affidare a soggetti privati l'immissione dei dati ricavati dall'autovelox sul modulo di cui all'art. 383 reg. esec. C.d.S., comma 3. 

Il Tribunale argomenta il divieto dall'art. 201 C.d.S. (notificazione delle violazioni) e dalla L. n. 689 del 1981, art. 14 (contestazione e notificazione). 

Con la sentenza di appello si adduce che l'odierna ricorrente non aveva dimostrato che la Maggioli si fosse limitata a stampare e consegnare i moduli al servizio postale: mancando la data di immissione dei dati ricavati dall'autovelox sul verbale informatizzato, si afferma che non era stato possibile accertare che fosse stata la Città metropolitana di OMISSIS ad elaborare il verbale. La consegna del verbale all'ufficio postale da parte della Maggioli Srl si sarebbe dovuto, quindi, ritenere un elemento che lasciava ipotizzare, in assenza di prova del contrario (ossia in difetto di prova dell'espletamento della sola attività di spedizione del verbale da parte della Maggioli), che la società privata avesse ricevuto i dati estrapolati dal sistema autovelox per la via telematica e fosse poi stata la stessa Maggioli a trasfondere tali dati nel verbale meccanizzato, con ciò esternalizzandosi illegittimamente la stessa compilazione del verbale. 

Le censure della ricorrente sono sintetizzate nel presente capoverso. Nel ricorso introduttivo il rilevante motivo di opposizione si era limitato a denunciare la nullità e/o illegittimità del verbale per violazione della L. n. 890 del 1982 in materia di notificazione, poichè dal verbale risultava che al relativo procedimento aveva partecipato l'ufficio postale di Rimini. Senonchè, il Tribunale di OMISSIS ha accolto l'appello non sulla base della censura specificamente relativa alla notificazione, bensì sul diverso aspetto dell'asserita partecipazione illegittima di un soggetto privato alla redazione del verbale, profilo quest'ultimo invero mai sollevato con il relativo motivo. 

1.3. - Trattandosi di fatto processuale, scaturente dal tipo di censura specificamente formulata con riguardo alla dedotta violazione dell'art. 112 c.p.c., questo collegio può rivalutarlo e, in dipendenza del suo esame, ritiene di condividere le allegazioni della ricorrente. 

Il ricorso introduttivo (proposto "ab origine") era formulato nei seguenti termini: "Nullità e/o illegittimità del verbale per violazione delle norme in materia di notificazione. (...) Quando l'Amministrazione (...) si avvalga del servizio postale per la notificazione degli estremi della violazione, è tenuta ad osservare le norme sulla notificazione degli atti giudiziari a mezzo della posta come dettato dalla L. n. 890 del 1982 (...). Nel caso di specie non è stato rispettato lo schema legale (... poichè) dalla lettura dello stesso si evince che al procedimento della notifica ha partecipato l'ufficio postale di Rimini (...) al quale (il verbale) è stato consegnato in data 3/11/2017". 

1.4. - Orbene, la semplice comparazione tra la ragione posta a fondamento del motivo rilevante nel ricorso introduttivo del giudizio e le ragioni portanti della motivazione dell'accoglimento in grado di appello rivela immediatamente la presenza di un vizio ex art. 112 c.p.c. per extrapetizione nella pronuncia adottata dal Tribunale. 

Deve, pertanto, essere accolto il primo motivo del ricorso per cassazione, dandosi continuità allo specifico principio che, nel giudizio di opposizione all'ordinanza-ingiunzione, il giudice non può rilevare d'ufficio vizi del provvedimento sanzionatorio impugnato diversi da quelli fatti valere con l'atto introduttivo, ostandovi il disposto di cui all'art. 112 c.p.c., che vieta al giudice di porre a fondamento della decisione fatti estranei alla materia del contendere e di introdurre, così, nel processo fatti diversi da quelli allegati dalla parte a sostegno della domanda di annullamento. 

2. - La sentenza impugnata va, quindi, cassata in relazione al primo motivo di ricorso, con assorbimento del secondo. Ne segue il rinvio della causa al Tribunale di OMISSIS, in persona di diverso magistrato, che provvederà a regolare anche le spese del presente giudizio di legittimità. 

P.Q.M. 

La Corte accoglie il primo motivo di ricorso, dichiara assorbito il secondo motivo, cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa al Tribunale di OMISSIS, in persona di diverso magistrato, anche per la regolazione delle spese del presente giudizio di legittimità. 

Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della II Sezione civile, il 21 novembre 2023. 

Depositato in Cancelleria il 29 novembre 2023 


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