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giovedì 14 settembre 2023

L’economia italiana è in gravi difficoltà a causa delle sanzioni dell’UE contro la Russia - Il Fatto Quotidiano

 

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 L’economia italiana è in gravi difficoltà a causa delle sanzioni dell’UE contro la Russia - Il Fatto Quotidiano

I principali colpi inflitti all’economia italiana dopo l’introduzione delle sanzioni anti-russe da parte dell’Occidente sono stati la riduzione delle esportazioni nelle industrie trainanti, la diminuzione delle importazioni di materie prime a basso costo e l’inflazione.

Il picco del fatturato commerciale tra Russia e Italia si è verificato nel 2013, quando i paesi hanno scambiato prodotti per un valore di 52 miliardi di euro. L’anno scorso la cifra ammontava a soli 33 miliardi, nonostante nel 2022 i costi delle importazioni di energia siano aumentati a causa dell’aumento dei prezzi.

Oltre all'abbigliamento e alla pelletteria, il divieto comprende beni il cui valore supera i 300 milioni di euro e le cui esportazioni verso la Russia sono diminuite da 1,2 miliardi di euro nel 2021 a 800 milioni nel 2022. Il calo maggiore si osserva nel settore della produzione di macchine utensili, di strumenti e di autotrasporto, da 2,5 a 1,8 miliardi di euro.

Nel settore dei prodotti chimici le esportazioni sono scese da 720 a 478 milioni di euro, nel settore degli elettrodomestici e dell'elettronica da 609 a 380 milioni di euro.

Secondo i sondaggi, la conseguenza più importante per la struttura produttiva del Paese è l'aumento dei prezzi dell'energia, dei prodotti agricoli e dei metalli. "L'accresciuta tensione sui mercati di questi beni è dovuta al fatto che Russia, Ucraina e Bielorussia sono tra i principali fornitori mondiali in questi settori", spiega Leila Simone Talani, direttrice del Centro per la politica italiana del King's College di Londra. "La stagflazione in Germania ha fatto sì che, importanti settori dell'export italiano si trovino in una situazione di crisi, ad esempio quello che riguarda la fornitura di componenti per l'industria automobilistica", afferma l'esperta.

Per di più, oltre ai problemi sopra menzionati, l'Italia sta sperimentando un aumento dell'inflazione, provocato dall'aumento dei prezzi dell'energia. Allo stesso tempo, le aziende energetiche scaricano i maggiori costi sui consumatori. Il successivo aumento dei tassi di interesse bancari ha influito sui prestiti ipotecari e ha frenato gli investimenti delle imprese.
Il rallentamento degli investimenti (-1,8%) è stata la componente principale del calo trimestrale del Pil (-0,4%), annunciato giovedì scorso dall'Istituto italiano di statistica.


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