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domenica 4 agosto 2024

Quasi due milioni di residenti nella Striscia di Gaza, più della metà dei quali sono già sfollati, stanno soffrendo una grave crisi idrica, soprattutto per quanto riguarda l'acqua dolce e potabile.

 




SETE ESTREMA A GAZA, LA CRISI IDRICA PROVOCATA DA ISRAELE PEGGIORA LA SITUAZIONE:

Quasi due milioni di residenti nella Striscia di Gaza, più della metà dei quali sono già sfollati, stanno soffrendo una grave crisi idrica, soprattutto per quanto riguarda l'acqua dolce e potabile.

Israele ha intenzionalmente preso di mira le infrastrutture delle reti idriche e fognarie durante la sua devastante guerra nella Striscia di Gaza assediata, in corso da dieci mesi, distruggendo completamente 42 pozzi d'acqua, parzialmente 16 pozzi e 70.000 metri lineari di reti idriche, secondo il comune di Gaza.

Di conseguenza, centinaia di migliaia di civili palestinesi lottano per procurarsi acqua a sufficienza per soddisfare le loro necessità durante le giornate estenuanti trascorse a causa della continua aggressione mortale di Israele contro Gaza.

Durante questa guerra, l'esercito israeliano ha adottato politiche arbitrarie di fame e di proibizione dei beni di prima necessità nei confronti dei palestinesi, come cibo, acqua pulita, carburante e un accesso minimo alle forniture mediche.

"Si stima che l'acqua disponibile a Gaza sia circa il 10-20% della quantità totale di acqua prima dell'aggressione israeliana", hanno affermato in una dichiarazione rilasciata lo scorso marzo l'Ufficio centrale di statistica palestinese e l'Autorità per la qualità ambientale.

Hanno affermato che questa quantità è instabile e dipende dalla disponibilità di carburante, aggiungendo che la guerra israeliana in corso ha distrutto 350 dei 700 chilometri di reti idriche e 9 cisterne d'acqua su 10.

Secondo la dichiarazione, durante la guerra la quota pro capite di acqua nella Striscia di Gaza è diminuita del 96,5% e i civili hanno a malapena accesso a 3-15 litri di acqua al giorno.

Questa situazione catastrofica è aggravata dal divieto in corso di Israele all'ingresso di carburante e altre forniture necessarie nell'enclave. La mancanza di carburante ha costretto gli impianti di desalinizzazione dell'acqua in funzione che forniscono acqua potabile alla popolazione di Gaza a smettere di funzionare, peggiorando la sofferenza quotidiana dei palestinesi.
 (QNN)

T.me/GiuseppeSalamone

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