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mercoledì 8 maggio 2024

Il fine vita per lavoro o per guerre

 

Il fine vita per lavoro o per guerre

Dall’Agenzia “pagella politica“ con fonti INAIl, sappiamo che tra il 2010 e il 2020 nei 10 anni in media ogni anno sono morti sul lavoro 1292 lavoratori, di questi il 23% in itinere; l’ultimo dato ISTAT è del 2021 con 1.221 morti sul lavoro; sono ben il 29,81% sul totale degli italiani morti incidentalmente.  

         Sul tema hanno recentemente dichiarato;

Sergio Mattarella;

In occasione del 1° maggio; “ i più di mille morti all’anno per lavoro sono inaccettabili“; dopo la tragedia del 5 maggio accaduta a Casteldaccia in Sicilia, nelle cui  fognature comunali sono morti asfissiati 5 lavoratori perché a loro non è stata data in dotazione la dovuta mascherina protettiva, tra questi c’è n’era uno di 71 anni, il Presidente ha detto “auspico che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente: ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro ripropone con forza la l’impegno a risolvere il problema.

Giorgia Meloni:

“sia fatta piena luce; “sono sconvolta della notizia da Casteldaccia; alle famiglie delle vittime il mio profondo cordoglio“.

Lega

“siamo scioccati per i morti di Casteldaccia, non è ammissibile che si muoia così, non è ammissibile che si muoia svolgendo il proprio lavoro; le morti bianche sono un fallimento poiché indicano che la sicurezza nei luoghi di lavoro non è sufficiente a preservare l’incolumità e la vita“.

Papa Francesco;

“è sempre troppo tardi!“

Arcivescovo di Palermo;

“dobbiamo cambiare, non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni.

         Alla luce della storia marchiata dalla dottrina Monroe “si deve produrre, produrre, produrre; profitto, profitto, profitto“; le formalistiche dichiarazioni di rito dei vari rappresentanti istituzionali possono essere lette come ipocrisie; anche di quelli confessionali; può un contagio con la blasfemia accettare nel silenzio la razzista Meloni propagandare paganamente per fini elettorali “sono cristiana“.

         L’ipocrisia istituzionale si è fatta diventare rito razionale al pari della irrazionalità quando la credenza si sostiene solo sui misteri; l’opportunismo interessato viene narrato come segno del destino; che appunto misteriosamente promuove sempre gli abbienti e punisce i non abbienti.

         Il cambiamento non arriva per grazia ricevuta; si deve conquistarlo; la crisi delle rappresentanze di sinistra è arrivata anche perché lo stolto termine è stato suggerito dalle destre monarchiche; pertanto non scaldiamoci sulle terminologie per non togliere forza alle necessarie concretezze da organizzare;  non solo un funzione elettorale; ma con coraggiosa e costante coerenza sulla questioni sociali; lo svilupparsi della disumanità di sistema, li stanno facendo diventare vitali perché la vita terrestre non è più considerata un valore; vedi le morti per lavoro o per le guerre.

         Enrico Corti

         7 maggio 2024   

         

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