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mercoledì 21 settembre 2011

Fischi e insulti per La Russa a Montecitorio (Video)

(Fonte: La Stampa.it)

Cassazione "...Mancata concessione del riposo settimanale - Previsto danno da usura psicofisica..."


 


Cassazione Civile,  sentenza n. 18310 del 07 settembre 2011
Fatto



E' impugnata con ricorso per due motivi la sentenza della Corte di Appello di Salerno che, confermando, sia pur con diversa motivazione, la decisione del primo giudice, ha rigettato la domanda dell'attuale ricorrente, dipendente dell'ASL SA/(...), volta ad ottenere il risarcimento del danno derivatogli dall'usura psicofisica subita per le giornate lavorative effettuate nei giorni destinati a riposo compensativo a seguito di turno di reperibilità prestato in giorno festivo, ritenendo non fornita dall'interessato la prova del pregiudizio sofferto in concreto e la sua dipendenza causale dalla mancata fruizione del riposo. L'ASL SA/(...) resiste con controricorso e propone altresì ricorso incidentale.

 
Diritto

I ricorsi, proposti contro la stessa sentenza, devono essere riuniti (articolo 9 del decreto legislativo n. 66 del 2003 per violazione del diritto, di rilevanza costituzionale all'integrità psicofisica del lavoratore nonché del diritto, da esso conseguente, al risarcimento in via equitativa del danno da usura psicofisica per avere lavorato in giornate destinate a riposo compensativo.

Si addebita alla sentenza impugnata in sostanza di non aver considerato che diversamente dal danno biologico, il danno da usura psicofisica per mancata concessione del riposo settimanale, deve ritenersi presunto.

Con il secondo motivo del ricorso principale è denunciata violazione degli 2729 codice civile. Si addebita alla sentenza impugnata di aver ritenuto non provato il danno da usura psicofisica senza tener conto che la prova di tale danno è data dimostrando o allegando che il comportamento consistito nella mancata fruizione del giorno di riposo compensativo è un fatto potenzialmente dannoso, e che tale onere probatorio era stato compiutamente assolto dal ricorrente con l'indicazione di presunzioni ed il ricorso al fatto notorio.

I due motivi, che per la loro connessione, possono essere esaminati congiuntamente sono infondati.

La vicenda in esame consiste nella effettuazione da parte dell'attuale ricorrente di turni di reperibilità passiva in giorni festivi, con diritto ad un giorno di riposo compensativo nella settimana successiva, in concreto non usufruito.

Le fonti normative rilevanti sono costituite dall'articolo 18 del d.p.r. 20 maggio 1987, n. 270 (norme risultanti dalla disciplina prevista dall'accordo sindacale per il triennio 1985-1987 relativa al comparto del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale), l'articolo 7 del CCNL 20 settembre 2001 integrativo del CCNL comparto sanità del 7 aprile 1999, l'art. 19 del Contratto dell'area della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa del comparto sanità, 5 dicembre 1996, normativo 1994 - 1997 economico 1994 - 1995.

Il primo articolo, nel primo comma, stabilisce che: "Il servizio di pronta disponibilità è caratterizzato dalla immediata reperibilità del dipendente e dall'obbligo dello stesso di raggiungere il presidio nel più breve tempo possibile dalla chiamata, secondo intese a definirsi in sede locali" e, nel quinto comma, che "nel caso in cui la pronta disponibilità cada in giorno festivo spetta un riposo compensativo senza riduzione del debito orario settimanale".

Il cit. art. 7 del CCNL 20 settembre 2001, dopo aver ribadito nel comma 1 il contenuto sostanziale dell'art. 18, comma primo del cit. d.p.r. n. 270 del 1987, conferma nel comma 6 che qualora il servizio di pronta disponibilità cada in giorno festivo "spetta un riposo compensativo senza riduzione del debito orario settimanale". In entrambe le fonti normative la pronta disponibilità viene compensata con una indennità rapportata ad ogni 12 h del servizio stesso.

Infine, l'art. 19, nel comma 1, definisce in termini del tutto simili il servizio di pronta disponibilità, stabilisce nel comma 5 che "la pronta disponibilità dà diritto ad una indennità per ogni dodici ore" ed attribuisce, nel comma 6, nel caso di coincidenza fra pronta disponibilità e giorno festivo " un giorno di riposo compensativo senza riduzione del debito orario settimanale".

Dalle disposizioni così richiamate emerge quindi che, non avendo il dipendente diritto a riduzioni dell'orario settimanale per effetto della espletata reperibilità, la eventuale fruizione dei riposo compensativo comporta allungamento della prestazione giornaliera.

La giurisprudenza di questa Corte ha da tempo chiarito che la reperibilità prevista dalla disciplina collettiva si configura come una prestazione strumentale ed accessoria qualitativamente diversa dalla prestazione di lavoro, consistendo nell'obbligo del lavoratore di porsi in condizione di essere prontamente rintracciato, fuori del proprio lavoro, in vista di un'eventuale prestazione lavorativa, e di raggiungere in breve lasso di tempo il luogo di lavoro per eseguirvi la prestazione richiesta.

Pertanto, non equivalendo all'effettiva prestazione lavorativa, il servizio di reperibilità svolto nel giorno destinato al riposo settimanale limita soltanto, senza escluderlo del tutto, il godimento del riposo stesso quindi comporta il diritto non ad un trattamento economico uguale a quello spettante per l'ipotesi di effettiva prestazione di lavoro in quel medesimo giorno bensì ad un trattamento inferiore proporzionato alla minore restrizione della libertà della lavoratore (27477/2008).

La suddetta configurazione della reperibilità esclude che si possa applicare alla fattispecie la giurisprudenza di questa Corte in tema di ristoro della prestazione lavorativa effettivamente resa nel settimo giorno consecutivo, facendo ricorso alla presunzione di sussistenza del danno che questa Corte ha affermato a proposito della maggiore gravosità del lavoro prestato nel giorno destinato riposo (vedi, fra le altre, Cass. 16398/2004). Il doversi tenere disponibile per una eventuale prestazione lavorativa è, infatti, cosa diversa dall'effettuazione in concreto di tale prestazione. L'obbligo di mera disponibilità non seguito dal godimento del riposo compensativo è del pari situazione diversa dalla prestazione di lavoro resa nel giorno destinato al riposo, e non vi è alcuna ragione per ritenere che esso sia di per sé idoneo ad incidere sul tessuto psicofisico del lavoratore così da configurare un danno in re ipsa. D'altra parte, il disagio patito per la reperibilità in giorno festivo non seguita da effettiva attività lavorativa è già monetizzato dalla contrattazione collettiva (vedi Cass. 27477/2008 cit. )

E' certo possibile che quel disagio assuma dimensioni tali da incidere sul piano psicofisico del lavoratore che non possa godere del riposo compensativo, trasformandosi in danno da usura psicofisica ma a tal fine non è sufficiente la mera deduzione di non aver potuto godere appieno il giorno festivo per il connesso impegno di reperibilità, essendo necessario allegare e provare il danno che tale reperibilità ha prodotto. Né è il datore di lavoro a dover dimostrare , diversamente che nel caso di reperibilità attiva, l'idoneità dei benefici contrattuali a fornire l'integrale ristoro il mancato recupero delle energie psicofisiche del lavoratore, essendo invece quest'ultimo a dover provare che la mera reperibilità passiva non seguita da riposo compensativo sia stata produttiva di un danno.

In definitiva, il danno da usura psicofisica si iscrive secondo la più recente giurisprudenza di questa corte (11 novembre 2008 n. 26972) nella categoria unitaria del danno non patrimoniale causato da fatto illecito o da inadempimento contrattuale e la sua risarcibilità presuppone la sussistenza di un pregiudizio concreto patito dal titolare dell'interesse leso, sul quale grava, pertanto, l'onere della relativa specifica deduzione della prova eventualmente anche attraverso presunzioni semplici. Queste, peraltro, -è appena il caso di sottolinearlo- non possono consistere nella mera deduzione di avere reso la prestazione di reperibilità, poiché in tal caso si tornerebbe alla tesi del danno ex se , della quale si è mostrata l'erroneità. In conclusione, il ricorso principale va rigettato.

Il ricorso incidentale, diretto contro la statuizione della sentenza che aveva negato la sussistenza di alcun obbligo risarcitorio della ASL in assenza di richiesta del lavoratore di fruire del riposo compensativo, va dichiarato assorbito. La parte ricorrente deve essere condannata alle spese del giudizio.


 
P.Q.M.



Riunisce i ricorsi; rigetta il ricorso principale, assorbito l'incidentale; condanna il ricorrente principale al pagamento delle spese in € 40,00 oltre ad € 1500 per onorari, nonché IVA. CPA e spese generali.

MANOVRA:FILETTINO VERSO PRINCIPATO,ADESIONE DA META'ABITANTI

MANOVRA:FILETTINO VERSO PRINCIPATO,ADESIONE DA META'ABITANTI
GIA' RACCOLTE 250 FIRME. UN COMMERCIANTE PRESIEDE COMITATO
(ANSA) - FILETTINO (FROSINONE), 21 SET - Oltre la meta' della
popolazione di Filettino ha gia' aderito al Comitato per la
fondazione del 'principato'. La raccolta di firme va avanti ed
entro sabato, giorno in cui verra' istituito il Comitato, si
conta di ottenere l'adesione di gran parte degli abitanti, che
sono 400 su 590 residenti. Lo ha annunciato il sindaco Luca
Sellari, che non presiedera' piu' il Comitato per motivi di
compatibilita' con la carica di sindaco. Alla carica di
presidente e' stato scelto Paolo Cerocchi, titolare di
un'attivita' commerciale nel paese ciociaro.
Il progetto del 'principato' e' stato avviato per contestare
la manovra economica varata dal governo e va avanti. ''E'
un'iniziativa - dice l'avvocato Carlo Taormina, chiamato a
seguire l'iter per la fondazione del 'principato' - che non
presenta nessuna violazione di legge. Tutto viene fatto nel
rispetto dell'ordinamento giuridico italiano, poi vedremo come
si metteranno le cose''.
Dopo l'istituzione del Comitato per la fondazione, la
prossima settimana si passera' a predisporre il testo della
Costituzione del 'principato'.
''La Costituzione - aggiunge Taornmina - dovra' essere
sottoposta a referendum popolare per avere una risposta dalla
popolazione. Tutto il mondo guarda a questo progetto che
illustreremo nei particolari sabato mattina a Filettino''.
Intanto per l'incontro-conferenza di sabato mattina sono gia'
mobilitati giornali e televisioni. ''Stiamo registrando
l'interesse dei media da ogni parte del globo'', conferma il
sindaco Sellari. (ANSA).

YPO-RO
21-SET-11 19:05 NNNN

Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca Nota 24-6-2011 n. 4334 Scuole paritarie: numero minimo di alunni per classe. Emanata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Dipartimento per l’istruzione, Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l'autonomia scolastica.


Nota 24 giugno 2011, n. 4334 (1).
        Scuole paritarie: numero minimo di alunni per classe.         

(1) Emanata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca,  Dipartimento per l’istruzione, Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l'autonomia scolastica.


                               
                                                   
Ai                                                  
Direttori generali degli uffici scolastici regionali                                           
                                                                    
Loro sedi                                           
                                  
e, p.c.:                                                  
Alla                                                  
Provincia autonoma di Trento                                           
                                                                    
Dipartimento istruzione                                           
                                                                    
Via G. Gilli, 3                                           
                                                                    
38100 - Trento                                           
                                                   
Al                                                  
Sovrintendente scolastico per la Provincia di Bolzano                                           
                                                                    
Via del Ronco, 2                                           
                                                                    
39100 - Bolzano                                           
                                                   
All'                                                  
Intendente scolastico per le scuole in lingua tedesca                                           
                                                                    
Via Amba Alagi, 10                                           
                                                                    
39100 - Bolzano                                           
                                                   
All'                                                  
Intendente scolastico per le Scuole delle località ladine                                           
                                                                    
Via Bottai, 29                                           
                                                                    
39100 - Bolzano                                           
                                                   
Al                                                  
Sovrintendente agli studi per la regione autonoma della Valle d'Aosta                                           
                                                                    
Piazza Deffeyes, 1                                           
                                                                    
11100 - Aosta                                           
                                                   
All'                                                  
Assessore regionale dell’istruzione e della formazione professionale della regione Sicilia                                           
                                                                    
Via Imperatore Federico n. 70                                           
                                                                    
90139 - Palermo                                           
                                                   
All'                                                  
Ufficio di gabinetto                                           
                                                                    
Sede                                           
                                                   
All'                                                  
Ufficio legislativo                                           
                                                                    
Sede                                         



                 



Come è noto l'art. 1, comma 5, lettera f), del D.M. n. 267 del 29 novembre 2007 prevede che, all'atto della presentazione dell'istanza per il riconoscimento della parità, il gestore o il rappresentante legale della  gestione dichiari "l'impegno a costituire corsi completi e a formare classi composte da un numero di alunni non inferiore ad 8, per rendere efficace l'organizzazione degli insegnamenti e delle attività didattiche".     
Il TAR del Lazio, Sez.III bis, con sentenze n.7265/09 e n.7269/09, passate in giudicato, ha annullato la predetta disposizione "limitatamente alla parte in cui non prescrive una disciplina di dettaglio che garantisca l'intero iter scolastico nella scuola paritaria, e non esclude la perentorietà della previsione della formazione di classi composte da un numero di alunni non inferiore a 8".     
Pertanto, considerata la necessità di dare ottemperanza al giudicato formatosi sulle predette sentenze, si invitano  le SS.LL a tenere conto, in sede di riconoscimento della parità scolastica, dell'annullamento dell'art. 1, comma 5, lettera f), del D.M. n. 267 del 29 novembre 2007.     

     
Il Direttore generale     
Carmela Palombo               



D.M. 29 novembre 2007, n. 267, art. 1

Camera, piazza infuriata, La Russa contestato

CAMERA. PIAZZA INFURIATA, LA RUSSA CONTESTATO
ACCOGLIENZA FREDDA ANCHE PER DI PIETRO, A LUI FISCHI E APPLAUSI

(DIRE) Roma, 21 set. - La piazza dell'antipolitica non fa sconti.
Fischia e urla "buffone" al ministro Ignazio La Russa, ma riserva
un trattamento gelido anche ad Antonio Di Pietro, il leader
dell'Idv.
Oggi Montecitorio e' "assediata" da tre distinte
manifestazioni. Il sit-in tricolore contro la casta di Gaetano
Ferrieri e' il piu' arrabbiato. Centinaia di persone, bandiera
nazionale al collo, protestano a viva voce contro la politica in
giacca blu. Accanto a loro, gli operai della Irisbus, l'azienda
di Flumeri, Avellino, chiusa da Fiat. E a pochi metri i
poliziotti del Silp Cgil e di altre sigle, che tutelano i
lavoratori della pubblica sicurezza. Quando si affaccia La Russa
dalla piazza parte una selva di fischi e urla: 'Buffone',
'buffone'. Il ministro rinuncia a un intervento pubblico e affida
poche parole ai poliziotti: "Quando ci siete voi io vengo sempre.
Ma questi che gridano non sono poliziotti".
Poco dopo tocca al leader Idv Di Pietro. Affronta la piazza,
nonostante qualche fischio. Quando si avvicina ai sostenitori di
Ferrieri, partono le grida di contestazione. "Loro il trota, tu
tuo figlio. Vattene!". Di Pietro non si fa intimorire, anche
perche' gli operai Irisbus lo applaudono, e anche i poliziotti
gli si fanno vicino. "Siamo davvero alla fine della storia di
questo governo- dice loro Di Pietro- se la polizia manifesta
contro il Parlamento. Devono andare a casa il prima possibile o
qui rischiamo la rivolta sociale".
Davanti al Parlamento le manifestazioni continuano. E domani,
nel giorno del giudizio su Milanese a Montecitorio sono previsti
i Viola, con tanto di monetine.

(Rai/ Dire)
13:43 21-09-11

NNNN

Immigrati/ Silp-Cgil: pericoloso continuare politiche sbagliate

Immigrati/ Silp-Cgil: pericoloso continuare politiche sbagliate
A Lampedusa,più uomini forze ordine e aumentare voli rimpatri

Roma, 21 set. (TMNews) - Quanto sta avvenendo in questi giorni a
Lampedusa "è il frutto di scelte politiche sbagliate e dell'idea
che l'isola potesse diventare un Centro di accoglienza
permanente". E' quanto afferma il segretario nazionale del
sindacato di polizia Silp-Cgil, Claudio Giardullo.

Oltre a problemi di ordine pubblico a lampedusa ci sono da tempo
anche problemi igienico-sanitari nella gestione dell'accoglienza
degli immigrati che arrivano dal Nord Africa. "Continuare con
questa idea può essere drammaticamente pericoloso", ha aggiunto
Giardullo. Cosa fare? "E' necessario intensificare da subito i
trasferimenti degli immigrati aumentando i voli per i rimpatri. E
poi - prosegue il sindacalista - far affluire rinforzi di forze
dell'ordine in maniera veloce sull'isola".

Sulle critiche mosse dal sindaco di Lampedusa all'operato delle
forze dell'ordine, Giardullo replica: "Quando ci sono problemi di
tensione anche un atteggiamento responsabile dei Comuni e di chi
ne è alla guida aiuterebbe il lavoro delle forze dell'ordine".

Nes

211554 set 11

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-13229 presentata da MAURIZIO TURCO lunedì 19 settembre 2011, seduta n.520 MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno.- Per sapere - premesso che: sul quotidiano la Repubblica del 14 settembre 2011, è pubblicato un articolo dal titolo «Denuncia shock: "Pestaggi e soprusi. Gli orrori nella caserma dei Nocs"» in cui si dà notizia che «la Procura indaga sul "nonnismo" tra le teste di cuoio dopo il racconto di un agente, correlato di registrazioni ...

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13229
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 19 settembre 2011, seduta n.520

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

sul quotidiano la Repubblica del 14 settembre 2011, è pubblicato un articolo dal titolo «Denuncia shock: "Pestaggi e soprusi. Gli orrori nella caserma dei Nocs"» in cui si dà notizia che «la Procura indaga sul "nonnismo" tra le teste di cuoio dopo il racconto di un agente, correlato di registrazioni video e audio e fotografie. "Mi hanno picchiato per uno sguardo in mensa"» in cui si legge «Io sono stato "morso" dopo un paio d'anni. Ma, come gli altri, anche dopo ho subito di tutto. All'interno della caserma - dice ancora l'uomo - basta nulla per scatenare scene di violenza inaudita. "L'ultima volta è successo perché in mensa ho fatto un saluto a quello che si ritiene il leader. Lui si è avvicinato e spalleggiato dagli altri, ha cominciato a picchiarmi". Un pestaggio in piena regola - i Rambo dei Nocs sono istruttori di arti marziali - che ha costretto la vittima a una convalescenza di 108 giorni. "A quella scena hanno assistito tutti, nella sala. Ma nessuno si è detto disposto a testimoniare, perché lì regna il terrore". Non è una coincidenza che negli ultimi anni ci siano stati numerosi episodi di agenti affetti da depressione e "fuggiti" in pensione a soli 40 anni, oltre al caso, più clamoroso, del suicidio di Paolo De Carli. L'agente si sparò un colpo al cuore due anni fa, proprio lì, in caserma»;

un articolo pubblicato sul portale internet «Tiscali» il giorno 15 settembre 2011, a firma di Paolo Salvatore Orrù, dal titolo «Violenze nella caserma dei Nocs, sindacati di polizia sorpresi: non ci risulta», riporta la notizia secondo cui «La denuncia dell'ex Nocs è corredata da foto, immagini, audio e video. I documenti, sono nelle mani del pubblico ministero Elisabetta Ceniccola, parrebbero dimostrare che nel reparto d'elite della polizia vige una sorta di regime del terrore [...]»;

sempre nel medesimo articolo a firma di Orrù si legge le dichiarazioni di Domenico Pianese, segretario generale aggiunto del sindacato indipendente della polizia di Stato (Coisp) che afferma «Conosco piuttosto bene la struttura e il personale di Spinaceto: nessuno ci ha mai prospettato una simile situazione di sofferenza. La denuncia del collega e grave: spero che la magistratura chiarisca al più presto la vicenda», e quella di Luca Marco Comellini, segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) «Nelle caserme, anche in quelle di polizia, molto spesso si preferisce lavare i panni sporchi in famiglia: il sistema, insomma, si regge non sui valori fondanti l'istituzione ma su altri, che non possono essere quelli di un corpo spesso chiamato all'azione per la tutela di uno Stato democratico [...] Che le violenze siano psicologiche o che riguardino l'esercizio di un diritto costituzionalmente protetto non fa differenza in un mondo - quello delle divise - dove spesso vige la regola del "non vedo non sento e non parlo perché voglio campare tranquillo"»;

il caso di presunta violenza riferito dalle fonti giornalistiche meriterebbe, ad avviso degli interroganti, l'avvio di una seria ed ampia riflessione sul fenomeno riconducibile nell'ambito del mobbing oltre agli aspetti che possano, nel caso specifico, avere rilevanze penali sull'omessa vigilanza da parte di coloro che vi abbiano l'onere;

il primo firmatario del presente atto e i cofirmatari, il 15 dicembre 2009, hanno presentato la proposta di legge C. 3048 «Introduzione dell'articolo 610-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela dei lavoratori contro gli atti di violenza o di persecuzione psicologica nei luoghi di lavoro (mobbing)» assegnata alla XI Commissione permanente (Lavoro) che attualmente attende di essere calendarizzata per la discussione;

si legge, nella relazione introduttiva alla citata proposta di legge, che «il fenomeno è conosciuto come mobbing, un termine diffuso anche in Italia, utilizzato per indicare una qualsiasi forma di terrorismo psicologico esercitato nei luoghi di lavoro in danno dei lavoratori. Gli effetti del mobbing sono assai rilevanti per l'ordinamento: sono legati non solo alla riqualificazione del lavoratore, ma anche e soprattutto al suo stato di salute, il cui decadimento finisce per riverberarsi sulla struttura sanitaria nazionale, in termini di aggravio delle spese per l'assistenza. È ciò senza considerare gli altri obiettivi danni subiti dalla stessa unità lavorativa interessata, con un inevitabile e grave calo della produttività in tale ambito. Approfondite ricerche svolte in altri Paesi hanno dimostrato che il mobbing può portare all'invalidità psicologica del lavoratore, tanto che può essere corretto, in proposito, parlare di una vera e propria malattia professionale, del tutto simile a un infortunio sul lavoro. Per quel che attiene al nostro Paese, alcune statistiche riferiscono di una percentuale modesta di soggetti vittime del mobbing, pari al 4,2 per cento del totale dei lavoratori dipendenti in Italia, circa 750.000 persone. In realtà il dato che emerge appare assai lontano dal vero, in quanto ancora oggi gli atti di violenza o di persecuzione psicologica nei luoghi di lavoro risultano particolarmente difficili da quantificare: sia perché lo studio del fenomeno è stato intrapreso con notevole ritardo rispetto alle altre nazioni, sia perché le stesse vittime rifiutano di considerarsi tali, per timore di ulteriori ritorsioni o per altri motivi»;

il Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) fin dalla sua costituzione ha affrontato il tema delle violenze negli ambienti di lavoro anche con numerose conferenze stampa, dibattiti e convegni le cui registrazioni sono reperibili sul sito web www.partitodirittimilitari.org;

sul medesimo sito è pubblicato un interessante articolo dal titolo «Il danno biologico da vessazione e da violenze morali sul posto di lavoro: una guerra non dichiarata» a firma del dottor Enzo Cordaro, psicoterapeuta, direttore centro per la rilevazione del danno biologico mobbing compatibile - ASL RMD - e del dottor Roberto Rossi, psicoterapeuta, responsabile accoglienza centro per la rilevazione del danno biologico mobbing compatibile - ASL RMD - con cui si offre una breve ma significativa lettura del fenomeno del mobbing con particolare riferimento a quelle strutture fortemente gerarchizzate quali sono forze armate e di polizia -:

quali siano le immediate iniziative intraprese nei confronti di coloro che sono stati indicati come gli autori delle presunte violenze denunciate dall'appartenente al reparto Nocs e quelle per la tutela dell'incolumità e della salute del denunciante;

se non si ritenga opportuno promuovere, con il supporto delle organizzazioni sindacali delle forze di polizia e con esperti del settore, ogni utile iniziativa volta a contrastare il fenomeno del mobbing nell'ambito delle pubbliche amministrazioni con particolare riferimento a quelle della difesa e dell'interno. (4-13229)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: sul quotidiano la Repubblica del 20 settembre 2011, è pubblicato un articolo dal titolo «Nocs, gaffe del Viminale via il capo dell'indagine sugli abusi si riparte da zero» -:

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13248
presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 20 settembre 2011, seduta n.521

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

sul quotidiano la Repubblica del 20 settembre 2011, è pubblicato un articolo dal titolo «Nocs, gaffe del Viminale via il capo dell'indagine sugli abusi si riparte da zero» -:

quale siano state le azioni compiute dal prefetto Stefano Berettoni a seguito della «nota riservata» riferita nell'articolo in premessa;

se non ritenga doveroso affidare le indagini sulla vicenda in premessa a un soggetto esterno al Ministero dell'interno e, in tale caso, a chi le intenda affidare. (4-13248)

Manovra/ Protesta poliziotti davanti alla Camera contro governo

Manovra/ Protesta poliziotti davanti alla Camera contro governo
Arriva La Russa e partono slogan "Vergogna, vergogna!"

Roma, 21 set. (TMNews) - "Vergogna, vergogna!". "Parassiti,
parassiti!". Oggi, davanti a Montecitorio, non ci sono i
lavoratori dei Cobas ma i poliziotti iscritti a diverse
organizzazioni sindacali. Alle 11, quando è arrivato il ministro
della Difesa Ignazio La Russa davanti all'ingresso principale del
Palazzo della Camera, dove sono assiepati un centinaio di
poliziotti, sono partiti gli slogan contro la manovra e il
governo Berlusconi.

La protesta, quella dei sindacati degli uomini e delle donne in
divisa, per "denunciare pubblicamente la mancata
attenzione del governo nei confronti dei loro diritti e del
diritto alla sicurezza dei Cittadini". A promuoverla i sindacati
Siap, Silp-cgil, Coisp e Anfp, per "manifestare il dissenso dei
poliziotti nei riguardi di un governo che con quest'ultima
manovra finanziaria ha saputo prevedere ulteriori tagli alle
risorse destinate alla sicurezza del Paese piuttosto che
investimenti e che ha oltremodo offeso la specificità del loro
lavoro non prevedendo a tal riguardo alcun sostegno economico ma
tutt'altro".

Nes

211138 set 11

Citazioni: "Se un uomo non é disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui" (di Ezra Pound)


Autovelox - Mappa aggiornata al 12 settembre 2011 - (Fonte www.poliziadistato.it)