VENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 20.14.08
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social =
(AGI) - Roma, 25 ott. - La cautela non e' mai troppa, perche' i social network, anche attraverso la sola messaggistica, possono rivelarsi una trappola pure per chi e' impegnato nel garantire la sicurezza dei cittadini e nel prevenire reati. Non e' una stretta ma un invito alla cautela e alla riservatezza nell'uso dei social da parte dei poliziotti quella che arriva dal Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli. Un invito rivolto non solo a chi opera sul territorio, in strada, nel pattugliamento, ma a tutti coloro che nei vari ruoli - quindi anche apicali o di responsabilita' per aree - operano nella Polizia di Stato. A tutti viene ricordato da Gabrielli che lo status giuridico di chi e' in forza alla Polizia "richiede un comportamento ineccepibile ed esemplare anche nella partecipazione a discussioni sui social forum online", comportamento che dev'essere ispirato "all'equilibrio, alla ponderatezza, al rispetto delle altrui opinioni e ai doveri inerenti alla funzione svolta". E non meno importante e' la riservatezza: va fatta un'attenta riflessione sull'importanza di non diffondere sui social network "notizie attinenti alla propria persona e al proprio entourage, soprattutto familiare (ad esempio, fornire generalita', residenza, ecc.)" poiche' quei dati potrebbero essere utilizzati in modo improprio da qualcuno che ne venga in possesso appunto via social. (AGI) Vic (Segue) 252013 OTT 19 NNNNVENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 20.14.20
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social (2)=
(AGI) - Roma, 25 ott. - La circolare di Gabrielli e' stata indirizzata a tutti i Questori in Italia, al dirigente dell'ufficio presidenziale della Polizia di Stato presso la Sovrintendenza centrale dei servizi di sicurezza del Quirinale, ai responsabili dei diversi Ispettorati particolarmente sensibili, come Vaticano, Senato, Camera, Palazzo Chigi, Viminale, e via via a tutti i dirigenti dei vari Compartimenti, Reparti e Servizi della Polizia di Stato. Gabrielli sottolinea che di recente sono stati registrati episodi in cui operatori della Polizia attraverso i social e le applicazioni di messaggistica, su tutti WhatsApp, "si sono resi autori di esternazioni, spesso accompagnate da video, audio e foto, dal contenuto inappropriato e, in taluni casi, con profili di natura penale e/o disciplinare". Ci sono stati poliziotti che hanno pubblicato, attraverso il proprio account, affermazioni sul lavoro, foto in uniforme, spesso con armi di ordinanza, indicando anche sede di servizio o di residenza. per non dire anche di generalita' inserite. E invece "l'attivita' di Polizia impone il massimo riserbo su argomenti o notizie la cui divulgazione potrebbe recare pregiudizio alla sicurezza dello Stato, oltre che ala propria e a quella dei colleghi". (AGI) Vic (Segue) 252013 OTT 19 NNNNVENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 20.14.20
VENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 20.14.14
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social (4)=
(AGI) - Roma, 25 ott. - Il Capo della Polizia rileva anche che non e' sufficiente aver impostato specifiche restrizioni rispetto ai profili di privacy a garantire in assoluto la riservatezza della comunicazione via social e la possibilita' di limitare con sicurezza i destinatari del messaggio. Una 'fuga' potrebbe sempre verificarsi. Peraltro e' noto come sia difficile, molto difficile, rimuovere dal web in modo definitivo i post, le foto, i video, la cancellazione degli account o l'eliminazione dei contenuti ritenuti inappropriati non escludono la successiva loro riproposizione, cosi' da poter essere acquisiti al'esterno attraverso screenshot o salvataggi di pagine web, "a testimonianza della tendenziale permanenza delle risorse una volta inserite in rete". Di qui l'importanza del mantenimento della prudenza in un luogo che Gabrielli definisce "privo di confini delimitati", quale e' l'online, "dove l'indiscriminato accesso rischierebbe di rendere di dominio pubblico notizie che per loro natura dovrebbero essere circoscritte ad un numero di persone limitato in virtu' delle peculiari funzioni". E c'e' anche il rischio che diffondere notizie relative ad attivita' di servizio puo' compromettere anche un'indagine, oltre che far venir meno la riservatezza di terze persone. In definitiva, il poliziotto, ad ogni livello, non deve rivelare a terzi informazioni e dati, ne' pubblicare notizie o immagini o audio relativi ad attivita' di servizio che sebbene all'apparenza insignificanti potrebbero invece danneggiare seerizi di Polizia oltre che violare la privacy di terze persone; il poliziotto deve interagire nel web "tenendo un comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle liberta' fondamentali, della dignita' della persona e di non discriminazione", cosi' da evitare che il contenuto delle esternazioni possa essere equivocato o addirittura travisato o comunque strumentalizzato. Ne consegue l'esigenza di usare "massimo equilibrio, cautela ed attenzione nella partecipazione a discussioni su forum presenti sul web". Ed anche la pubblicazione di proprie foto in divisa o dell'arma di servizio insieme ad altre informazioni personali "e' quanto mai inopportuna, anche in assenza di rilevanza penale". (AGI) Vic 252013 OTT 19 NNNN
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social (3)=
(AGI) - Roma, 25 ott. - Il prefetto non manca di evidenziare che la stessa normativa costituzionale prevede che la liberta' di corrispondenza e di comunicazione "possono subire delle limitazioni in casi particolari, che, lungi dallo snaturarne il contenuto di diritto assoluto, fondamentale e inalienabile del nostro ordinamento, ne rafforzano invece la ratio". Perche' il corollario del principio di uguaglianza e' rappresentato dal "piu' generale principio di ragionevolezza alla luce del quale la legge deve regolare in maniera uguale situazioni simili ed in maniera diversa situazioni differenti, con la conseguenza che la disparita' di trattamento trova giustificazione nella diversita' delle situazioni disciplinate". Ed e' "pacifico" che l'appartenente alla Polizia di Stato, rispetto alla generalita' dei cittadini e anche agli altri pubblici dipendenti, e' assoggettato (come dice un parere dell'Avvocatura dello Stato del 2016,) "ad un regime giuridico peculiare, in considerazione dei delicati compiti istituzionali". E questo significa che l'operatore della Polizia di Stato ha "l'obbligo di mantenere, in servizio e fuori servizio, un comportamento idoneo a non creare disdoro o imbarazzo all'Amministrazione". Gabrielli ricorda anche che ogni singolo poliziotto "gode presso l'opinione pubblica di una considerazione sociale, culturale e istituzionale connaturata alla funzione svolta che lo caratterizza, in via continuativa, come appartenente al'Amministrazione della pubblica sicurezza". Ne deriva che la sua immagine di poliziotto "e' prevalente rispetto a quella come privato cittadino". Questa peculiarita' "giustifica e impone" di tenere un maggiore riserbo e una particolare cautela nell'esprimere via web opinioni, valutazioni anche di taglio critico, specie in relazione a fatti che interessano l'opinione pubblica. E poi l'utilizzo dei social e' caratterizzato anche dai principi deontologici che "connotano una categoria peculiare di dipendenti pubblici" al servizio del Paese, delle istituzioni, dei cittadini, "per la tutela delle liberta' e dei diritti ed il controllo sull'osservanza delle leggi", oltre che dei regolamenti e dei provvedimenti delle autorita'. Visto inoltre "l'inevitabile rischio" di commistione tra sfera privata e ruolo istituzionale, ecco che gli appartenenti alla Polizia di Stato "sono tenuti ad un 'riserbo' indirizzato - scrive Gabrielli - a garantire l'imparzialita', la dignita' e l'esemplare svolgimento delle funzioni che l'ordinamento demanda agli stessi". E questo "al di la' delle proprie opinioni personali". (AGI) Vic (Segue) 252013 OTT 19 NNNN
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social =
(AGI) - Roma, 25 ott. - La cautela non e' mai troppa, perche' i social network, anche attraverso la sola messaggistica, possono rivelarsi una trappola pure per chi e' impegnato nel garantire la sicurezza dei cittadini e nel prevenire reati. Non e' una stretta ma un invito alla cautela e alla riservatezza nell'uso dei social da parte dei poliziotti quella che arriva dal Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli. Un invito rivolto non solo a chi opera sul territorio, in strada, nel pattugliamento, ma a tutti coloro che nei vari ruoli - quindi anche apicali o di responsabilita' per aree - operano nella Polizia di Stato. A tutti viene ricordato da Gabrielli che lo status giuridico di chi e' in forza alla Polizia "richiede un comportamento ineccepibile ed esemplare anche nella partecipazione a discussioni sui social forum online", comportamento che dev'essere ispirato "all'equilibrio, alla ponderatezza, al rispetto delle altrui opinioni e ai doveri inerenti alla funzione svolta". E non meno importante e' la riservatezza: va fatta un'attenta riflessione sull'importanza di non diffondere sui social network "notizie attinenti alla propria persona e al proprio entourage, soprattutto familiare (ad esempio, fornire generalita', residenza, ecc.)" poiche' quei dati potrebbero essere utilizzati in modo improprio da qualcuno che ne venga in possesso appunto via social. (AGI) Vic (Segue) 252013 OTT 19 NNNNVENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 20.14.20
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social (2)=
(AGI) - Roma, 25 ott. - La circolare di Gabrielli e' stata indirizzata a tutti i Questori in Italia, al dirigente dell'ufficio presidenziale della Polizia di Stato presso la Sovrintendenza centrale dei servizi di sicurezza del Quirinale, ai responsabili dei diversi Ispettorati particolarmente sensibili, come Vaticano, Senato, Camera, Palazzo Chigi, Viminale, e via via a tutti i dirigenti dei vari Compartimenti, Reparti e Servizi della Polizia di Stato. Gabrielli sottolinea che di recente sono stati registrati episodi in cui operatori della Polizia attraverso i social e le applicazioni di messaggistica, su tutti WhatsApp, "si sono resi autori di esternazioni, spesso accompagnate da video, audio e foto, dal contenuto inappropriato e, in taluni casi, con profili di natura penale e/o disciplinare". Ci sono stati poliziotti che hanno pubblicato, attraverso il proprio account, affermazioni sul lavoro, foto in uniforme, spesso con armi di ordinanza, indicando anche sede di servizio o di residenza. per non dire anche di generalita' inserite. E invece "l'attivita' di Polizia impone il massimo riserbo su argomenti o notizie la cui divulgazione potrebbe recare pregiudizio alla sicurezza dello Stato, oltre che ala propria e a quella dei colleghi". (AGI) Vic (Segue) 252013 OTT 19 NNNNVENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 20.14.20
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Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social (4)=
(AGI) - Roma, 25 ott. - Il Capo della Polizia rileva anche che non e' sufficiente aver impostato specifiche restrizioni rispetto ai profili di privacy a garantire in assoluto la riservatezza della comunicazione via social e la possibilita' di limitare con sicurezza i destinatari del messaggio. Una 'fuga' potrebbe sempre verificarsi. Peraltro e' noto come sia difficile, molto difficile, rimuovere dal web in modo definitivo i post, le foto, i video, la cancellazione degli account o l'eliminazione dei contenuti ritenuti inappropriati non escludono la successiva loro riproposizione, cosi' da poter essere acquisiti al'esterno attraverso screenshot o salvataggi di pagine web, "a testimonianza della tendenziale permanenza delle risorse una volta inserite in rete". Di qui l'importanza del mantenimento della prudenza in un luogo che Gabrielli definisce "privo di confini delimitati", quale e' l'online, "dove l'indiscriminato accesso rischierebbe di rendere di dominio pubblico notizie che per loro natura dovrebbero essere circoscritte ad un numero di persone limitato in virtu' delle peculiari funzioni". E c'e' anche il rischio che diffondere notizie relative ad attivita' di servizio puo' compromettere anche un'indagine, oltre che far venir meno la riservatezza di terze persone. In definitiva, il poliziotto, ad ogni livello, non deve rivelare a terzi informazioni e dati, ne' pubblicare notizie o immagini o audio relativi ad attivita' di servizio che sebbene all'apparenza insignificanti potrebbero invece danneggiare seerizi di Polizia oltre che violare la privacy di terze persone; il poliziotto deve interagire nel web "tenendo un comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle liberta' fondamentali, della dignita' della persona e di non discriminazione", cosi' da evitare che il contenuto delle esternazioni possa essere equivocato o addirittura travisato o comunque strumentalizzato. Ne consegue l'esigenza di usare "massimo equilibrio, cautela ed attenzione nella partecipazione a discussioni su forum presenti sul web". Ed anche la pubblicazione di proprie foto in divisa o dell'arma di servizio insieme ad altre informazioni personali "e' quanto mai inopportuna, anche in assenza di rilevanza penale". (AGI) Vic 252013 OTT 19 NNNN
Polizia: Gabrielli, chi ne fa parte sia prudente sui social (3)=
(AGI) - Roma, 25 ott. - Il prefetto non manca di evidenziare che la stessa normativa costituzionale prevede che la liberta' di corrispondenza e di comunicazione "possono subire delle limitazioni in casi particolari, che, lungi dallo snaturarne il contenuto di diritto assoluto, fondamentale e inalienabile del nostro ordinamento, ne rafforzano invece la ratio". Perche' il corollario del principio di uguaglianza e' rappresentato dal "piu' generale principio di ragionevolezza alla luce del quale la legge deve regolare in maniera uguale situazioni simili ed in maniera diversa situazioni differenti, con la conseguenza che la disparita' di trattamento trova giustificazione nella diversita' delle situazioni disciplinate". Ed e' "pacifico" che l'appartenente alla Polizia di Stato, rispetto alla generalita' dei cittadini e anche agli altri pubblici dipendenti, e' assoggettato (come dice un parere dell'Avvocatura dello Stato del 2016,) "ad un regime giuridico peculiare, in considerazione dei delicati compiti istituzionali". E questo significa che l'operatore della Polizia di Stato ha "l'obbligo di mantenere, in servizio e fuori servizio, un comportamento idoneo a non creare disdoro o imbarazzo all'Amministrazione". Gabrielli ricorda anche che ogni singolo poliziotto "gode presso l'opinione pubblica di una considerazione sociale, culturale e istituzionale connaturata alla funzione svolta che lo caratterizza, in via continuativa, come appartenente al'Amministrazione della pubblica sicurezza". Ne deriva che la sua immagine di poliziotto "e' prevalente rispetto a quella come privato cittadino". Questa peculiarita' "giustifica e impone" di tenere un maggiore riserbo e una particolare cautela nell'esprimere via web opinioni, valutazioni anche di taglio critico, specie in relazione a fatti che interessano l'opinione pubblica. E poi l'utilizzo dei social e' caratterizzato anche dai principi deontologici che "connotano una categoria peculiare di dipendenti pubblici" al servizio del Paese, delle istituzioni, dei cittadini, "per la tutela delle liberta' e dei diritti ed il controllo sull'osservanza delle leggi", oltre che dei regolamenti e dei provvedimenti delle autorita'. Visto inoltre "l'inevitabile rischio" di commistione tra sfera privata e ruolo istituzionale, ecco che gli appartenenti alla Polizia di Stato "sono tenuti ad un 'riserbo' indirizzato - scrive Gabrielli - a garantire l'imparzialita', la dignita' e l'esemplare svolgimento delle funzioni che l'ordinamento demanda agli stessi". E questo "al di la' delle proprie opinioni personali". (AGI) Vic (Segue) 252013 OTT 19 NNNN