Roma, 19 gen. (Adnkronos Salute) 15:41
Non solo influenza. Le mamme italiane sono alle prese con la varicella. "Si stimano circa 180 mila casi nel Paese, per lo più in bimbi di 3-4 anni, e in generale concentrati fra i piccoli sotto gli 8 anni". Lo dice all'Adnkronos Salute Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell'Università di Milano-Bicocca. "Quest'anno - spiega - rispetto al normale andamento dei casi, che iniziano ad aumentare in dicembre, si è registrato un leggerissimo ritardo nell'esplosione del virus, dovuto al rientro a scuola il 10 gennaio, dunque qualche giorno dopo l'Epifania". Attualmente, comunque, i casi sono in aumento progressivo. "Mentre il picco si registrerà a maggio - prevede l'esperto - Queste malattie infettive sono infatti influenzate dal fotoperiodo, dunque l'allungamento delle giornate 'rinforza' il microrganismo e la sua capacità di contagio". Nel caso della varicella, poi, "il virus di per sé si diffonde facilmente, complice anche la frequentazione della scuola materna ed elementare". Se l'infezione può costare qualche fastidio e molto prurito sotto i 12 anni, "dopo - avverte - si possono avere complicanze a livello dell'apparato respiratorio e del sistema nervoso, dunque è meglio contrarre la varicella da piccoli". La malattia si manifesta con una vescicolina iniziale sul torso o sulla schiena, cui ne seguono altre che compaiono nel corso di circa 4 giorni. Nel frattempo le prime si essiccano, si forma una crosticina che poi cade. "Dopo 5 giorni dalla comparsa della prima vescicola - dice Farnetani - il bimbo non è più contagioso e può tornare a scuola. Non serve mettere prodotti strani sulla pelle, e la vecchia usanza di evitare di lavare il paziente è decisamente sbagliata: lavaggi frequenti ridurranno anzi il prurito. E' bene, infine, tenere al bimbo le unghie corte e fargli lavare spesso le mani", conclude Farnetani.
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venerdì 21 gennaio 2011
Salute: artrosi alle mani per 4 mln italiani, 26 gennaio visite gratis
Milano, 17 gen. (Adnkronos Salute) 16:52
L'artrosi alle mani si può curare. Rassegnarsi a dolori e dita gonfie, rinunciando ai propri hobby e all'indipendenza nelle più semplici attività quotidiane, oggi è 'fuori moda'. Un atteggiamento superato dai progressi della medicina. Questo il messaggio lanciato ai 4 milioni di italiani con artrosi - perlopiù donne e in crescita a causa del progressivo invecchiamento - a tutti i cittadini e ai medici di famiglia da Marco Lanzetta, direttore dell'Istituto italiano di chirurgia della mano di Monza (Iicm), autore nel 2000 del primo trapianto di mano in Italia e co-autore del primo al mondo nel 1998. Il chirurgo presenta la prima Giornata nazionale dell'artrosi alle mani, in programma il 26 gennaio con centinaia di visite gratuite offerte nelle 4 strutture specializzate che fanno capo a Lanzetta fra Monza, Treviso, Bologna e Roma. L'evento, promosso da Iicm e associazione onlus Gicam (Gruppo italiano chirurghi amici della mano), patrocinato dal ministero della Salute, è stato presentato questa mattina a Milano. Telefonando al numero 039-2324219, è possibile prenotare fino a esaurimento posti un consulto gratuito con gli specialisti dei centri privati Iicm. Dalle 9 alle 19, al ritmo di un paziente ogni 10-15 minuti, visiteranno in contemporanea 4 chirurghi della mano (uno per centro), affiancati da un fisioterapista. Chi non dovesse riuscire ad accedere alla visita potrà trovare online (www.iicm.it e www.gicam.it) un questionario di autovalutazione e i riferimenti per rivolgersi alle strutture specializzate. Inoltre, "in base alle richieste potremo tranquillamente ripetere l'iniziativa in futuro", assicura Lanzetta. L'obiettivo è far conoscere al grande pubblico le nuove possibilità terapeutiche disponibili: da correzioni della dieta con l'uso di integratori alimentari ad hoc, a modalità di somministrazione di farmaci in loco innovative e senza effetti collaterali; dall'impiego di cellule staminali per rigenerare la cartilagine usurata, fino alla chirurgia sempre più sofisticata. "Un programma terapeutico che dev'essere personalizzato, unico per ogni paziente", precisa Lanzetta. Svitare il tappo di un barattolo, abbassare la maniglia di una porta, sollevare una padella, ma anche infilarsi un paio di collant o allacciarsi il reggiseno. Piccoli gesti quotidiani che rischiano di diventare un'impresa per chi soffre di artrosi alla mano: 640 mila persone solo in Lombardia. I pazienti sono sostanzialmente donne, almeno al di sopra dei 50 anni. Dai primi sintomi - dolore acuto, gonfiore, arrossamento, specie alle articolazioni delle dita lunghe e del pollice - si passa alle antiestetiche nodosità articolari, fino ad arrivare alle deformazioni più invalidanti. "In un certo senso - spiega Lanzetta - più che una malattia l'artrosi è una fase della vita". Dopo i 40 anni è praticamente scritta nel destino di tutti, avverte l'esperto. Anche se, puntualizza, sul momento della comparsa dei sintomi, sulla loro entità e sulla velocità di progressione incidono la predisposizione genetica, lo stile di vita, eventuali traumi o sollecitazioni meccaniche. Comprese quelle possibili sul lavoro fra coloro che ripetono all'infinito gli stessi movimenti, siano essi tute blu alla catena di montaggio, colletti bianchi alle prese con mouse e tastiera, o tecno-dipendenti 'drogati' di tablet e cellulari hi-tech. L'artrosi, inoltre, è un'epidemia che dilaga complice il boom delle tempie grigie, soprattutto in Italia Paese più longevo dell'Ue (5,5% di ultraottantenni che triplicheranno fino a sfiorare il 15% nel 2060). I segni tipici dell'artrosi alle mani possono comparire nell'80% degli over 65, un tempo 'anziani', ma "ora sempre più attivi - osserva Lanzetta - e sempre meno disposti a rinunciare al passatempo preferito (suonare strumenti, giocare a carte, la pittura, la scultura, il giardinaggio) e all'attività sportiva, dalle bocce al tennis o al golf". Ecco perché "per curare l'artrosi non c'è un limite d'età. Anzi, più sei anziano più ti devo sistemare le mani - è il motto del chirurgo - perché la tua autosufficienza passa innanzitutto dalla loro salute, oltre che da quella degli occhi". Ma come si cura l'artrosi? "La scelta della terapia più adatta al singolo caso dipende dalla gravità e dall'estensione del danno, e dalle esigenze quotidiane del paziente", sottolinea Lanzetta. "La fase ideale su cui intervenire è quella iniziale, quando cominciano i sintomi, ma la radiografia ancora non mostra alterazioni. Il compito è prevenire il danno o rallentarne la comparsa, per esempio agendo sulla dieta con integratori alimentari antiossidanti e antagonisti degli squilibri degli acidi grassi, che contrastano l'azione dei radicali liberi" responsabili dell'invecchiamento. "A parità di fattori predisponenti, infatti, è stato dimostrato che se i livelli di colesterolo sono più alti l'artrosi è più precoce", ammonisce l'esperto. Quando invece il danno è visibile alla radiografia, ma la cartilagine si può ancora salvare, è possibile intervenire con i farmaci. "L'approccio che utilizziamo da due anni e mezzo - riassume lo specialista - prevede 2-3 settimane di terapia transdermica con un gel 'caricato' di farmaco (un antinfiammatorio, un condroprotettore, dell'acido ialuronico), da far penetrare in profondità fino all'articolazione utilizzando una fonte di energia. La metodica è indolore e permette di trattare oltre il 50% dei pazienti, senza effetti collaterali pur a dosaggi di medicinale centinaia di volte superiori a quelli utilizzabili attraverso le vie di somministrazioni tradizionali". Se poi l'artrosi è molto avanzata, e la cartilagine praticamente non c'è più, prosegue Lanzetta, "oggi è possibile ricostruirla grazie a staminali mesenchimali prelevate in ambulatorio dal midollo osseo del paziente". Le cellule 'bambine', multipotenti, quindi in grado di essere indotte con opportuni fattori di crescita a differenziarsi nel tessuto necessario, "vengono preparate e iniettate a livello dell'articolazione danneggiata, con infiltrazioni o con una mini-artroscopia articolare". Grandi progressi, infine, sono stati compiuti anche dalla microchirurgia. "Oggi - continua l'esperto - è possibile rimodellare le dita deformate attraverso l'uso di sonde artroscopiche miniaturizzate, di diametro pari a circa un millimetro, che permettono di lavorare all'interno delle articolazioni malate". Il 'camice verde', armato di telecamera miniaturizzata, entra nell'articolazione e la sistema. Lanzetta invita dunque a non demonizzare la chirurgia. "Non va certo utilizzata se è inutile, ma non va nemmeno evitata a ogni costo. Se c'è un'indicazione che ne giustifica l'impiego, ricorrervi è doveroso. A fronte di un intervento che oggi si può eseguire in anestesia locale, in ambulatorio nello spazio di una mattinata - conclude lo specialista - il paziente guarisce. Nella parte operata l'artrosi scompare e non si ripresenta più".
L'artrosi alle mani si può curare. Rassegnarsi a dolori e dita gonfie, rinunciando ai propri hobby e all'indipendenza nelle più semplici attività quotidiane, oggi è 'fuori moda'. Un atteggiamento superato dai progressi della medicina. Questo il messaggio lanciato ai 4 milioni di italiani con artrosi - perlopiù donne e in crescita a causa del progressivo invecchiamento - a tutti i cittadini e ai medici di famiglia da Marco Lanzetta, direttore dell'Istituto italiano di chirurgia della mano di Monza (Iicm), autore nel 2000 del primo trapianto di mano in Italia e co-autore del primo al mondo nel 1998. Il chirurgo presenta la prima Giornata nazionale dell'artrosi alle mani, in programma il 26 gennaio con centinaia di visite gratuite offerte nelle 4 strutture specializzate che fanno capo a Lanzetta fra Monza, Treviso, Bologna e Roma. L'evento, promosso da Iicm e associazione onlus Gicam (Gruppo italiano chirurghi amici della mano), patrocinato dal ministero della Salute, è stato presentato questa mattina a Milano. Telefonando al numero 039-2324219, è possibile prenotare fino a esaurimento posti un consulto gratuito con gli specialisti dei centri privati Iicm. Dalle 9 alle 19, al ritmo di un paziente ogni 10-15 minuti, visiteranno in contemporanea 4 chirurghi della mano (uno per centro), affiancati da un fisioterapista. Chi non dovesse riuscire ad accedere alla visita potrà trovare online (www.iicm.it e www.gicam.it) un questionario di autovalutazione e i riferimenti per rivolgersi alle strutture specializzate. Inoltre, "in base alle richieste potremo tranquillamente ripetere l'iniziativa in futuro", assicura Lanzetta. L'obiettivo è far conoscere al grande pubblico le nuove possibilità terapeutiche disponibili: da correzioni della dieta con l'uso di integratori alimentari ad hoc, a modalità di somministrazione di farmaci in loco innovative e senza effetti collaterali; dall'impiego di cellule staminali per rigenerare la cartilagine usurata, fino alla chirurgia sempre più sofisticata. "Un programma terapeutico che dev'essere personalizzato, unico per ogni paziente", precisa Lanzetta. Svitare il tappo di un barattolo, abbassare la maniglia di una porta, sollevare una padella, ma anche infilarsi un paio di collant o allacciarsi il reggiseno. Piccoli gesti quotidiani che rischiano di diventare un'impresa per chi soffre di artrosi alla mano: 640 mila persone solo in Lombardia. I pazienti sono sostanzialmente donne, almeno al di sopra dei 50 anni. Dai primi sintomi - dolore acuto, gonfiore, arrossamento, specie alle articolazioni delle dita lunghe e del pollice - si passa alle antiestetiche nodosità articolari, fino ad arrivare alle deformazioni più invalidanti. "In un certo senso - spiega Lanzetta - più che una malattia l'artrosi è una fase della vita". Dopo i 40 anni è praticamente scritta nel destino di tutti, avverte l'esperto. Anche se, puntualizza, sul momento della comparsa dei sintomi, sulla loro entità e sulla velocità di progressione incidono la predisposizione genetica, lo stile di vita, eventuali traumi o sollecitazioni meccaniche. Comprese quelle possibili sul lavoro fra coloro che ripetono all'infinito gli stessi movimenti, siano essi tute blu alla catena di montaggio, colletti bianchi alle prese con mouse e tastiera, o tecno-dipendenti 'drogati' di tablet e cellulari hi-tech. L'artrosi, inoltre, è un'epidemia che dilaga complice il boom delle tempie grigie, soprattutto in Italia Paese più longevo dell'Ue (5,5% di ultraottantenni che triplicheranno fino a sfiorare il 15% nel 2060). I segni tipici dell'artrosi alle mani possono comparire nell'80% degli over 65, un tempo 'anziani', ma "ora sempre più attivi - osserva Lanzetta - e sempre meno disposti a rinunciare al passatempo preferito (suonare strumenti, giocare a carte, la pittura, la scultura, il giardinaggio) e all'attività sportiva, dalle bocce al tennis o al golf". Ecco perché "per curare l'artrosi non c'è un limite d'età. Anzi, più sei anziano più ti devo sistemare le mani - è il motto del chirurgo - perché la tua autosufficienza passa innanzitutto dalla loro salute, oltre che da quella degli occhi". Ma come si cura l'artrosi? "La scelta della terapia più adatta al singolo caso dipende dalla gravità e dall'estensione del danno, e dalle esigenze quotidiane del paziente", sottolinea Lanzetta. "La fase ideale su cui intervenire è quella iniziale, quando cominciano i sintomi, ma la radiografia ancora non mostra alterazioni. Il compito è prevenire il danno o rallentarne la comparsa, per esempio agendo sulla dieta con integratori alimentari antiossidanti e antagonisti degli squilibri degli acidi grassi, che contrastano l'azione dei radicali liberi" responsabili dell'invecchiamento. "A parità di fattori predisponenti, infatti, è stato dimostrato che se i livelli di colesterolo sono più alti l'artrosi è più precoce", ammonisce l'esperto. Quando invece il danno è visibile alla radiografia, ma la cartilagine si può ancora salvare, è possibile intervenire con i farmaci. "L'approccio che utilizziamo da due anni e mezzo - riassume lo specialista - prevede 2-3 settimane di terapia transdermica con un gel 'caricato' di farmaco (un antinfiammatorio, un condroprotettore, dell'acido ialuronico), da far penetrare in profondità fino all'articolazione utilizzando una fonte di energia. La metodica è indolore e permette di trattare oltre il 50% dei pazienti, senza effetti collaterali pur a dosaggi di medicinale centinaia di volte superiori a quelli utilizzabili attraverso le vie di somministrazioni tradizionali". Se poi l'artrosi è molto avanzata, e la cartilagine praticamente non c'è più, prosegue Lanzetta, "oggi è possibile ricostruirla grazie a staminali mesenchimali prelevate in ambulatorio dal midollo osseo del paziente". Le cellule 'bambine', multipotenti, quindi in grado di essere indotte con opportuni fattori di crescita a differenziarsi nel tessuto necessario, "vengono preparate e iniettate a livello dell'articolazione danneggiata, con infiltrazioni o con una mini-artroscopia articolare". Grandi progressi, infine, sono stati compiuti anche dalla microchirurgia. "Oggi - continua l'esperto - è possibile rimodellare le dita deformate attraverso l'uso di sonde artroscopiche miniaturizzate, di diametro pari a circa un millimetro, che permettono di lavorare all'interno delle articolazioni malate". Il 'camice verde', armato di telecamera miniaturizzata, entra nell'articolazione e la sistema. Lanzetta invita dunque a non demonizzare la chirurgia. "Non va certo utilizzata se è inutile, ma non va nemmeno evitata a ogni costo. Se c'è un'indicazione che ne giustifica l'impiego, ricorrervi è doveroso. A fronte di un intervento che oggi si può eseguire in anestesia locale, in ambulatorio nello spazio di una mattinata - conclude lo specialista - il paziente guarisce. Nella parte operata l'artrosi scompare e non si ripresenta più".
Corte Costituzionale "..infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’art. 59, comma 54, della legge 27 dicembre 1997 n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica) e dell’art. 1 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 30 marzo 1998, emanato di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali (Programmazione dell’accesso al pensionamento di anzianità dei militari, ai sensi dell’art. 59, comma 55, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), sollevata, in riferimento agli artt. 36 e 38 della Costituzione, dalla Corte dei conti.."
Corte Costituzionale, Ordinanza n. 10 del 12/01/2011
Previdenza – Dipendenti pubblici – Personale cessato dal servizio dopo il 3 novembre 1997 ed entro il 31 dicembre 1997 – Previsione del termine del 1° aprile 1998 per l’accesso al pensionamento di anzianità.
La Corte Costituzionale
composta dai signori: Presidente: Ugo DE SIERVO; Giudici : Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Maria Rita SAULLE, Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO, Giuseppe FRIGO, Alessandro CRISCUOLO, Paolo GROSSI,
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 59, comma 54, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica) e dell’art. 1, lett. a), del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 30 marzo 1998 (Programmazione dell’accesso al pensionamento di anzianità dei militari, ai sensi dell’art. 59, comma 55, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), promosso dalla Corte dei conti – Sezione giurisdizionale per la Regione Puglia, nel procedimento vertente tra V. R. e il Ministero dell’Interno ed altra, con ordinanza del 29 maggio 2009, iscritta al n. 144 del registro ordinanze 2010 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 21, prima serie speciale, dell’anno 2010.
Visto l’atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;
udito nella camera di consiglio del 17 novembre 2010 il Giudice relatore Luigi Mazzella.
Ritenuto che la Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la Regione Puglia, con ordinanza del 29 maggio 2009, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 59, comma 54, della legge 27 dicembre 1997 n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica) e dell’art. 1 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 30 marzo 1998, emanato di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali (Programmazione dell’accesso al pensionamento di anzianità dei militari, ai sensi dell’art. 59, comma 55, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), per violazione degli artt. 36 e 38 della Costituzione;
che il rimettente espone in punto di fatto che un dipendente della Polizia di Stato presentava in data 6 giugno 1997 domanda di dimissioni a decorrere dal 30 dicembre 1997, avendo maturato l’anzianità prescritta dalla legge per ottenere il trattamento di quiescenza, e veniva collocato a riposo a decorrere dal 30 dicembre 1997;
che, tuttavia, l’art. 1 del decreto-legge 3 novembre 1997, n. 375 (Disposizioni urgenti in tema di trattamenti pensionistici anticipati) – entrato nelle more in vigore – sanciva la immediata sospensione dell’applicazione di ogni disposizione di legge, di regolamento e di accordi collettivi che prevedevano il diritto a trattamenti pensionistici di anzianità anticipati rispetto all’età pensionabile o alla età prevista per la cessazione dal servizio in base ai singoli ordinamenti, e tale sospensione era definitivamente confermata dall’art. 59, comma 54, della legge n. 449 del 1997 sino alla data della sua entrata in vigore (1° gennaio 1998);
che per effetto della suddetta normativa, come integrata dal citato d.m. 30 marzo 1998, il ricorrente nel giudizio principale subiva il differimento della pensione al mese di aprile successivo, con fissazione del collocamento a riposo alla data del 1° aprile 1998;
che pertanto, essendo cessato dal servizio il 30 dicembre 1997 e così rimasto senza retribuzione per i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 1998, egli chiedeva dichiararsi il suo diritto ad ottenere il trattamento di quiescenza dal giorno della cessazione dal servizio (30 dicembre 1997), con conseguente condanna del Ministero dell’interno e della Direzione provinciale del Tesoro al pagamento in suo favore dei ratei pensionistici relativi alle suddette mensilità, non riscossi per effetto della citata normativa sopravvenuta, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria;
che, in diritto, il giudice a quo, ritenute le norme impugnate rilevanti ai fini del decidere, osserva, con riferimento alla non manifesta infondatezza, che si riproporrebbe la medesima problematica del vuoto di quattro mesi della pensione e della retribuzione già irrazionalmente sofferto dal personale della scuola, cui questa Corte ha ovviato dichiarando l’illegittimità costituzionale – con sentenza n. 439 del 1994 – dell’art. 1, commi 1 e 2-quinquies, del decreto-legge 19 settembre 1992, n. 384 (Misure urgenti in materia di previdenza, di sanità e di pubblico impiego, nonché disposizioni fiscali), convertito, con modificazioni, nella legge 14 novembre 1992, n. 438, indi – con sentenza n. 347 del 1997 – dell’art. 1, comma 31, primo periodo, della legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), in punto di salvezza dell’efficacia dell’art. 13, comma 5, lettera b), della legge 23 dicembre 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica);
che anche in questo caso il differimento del trattamento pensionistico in danno di dipendenti pubblici rimasti privi di retribuzione violerebbe gli artt. 36 e 38 Cost., sottraendo loro il minimo indispensabile per provvedere ai bisogni essenziali della vita;
che è intervenuto nel giudizio il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, il quale ha concluso per la inammissibilità o manifesta infondatezza della questione.
Considerato che il giudice rimettente censura l’art. 59, comma 54, della legge 27 dicembre 1997 n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica) e l’art. 1 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 30 marzo 1998, emanato di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali (Programmazione dell’accesso al pensionamento di anzianità dei militari, ai sensi dell’art. 59, comma 55, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), per violazione degli artt. 36 e 38 della Costituzione;
che l’art. 59, comma 54, della legge n. 449 del 1997 confermava, relativamente al periodo dal 3 novembre 1997 sino alla data di entrata in vigore della medesima legge (1° gennaio 1998), la sospensione delle previgenti norme di legge, di regolamento o di accordo collettivo attributive del diritto, con decorrenza nel periodo suindicato, a trattamenti pensionistici di anzianità anticipati rispetto all’età pensionabile o all’età prevista per la cessazione dal servizio dai singoli ordinamenti;
che in tal modo la norma primaria impugnata rendeva definitiva la sospensione già sancita dall’art. 1 del decreto-legge 3 novembre 1997, n. 375 (Disposizioni urgenti in tema di trattamenti pensionistici anticipati), decaduto per mancata conversione e specificamente abrogato, conservando validità agli atti ed ai provvedimenti adottati e facendo salvi gli effetti prodottisi, dall’art. 63 della legge n. 449 del 1997;
che deve essere disattesa, in via preliminare, l’eccezione di inammissibilità avanzata dall’intervenuto Presidente del Consiglio dei ministri;
che, invero, sotto il primo profilo, il rimettente motiva adeguatamente, ancorché succintamente, il supposto vulnus agli artt. 36 e 38 Cost., evidenziando a carico del dipendente cessato dal servizio la perdita del minimo indispensabile per provvedere ai bisogni essenziali della vita, a causa della subìta indisponibilità temporanea sia della retribuzione sia della pensione;
che, sotto il secondo profilo, la previsione del termine di differimento del trattamento pensionistico contenuta nell’impugnato art. 1 del d.m. 30 marzo 1998 è strettamente collegata alla disciplina dettata dalla norma primaria, congiuntamente censurata, di (definitiva conferma della) sospensione transitoria di tutte le disposizioni attributive del diritto a trattamenti pensionistici di anzianità, sì da autorizzare senz’altro il sindacato della Corte sul provvedimento, di fonte legale, di moratoria dei pensionamenti anticipati;
che, quanto al merito, questa Corte ha già più volte escluso l’illegittimità costituzionale di interventi di “blocco” dell’accesso a trattamenti pensionistici di anzianità, come quello censurato in questa sede, tutti ragionevolmente inseriti nel processo di radicale riconsiderazione di tali trattamenti al fine di stabilizzare la spesa previdenziale entro determinati livelli del rapporto con il prodotto interno lordo (sentenze n. 245 del 1997, n. 417 del 1996 e n. 439 del 1994; ordinanze n. 319 e n. 18 del 2001, nonché n. 318 del 1997);
che dev’essere, altresì, ribadita l’estraneità alle pensioni cosiddette “anticipate” della garanzia contenuta nell’art. 38 Cost., perché inerente allo stato di bisogno e, quindi, «riservata alle pensioni che trovano la loro causa nella cessazione dell’attività lavorativa per ragioni di età e non anche a quelle il cui presupposto consiste nel mero avvenuto svolgimento dell’attività stessa per un tempo predeterminato» (ordinanza n. 278 del 2003, proprio riguardo alla sospensione temporanea disposta dalla norma primaria qui impugnata; ma, in tal senso, già la sentenza n. 416 del 1999);
che, inoltre, l’impugnato art. 59, comma 54, della legge n. 449 del 1997 prevedeva che i pubblici dipendenti interessati dalla sospensione temporanea dell’accesso al pensionamento di anzianità anticipato (come, appunto, il ricorrente nel giudizio a quo) potessero revocare le dimissioni già previamente accettate dall’amministrazione e, ove già collocati a riposo, persino essere riammessi in servizio a domanda;
che ciò esclude, altresì, il denunciato contrasto con l’art. 36 Cost., perché, essendo disponibili strumenti per la prosecuzione o il ripristino del rapporto d’impiego rimessi alla libera iniziativa dell’interessato, l’effetto economico negativo a suo carico finisce per dipendere dalla sua eventuale scelta di non utilizzarli, ossia da un atto volontario del lavoratore, revocabile con il ritiro della domanda di pensionamento, ancorché accettata, ovvero con la richiesta di riammissione in servizio (in tal senso, sentenza n. 324 del 1999 e ordinanza n. 92 del 1997).
che, infine, inconferente è il richiamo del giudice rimettente alle pronunce di questa Corte specificamente incidenti sulla legislazione relativa alla posizione giuridica del personale della scuola per violazione dell’art. 3 Cost. (sentenze n. 347 del 1997 e n. 439 del 1994);
che, infatti, diversamente dalle fattispecie allora esaminate, caratterizzate dal fisiologico slittamento della richiesta di cessazione dal servizio all’inizio dell’anno scolastico successivo, stavolta non rileva alcun meccanismo specifico di operatività delle dimissioni, tant’è che il parametro dell’art. 3 Cost., in quella sede ritenuto violato in via assorbente, qui non risulta neppure evocato, mentre la norma impugnata inibisce temporaneamente l’accesso al pensionamento anticipato e, dunque, interviene esclusivamente – spostandola necessariamente in avanti – sulla decorrenza del trattamento di quiescenza;
che, quindi, la questione deve ritenersi, per quanto detto, manifestamente infondata.
Visti gli artt. 26, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87 e 9, secondo comma, delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale.
per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara la manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’art. 59, comma 54, della legge 27 dicembre 1997 n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica) e dell’art. 1 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 30 marzo 1998, emanato di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali (Programmazione dell’accesso al pensionamento di anzianità dei militari, ai sensi dell’art. 59, comma 55, della legge 27 dicembre 1997, n. 449), sollevata, in riferimento agli artt. 36 e 38 della Costituzione, dalla Corte dei conti ( sezione giurisdizionale, per la Regione Puglia con l’ordinanza indicata in epigrafe.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 10 gennaio 2011.
F.to:
Ugo DE SIERVO, Presidente
Luigi MAZZELLA, Redattore
Ugo DE SIERVO, Presidente
Luigi MAZZELLA, Redattore
Depositata in Cancelleria il 12 gennaio 2011.
POLIZIA: SETTIMANA PROSSIMA MANGANELLI INCONTRA RAPPRESENTANTI SINDACALI
POLIZIA: SETTIMANA PROSSIMA MANGANELLI INCONTRA RAPPRESENTANTI SINDACALI =
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - In merito alla richiesta di incontro
avanzata ieri dalle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato,
che hanno manifestato la loro esigenza di confronto sulle tematiche di
adeguamento della retribuzione del personale, il Prefetto Antonio
Manganelli , Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica
Sicurezza, condividendo la necessita' e l'urgenza della richiesta, ha
fissato per la prossima settimana un incontro con i rappresentanti dei
sindacati.
(Sin/Col/Adnkronos)
21-GEN-11 14:21
NNNN
POLIZIA: MANGANELLI FISSA INCONTRO CON I SINDACATI =
(AGI) - Roma, 21 gen. - In merito alla richiesta di incontro
avanzata ieri dalle Organizzazioni Sindacali della Polizia di
Stato, che hanno manifestato la loro esigenza di confronto
sulle tematiche di adeguamento della retribuzione del
personale, il Prefetto Antonio Manganelli, Capo della Polizia-
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, condividendo la
necessita' e l'urgenza della richiesta, ha fissato per la
prossima settimana un incontro con i rappresentanti dei
sindacati. (AGI)
Red
211419 GEN 11
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - In merito alla richiesta di incontro
avanzata ieri dalle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato,
che hanno manifestato la loro esigenza di confronto sulle tematiche di
adeguamento della retribuzione del personale, il Prefetto Antonio
Manganelli , Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica
Sicurezza, condividendo la necessita' e l'urgenza della richiesta, ha
fissato per la prossima settimana un incontro con i rappresentanti dei
sindacati.
(Sin/Col/Adnkronos)
21-GEN-11 14:21
NNNN
POLIZIA: MANGANELLI FISSA INCONTRO CON I SINDACATI =
(AGI) - Roma, 21 gen. - In merito alla richiesta di incontro
avanzata ieri dalle Organizzazioni Sindacali della Polizia di
Stato, che hanno manifestato la loro esigenza di confronto
sulle tematiche di adeguamento della retribuzione del
personale, il Prefetto Antonio Manganelli, Capo della Polizia-
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, condividendo la
necessita' e l'urgenza della richiesta, ha fissato per la
prossima settimana un incontro con i rappresentanti dei
sindacati. (AGI)
Red
211419 GEN 11
MEDICINA: GENERATO FEGATO IN PROVETTA CON CELLULE UMANE
MEDICINA: GENERATO FEGATO IN PROVETTA CON CELLULE UMANE
(ANSA) - ROMA, 21 GEN - Ricercatori tedeschi sono riusciti a
far crescere fegati biotech a partire da cellule epatiche umane
''montate'' su un'impalcatura di materiale riassorbibile (come
quello usato per i punti di sutura).
Gli organi 'su misura' dei pazienti sono stati ottenuti
utilizzando le loro cellule e potrebbero essere un giorno usati
per trapianti.
Il traguardo e' stato raggiunto da ricercatori guidati da
Joerg-Matthias Pollok, capo del laboratorio di ingegneria dei
tessuti e trapianto di cellule, presso l'Universita' di Amburgo.
Gli esperti hanno assemblato molti di questi fegati a partire da
cellule di 12 persone dimostrando che la procedura e' fattibile.
Secondo quanto riferito sulla rivista Liver Transplantation,
gli esperti hanno preso le cellule epatiche dei 12 individui, le
hanno coltivate per due giorni e poi ''montate'' su uno
scheletro di materiale biodegradabile. In pochi giorni le
cellule si sono ammassate a formare una struttura
tridimensionale del tutto simile al tessuto epatico. Resta da
vedere se tali 'fegati in provetta' possono funzionare una volta
trapiantati in pazienti.(ANSA).
Y27-MRB
21-GEN-11 13:04 NNNN
(ANSA) - ROMA, 21 GEN - Ricercatori tedeschi sono riusciti a
far crescere fegati biotech a partire da cellule epatiche umane
''montate'' su un'impalcatura di materiale riassorbibile (come
quello usato per i punti di sutura).
Gli organi 'su misura' dei pazienti sono stati ottenuti
utilizzando le loro cellule e potrebbero essere un giorno usati
per trapianti.
Il traguardo e' stato raggiunto da ricercatori guidati da
Joerg-Matthias Pollok, capo del laboratorio di ingegneria dei
tessuti e trapianto di cellule, presso l'Universita' di Amburgo.
Gli esperti hanno assemblato molti di questi fegati a partire da
cellule di 12 persone dimostrando che la procedura e' fattibile.
Secondo quanto riferito sulla rivista Liver Transplantation,
gli esperti hanno preso le cellule epatiche dei 12 individui, le
hanno coltivate per due giorni e poi ''montate'' su uno
scheletro di materiale biodegradabile. In pochi giorni le
cellule si sono ammassate a formare una struttura
tridimensionale del tutto simile al tessuto epatico. Resta da
vedere se tali 'fegati in provetta' possono funzionare una volta
trapiantati in pazienti.(ANSA).
Y27-MRB
21-GEN-11 13:04 NNNN
"La polizia al Cav.:"Non siamo a sua disposizione".." ".."il presidente del Consiglio deve rispetto perchè sono pubblici ufficiali e non membri del suo staff, servitori dello Stato che fanno il loro dovere nel rispetto della legge e senza guardare in faccia nessuno"..." "..Interrogati gli uomini di scorta a Fede i poliziotti: noi corretti, offesi dal premier.." "..L'ira degli agenti, Maroni dal premier...".."...Gli agenti:"Offesi dal premier. Chieda scusa...".."
Sub Lege Libertas
La Polizia di Stato è una delle forze dell'ordine italiane direttamente dipendente dal Dipartimento della pubblica sicurezza, che rappresenta l'apparato amministrativo centrale per mezzo del quale il Ministero dell'interno (autorità nazionale di pubblica sicurezza) gestisce l'ordine pubblico e la pubblica sicurezza in Italia.
"PER IL PREMIER LA POLIZIA È FUORILEGGE LAVORA CON PROCEDURE “... IRRITUALI, VIOLENTE, INDEGNE DI UNO STATO DI DIRITTO” FANGO SULLA POLIZIA E SULLA QUESTURA DI MILANO NEL VIDEO DI BERLUSCONI AI SUOI CIRCOLI. I COLLEGHI HANNO AVUTO IL “PIÙ TOTALE DISPREZZO DELLA DIGNITÀ DELLE PERSONE” FINITE NELL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO Comunicato stampa del 20 gennaio 2011"
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17 novembre 2010, n. 246 Regolamento riguardante i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi di competenza del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione non superiori a novanta giorni, in attuazione dell'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241. (11G00011) (GU n. 15 del 20-1-2011 )
testo in vigore dal: 21-1-2011
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, concernente nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi; Visto l'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, come modificato dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, articolo 7, ed in particolare i commi 3 e 4 secondo cui sono individuati i termini entro i quali devono concludersi i procedimenti amministrativi; Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e successive modificazioni, recante ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 luglio 2002, e successive modificazioni, recante l'ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2009, recante la riorganizzazione del Dipartimento per le Tecnologie e l'innovazione e per effetto del quale lo stesso ha assunto la nuova denominazione di Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica; Visto il decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione del 3 agosto 2009 relativo alla riorganizzazione del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Visto il decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione di concerto con il Ministro per la semplificazione normativa del 12 gennaio 2010 concernente le linee di indirizzo per l'attuazione dell'articolo 7 della legge 18 giugno 2009, n. 69; Tenuto conto che ai sensi dell'articolo 2, comma 2, legge 7 agosto 1990, n. 241 e delle citate linee di indirizzo, sono fatti salvi i termini dei procedimenti amministrativi previsti da disposizioni di legge; Effettuata la ricognizione dei procedimenti di competenza delle strutture del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologia; Udito il parere del Consiglio di Stato, Sezione consultiva per gli atti normativi, espresso nell'Adunanza del 7 ottobre 2010; Sulla proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro per la semplificazione normativa; Adotta il seguente regolamento: Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente regolamento si applica ai procedimenti amministrativi attribuiti alla competenza del Dipartimento della digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica, che conseguano obbligatoriamente ad iniziativa di parte ovvero debbano essere promossi d'ufficio i cui termini non siano superiori ai novanta giorni. 2. Ciascun procedimento si conclude con un provvedimento espresso nel termine stabilito nella tabella allegata, che costituisce parte integrante del presente regolamento.
Avvertenza: Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione competente per materia, ai sensi dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti. Note alle premesse: - Si riporta il testo dell'art. 17 della legge 23 agosto1988, n. 400, recante «Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri»: «Art. 7 (Regolamenti). - 1. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti per disciplinare: a) l'esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi, nonche' dei regolamenti comunitari; b) l'attuazione e l'integrazione delle leggi e dei decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi quelli relativi a materie riservate alla competenza regionale; c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si tratti di materie comunque riservate alla legge; d) l'organizzazione ed il funzionamento delle amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate dalla legge; e). 2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta' regolamentare del Governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle norme regolamentari. 3. Con decreto ministeriale possono essere adottati regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di autorita' sottordinate al Ministro, quando la legge espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per materie di competenza di piu' Ministri, possono essere adottati con decreti interministeriali, ferma restando la necessita' di apposita autorizzazione da parte della legge. I regolamenti ministeriali ed interministeriali non possono dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal Governo. Essi debbono essere comunicati al Presidente del Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione. 4. I regolamenti di cui al comma 1 ed i regolamenti ministeriali ed interministeriali, che devono recare la denominazione di "regolamento", sono adottati previo parere del Consiglio di Stato, sottoposti al visto ed alla registrazione della Corte dei conti e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. 4-bis. L'organizzazione e la disciplina degli uffici dei Ministeri sono determinate, con regolamenti emanati ai sensi del comma 2, su proposta del Ministro competente d'intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con il Ministro del tesoro, nel rispetto dei principi posti dal decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, con i contenuti e con l'osservanza dei criteri che seguono: a) riordino degli uffici di diretta collaborazione con i Ministri ed i Sottosegretari di Stato, stabilendo che tali uffici hanno esclusive competenze di supporto dell'organo di direzione politica e di raccordo tra questo e l'amministrazione; b) individuazione degli uffici di livello dirigenziale generale, centrali e periferici, mediante diversificazione tra strutture con funzioni finali e con funzioni strumentali e loro organizzazione per funzioni omogenee e secondo criteri di flessibilita' eliminando le duplicazioni funzionali; c) previsione di strumenti di verifica periodica dell'organizzazione e dei risultati; d) indicazione e revisione periodica della consistenza delle piante organiche; e) previsione di decreti ministeriali di natura non regolamentare per la definizione dei compiti delle unita' dirigenziali nell'ambito degli uffici dirigenziali generali. 4-ter. Con regolamenti da emanare ai sensi del comma 1 del presente articolo, si provvede al periodico riordino delle disposizioni regolamentari vigenti, alla ricognizione di quelle che sono state oggetto di abrogazione implicita e all'espressa abrogazione di quelle che hanno esaurito la loro funzione o sono prive di effettivo contenuto normativo o sono comunque obsolete.». - Si riporta il testo dell'art. 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, recante «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi»: «Art. 2 (Conclusione del procedimento). - 1. Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad un'istanza, ovvero debba essere iniziato d'ufficio, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso. 2. Nei casi in cui disposizioni di legge ovvero i provvedimenti di cui ai commi 3, 4 e 5 non prevedono un termine diverso, i procedimenti amministrativi di competenza delle amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali devono concludersi entro il termine di trenta giorni. 3. Con uno o piu' decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottati ai sensi dell'art. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta dei Ministri competenti e di concerto con i Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e per la semplificazione normativa, sono individuati i termini non superiori a novanta giorni entro i quali devono concludersi i procedimenti di competenza delle amministrazioni statali. Gli enti pubblici nazionali stabiliscono, secondo i propri ordinamenti, i termini non superiori a novanta giorni entro i quali devono concludersi i procedimenti di propria competenza. 4. Nei casi in cui, tenendo conto della sostenibilita' dei tempi sotto il profilo dell'organizzazione amministrativa, della natura degli interessi pubblici tutelati e della particolare complessita' del procedimento, sono indispensabili termini superiori a novanta giorni per la conclusione dei procedimenti di competenza delle amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali, i decreti di cui al comma 3 sono adottati su proposta anche dei Ministri per la pubblica amministrazione e l'innovazione e per la semplificazione normativa e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. I termini ivi previsti non possono comunque superare i centottanta giorni, con la sola esclusione dei procedimenti di acquisto della cittadinanza italiana e di quelli riguardanti l'immigrazione. 5. Fatto salvo quanto previsto da specifiche disposizioni normative, le autorita' di garanzia e di vigilanza disciplinano, in conformita' ai propri ordinamenti, i termini di conclusione dei procedimenti di rispettiva competenza. 6. I termini per la conclusione del procedimento decorrono dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento della domanda, se il procedimento e' ad iniziativa di parte. 7. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 17, i termini di cui ai commi 2, 3, 4 e 5 del presente articolo possono essere sospesi, per una sola volta e per un periodo non superiore a trenta giorni, per l'acquisizione di informazioni o di certificazioni relative a fatti, stati o qualita' non attestati in documenti gia' in possesso dell'amministrazione stessa o non direttamente acquisibili presso altre pubbliche amministrazioni. Si applicano le disposizioni dell'art. 14, comma 2. 8. La tutela in materia di silenzio dell'amministrazione e' disciplinata dal codice del processo amministrativo. 9. La mancata emanazione del provvedimento nei termini costituisce elemento di valutazione della responsabilita' dirigenziale.». - Il decreto legislativo 30 luglio1999, n. 303, recante «Ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell'art. 11 della legge n. 15 marzo 1997, n. 59» e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 1° settembre 1999, n. 205, supplemento ordinario. - Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 luglio 2002, recante «Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri» e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 settembre 2002, n. 207, supplemento ordinario. - Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2009, recante: «Modifiche agli articoli 2, 21 e 22 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 luglio 2002, recante "Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri"» e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 5 giugno 2009, n. 128, supplemento ordinario. - Il decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione 3 agosto 2009, recante: «Organizzazione del Dipartimento della digitalizzazione della pubblica amministrazione e dell'innovazione tecnologica» e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 19 novembre 2009, n. 270, supplemento ordinario. - Il decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione 12 gennaio 2010, recante «Approvazione delle linee di indirizzo per l'attuazione dell'art. 7 della legge 18 giugno 2009, n. 69» e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 1° aprile 2010, n. 76, supplemento ordinario.
Art. 2 Entrata in vigore 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente regolamento, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Roma, 17 novembre 2010 Il Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione Brunetta Il Ministro per la semplificazione normativa Calderoli Visto, il Guardasigilli: Alfano Registrato alla Corte dei conti il 31 dicembre 2010 Ministeri istituzionali - Presidenza del Consiglio dei Ministri, registro n. 21, foglio n. 62
giovedì 20 gennaio 2011
INTERNET: SICUREZZA 2011, SOTTO ATTACCO ANDROID E IPHONE F-SECURE, NEL 2010 SUCCESSI IN LOTTA CRIMINALI INFORMATICI
INTERNET: SICUREZZA 2011, SOTTO ATTACCO ANDROID E IPHONE
F-SECURE, NEL 2010 SUCCESSI IN LOTTA CRIMINALI INFORMATICI
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Ancora attacchi dal virus Stuxnet e
aumento del malware (software che danneggiano sistemi
informatici, ndr) mobile per colpire la piattaforma Android e
gli iPhone con jailbreak: sono queste le previsioni per il 2011
della societa' di sicurezza informatica F-Secure, che spiega
come nell'anno passato ha tenuto banco sempre il worm Stuxnet e
i successi nella lotta ai criminali informatici.
Secondo F-Secure ''la piu' importante novita' nel campo del
malware del 2010, e forse dell'intero decennio, e' stato il
sofisticatissimo worm Stuxnet che puo' colpire i sistemi
industriali e modificare i processi automatizzati, permettendo
al cyber-sabotaggio di provocare danni nel mondo reale.
Sfortunatamente - osserva Hypponen, Responsabile dei Laboratori
di Ricerca di F-Secure - e' probabile che assisteremo ad altri
attacchi di questo tipo in futuro''. Il rapporto spiega anche
''negli ultimi mesi del 2010 i riflettori del mondo della
sicurezza informatica sono rimasti puntati su Wikileaks e sugli
attacchi online condotti dai suoi sostenitori o dai suoi
detrattori. Non c'e' niente di nuovo nel tipo di attacchi
Distributed Denial of Service (DDoS) utilizzati per colpire
aziende che si sono dissociate da Wikileaks, come Mastercard,
Visa e Paypal - sottolinea Hypponen -. Oggi, tuttavia, sferrare
attacchi DDoS e' diventato molto piu' semplice e alla portata di
chiunque''.
Per la societa', inoltre, il numero di ''malware mobile non
e' incrementato in modo drammatico nel corso del 2010, tuttavia
dal punto di vista della sicurezza mobile ci aspettiamo di
vedere un numero crescente di malware progettato per colpire la
piattaforma Android e gli iPhone jailbreak''.
Secondo la societa', infine, il 2010 ''e' stato l'anno che
ha fatto registrare il maggior numero di arresti di persone che
hanno commesso crimini online: l'Fbi ha arrestato piu' di 90
persone, sospettate di appartenere a una rete internazionale di
criminali informatici e accusate di aver rubato circa 70 milioni
di dollari da conti bancari negli Stati Uniti. Avevano ottenuto
l'accesso ai dati di banking online inviando messaggi spam
infetti''. (ANSA).
SAM
20-GEN-11 16:40 NNNN
INTERNET:25 ANNI FA PRIMO VIRUS PER PC,ORA SI VENDONO ONLINE
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Sono passati 25 anni da quando due
fratelli pakistani inventarono il primo virus capace di
infettare i computer con sistemi operativi Dos, e oggi la
minaccia dei programmi 'cattivi' e' piu' che mai attuale.
Il programma inventato da Basit e Amjad Alvi nel gennaio del
1986 si chiamava Brain, e viaggiava infettando il settore boot,
quello che da' il via ai programmi, dei dischetti.
Brain non era particolarmente pericoloso, al punto che i due
fratelli, che hanno sempre ammesso di averlo creato per
proteggere i propri programmi, avevano inserito nel programma
anche il loro indirizzo e numero di telefono, poi preso
d'assalto da chiamate da tutto il mondo.
Intanto oggi spopolano sul web i kit per sferrare attacchi
informatici gi… 'confezionati', vere e proprie 'cassette degli
attrezzi' a disposizione anche dei criminali comuni con scarsa
competenza informatica.
A rilevarlo un rapporto di Symantec, uno dei colossi della
sicurezza informatica, secondo il quale questi 'pacchetti' per
cyber criminali, esperti e non, sono una delle maggiori minacce
della rete e generano un'economia sommersa di milioni di
dollari. Secondo gli esperti, Š proprio grazie a strumenti di
questo tipo che sono stati lanciati i due terzi degli attacchi
informatici individuati fra giugno 2009 e giugno 2010.(ANSA).
Y91-MRB
20-GEN-11 17:07 NNNN
SICUREZZA: SILP CGIL, CHIESTO INCONTRO CON CAPO POLIZIA MANGANELLI = GOVERNO MANTENGA IMPEGNI PRESI
SICUREZZA: SILP CGIL, CHIESTO INCONTRO CON CAPO POLIZIA MANGANELLI =
GOVERNO MANTENGA IMPEGNI PRESI
Roma, 20 gen. - (Adnkronos) - I sindacati di polizia hanno
chiesto un incontro con il capo della polizia, prefetto Antonio
Manganelli per discutere sulle ''mancate promesse del governo nei
confronti del comparto sicurezza. I temi dell'incontro verteranno sui
tagli previsti nella finanziaria - ha detto all'ADNKRONOS Claudio
Giardullo, segretario generale Silp Cgil - e l'imposizione del tetto
salariale per il triennio 2011-2013 previsto dalla manovra correttiva
dello scorso luglio e tutti quegli impegni e promesse fondamentali e
non rispettate. Tagli che potrebbero portare a non poter rispondere
adeguatamente ad un aumento di operativita' perche' non ci sono i
fondi".
"Vogliamo capire se con il capo della Polizia possono esserci
delle convergenze - ha aggiunto Giardullo - e quali iniziative
congiunte o disgiunte possono essere intraprese perche' il governo
mantenga gli impegni presi e risponda alle esigenze di sicurezza del
Paese".
(Giz/Pn/Adnkronos)
20-GEN-11 16:06
NNNN
GOVERNO MANTENGA IMPEGNI PRESI
Roma, 20 gen. - (Adnkronos) - I sindacati di polizia hanno
chiesto un incontro con il capo della polizia, prefetto Antonio
Manganelli per discutere sulle ''mancate promesse del governo nei
confronti del comparto sicurezza. I temi dell'incontro verteranno sui
tagli previsti nella finanziaria - ha detto all'ADNKRONOS Claudio
Giardullo, segretario generale Silp Cgil - e l'imposizione del tetto
salariale per il triennio 2011-2013 previsto dalla manovra correttiva
dello scorso luglio e tutti quegli impegni e promesse fondamentali e
non rispettate. Tagli che potrebbero portare a non poter rispondere
adeguatamente ad un aumento di operativita' perche' non ci sono i
fondi".
"Vogliamo capire se con il capo della Polizia possono esserci
delle convergenze - ha aggiunto Giardullo - e quali iniziative
congiunte o disgiunte possono essere intraprese perche' il governo
mantenga gli impegni presi e risponda alle esigenze di sicurezza del
Paese".
(Giz/Pn/Adnkronos)
20-GEN-11 16:06
NNNN
POLIZIA: SINDACATI CHIEDONO VEDERE MANGANELLI,C'E' MALESSERE 'DISATTESI IMPEGNI PRESI DA GOVERNO', CONTINUA STATO AGITAZIONE
POLIZIA: SINDACATI CHIEDONO VEDERE MANGANELLI,C'E' MALESSERE
'DISATTESI IMPEGNI PRESI DA GOVERNO', CONTINUA STATO AGITAZIONE
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Tra i poliziotti c'e' ''malessere''
ed i sindacati chiedono un incontro al capo della polizia,
Antonio Manganelli, per conoscere la sua posizione su ''temi
importanti come l'imposizione del tetto salariale per il
triennio 2011-2013 previsto dalla manovra correttiva dello
scorso luglio e sulla circolare, piu' volte promessa ma non
ancora emanata, che avrebbe dovuto chiarire l'esclusione dei
poliziotti dall'applicazione della cosiddetta 'finestra mobile'
in tema previdenziale''.
''Su questi temi - sostengono Siulp, Sap, Siap, Silp-Cgil,
Ugl Polizia di stato e Coisp, che si sono riuniti in mattinata
ed hanno deciso di proseguire con lo stato di agitazione
proclamato nei mesi scorsi - gli impegni finora presi dal
ministro Maroni e dal Governo sono stati disattesi. Il Governo
aveva affermato che avrebbe promosso la copertura economica di
eventuali carenze relative al fondo perequativo di 80 milioni di
euro in ordine al completo riconoscimento economico oltre che
giuridico delle promozioni e della valorizzazione della funzione
di polizia nel triennio 2011-2013''. Quanto alla previdenza,
aggiungono, ''il Governo si era altresi' impegnato a fornire la
corretta interpretazione attraverso la quale, nel riconoscere
concretamente la specificita' attuata con apposita legge,
escludesse il personale del comparto Sicurezza e Difesa
dall'applicazione della finestra mobile di uscita per l'accesso,
sia alle pensioni d'anzianita' che di vecchiaia, per evitare lo
slittamento di dodici mesi della percezione del relativo
trattamento economico''. (ANSA).
NE
20-GEN-11 14:20 NNNN
Ruby/ Giardullo (Silp-Cigl): Berlusconi rispetti i poliziotti
Ruby/ Giardullo (Silp-Cigl): Berlusconi rispetti i poliziotti
Applicano legge senza guardare in faccia a nessuno
Roma, 20 gen. (TMNews) - Il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, "deve rispettare le forze di polizia" perchè "i
poliziotti sono dei pubblici ufficiali che fanno un lavoro
difficile. Sono servitori dello Stato e svolgono le loro funzioni
nel rispetto della legge e senza guardare in faccia a nessuno".
E' quanto afferma il segretario nazionale del Silp-Ggil,
sindacato di polizia, Claudio Giardullo commentanto il
videomessaggio nel quale ieri sera il premier, in riferimento
all'inchiesta di Milano nelal quale è indagato, sostiene che 'le
perquisizioni siano state compiute con il più totale disprezzo
della dignità e dell'intimità delle persone interessate' e nella
quale parla 'di una procedura irrituale e violenta indegna di uno
stato di diritto, che non può rimanere senza punizione".
"C'è una esigenza di tutela del personale", aggiunge Giardullo
che esprime "piena solidarietà a tutti i colleghi di Milano" cui
"il presidente del Consiglio deve rispetto perchè sono pubblici
ufficiali e non membri del suo staff, servitori dello Stato che
fanno il loro dovere nel rispetto della legge e senza guardare in
faccia nessuno".
Nes
201347 gen 11
Applicano legge senza guardare in faccia a nessuno
Roma, 20 gen. (TMNews) - Il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, "deve rispettare le forze di polizia" perchè "i
poliziotti sono dei pubblici ufficiali che fanno un lavoro
difficile. Sono servitori dello Stato e svolgono le loro funzioni
nel rispetto della legge e senza guardare in faccia a nessuno".
E' quanto afferma il segretario nazionale del Silp-Ggil,
sindacato di polizia, Claudio Giardullo commentanto il
videomessaggio nel quale ieri sera il premier, in riferimento
all'inchiesta di Milano nelal quale è indagato, sostiene che 'le
perquisizioni siano state compiute con il più totale disprezzo
della dignità e dell'intimità delle persone interessate' e nella
quale parla 'di una procedura irrituale e violenta indegna di uno
stato di diritto, che non può rimanere senza punizione".
"C'è una esigenza di tutela del personale", aggiunge Giardullo
che esprime "piena solidarietà a tutti i colleghi di Milano" cui
"il presidente del Consiglio deve rispetto perchè sono pubblici
ufficiali e non membri del suo staff, servitori dello Stato che
fanno il loro dovere nel rispetto della legge e senza guardare in
faccia nessuno".
Nes
201347 gen 11
AUTO RIMOSSA PER FINESTRINO GIU', AVVOCATO VINCE RICORSO
AUTO RIMOSSA PER FINESTRINO GIU', AVVOCATO VINCE RICORSO
(ANSA) - TRENTO, 20 GEN - I vigili gli avevano rimosso l'auto
parcheggiata, perche' aveva lasciato il finestrino abbassato
dalla parte del marciapiede. Motivazione una questione di
sicurezza: non aveva preso tutte le precauzioni utili a evitare
incidenti o l'uso dell'auto senza il suo consenso. Era accaduto
in primavera a un avvocato di Trento, che ha fatto e vinto un
ricorso.
Il legale, come ricorda oggi il quotidiano locale 'Trentino',
era rimasto incredulo per la solerzia della polizia municipale e
si era visto recitare l'articolo del Codice della strada che
prevede cautele da parte del proprietario per la sicurezza dei
mezzi e con esse chiedere 153 euro di multa. Al ricorso
l'avvocato, Franco Moser, si era trovato la polizia municipale
costituita in giudizio a difendere l'operato dell'agente, ma con
l'annullamento del provvedimento per vizio di notifica.
Moser pero' e' andato fino in fondo, sottolineando che il
finestrino aperto metteva l'auto alla pari di un motociclo o un
cabrio e che in ogni caso il finestrino abbassato non prevedeva
la rimozione del mezzo.
Il giudice di pace gli ha dato ragione, annullando il verbale
della polizia municipale e condannandola a risarcire i danni,
cioe' le spese di rimozione, pari a 115 euro, e le spese legali,
ovvero altri 100 euro. (ANSA).
TOM
20-GEN-11 11:43 NNNN
Circolare n. 333-G/I/Sett2°/mco/n. 12/10 del 17 gennaio 2011 - Monetizzazione congedo ordinario maturato durante il periodo di aspettativa per infermità a cui consegue la cessazione dal servizio: modalità di corresponsione a seguito del parere Consiglio di Stato Commissione Speciale del 4.10.2010
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