Nota 24 maggio 2011 (1).
Bilancio demografico nazionale - Anno 2010: popolazione residente, natalità, mortalità, migrazioni, famiglie e convivenze.
(1) Emanata dall'Istituto nazionale di statistica.
Al 31 dicembre 2010 risiedevano in Italia 60.626.442 persone, con un incremento di 286.114 unità (+0,5%) dovuto esclusivamente alle migrazioni dall'estero.
Più dei due terzi dell'incremento della popolazione si registra nelle regioni del Nord, mentre solo poco più di un decimo nel Mezzogiorno.
Il movimento naturale della popolazione è negativo. In particolare, sono nati quasi 7 mila bambini in meno rispetto all'anno precedente (si tratta di una riduzione pari a quella già registrata nel corso del 2009).
Il movimento migratorio con l'estero nel 2010 ha fatto registrare un saldo positivo pari a +380 mila unità.
Ogni mese del 2010 si sono iscritti in anagrafe circa 38 mila nuovi residenti provenienti dall'estero.
Il movimento migratorio, sia interno sia dall'estero, è indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro.
Le famiglie anagrafiche sono 25 milioni e 193 mila; il numero medio di componenti per famiglia è pari a 2,4 e stabile rispetto al 2009.
Figura 1. Bilancio della popolazione residente: saldo naturale, saldo migratorio estero e saldo interno e per altri motivi per mese - Anno 2010
Prospetto 1. Popolazione residente per sesso e ripartizione geografica - 31 dicembre 2010
Popolazione al 31 dicembre 2010
Variazioni rispetto al 31 dicembre 2009
Ripartizioni geografiche
Maschi
Femmine
Totale
Comp. %
di cui: % stranieri
V. A.
%
Nord-ovest
7.833.670
8.286.397
16.120.067
26,6
9,9
103.844
0,6
Nord-est
5.672.547
5.970.647
11.643.194
19,2
10,3
90.982
0,8
Centro
5.755.106
6.195.216
11.950.322
19,7
9,6
59.858
0,5
Sud
6.889.163
7.297.210
14.186.373
23,4
3,1
20.340
0,1
Isole
3.262.788
3.463.698
6.726.486
11,1
2,7
11.090
0,2
Italia
29.413.274
31.213.168
60.626.442
100,0
7,5
286.114
0,5
Le migrazioni segnano un più nel bilancio demografico nazionale
Al 31 dicembre 2010 la popolazione complessiva risulta pari a 60.626.442 unità. Si è dunque registrato un incremento di 286.114 unità rispetto all'anno precedente, pari allo 0,5%, dovuto completamente alle migrazioni dall'estero.
Complessivamente, la variazione della popolazione è stata determinata dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo del movimento naturale, pari a -25.544 unità, il saldo del movimento migratorio con l'estero, pari a +380.085, un incremento dovuto al movimento per altri motivi e al saldo interno pari a -68.427 unità (a livello nazionale, il saldo migratorio interno può risultare diverso da zero a causa dello sfasamento temporale delle registrazioni anagrafiche di iscrizione e cancellazione).
La quota di stranieri sulla popolazione totale residente è pari al 7,5% [1], in crescita rispetto al 2009 (7,0 stranieri ogni 100 residenti). L'incidenza della popolazione straniera è molto più elevata in tutto il Centro-Nord (9,9% nel Nord-ovest, 10,3% nel Nord-est e 9,6% nel Centro), rispetto alle regioni del Sud e delle Isole, dove la quota di stranieri residenti è, rispettivamente, appena del 3,1% e del 2,7%.
[1] Tutti i dati del 2010 relativi agli stranieri sono da considerarsi provvisori.
Forti differenze nelle dinamiche demografiche in rapporto al territorio
La crescita della popolazione non è uniforme sul territorio nazionale in conseguenza di bilanci naturali e migratori notevolmente diversificati. Si conferma anche per il 2010 un movimento migratorio, sia interno sia dall'estero, indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro, e un saldo naturale che risulta positivo solo nel Sud. Il risultato di queste dinamiche contrapposte è una variazione positiva della popolazione in tutte le ripartizioni geografiche, ma piuttosto modesta nelle isole e nelle regioni meridionali.
La distribuzione della popolazione residente per ripartizione geografica assegna ai comuni delle regioni del Nord-ovest 16.120.067 abitanti (il 26,6% del totale), a quelli del Nord-est 11.643.194 abitanti (il 19,2%), al Centro 11.950.322 (il 19,7%), al Sud 14.186.373 (il 23,4%) e alle Isole 6.726.486 abitanti Tali percentuali sono pressoché invariate rispetto al 2009.
Saldo naturale più basso dal 2003
Nel corso del 2010 sono nati 561.944 bambini (6.913 in meno rispetto all'anno precedente) e sono morte 587.488 persone (4.175 in meno rispetto al 2009). Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per 25.544 unità, che rappresenta il picco negativo dell'ultimo decennio, dopo quello del 2003, quando la mortalità toccò valori elevati per la forte calura estiva.
Il saldo naturale è positivo nella ripartizione Sud, specificatamente in Campania e Puglia, ma anche in regioni di altre ripartizioni: nel Lazio, nelle due province autonome di Trento e Bolzano, in Veneto, Lombardia e Sicilia.
Prospetto 2. Movimento naturale della popolazione residente: nati, morti, saldo naturale - Anno 2010, valori assoluti, percentuali e quozienti per 1000 residenti
Ripartizioni geografiche
Nati vivi
Tasso di natalità
Morti
Tasso di mortalità
Saldo naturale
Tasso di
2010
Variazione sul 2009
di cui: %
2010
Variazione sul 2009
crescita
Val. assoluti
%
stranieri
Val. assoluti
%
naturale
Nord-ovest
149.437
-2.115
-1,4
20,4
9,3
161.707
-728
-0,4
10,1
-12.270
-0,8
Nord-est
109.914
-941
-0,8
20,8
9,5
115.073
252
0,2
9,9
-5.159
-0,4
Centro
108.931
-649
-0,6
15,7
9,1
121.448
-210
-0,2
10,2
-12.517
-1,1
Sud
132.041
-2.104
-1,6
3,9
9,3
126.752
-1.472
-1,1
8,9
5.289
0,4
Isole
61.621
-1.104
-1,8
3,9
9,2
62.508
-2.017
-3,1
9,3
-887
-0,1
Italia
561.944
-6.913
-1,2
13,9
9,3
587.488
-4.175
-0,7
9,7
-25.544
-0,4
Continua il decremento delle nascite, soprattutto in Sardegna e Sicilia
Il numero dei nati è diminuito rispetto al 2009 (-6.913, pari all'1,2%), seguendo un andamento già registrato nel corso dell'anno precedente. Il decremento, seppur contenuto, si registra in tutte le ripartizioni, in particolare nelle due Isole (-1,8%), nelle regioni del Sud (-1,6%) e del Nord-ovest (1,4%), mentre risulta più lieve nel Centro (-0,6%) e nel Nord-est (-0,8%).
A livello nazionale si conferma la diminuzione delle nascite già osservata l'anno precedente, che aveva interrotto la serie positiva dell'aumento della natalità. L'incremento registrato nel decennio appena concluso, era dovuto principalmente all'apporto alla natalità dato dalle donne straniere. Infatti, di pari passo con l'aumento di stranieri che vivono in Italia, anche l'incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati ha avuto un notevole incremento, passando dal 4,8% del 2000 al 13,9% del 2010; in valori assoluti da quasi 30 mila nati nel 2000 a quasi 80 mila nel 2010.
Tuttavia, l'incremento che le donne straniere danno alla natalità non compensa la diminuzione dovuta a quello delle donne italiane. Infatti, da un lato le donne italiane in età riproduttiva (15-49 anni) fanno registrare una diminuzione della propensione alla procreazione, testimoniata dal tasso di fecondità stimato, che passa da 1,33 a 1,29 nel giro di un solo anno; dall'altro si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri, dovuto al prolungato calo delle nascite iniziato all'incirca a metà anni '70, con effetti che si attendono ancora più rilevanti in futuro. Inoltre, nonostante l'assenza di relazioni dirette di causa-effetto, non si può escludere che la crisi economica abbia prodotto qualche effetto negativo anche sulla natalità, come peraltro potrebbe essere avvenuto per la concomitante diminuzione dei matrimoni, registrata proprio negli ultimi due anni [2].
Il tasso di natalità è pari al 9,3 per mille e si presenta come il valore più basso dell'ultimo decennio; supera la media nazionale nella ripartizione del Nord-est e varia da un minimo di 7,4 nati per mille abitanti in Liguria a un massimo di 10,4 per mille nella provincia autonoma di Bolzano.
Figura 2. Tasso di natalità e tasso di mortalità per regione. Anno 2010
[2] Vedi il matrimonio in Italia http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110518_00/statistica
Tasso di mortalità in riduzione quasi ovunque
Il numero di decessi, pari a 587.488, è inferiore di 4.175 unità a quello del 2009. Il tasso di mortalità è pari a 9,7 per mille, e varia da un minimo di 7,7 per mille nella provincia autonoma di Bolzano a un massimo di 13,3 per mille in Liguria, risultando in diminuzione in tutte le regioni, eccetto la Campania e le due province autonome di Trento e Bolzano (dove però presenta valori di gran lunga inferiori ala media nazionale). Complessivamente è più elevato nelle regioni del Centro-Nord, tradizionalmente a più forte invecchiamento.
Al contrario di quanto avviene per la natalità, la popolazione straniera, influenzando in modo consistente l'ammontare di popolazione, contribuisce alla riduzione dei tassi di mortalità, facendo anche registrare un numero limitato di decessi a causa della composizione per età particolarmente giovane rispetto alla popolazione italiana.
Figura 3. Movimento naturale della popolazione: nati, morti e tassi di natalità e mortalità - Anni 2000-2010
Migrazioni più consistenti verso Nord-ovest e Centro
Come già da diversi anni, l'incremento demografico del nostro Paese deriva da un saldo migratorio con l'estero positivo (6,3 per mille), mentre quello interno è pari a 0,2 per mille [3]. Considerando i dati a livello ripartizionale, la somma dei tassi migratori interno ed estero indica il Nord-ovest e il Centro come le aree più attrattive, con un tasso pari al 9,1 mille; segue il Nord-est (8,7 per mille). Il Sud acquista popolazione a causa delle migrazioni con l'estero, ma ne perde a causa delle migrazioni interne, con il risultato di un tasso migratorio appena superiore all'1 per mille. A livello regionale, l'Emilia-Romagna risulta essere la regione più attrattiva (11,5 per mille), seguita dalla Lombardia (10,3 per mille), dall'Umbria (9,7 per mille), dalla Toscana (9,6 per mille). Tra le regioni del Mezzogiorno solo l'Abruzzo si stacca nettamente dalle altre con un tasso pari a
5,6 per mille.
Prospetto 3. Movimento migratorio della popolazione: iscritti e cancellati per tipo e di cui stranieri. Anno 2010
ISCRITTI
Ripartizioni geografiche
Da altro comune
di cui: % stranieri
Dall'estero
di cui: % stranieri
Per altri motivi
di cui: % stranieri
Totale
Nord-ovest
460.457
19,5
149.946
94,0
13.263
54,5
623.666
Nord-est
305.457
22,3
107.408
94,5
11.993
68,0
424.858
Centro
254.174
19,3
109.909
93,9
7.359
56,6
371.442
Sud
236.313
8,1
64.475
88,1
5.399
52,9
306.187
Isole
117.962
6,5
27.118
81,4
2.026
33,5
147.106
Italia
1.374.363
17,0
458.856
92,5
40.040
57,7
1.873.259
CANCELLATI
Ripartizioni geografiche
Per altro comune
di cui: % stranieri
Per l'estero
di cui: % stranieri
Per altri motivi
di cui: % stranieri
Totale
Nord-ovest
438.314
18,9
25.194
43,6
44.031
76,2
507.539
Nord-est
290.813
23,1
21.410
53,7
34.628
80,1
346.851
Centro
240.694
19,8
15.296
43,8
24.943
79,0
280.933
Sud
269.521
8,5
10.696
26,5
10.917
65,4
291.134
Isole
124.080
6,2
6.166
12,9
4.883
63,8
135.129
Italia
1.363.422
16,8
78.762
41,7
119.402
76,4
1.561.586
[3] Il tasso migratorio interno dovrebbe essere uguale a zero, ma sfasamenti temporali nelle registrazioni e cancellazioni possono produrre differenze positive o negative nel saldo nazionale.
Oltre la metà degli immigrati sono donne
Nel corso del 2010 sono state iscritte in anagrafe 458.856 persone provenienti dall'estero. Il numero di iscritti dall'estero è cresciuto di circa 16 mila unità rispetto a quello del 2009. La ripresa del flusso di iscritti dall'estero, dopo un anno in cui si era registrato un rallentamento (90 mila iscritti in meno nel 2009 rispetto al 2008) [4] è stata comunque contenuta e più rilevante nelle ripartizioni del Sud, delle Isole e del Nord-ovest. Le iscrizioni risultano distribuite nel corso di tutto il 2010, con una media di circa 38 mila nuovi iscritti ogni mese. Le iscrizioni sono da ascriversi in parte prevalente alle donne (54,7%), ancor più che negli anni precedenti.
Tra gli iscritti, gli italiani che rientrano dopo un periodo di permanenza all'estero rappresentano solo il 7,5%, pari a meno di 35 mila persone. La larga maggioranza è costituita invece da cittadini stranieri, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro.
Le cancellazioni dalle anagrafi di persone residenti in Italia trasferitesi all'estero ammontano a 78.762 unità. Tra i cancellati per l'estero prevalgono gli italiani (circa il 60% del totale). Va notato che la maggior parte degli stranieri che lasciano il nostro Paese sono conteggiati tra i cancellati per altri motivi, poiché cancellati per irreperibilità o per scadenza del permesso di soggiorno: si tratta di più di 90 mila casi nel 2010 sulle circa 120 mila cancellazioni per altri motivi in totale.
Complessivamente, il bilancio migratorio con l'estero, pari a +380.085, è dovuto a un saldo fortemente positivo per gli stranieri, superiore a 390 mila unità, che compensa il saldo lievemente negativo relativo alla sola componente italiana (-12 mila unità circa), che si presenta stabile rispetto ai due anni precedenti.
Il bilancio con l'estero risulta positivo per tutte le regioni e il corrispondente tasso varia dal 2,7 per mille della Sardegna al 9,6 per mille dell'Emilia-Romagna, rispetto a una media nazionale del 6,3 per mille. Le regioni con tassi migratori esteri più elevati sono: Emilia-Romagna (9,6 per mille) Lombardia (8,6 per mille), Umbria (8,1 per mille) e Toscana (8,0 per mille: in generale, le regioni delle ripartizioni del Nord e del Centro hanno tassi migratori esteri doppi rispetto a quelli delle regioni del Sud e delle Isole.
Figura 4. Saldo migratorio estero per ripartizione geografica - Anni 2002-2010
[4] Il decretamento del 2009 rispetto al 2008 era da attribuire al progressivo esaurimento dell’effetto congiunturale indotto dall’allargamento dell’UE del 2007.
Flusso migratorio interno stabile verso Centro e Nord
Nel corso del 2010 i trasferimenti di residenza interni hanno coinvolto circa 1 milione e 370 mila persone e, secondo un modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati prevalentemente da uno spostamento di popolazione dalle regioni del Mezzogiorno (eccettuato l'Abruzzo) a quelle del Nord e del Centro. Anche dal punto di vista quantitativo, il dato conferma quello del 2009. Il tasso migratorio interno oscilla tra il -3,2 per mille della Basilicata e il 3,0 per mille della provincia autonoma di Trento, seguito dal 1,9 per mille dell'Emilia-Romagna.
Le migrazioni interne sono dovute anche agli stranieri residenti nel nostro Paese, che seguono una direttrice simile a quella delle migrazioni degli italiani, ma presentano una maggior propensione alla mobilità. Infatti, i cittadini stranieri, pur rappresentando il 7,5% della popolazione, contribuiscono al movimento interno per più del 17%.
Rettifiche post-censuarie ridotte al minimo
Il numero di iscrizioni e cancellazioni per altri motivi risulta piuttosto ridotto rispetto agli anni precedenti, nei quali in tale voce venivano contabilizzate le rettifiche post-censuarie, ormai residuali. I valori registrati sono da attribuirsi principalmente alle reiscrizioni di persone già cancellate e successivamente ricomparse, e alle cancellazioni per irreperibilità ordinaria e di stranieri cancellati per scadenza del permesso di soggiorno.
Prospetto 4. Movimento migratorio della popolazione: saldi e tassi per mille abitanti - Anno 2010
Ripartizioni
Saldo
Saldo
Saldo
Saldo
Tasso
geografiche
migratorio interno (a)
migratorio estero (b)
per altri motivi
migratorio(a+b)
Migratorio interno (c)
Migratorio estero (d)
Per altri motivi (e)
Migratorio (c+d)
Totale (c+d+e)
Nord-ovest
22.131
124.751
-30.768
146.882
1,4
7,8
-1,9
9,1
7,2
Nord-est
14.644
85.998
-22.635
100.642
1,3
7,4
-2,0
8,7
6,7
Centro
13.480
94.613
-17.584
108.093
1,1
7,9
-1,5
9,1
7,6
Sud
-33.188
53.771
-5.532
20.583
-2,3
3,8
-0,4
1,5
1,1
Isole
-6.118
20.952
-2.857
14.834
-0,9
3,1
-0,4
2,2
1,8
Italia
10.949
380.085
-79.376
391.034
0,2
6,3
-1,3
6,5
5,2
Figura 5. Tasso migratorio interno ed estero per regione - Anno 2010
Nei grandi comuni il tasso naturale è sempre negativo
Nei 12 grandi comuni con popolazione superiore ai 250 mila abitanti risiedono poco più di 9 milioni di abitanti, pari al 15% del totale. Nel complesso di questi comuni si registra un incremento di popolazione rispetto all'anno precedente pari a 30.015 unità. In termini percentuali l'aumento è dello 0,3%, evidenziando una crescita inferiore a quella del resto del Paese. Così come nel 2009 sono i comuni di Milano, Roma, Bologna e Firenze a evidenziare una lieve crescita mentre gli altri comuni si presentano stabili (Bari e Venezia) o in decremento.
In tutti i grandi comuni il tasso di crescita naturale è negativo, con la sola eccezione di Palermo. Il tasso migratorio interno è sempre negativo, a parte Bologna e Milano che presentano un tasso lievemente positivo, a evidenziare un processo di reinsediamento della popolazione che penalizza i grandi centri urbani, in particolare Catania (-8,2 per mille), Napoli (-8,0 per mille) e Verona (-5,9 per mille). Si conferma una generale capacità di attrarre le migrazioni dall'estero: il tasso migratorio estero risulta positivo in tutti i grandi comuni, secondo il consueto gradiente Nord-Sud. In particolare, Milano (13,6 per mille), Bologna (13,5 per mille) e Firenze (12,2 per mille) presentano i tassi più elevati, ma in termini assoluti sono Roma e Milano le mete dei più rilevanti flussi migratori dall'estero.
In Campania le famiglie più numerose
Le famiglie anagrafiche sono 25 milioni e 190 mila circa; il numero medio di componenti per famiglia è pari a 2,4 e risulta stabile rispetto all'anno precedente. Il valore minimo è di 2,0 e si rileva in Liguria, mentre il massimo è di 2,8, riscontrato in Campania. Il 99,5% della popolazione residente in Italia al 31 dicembre 2010 vive in famiglie. Il restante 0,5% della popolazione, pari a circa 320 mila abitanti, vive in convivenze anagrafiche (caserme, case di riposo, carceri, conventi, ecc.).
I nuovi confini amministrativi delle province
Nel corso del 2009 sono stati eletti i consigli provinciali delle tre nuove province di Monza e della Brianza, Fermo e Barletta-Andria-Trani. Le nuove province sono nate attraverso il distacco di comuni rispettivamente dalle province di Milano (Monza), Ascoli Piceno (Fermo), Foggia e Bari (Barletta-Andria-Trani). Nello stesso anno sette comuni della provincia di Pesaro e Urbino, a seguito di referendum consultivo, sono stati trasferiti alla provincia di Rimini, provocando un incremento di popolazione per quest'ultima provincia (per l'Emilia-Romagna e per il Nord-est) pari a +14.372 residenti, e un corrispondente decremento della provincia e regione Marche e ripartizione Centro di precedente appartenenza. I dati sono pubblicati secondo la distribuzione territoriale che considera le nuove province.
Note informative
I dati relativi alla popolazione residente in Italia risultano dalle registrazioni nelle anagrafi negli 8.094 comuni al 31 dicembre 2010. La rilevazione è totale e sono pervenuti i dati di tutti i Comuni italiani.
Tali dati sono calcolati a partire dalla popolazione legale dichiarata sulla base delle risultanze del 14° Censimento generale della popolazione effettuato il 21 ottobre 2001 (D.P.C.M. 2 aprile 2003 pubblicato sulla G.U. 7 aprile 2003, n. 81, S.O.).
II calcolo è effettuato sulla base dei dati relativi al movimento naturale (iscrizioni per nascita e cancellazioni per morte) e migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza) verificatosi nei comuni dal 22 ottobre 2001 al 31 dicembre 2010.
Link utili
Sul sito web http://demo.istat.it, alla voce "Bilancio demografico" sono disponibili i dati del bilancio demografico per ciascun comune italiano. Con la pubblicazione dei dati del bilancio demografico annuale anche i dati mensili, pubblicati regolarmente dall'Istat divengono definitivi.
Eurostat raccoglie i dati, i prodotti e i Regolamenti comunitari del settore "Popolazione" all'indirizzo http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/population/introduction
Glossario
Convivenza: ai sensi dell'articolo 5 del regolamento anagrafico (D.P.R. n. 223 del 1989): "agli effetti anagrafici per convivenza s'intende un insieme di persone normalmente coabitanti per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena, e simili, aventi dimora abituale nello stesso comune. Le persone addette alla convivenza per ragioni di impiego o di lavoro, se vi convivono abitualmente, sono considerate membri della convivenza, purché non costituiscano famiglie a sé stanti. Le persone ospitate anche abitualmente in alberghi, locande, pensioni e simili non costituiscono convivenza anagrafica". Le convivenze anagrafiche sono conteggiate sulla base del numero di schede di convivenza presenti negli archivi anagrafici.
Cancellazioni: si distinguono in a) Cancellazioni per altro comune: numero di persone cancellate per trasferimento di residenza in altro comune italiano; b) Cancellazioni per l'estero: numero di persone cancellate per trasferimento di residenza all'estero; c) Cancellazioni per altri motivi: non si tratta di effettivi trasferimenti di residenza, ma di cancellazioni dovute a pratiche di rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le persone cancellate per irreperibilità, ossia poiché non risultano residenti in seguito ad accertamenti anagrafici; gli stranieri per scadenza del permesso di soggiorno, secondo la vigente normativa anagrafica; le persone censite come aventi dimora abituale, ma che non hanno voluto o potuto (per mancanza di requisiti) iscriversi nel registro anagrafico dei residenti del comune nel quale erano stati censiti.
Famiglia: ai sensi dell'articolo 4 del regolamento anagrafico (D.P.R. n. 223 del 1989) si intende per famiglia "un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune". Le famiglie sono conteggiate sulla base del numero di schede di famiglia presenti nell'archivio anagrafico.
Iscrizioni: si distinguono in a) Iscrizioni da altro comune: numero di persone iscritte per trasferimento di residenza da un altro comune italiano; b) Iscrizioni dall'estero: numero di persone iscritte per trasferimento di residenza dall'estero; c) Iscrizioni per altri motivi: non si tratta di iscrizioni dovute ad un effettivo trasferimento di residenza, ma di iscrizioni dovute ad operazioni di rettifica anagrafica. Tra queste sono comprese le iscrizioni di persone erroneamente cancellate per irreperibilità e successivamente ricomparse; le iscrizioni di persone non censite, e quindi non entrate a far parte del computo della popolazione legale, ma effettivamente residenti.
Movimento migratorio e per altri motivi: è costituito dal numero delle iscrizioni e delle cancellazioni anagrafiche della popolazione residente registrate durante l'anno.
Movimento naturale: è costituito dal numero dei nati da genitori residenti in Italia, indipendentemente dal luogo in cui è avvenuta la nascita (in Italia o all'estero) e dal numero di morti relativi alla popolazione residente, anch'essi indipendentemente dal luogo in cui si è verificato l'evento (sia in Italia sia all'estero). Sono quindi esclusi i nati in Italia da genitori non residenti e i morti non residenti. Sia i nati sia i morti sono conteggiati al momento della trascrizione dell'atto di nascita o di morte nel registro anagrafico.
Numero medio di componenti per famiglia: è dato dal rapporto tra la popolazione residente in famiglia e il numero delle famiglie anagrafiche.
Numero medio di figli per donna: vedi Tasso di fecondità totale.
Popolazione residente: è costituita dalle persone, di cittadinanza italiana e straniera, aventi dimora abituale nel territorio nazionale anche se temporaneamente assenti. Ogni persona avente dimora abituale in Italia deve iscriversi, per obbligo di legge, nell'anagrafe del comune nel quale ha stabilito la sua dimora abituale. In seguito ad ogni Censimento della popolazione viene determinata la popolazione legale. A tale popolazione si somma il movimento anagrafico dei periodi successivi, calcolati con riferimento alla fine di ciascun anno solare e si calcola così la popolazione residente in ciascun comune al 31 di dicembre di ogni anno.
Popolazione residente media: è data dalla semisomma della popolazione al 1° gennaio e della popolazione al 31 dicembre.
Saldo migratorio e per altri motivi: è la differenza tra le iscrizioni e le cancellazioni per trasferimento di residenza e per altri motivi dai registri anagrafici dei residenti.
Saldo migratorio estero: è la differenza tra le iscrizioni e le cancellazioni da/per l'estero.
Saldo migratorio interno: è la differenza tra le iscrizioni e le cancellazioni da/per altro comune.
Saldo migratorio: è la differenza tra le iscrizioni da altri comuni e dall'estero e le cancellazioni per altri comuni e per l'estero.
Saldo naturale: è la differenza tra il numero dei nati e il numero dei morti residenti in Italia.
Saldo per altri motivi: è la differenza tra le iscrizioni e le cancellazioni effettuate per altri motivi.
Saldo totale: è la somma del saldo naturale, del saldo migratorio e del saldo per altri motivi.
Tasso di crescita naturale: è il rapporto tra il saldo naturale dell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso di crescita totale: è il rapporto tra il saldo totale dell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso di fecondità totale (TFT) o Numero medio di figli per donna: è la somma dei quozienti specifici di fecondità calcolati rapportando, per ogni donna in età feconda (15-49 anni) il numero di nati vivi all'ammontare medio annuo della popolazione femminile.
Tasso di mortalità: è il rapporto tra il numero di morti nell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso di natalità: è il rapporto tra il numero di nati nell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso migratorio estero: è il rapporto tra il saldo migratorio estero dell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso migratorio interno: è il rapporto tra il saldo migratorio interno dell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso migratorio totale è il rapporto tra il saldo migratorio + il saldo per altri motivi dell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso migratorio: è il rapporto tra il saldo migratorio e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.
Tasso per altri motivi: è il rapporto tra il saldo per altri motivi dell'anno e la popolazione media, moltiplicato per 1.000.