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venerdì 5 novembre 2010

Scorte Due articoli datati 1993 e 2001 ) - Una protesta sempre avanzata ma la politica è ben lungi dal risolverle una volta per tutte

Sulle strade 160 mila auto blu nessuno molla la griffe del potere

Repubblica — 07 aprile 2001   pagina 12   sezione: CRONACA
ROMA - L' alto papavero militare, a volte, se la tiene pure in pensione, sussurrano. E, visto che l' ultima segretaria ministeriale la usa per imperscrutabili impegni di servizio, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ne circolano ancora 160 mila, costano 100 milioni l' anno ciascuna, stipendi degli autisti a parte (60 milioni), 450 miliardi solo per i budget dei ministeri. Quella delle auto blu, metafora di status medio alto di massa, è la storia di un privilegio pertinace e di uno smantellamento fantasma: due decreti per emendarle, nel '95 e nel '98, naufragati per le resistenze dei vip (di destra, di sinistra, civili o militari, fa lo stesso) a difesa della loro flotta. Nell' ultimo anno, invece di diminuire, ne sono spuntate altre trecento. E se è vero che si è cominciato a noleggiare le superammiraglie, per esempio al Tesoro, i ministeri renitenti non mancano: secondo Raffaele Costa, Fi, che della battaglia ai macchinoni di rappresentanza ha fatto il suo pallino, Difesa, Interni e Finanze avrebbero poca voglia di sottoporsi ai tagli. L' amministrazione della Difesa, per dire, conta 134 macchine ad personam, il ministero da solo spende 200 miliardi l' anno, gli Interni 157, le Finanze 52. E se duecento blindate servono al trasporto dei pentiti, la Giustizia se ne concede in totale oltre 3 mila, e non sono poi tante quelle per i magistrati da proteggere. Le scorte, pur ridotte di un 15 per cento, restano tante, sulle 700, anche per le "celebrità" che di rischio correrebbero solo quello di passare inosservate. E poi c' è l' effetto che le auto blu, metafora del lei non sa chi sono io, producono in pubblico. Ultravelocità, sirene, lampeggianti: necessità o sceneggiata? Il codice della strada, articolo 177, è chiaro: segnalazioni sonore e luminose (blu, anche quelle) sono autorizzate solo per veicoli in servizio di polizia o di soccorso (ambulanze o antincendio). Dunque, osservano alla Polstrada, "qualche dubbio viene sull' uso del lampeggiante nella Lancia k del generale sulla via del Mare". Inseguiva un criminale? Portava un malato? Doveva spegnere un incendio? Pare di no. Un' eccezione di malcostume? Un aneddoto prova il contrario. Si dice che il ministro dell' Interno Bianco, che pure passa per un presenzialista, non abbia mai fatto accendere una sirena in vita sua. Che obblighi l' autista al rigido rispetto dei limiti di velocità e, non contento, quando è in macchina faccia pure... la spia. Nel senso che, se vede un' auto blu che sfreccia e schiamazza e spara il lampeggiante, prende il telefonino e chiama polizia e carabinieri per chiedere conto del comportamento "irresponsabile". Al Viminale dicono che la politica del risparmio ha ridotto un bel po' le ammiraglie di rappresentanza. A parte gli alti vertici, i prefetti e i questori, nessuno dispone di auto e autista personale. Siamo a meno di trecento mezzi. L' Arma di auto blu ad personam ne ha quattro. Le altre 1600 servono per trasporti plurimi di ufficiali. Di Lancia k, la Difesa dota solo il capo di Stato Maggiore, il suo vice, il comandante del vertice operativo interforze e il capo del Centro Alti sudi della Difesa, il generale Tria, appunto. Stop. Ma il privilegio resiste, segnala il generale del Cocer Carabinieri Maurizio Scoppa, piuttosto nell' Esercito e piuttosto in periferia. Insomma, "c' è un sommerso difficile da controllare, un abuso strisciante dei comandi". E va bene che il generale di brigata ce l' abbia, ma ce l' hanno pure i comandanti provinciali. Saranno in duecento, e guai a mollare la "griffe" del potere. Un mese fa un magistrato militare della procura romana è stato condannato proprio per abuso di auto blu. "Volendo tagliare la spesa, si potrebbe farlo ancora per vari miliardi". Quel che rincresce, aggiungono al Cocer, è anche il ricorso a carabinieri come autisti, a personale che dovrebbe esser impiegato in compiti operativi dato che i motivi di sicurezza non sono sempre così urgenti. Limiti e regole ci sono, "ma poi l' andazzo è quel che è", ammettono anonimi ma autorevoli ufficiali. "Il fatto è che è una battaglia persa in partenza". Dalla carrozza, insomma, scendono in pochi. - MARINA GARBESI

MAL UTILIZZATI 10.000 CARABINIERI' PROTESTA IL COCER

Repubblica — 18 giugno 1993   pagina 22   sezione: CRONACA
ROMA - Con una delibera approvata mercoledì a maggioranza (un solo voto contrario, su 18 votanti), il Consiglio centrale di rappresentanza dei carabinieri (Cocer) ha criticato l' impiego di personale in compiti che non sono attinenti al servizio. Secondo stime del Cocer sarebbero circa 10.000 i carabinieri utilizzati per compiti non di istituto. L' iniziativa del Cocer è conseguente a una "disposizione riservata" del Comando generale che "in pratica autorizza l' impiego di carabinieri per la gestione degli organismi di protezione sociale (bar, circoli, foresterie, soggiorni, spacci)". Questi organismi occuperebbero circa 3.000 uomini. Il Cocer avrebbe intenzione di chiedere una inchiesta parlamentare sulla gestione dell' istituto. E cita il caso dei circa 5 mila carabinieri assegnati, come polizia militare, alle forze armate, "che fanno di tutto: portieri, alza sbarre, piantoni ai piani, autisti; oltre i più di mille impiegati come falegnami, carpentieri, muratori, idraulici, elettricisti". Impiegare il personale in mansioni non previste - sottolinea ancora il Cocer - oltre a non garantire la pari dignità, "sottrae unità preziose al servizio nel momento in cui sale dal paese una istanza pressante di sicurezza".

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