Translate
lunedì 27 dicembre 2010
Fiordistella (Il Monello Jet)
Acquistate il Monello, è un settimanale sprint!” (da una pubblicità sull’Intrepido, 1972).
Considerato comunemente il “fratello minore” dell’Intrepido, in realtà il Monello nacque due anni prima, nel 1933, per i tipi della Casa Editrice Moderna dei fratelli Del Duca. Il nome della rivista faceva riferimento al piccolo divo Jackie Coogan, interprete al fianco di Charlie Chaplin del film “Il Monello” e del personaggio di “Skippy” nella serie omonima tratta da un popolare fumetto. Diretto inizialmente da Luciana Peverelli, il giornale presentava storie per un pubblico di bambini e adolescenti, prevalentemente comiche, incluse le avventure di Jackie Coogan e dei suoi amici, tra cui spiccava l’altezzoso Superbone. Nel 1936 il giornale prese un taglio più avventuroso e drammatico ma chiuse nel 1939 e i personaggi passarono sull’Intrepido.
I fratelli Del Duca, che nel frattempo avevano fondato la Casa Editrice Universo, provarono a riproporre il Monello nel dopoguerra. La nuova serie partì nel 1953 in formato libretto, aveva cadenza settimanale e presentò una produzione prevalentemente italiana d’elevata qualità. Tra le serie realistiche spiccarono Forza John di Luigi Grecchi ed Erio Nicoló, Rocky Rider, scritto da Grecchi e disegnato da Mario Uggeri e Fiordistella reginetta del cielo, ideato per le lettrici da Cesarina Amoretti Putato e poi proseguito da Lina Buffolente. Grande spazio avevano anche i personaggi umoristici, realizzati da grandi autori come Giovanni Manca (Tamarindo, Sor Cipolla e il Marchese), Gino Gavioli (Cappuccino Cappuccetto, Il lupo e l’agnello, Pico Panda e Paco Serse, Pierini Porcospini & c.), Antonio Terenghi (Pedrito el Drito), Erio Nicolò (Superbone) e Ferdinando Corbello (Narciso Putiferio). Furono proposte anche alcune serie americane, come Arturo e Zoe (Nancy and Sluggo), Piccola Eva (Little Eva) e Tippi Tin (Tippy Teen). Nel corso dei ’60 il Monello assorbì varie testate della casa e i personaggi in essi contenuti, come Atlas di Loredano Ugolini e Jimmy Jet di Lino Jeva, in occasione dell’arrivo del quale il Monello cambiò per un po’ la testata in “Il Monello Jet”. Apparvero anche tavole comiche con caricature di personaggi celebri, come Rockerone Celentone e Rita Pavone. Alla fine del decennio furono proposti pure personaggi di produzione franco-belga, come Dario Disastro e Taka Takata.
Il Monello entrò negli anni ‘70, quando ormai era al suo 38° anno di vita editoriale. Con l’inizio del decennio cambiò formato e divenne più grande: il primo numero del 1970 era di dimensioni 16 cm x 22,5 cm (circa 4 cm in più rispetto al formato dei ’60), costava ancora 70 lire, ma aveva un numero minore di pagine, 80 più la copertina, spillate. La carta era assai sottile e con la tendenza ad ingiallire rapidamente. Nella testata appariva ancora il volto di Jackie Coogan, anche se del personaggio all’interno si erano ormai perse le tracce da decenni. Fino al 1974 fu direttore Alceo Del Duca, seguito fino al 1980 da Domenico Del Duca, cui si affiancarono come vicedirettori nel corso del decennio Antonio Mancuso, Angelo Saccarello e Graziano Cicogna.
Nel periodo 1970-1972 oltre due terzi delle pagine del giornale era dedicata ai fumetti. Vi erano tipicamente in apertura tre storie umoristiche lunghe tra le 8 e le 13 pagine, cui seguivano due storie realistiche di lunghezza simile. La caratterizzazione prevalentemente umoristica era sottolineata dalla copertina, su cui apparivano i protagonisti delle storie interne. Il personaggio di punta era Pedrito el Drito, creato nel 1953 da Antonio Terenghi. Pedrito è il buffo sceriffo di Tapioka City. Ha enormi baffi e un minuscolo cappello ed è dedito a prendere colossali sbornie, contrastato dalla moglie Paquita, risoluta massaia dal matterello facile. Pedrito (chiamato anche Pedritissimo) diventò una sorta di marchio di fabbrica della Universo e comparve anche in altre pubblicazioni, come l’Intrepido. Attilio Ortolani realizzò dal 1968 le avventure di Miniringo, piccolo cowboy dalla mira infallibile con lunghi capelli e un cappello calato sugli occhi. Giancarlo Tonna creò per il giornale Colbi, uno strampalato personaggio dal gran cappello e dalla lunghissima cravatta. Corbello realizzò le tavole autoconclusive di Slappa, cane ubriacone, mentre in quarta di copertina vi erano le strisce di Teo, ragazzino terribile dal gran ciuffo sugli occhi, realizzate da Bort (Mario Bortolato). Vi era anche una serie comica per ragazzi più grandi, “Le Controfiabe di Nonna Nilla”, dove i protagonisti avevano le fattezze di noti personaggi dello sport e dello spettacolo (Nonna Nilla era una caricatura di Nilla Pizzi), realizzata da Walter Molino.
Tra le serie umoristiche ve n’erano anche alcune d’origine statunitense. Nancy, ideata da Ernie Bushmiller, era apparsa per la prima volta negli USA nel 1933 nella striscia dedicata a sua zia Fritzi e in breve l’aveva scalzata come personaggio principale. Al fianco della bambina appariva Sluggo, un monello dal cranio rasato con una coppola. Sul Monello la serie fu presentata dal 1953, ma nel titolo si rese protagonista Sluggo, ribattezzato Arturo, mentre Nancy fu chiamata Zoe. Di Arturo e Zoe furono presentate storie lunghe o, più spesso, tavole e strisce autoconclusive. Piccola Eva (Little Eva) era stata ideata negli USA dall’editore Archer St. John nel 1952 per sostituire un personaggio simile, Little Audrey, di cui St. John aveva perso i diritti. In patria ebbe breve vita editoriale, scomparendo nel 1956, ma ai lettori del Monello piacque e così Terenghi fu incaricato di continuare a realizzarne le storie. Piccola Eva era una ragazzina bionda che viveva piccole avventure con i suoi amici, Cinzia, Atos, Aramis e il grosso e borioso Ciccio Tom. Ad Atos, Aramis e Ciccio Tom Terenghi dedicò anche storie personali. Tippi Tin (Tippy Teen) narrava le storie quotidiane di una teen-ager, la bionda Tippi e dei suoi amici, la mora Go-Go e i ragazzi Tommy, Animal e Eggy. Creata nel 1965 da Sam Hamm per la Tower Comics sulla falsariga del popolare fumetto Archie (per cui Hamm aveva lavorato), la serie durò fino al 1969. Il Monello ne iniziò le pubblicazioni nel 1966 e dopo la chiusura della serie originale commissionò nuove storie ad Ortolani. Ricordiamo infine le vignette e le strisce del monello Winthrop, che ebbe un destino simile a quello di Nancy: nato nel 1957 in una striscia ideata da Dick Cavalli e intitolata ad un altro personaggio, Morty Meekle, finì per diventare il titolare della serie dal 1967.
Tra le serie avventurose dei primi anni ’70 sul Monello predominavano quelle western. Apparivano ancora le avventure dello sceriffo Rocky Rider, scritte da Grecchi e disegnate da Ugolini, succeduto ad Uggeri e dei Laramy della Valle, famiglia di cowboys ideata nel 1963 da Grecchi e Nicolò. La serie dei Romanzi della Frontiera invece presentava storie libere. Tra le serie poliziesche vi era quella di Cristall, biondo detective prestante e scanzonato, di Mancuso e Ugolini. Ricordiamo ancora due serie aventi per protagonisti i ragazzi: Calzoni corti e Forza Folgore!, quest’ultima dedicata ai giovani calciatori di una squadra di periferia, realizzata da G. Gaeta. Ancora di Gaeta fu Cuori Selvaggi, una serie di storie libere dedicate agli animali, in cui essi spesso si mostrano più umani degli uomini. Infine, vi eranono la serie d’origine francese Rahan di R. Lecureux e A. Chéret che narrava le avventure di un coraggioso ragazzo preistorico, i Cavalieri delle Stelle di Raphael e Per la bandiera. Dal n. 15 del 1971 le pagine del giornale aumentarono con l'aggiunta di un inserto di 16 pagine, in cui apparvero storie avventurose di serie già note, come Rahan, Per la Bandiera, Calzoni Corti, i Romanzi della Frontiera e due nuove di carattere poliziesco, A Sirene Spiegate e Ghibli di Mancuso e Jeva. Ghibli è il soprannome di un inafferrabile ladro che ruba non tanto per il denaro, quanto per trovare sempre nuove sfide alla propria abilità. Sotto l’identità di Ghibli si cela l’affascinante detective Tam Wilder, che invano l’ispettrice Penny Turner tenta di smascherare.
A completamento del giornale nel periodo ’70-’72 vi erano diversi giochi e servizi su personaggi dello spettacolo e dello sport e su vari argomenti culturali, come viaggi, animali, tecnologia e così via. In penultima pagina si trovava una tavola pittorica di Walter Molino con didascalia a commento di fatti insoliti, com’era presente anche sull’Intrepido. Oltre agli inserti a fumetti, vi furono diversi allegati editoriali, come fascicoli da colorare e albi e figurine della serie “Il Monello Enciclopedia”. Il Monello di questo periodo era insomma concepito per una fascia d’età più bassa rispetto a quella che leggeva l’Intrepido.
Dal 1972 iniziò un processo che portò Il Monello a somigliare sempre di più all’Intrepido, a causa dei lusinghieri risultati delle vendite ottenuti dal secondo. Il giornale a fumetti per ragazzi diventò così una rivista d’attualità per giovani con particolare riferimento alla musica. Furono eliminate tutte le serie umoristiche, con l’eccezione di Pedrito, Arturo e Zoe, Teo e Winthrop, che continuarono ad apparire solo come strisce o tavole autoconclusive, cui se n’aggiunsero altre di solito nelle ultime pagine realizzate da Casale. Sorte simile subirono le serie realistiche, di cui sopravvissero solo Cristall, Ghibli e i Romanzi della Frontiera, passate nella rivista principale dall’inserto, che fu soppresso con il n. 40 del 1973. In copertina dalla testata fu rimosso il viso di Jackie Coogan e non apparvero più i personaggi dei fumetti interni ma ritratti pittorici di personalità dello sport e dello spettacolo, che dal n. 32 del 1973 furono sostituiti da fotografie. Dal n. 27 del 1974 il giornale divenne più grande, cm 19 x 24,5 e curiosamente per i due anni successivi si continuò ad indicare l’annata come la 42a. Le storie libere divennero predominanti e spesso non se ne indicavano gli autori. Tre sole serie nuove apparvero nel periodo: Black Rider, il cavaliere nero di Mancuso e Giovanni Freghieri, Qui Commissario Norton di S.H. Reel e Antonio Toldo e the Bombers di Cicogna e Castiglioni. Black Rider è un giustiziere del West in domino nero ed è affiancato da un messicano di nome Saguaro che ha i lineamenti di Charles Bronson. Il Commissario Norton è un poliziotto di New York dai modi piuttosto spicci, che ha le fattezze di Alain Delon ed è coadiuvato da Benson, raffigurato con il volto di Spencer Tracy. The Bombers è una serie ispirata al telefilm Attenti a Quei Due e ne sono protagonisti Slingy e Clem, due aitanti e simpatici avventurieri.
Lo stile delle storie realistiche era quello comune alle altre testate della casa Editrice Universo: la propensione per il drammatico e il sentimentale d’ispirazione popolare, l’inesorabilità del destino che colpisce chi delinque, le lunghe didascalie che spiegano gli stati d’animo, il lettering scritto a macchina, i visi dei personaggi dalle espressioni un po’ monotone con i lineamenti spesso ispirati a divi dello spettacolo, la dicitura “romanzo completo” mutuata dai fotoromanzi. Si notava però una certa attenzione ad evitare situazioni eccessive, inadatte per un pubblico di ragazzi. Il tono delle storie divenne più maturo con la trasformazione del giornale in una rivista per giovani, ma il buon gusto fu sempre mantenuto.
Verso la metà dei ‘70, le rubriche musicali divennero preponderanti e sostituirono i fumetti in apertura di giornale. Dopo la prima storia, dedicata di solito ad uno dei personaggi fissi della rivista, vi erano alcune rubriche sportive, come “Tuttomoto”, poi seguiva una seconda storia libera. Dal 1973 al centro del giornale fu allegato un inserto di 8 pagine dal titolo “Io proprio io”, con biografie e interviste di personaggi celebri dello spettacolo e dello sport. Si trovava poi una terza storia libera, seguita da alcune rubriche su libri (“Tiro al libro”), personaggi celebri dello spettacolo del passato (“I più”), animali, mistero (“Le storie dell’impossibile”) e in chiusura una quarta storia libera e qualche tavola umoristica, con Teo in quarta di copertina. Tra i collaboratori che scrissero in quel periodo sul Monello, ricordiamo Renzo Arbore, Enzo Tortora, Gianni Vasino, Alfredo Rossi, Luciano Gianfranceschi, Federico Urban, Renato Colombo. Immancabili le numerose pubblicità di vendite per corrispondenza che proponevano di tutto, dai corsi d’elettronica agli attrezzi ginnici, dalle pomate per dimagrire agli occhiali a raggi X.
Nel 1977 cominciò ad apparire in copertina lo strillo “Contiene 6 fumetti completi", che poi cambiò in "Tutti fumetti completi". Le storie libere ormai erano predominanti, della vecchia guardia non restavano che Teo, Qui Commissario Norton, the Bombers e Cristall, queste ultime due furono in ogni modo interrotte nel corso del 1977. Comparve ancora qualche serie nuova, come Margie e Mark di Renzo Restani e Carrillo (Antonio Pérez García), Camera 3 Luce Rossa di Mancuso e Ugolini, Stray Dog, Cane Randagio di Mancuso e Jeva, Clan Segugi di Patricia Martinelli e Riba, Crazy Jazz di Morelli e Blasco, Moses 36-36 di Musso e Restani e Pattuglia Delta di Saccarello e Stefanelli. La maggior parte di tali serie era d’argomento poliziesco, con protagonisti di volta in volta agenti motorizzati (Pattuglia Delta, i due poliziotti hanno i volti di Sean Connery e Marlon Brando), investigatori privati (Bobo, Chris e Deliah del Clan Segugi), giornalisti detective (Tony Gagliardo in Camera 3, con il volto di Franco Nero), tassisti (Moses 36-36) o jazzisti (Art Casey, leader del quartetto Crazy Jazz, dotato di poteri precognitivi). Stray Dog era una serie western dedicata ad un meticcio figlio di Wild Bill Hickock ingiustamente accusato di un crimine, mentre Margie e Mark narrava le imprese marinaresche di una coppia d’avventurieri e amanti. Patricia Martinelli, già collaboratrice di Diabolik, fu molto attiva sul giornale in questo periodo, diventandone capo redattore e firmando molte storie libere.
Negli anni ’80 il Monello continuò a ridurre i fumetti per dare sempre più spazio ad interviste, testi di canzoni e rubriche musicali varie e verso la seconda metà del decennio non comparivano che tre storie per numero. Vi fu ancora qualche serie come Iris e il Telaio Incantato di Cicogna e Roi, America di Martinelli e Tenenti, Simon Steel di Martinelli e Toldo, J&J di Musso e Tenenti, Eldorado di Ugolini, California Camper di Pedrocchi e Toldo e verso la fine del decennio molte biografie di cantanti a fumetti. In perdita di consensi, il settimanale nel 1989 cambiò la testata in Il Monello Okay! ma chiuse l’anno seguente con il n. 41 del 12 ottobre 1990, dopo 56 anni di vita editoriale e oltre 2.300 numeri pubblicati.
Il periodo migliore del Monello fu sicuramente negli anni ’50-’60. Nei primi anni ’70 la rivista manteneva ancora una buona fattura, con bravi autori tanto nelle serie umoristiche quanto in quelle realistiche e aveva una certa caratterizzazione, che fu poi purtroppo persa quando si trasformò in un clone dell’Intrepido. In questa fase vi fu ancora qualche serie interessante, come Qui Commissario Norton, Camera 3, o Margie e Mark. In conclusione, non si può negare che, in un modo o nell’altro, il Monello sia stata una delle riviste più diffuse e amate degli anni ’70 e che meriti un posto nella storia del fumetto italiano e nel cuore di molti ragazzi d’allora.
BIBLIOGRAFIA ORIENTATIVA
Bono, Gianni. Guida al fumetto italiano. II edizione. Vol. 2. Epierre, Milano, 2002.
Fossati, Franco. I Fumetti in 100 personaggi. Longanesi, Milano, 1977.
Horn, Maurice e Secchi, Luciano, curatori. Enciclopedia Mondiale del Fumetto. Corno, Milano, 1977.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento