Riceviamo e pubblichiamo
L’AVVERTIMENTO DI NAPOLITANO A ENNESIMO SOSTEGNO DELLE LARGHE INTESE
Che
dire dell’ultima presa di posizione del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano in merito agli esiti della condanna di Silvio
Berlusconi?
Autorevoli
esperti di Costituzione e di politica hanno espresso tutta la loro
indignazione per una posizione che, al di là della sorprendente, anche
se non nuova, scelta di garantire la governabilità malgrado tutto,
malgrado cioè il rispetto non solo a parole della legalità, ribadisce
che le vicende di un condannato possono influire sulle sorti del Paese.
Se questa è un’ammissione di responsabilità per aver agito, con ogni
mezzo, perché si costituisse lo spurio governo delle larghe intese,
sarebbe auspicabile che di quella disastrosa scelta ne traesse le
conseguenze.
Forse
sarebbe più interessante indagare che cosa sta succedendo “dentro
Bisanzio” e più precisamente dentro il PD: che ne è dei dissidenti,
degli occupy PD? Hanno chiesto di sapere chi sono i 101 che hanno
impedito l’elezione di Prodi? Hanno chiesto conto ai parlamentari eletti
nel loro collegio su chi hanno votato? E ne hanno tratto le
conseguenze? Hanno chiesto chi ha insistito per l’innaturale rielezione
di Napolitano, che aveva impedito a Bersani di presentarsi con la sua
proposta di Governo al Parlamento?
Senza
risposte chiare a queste domande tutto l’agitarsi della “sinistra PD” (
non vale neppure la pena di accennare alla carica rottamatoria dei
renziani) non ha nessuna credibilità, né alcuna prospettiva.
La
trasformazione, neppure tanto strisciante, del ruolo del Presidente
della Repubblica (un golpe bianco?) e il surreale dibattito sul futuro
politico di un condannato per reati fiscali ed economici (qualcuno
ricorda Al Capone?) stanno trascinando questo nostro Paese in un baratro
di irrealtà che rischiamo tutte e tutti di pagare molto caro in termini
di democrazia reale.
Si
trasformano le legittime e necessarie manifestazioni di contrarietà a
scellerate “grandi opere” (e tra non molto probabilmente tutte le forme
di dissenso) in atti di “terrorismo”, mentre si avvallano
tranquillamente stravolgimenti della legalità costituzionale.
Si
lancia un altro avvertimento ai partiti a sostegno delle larghe intese
che scricchiolano, rafforzato dalla presunzione di esprimere anche il
comune sentire della “stragrande maggioranza degli italiani”.
Nessuno
spazio “dentro Bisanzio”, impegniamoci tutte e tutti a costruire un
percorso serio, credibile e reale, capace di ridare senso alla politica e
speranza di futuro alla democrazia nel nostro Paese.
Impegniamoci a partire dalla difesa della Costituzione, partecipando alle manifestazioni nazionali, lanciate da Landini e Rodotà,
per l’8 settembre e il 5 ottobre a Roma, a cui ALBA aderisce per
proseguire il proprio impegno nella costruzione di uno spazio pubblico
nuovo, fatto di relazioni, pratiche, contenuti, mobilitazione e
partecipazione, per colmare il vuoto della politica autoreferenziale,
resistere e proporre un percorso concreto di azione comune e innescare
un circolo virtuoso tra società civile e politica.
E’
tempo di agire e di dare voce ai cittadini che sono a favore della
democrazia e della legalità, forse l’unica maggioranza di questo Paese.
ALBA - Comitato operativo nazionalesegnaliamo l'articolo "Otto Settembre" di Marco Revelli su il manifesto
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