Inchiesta petrolio: M5S, finiti in Calabria rifiuti pericolosi
(ANSA) - CATANZARO, 4 APR - "L' incubo del disastro ambientale
e dei pregiudizi alla salute dei cittadini, secondo quanto sta
emergendo dall' inchiesta sui rifiuti petroliferi lucani, é il
vero volto di quello che volevano farci credere un sogno fatto
di ricchezza, lavoro e benessere per tutti". Lo affermano in una
nota l' eurodeputata Laura Ferrara e il deputato Paolo Parentela,
entrambi del Movimento 5 Stelle.
"Gli inquietanti retroscena - aggiungono - che stanno
emergendo dall' inchiesta sui presunti illeciti nella gestione
dei reflui petroliferi al Centro Olio in Val d' Agri a Viggiano,
é solo la punta dell' iceberg dei perversi meccanismi che ruotano
attorno allo smaltimento dei rifiuti pericolosi e agli intrecci
con il mondo politico, così come testimoniato dalle vicende che
hanno determinato le dimissioni del Ministro Guidi e che oggi
coinvolgono tutto il Governo Renzi. Secondo i Carabinieri del
Noe, gli scarti della lavorazione, anziché quali rifiuti
pericolosi sono stati smaltiti quali rifiuti non pericolosi
presso gli impianti di Lamezia Terme, Gioia Tauro e Bisignano.
"Nel caso specifico sarà la magistratura ad accertare i fatti
e le responsabilità - continuano Laura Ferrara e Paolo Parentela
- ma resta un dato certo: i meccanismi scellerati dello
smaltimento illecito dei rifiuti pericolosi, oramai conclamati e
collaudati, devono essere scardinati con ogni mezzo. Navi "a
perdere" affondate nei nostri mari, autocisterne fantasma,
codici dei rifiuti pericolosi taroccati per renderli innocui,
scarichi occulti e, dulcis in fundo, un Piano di gestione
rifiuti che in Calabria é fermo ancora al 2007 e che attende di
essere riscritto, cos¡ come prevede la normativa in materia. Le
nostre interrogazioni ed una petizione hanno costretto anche la
Commissione europea ad indagare sulla Regione Calabria e il
Parlamento europeo a scrivere direttamente al Presidente
Oliverio. Attualmente é stata aperta la procedura Vas (prevista
per determinati piani e programmi che possono avere effetti
significativi sull' ambiente) la quale prevede la consultazione
del pubblico. Chiunque pu¢ presentare osservazioni sul Piano".
"Tra una settimana ci sar il referendum - concludono - cui
invitiamo a votare Sì per impedire le trivellazioni costiere. Da
parte nostra useremo tutti gli strumenti politici e giuridici
che la legge mette a nostra disposizione per scardinare un
sistema che sta uccidendo la nostra terra in nome del Dio
danaro. Diversamente, i nostri figli ci malediranno". (ANSA).
COM-LE/MED
04-APR-16 14: 12 NNN
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