SCUSATE PER LE IMMAGINI CRUDE
MA NON SI PUO' E NON SI DEVE DIMENTICARE
LUNEDÌ 02 APRILE 2018 17.52.24
ANSA/ Uno Bianca: permesso a Savi, 'vittime non contano?'
ZCZC2545/SXB OBO13125_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB ANSA/ Uno Bianca: permesso a Savi, 'vittime non contano?' La mamma del carabiniere ucciso, 'i benefici sono una vergogna' (di Tommaso Romanin) (ANSA) - BOLOGNA, 2 APR - Tre giorni e mezzo di permesso per le feste, con la possibilita' di uscire a pranzo il giorno di Pasqua. Non e' la prima volta che Alberto Savi, il piu' giovane dei tre fratelli della banda della Uno Bianca, 24 morti e oltre 100 feriti a cavallo tra gli anni '80 e '90, puo' usufruire di un beneficio: detenuto dal 1994, sconta l'ergastolo ma il suo percorso detentivo, in carcere a Padova, parla di pentimento e reinserimento e la sua posizione e' meno pesante di quella dei fratelli Roberto e Fabio. Ma i familiari delle vittime non lo accettano. "E' una vergogna, un'indecenza", ha commentato Anna Maria Stefanini, mamma di Otello, il carabiniere ucciso il 4 gennaio 1991 insieme ai colleghi Andrea Moneta e Mauro Mitilini dal gruppo criminale, in quella che poi prese il nome di 'Strage del Pilastro'. La donna, che ogni anno partecipa alla commemorazione dell'eccidio, non vuole sentir parlare di sconti o benefici per i killer: "Non so come fanno questi giudici a dare agevolazioni a persone che hanno fatto quello che hanno fatto. Noi - aggiunge al telefono con l'ANSA - la pensiamo cosi' e non ci ascolta nessuno. Mio figlio aveva 22 anni e tre mesi e io da allora porto fiori al cimitero". E se Alberto Savi, come riportato da Il Mattino di Padova che lo ha intercettato in strada insieme alla compagna, non ha voluto parlare, dicendo che altrimenti "rischiamo di fare del male a tante persone...", Stefanini ha replicato: "Poverino... Non ho parole. Male alle persone lo hanno gia' fatto e nessuno ce lo leva per tutta la vita. Ci si e' dimenticati di quello che hanno fatto. Ascoltano piu' loro che noi, le vittime non contano niente". Polemiche simili c'erano state a febbraio 2017, quando ad Alberto erano state concesse 12 ore di liberta', passate in una comunita' protetta. La rabbia dei familiari delle persone uccise dal gruppo criminale si e' fatta proposta: "Si parla sempre dei detenuti, ma parliamo anche delle nostre vittime. Tutte le volte che ci muoviamo oppure che ci sono le ferie loro sono sempre a chiedere qualcosa", aveva detto nei mesi scorsi la presidente dell'associazione Rosanna Zecchi, chiedendo di cambiare le norme sui permessi premio. "Fatto salvo il rispetto per le autonome decisioni della autorita' competenti, non si puo' ignorare come la comunita' bolognese sia turbata dal riaprirsi di antiche ferite mai rimarginate", ha detto la presidente dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera, esprimendo "vicinanza e solidarieta'" ai familiari delle vittime. (ANSA). ROM 02-APR-18 17:52 NNNN
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