LUNEDÌ 13 AGOSTO 2018 16.51.21
POLIZIA
Cgil-Fp: suicida agente di polizia penitenziaria a San Gimignano
Cgil-Fp: suicida agente di polizia penitenziaria a San Gimignano La denuncia del delegato locale
Roma, 13 ago. (askanews) - Ieri un poliziotto penitenziario si è
tolto la vita, nella sua auto e con la sua pistola d'ordinanza,
in una stradina poco distante dall'Istituto di San Gimignano. Lo
fa sapere il delegato locale della Cgil-Funzione Pubblica, Simone
Lepore.
"Il collega - scrive Lepore in una nota - aveva poco più di 30
anni, era un agente scelto. Il suo gesto, come quello di decine
di altri colleghi negli ultimi anni, è sicuramente frutto di
diversi fattori e problemi che incidono sulla vita di un uomo
che, non riuscendo a superarli, sceglie la strada più drastica.
Appare però, a questo punto, necessaria e dovuta una riflessione
su quanto incida il lavoro del poliziotto penitenziario su scelte
così estreme. 55 suicidi tra i soli poliziotti penitenziari negli
ultimi 3 anni non sono un caso, sono un fatto. E i fatti sono
tali al di là delle fantasiose interpretazioni che ognuno può
dare".
"In questi casi - aggiunge il delegato Cgil-Fp - la retorica del
'parlarne con qualcuno' non funziona, perché non risolve il
problema ma si limita ad alleggerire i pesi che un uomo porta per
il tempo di una chiacchierata, finché non ritorna ognuno alla
propria vita e, quindi, alle proprie problematiche.
Anche la retorica di onorare la memoria, ha fondamento solo
laddove non resta un semplice momento di cordoglio, ma diviene un
momento di riflessione e crescita.
Se il lavoro e le condizioni di lavoro possono essere solo un
aspetto della vita di un uomo, di fatto sono quelle che
permettono all'uomo di emanciparsi in questa società, di trovare
il suo ruolo e la sua dimensione, di formarsi ed educarsi".
(Segue)
Cro/Mau 20180813T165105Z
LUNEDÌ 13 AGOSTO 2018 16.51.22
POLIZIA
Cgil-Fp: suicida agente di polizia penitenziaria a San Gimignano -2-
Cgil-Fp: suicida agente di polizia penitenziaria a San Gimignano -2-
Roma, 13 ago. (askanews) - "Allora - prosegue Lepore - onorare la
memoria di questo ed altri colleghi morti per suicidio, vuol dire
fare concretamente dei passi verso la trasformazione delle
condizioni del nostro lavoro in condizioni dignitose. La
questione va anche oltre il semplice aspetto lavorativo. Molti
dei poliziotti penitenziari vivono nelle caserme, sono luoghi di
socialità e convivenza, oltre che di riposo. L'Amministrazione
Penitenziaria da anni ha abbandonato gli Istituti (con annesse le
caserme e chi ci vive) con la parola d'ordine non scritta
"arrangiatevi come potete". Di contro chi dirige gli Istituti fa
lo stesso nei confronti della truppa e delle sue richieste di
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro".
"E' doveroso, se l'intenzione è quella di evitare tali tragedie,
intervenire con decisione e forza sul miglioramento delle
condizioni lavorative - conclude la nota del sindacalista - e
l'Amministrazione Penitenziaria non può, in alcun modo,
deresponsabilizzarsi su questo aspetto".
Cro/Mau 20180813T165112Z
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