Translate

venerdì 21 febbraio 2020

FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa

VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.10


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa =

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - Ospite a Porta a Porta su Rai 1, il 19 febbraio il leader di Italia viva Matteo Renzi ha proposto, tra le altre cose, l'elezione diretta del presidente del Consiglio. Non sono chiari i dettagli di come questa proposta si potrebbe concretizzare, ma di sicuro sarebbe necessario mettere mano alla Costituzione e, molto probabilmente, alla legge elettorale. Ma, al di la' di questo, come funziona oggi in Italia la scelta del capo del governo? E tra le grandi democrazie europee ci sono Paesi dove esiste l'elezione diretta del premier? Andiamo a vedere i dettagli. - COME VIENE SCELTO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IN ITALIA L'Italia e' una Repubblica parlamentare, non presidenziale. In base alla Costituzione (art. 92 co.2) e' il presidente della Repubblica che nomina il presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i ministri. Non e' quindi prevista l'elezione diretta e, come abbiamo scritto anche in passato, non e' insomma il popolo a decidere chi governa. Il Quirinale, dopo le elezioni o dopo la caduta di un governo nel corso della legislatura, per prassi fa uno o piu' giri di consultazioni delle forze politiche che sono entrate in Parlamento e, in base alle indicazioni che riceve da queste, decide a chi affidare l'incarico di presidente del Consiglio. Questi dovra' formare un governo che poi dovra' ottenere (art. 94 Cost.) il voto di fiducia delle Camere. Un ruolo fondamentale lo svolge il sistema elettorale: se e' strutturato in modo tale da dare una maggioranza parlamentare in entrambe le Camere a una singola forza politica, o a una singola coalizione, e' quasi scontato che l'incarico di presidente del Consiglio verra' dato al leader del partito o della coalizione uscito vincitore dalle urne (ma le dinamiche parlamentari successive possono sempre cambiare la situazione, si pensi alla XVI legislatura, con la scissione di Fini e poi con il cambio a Palazzo Chigi da Berlusconi a Monti). (AGI) Red/Mot (Segue) 211816 FEB 20 NNNN
VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.53


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa (2)=

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - Se invece, come accade ad esempio oggi in Italia, la legge elettorale non prevede meccanismi che diano con certezza la maggioranza nelle camere a un singolo partito o coalizione (ad esempio quella che ha preso piu' voti), e' possibile che nessuna delle coalizioni che si sono presentate alle urne abbia i numeri per formare una maggioranza parlamentare. In questo caso e' probabile che due o piu' coalizioni o partiti, che si erano presentate in schieramenti diversi alle elezioni, si mettano d'accordo per formare un governo. Di recente e' ad esempio successo con il governo Lega-M5s e con il governo Pd-M5s. In entrambi i casi la scelta del presidente del Consiglio non e' caduta su nessuno dei candidati premier delle varie forze politiche (rispettivamente Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio) ma su una figura terza (Giuseppe Conte), che i partiti disposti a creare una maggioranza parlamentare hanno indicato al presidente della Repubblica. Se dai colloqui che fa il presidente della Repubblica dovesse emergere che non ci sono le condizioni per creare una maggioranza parlamentare, cioe' non ci sono abbastanza partiti disposti a trovare un accordo tra loro, al Colle non resterebbe che sciogliere le camere e indire nuove elezioni. Questo scenario tuttavia non si e' verificato ne' dopo le elezioni del 2018, quando come detto poi nacque il governo Conte I, ne' ad esempio dopo le elezioni del 2013, quando un accordo tra centrodestra e centrosinistra porto' alla nascita del governo Letta. Andiamo ora a vedere come funziona la scelta del presidente del Consiglio nelle principali democrazie europee. (AGI) Red/Mot (Segue) 211816 FEB 20 NNNN
VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.34


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa (3)=

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - - COME VIENE SCELTO IL CAPO DEL GOVERNO NEI GRANDI PAESI EUROPEI Germania In Germania il capo del governo e' chiamato "cancelliere", ed e' l'equivalente del nostro presidente del Consiglio. Come succede anche in Italia, il popolo sceglie direttamente i propri rappresentanti in Parlamento (Bundestag) ed e' poi il Parlamento a decidere chi sara' il capo del governo. Il presidente della Repubblica federale tedesca, dopo le elezioni, consulta le forze parlamentari e, in base alle indicazioni ricevute, propone al Parlamento il nome di un possibile cancelliere. Se il Parlamento da' la sua fiducia, il cancelliere viene nominato dal presidente della Repubblica. Altrimenti si tiene una seconda votazione in Parlamento. Se anche la seconda votazione non va a buon fine, se ne fa una terza in cui e' sufficiente una maggioranza relativa per indicare il cancelliere. In questo caso, pero', il presidente della Repubblica puo' decidere se nominare il cancelliere - sperando che ottenga la maggioranza in Parlamento in un secondo momento - o se indire direttamente nuove elezioni. Da un punto di vista delle regole, il sistema e' quindi molto simile a quello italiano, ma nella prassi le cose sono andate spesso in modo diverso. La regola in concreto, confermata anche nei recenti casi di "Grande Coalizione", e' che il cancelliere sia il leader del partito che vince le elezioni. In un solo caso, quello del socialdemocratico Helmut Schmidt (capo del governo tra il 1974 e il 1982), il Cancelliere non fu mai presidente del suo partito. In altri casi, lo divento' qualche tempo dopo. Angela Merkel, cancelliera dal 2005 fino ad oggi, e' stata presidente del suo partito (Cdu) dal 2000 al 2018. Dunque e' relativamente recente, e comunque successiva alle ultime elezioni, la separazione tra il ruolo di leader della forza politica di maggioranza e quello di Cancelliere. (AGI) Red/Mot (Segue) 211816 FEB 20 NNNN
VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.46


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa (4)=

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - Francia In Francia il capo del governo, chiamato primo ministro, ha un ruolo meno importante rispetto al suo equivalente italiano. Nel Paese vige infatti un peculiare sistema semi-presidenziale in cui il presidente della Repubblica viene eletto direttamente dai cittadini con un sistema elettorale a doppio turno e ha un ruolo politico fondamentale, nettamente piu' forte di quello del primo ministro. E' infatti il presidente della Repubblica a scegliere in totale liberta' il primo ministro e, addirittura, non e' richiesto che quest'ultimo ottenga la fiducia dell'Assemblea nazionale al momento della nomina. Nella prassi la fiducia e' sempre stata chiesta dai nuovi governi dal 1993 in poi, anche perche' in caso di voto di sfiducia il primo ministro e il suo governo sono costretti (artt. 49 e 50 della Costituzione francese) a dimettersi. Tuttavia il quadro normativo rende chiara la supremazia del presidente sul primo ministro. La differenza con l'Italia (e con la Germania) e' quindi molto marcata, considerato che nel nostro Paese il presidente della Repubblica e' una figura istituzionale e non politica, e il presidente del Consiglio ha un ruolo centrale. Attualmente il presidente della Repubblica francese e' Emmanuel Macron, fondatore e leader del partito En Marche!, mentre il primo ministro francese e' E'douard Philippe. In passato, quando il presidente della Repubblica veniva eletto ogni sette anni e il Parlamento ogni cinque, poteva porsi il problema di "convivenza" tra un capo dello Stato e un'assemblea legislativa di colore politico diverso (ad esempio Jacques Chirac, conservatore, e Lionel Jospin, socialista, tra il 1997 e il 2002). Tuttavia, con la riforma del 2000 (entrata in vigore nel 2002), le due scadenze elettorali sono state appaiate con cadenza quinquennale e da allora non e' piu' successo che il presidente della Repubblica di un partito dovesse convivere con un Parlamento dominato da una diversa forza politica. (AGI) Red/Mot (Segue) 211816 FEB 20 NNNN
VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.40


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa (5)=

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - Regno Unito Nel Regno Unito la figura del primo ministro esiste per consuetudine e non per legge. Del resto il Paese e' in generale sprovvisto di una Costituzione scritta e attribuisce alla consuetudine (e ai precedenti) un ruolo molto forte, a differenza di quanto succede nell'Europa continentale. Il primo ministro viene scelto dalla Regina (o dal Re), che in teoria e' totalmente libero nella sua decisione. Tuttavia, nella prassi, il sovrano incarica la persona con le maggiori chance di avere la maggioranza dei voti nella House of Commons (l'unica delle due Camere che ha il potere di far venire meno la fiducia al governo). In epoca recente il premier inglese e' sempre stato anche il leader del proprio partito (Boris Johnson, Theresa May, David Cameron, Gordon Brown, Tony Blair, John Major, Margaret Thatcher e altri) ma non e' una regola fissa (Winston Churchill, ad esempio, divenne primo ministro nel 1940 quando il leader dei Conservatori era ancora Neville Chamberlain). Questo legame tra leader del partito vincitore e primo ministro dipende soprattutto dal sistema elettorale britannico, che tende a produrre maggioranze chiare in parlamento. Ci sono state eccezioni: ad esempio nel 2010, quando, in assenza di una maggioranza di un solo partito, conservatori e liberali trovarono un accordo di governo. Anche in quel caso venne comunque scelto come primo ministro David Cameron, leader dei Conservatori. (AGI) Red/Mot (Segue) 211816 FEB 20 NNNN
VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.53


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa (6)=

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - Spagna In Spagna vige una monarchia parlamentare, per cui (articolo 99 della Costituzione) il presidente del governo viene proposto dal Re alla Camera bassa, che deve dare la fiducia a maggioranza. Il Re per prassi, ma non per legge, propone il nome del leader del partito che ha vinto le elezioni. Gli ultimi presidenti - dalla fine della transizione post-franchismo all'attuale Pedro Sanchez - sono stati tutti leader dei rispettivi partiti (Socialista o Popolare). Il progressivo frazionamento del consenso nel Paese iberico - il governo Sanchez II, attualmente in carica, e' il primo governo di coalizione della storia della Spagna post-Franco: fino ad ora il Partito popolare o il Partito socialista avevano sempre avuto i numeri per formare un governo da soli - rende tuttavia sempre meno improbabile l'ipotesi di un presidente del governo che non sia il leader di un partito ma una figura terza. (AGI) Red/Mot (Segue) 211816 FEB 20 NNNN
VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 18.17.59


= FACT-CHECKING = Elezione diretta premier: in Europa non si fa (7)=

 (AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 21 feb. - - CONCLUSIONE Nessuna tra le grandi democrazie europee prevede l'elezione diretta del capo del governo da parte dei cittadini. In Germania vige un sistema simile a quello italiano, in cui a decidere e' il Parlamento (anche se nei fatti il cancelliere e' quasi sempre stato il leader del partito piu' votato). In Francia il sistema e' un peculiare semi-presidenzialismo, in cui la figura politica piu' importante non e' il capo del governo ma il presidente della Repubblica, che viene eletto direttamente dai cittadini. Nel Regno Unito e in Spagna, due monarchie, di nuovo non sono i cittadini a scegliere il capo del governo ma il sovrano, che tiene conto dell'esito delle elezioni - anche perche' i rispettivi Parlamenti hanno il potere di far cadere il governo con un voto di sfiducia - ma non e' vincolato in teoria nelle sue decisioni. Anche in questi due Paesi, pero', negli ultimi decenni i capi del governo sono sempre stati leader dei rispettivi partiti. Possiamo quindi dire che in Italia non sia anomalo il sistema di norme, costituzionali e non, che regolano la scelta del capo del governo. Sono anzi piuttosto simili a quelle delle altri grandi democrazie europee, la' dove lasciano l'ultima parola al Parlamento, che deve dare il proprio sostegno, e al capo dello Stato (presidente o monarca), che deve formalmente procedere alla nomina. L'anomalia e' semmai l'uso che di questa sistema di norme fanno i partiti italiani: se negli altri Paesi e' successo, e succede spesso ancora oggi, che si trovino accordi tra forze politiche di diverso orientamento, senza che per questo venga richiesto un passo indietro ai leader dei partiti in questione, in Italia gli accordi tra schieramenti opposti hanno sempre portato negli ultimi anni a scegliere nomi terzi rispetto a quelli dei leader. (AGI) Red/Mot 211816 FEB 20 NNNN 

Nessun commento: