SABATO 13 GIUGNO 2020 18.41.45
>ANSA-FOCUS/ Facebook silura un dipendente anti-Trump
ZCZC3396/SXB ONY14012_SXB_QBXB R EST S0B QBXB >ANSA-FOCUS/ Facebook silura un dipendente anti-Trump Ha attaccato la decisione del social di non intervenire sui post (ANSA) - NEW YORK, 13 GIU - Facebook licenzia uno dei suoi dipendenti piu' critici verso l'atteggiamento del social media sui post di Donald Trump sulle proteste per George Floyd. Brandon Dail e' stato cacciato per aver polemizzato con un collega al quale aveva chiesto senza successo di aggiungere il banner #BlackLivesMatter ad un progetto a cui stavano lavorando insieme. Davanti al rifiuto, Dail ha criticato il collega su Twitter, spingendo cosi' Facebook a siluralo. Il social media ha confermato la ricostruzione, senza fornire ulteriori dettagli. "Sono stato cacciato per aver criticato la mancata azione di un dipendente su Twitter. Resto convinto di quello che ho fatto", ha twittato Dail che, in polemica con il suo ex datore di lavoro, ha spiegato che la sua critica "violava le rispettose politiche di Facebook. Non sto dicendo di essere stato licenziato ingiustamente. Ma non ne potevo piu' di Facebook, dei danni che sta facendo e del silenzio di coloro che si rendono complici (me incluso)". A far scattare l'ira di Dail, e di molti altri dipendenti di Facebook, e' stato il post del 29 maggio di Trump in cui il presidente defini' "criminali" i manifestanti di Minneapolis, la citta' dove e' stato ucciso Floyd. Un post bollato da Twitter come 'incitazione alla violenza', mentre Facebook non e' intervenuta, su decisione di Mark Zuckerberg. Le polemiche sono state immediate, sia all'interno della societa' che fuori. "Deluso di doverlo dire: l'incitazione alla violenza di Trump su Facebook e' disgustosa e dovrebbe essere segnalata e rimossa dalle nostre piattaforme. Sono categoricamente in disaccordo con ogni politica che sostiene il contrario", aveva twittato Dail dopo le spiegazioni di Zuckerberg. Il primo di giugno centinaia di dipendenti di Facebook, incluso Dail, hanno incrociato le braccia e abbandonato le loro postazioni di lavoro per manifestare la loro contrarieta' all'inazione di Facebook. Le polemiche sempre piu' infuocate hanno pero' spinto Zuckerberg ad avviare una revisione delle politiche societarie. E forse anche a riassumere Chris Cox come chief product officer a un anno del suo addio. Prima della sua uscita Cox - soprannominato da alcuni 'la coscienza di Facebook' - aveva posto in cima all'agenda delle priorita' la lotta ai contenuti controversi e alla disinformazione. Diversi manager della societa' all'epoca avevano fatto spallucce. Ora probabilmente dovranno tornare sui loro passi.(ANSA). DRZ 13-GIU-20 18:41 NNNN
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