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mercoledì 24 agosto 2022

L’INADEGUATA (a cura di Enrico Corti)

 





L’INADEGUATA

Giorgia Meloni nasce sfortunatamente nel 1977; anno in cui movimenti di studenti e operai rilanciano il messaggio sessantottino; nello stesso anno avviene l’uccisione dello studente Francesco Lorusso; dopo che già tra il 1948 e ill1953 vennero uccisi 75 operai. Negli anni 70 ci furono 145 attentati dinamitardi; tutti di matrice fascista.

            Ma Giorgia Meloni non sa nulla di tutto ciò perché ad un anno di età è stata abbandonata dal padre, separatisi dalla madre militante neofascista del MSI; da qui più tardi si fa nascere la diceria che in quanto cattivo il padre non poteva che essere un comunista; per di più potenzialmente pedofilo come lei stessa fa più tardi intendere pubblicamente  per un controverso episodio avvenuto quando lei aveva 11 anni d’età:

È difficile credere sincera una diplomata (dal lessico fatto dalle solite mille parole) che mentendo sostiene falsamente di essersi laureata; ma su una cosa è credibile; quando afferma che l’abbandono del padre l’ha fatta sentire sempre inadeguata; per questo sempre propensa a voler conquistare e dominare tutto“ Il padre è così usato come strumento per motivare caratteristiche che sono nel suo personale DNA; come la conveniente spregiudicatezza di parte e l’uso del termine odio.

            La storia della Meloni è zeppa di episodi con incitamento all’odio come per esempio; “negli ultimi 50 anni Mussolini è sta il miglior politico italiano (1996); affannarsi a pubblicare sui media per fini elettorali uno stupro dai chiari contenuti razziali (2022); condannare nazismo e comunismo salvando il fascismo ( 2022); propone sequestrare di affondare le navi ONG e MDF che salvano gli emigranti nel Mediterraneo e di arrestare gli equipaggi (2022); la sinistra odia il centro destra (2022); proponendo l’abolizione del reato di tortura perché impedisce  ai tutori dell’ordine di “compiere il loro lavoro (caso Cucchi), (2022); commemorando l’estensore del Manifesto della Razza Giorgio Almirante, lo ha elogiato doviziosamente, (2020).“

Nel frattempo il partito Fratelli d’Italia è al primo posto tra gli amministratori indagati per connivenza con la criminalità organizzata, tanto da meritarsi il titolo “Fratelli d’Ndrangheta “; per l’impresa, nelle ultime amministrative ha imbarcato molti transfughi dalla Lega.

  L’odio verso il prossimo, spiega perché la Meloni non toglie la fiamma dal simbolo del suo partito, che è il vero significato politico e non il tricolore; la fiamma sta per elemento non che arde ma che brucia; che distrugge facendo tabula rasa in modo odioso di tutto quel che trova sul suo cammino.

I partigiani della Resistenza prima di morire sotto le pallottole dei plotoni fascisti non hanno mai gridato vi odiamo; ma viva l’Italia, la libertà e a morte il fascismo; questo è il tricolore che ha ridato la vita; non quello della fiamma che in nome dell’odio ci ricaccia verso la morte. 

Se ne è accorto anche il Cardinale Zuppi, Presidente delia Conferenza dei Cardinali italiani, quando riferendosi indubbiamente alla “fedele patriottica sovranista“ ha detto; “la politica non deve essere convenienza per piccoli interessi; i nazionalismi non sono altro che un grande 'io' che difende tanti 'io' isolati e egoisti.

La guerra voluta dal fascismo ha causato la morte accertata (tra civili e militari) di 794.062 italiani; tra le quali 64.025 partigiani. Ora l’erede del neofascismo che non ha mai condannata la causa della tragedia; anzi elogiando Mussolini la giustifica; proponendosi addirittura quale futura capo del Governo in combutta con Berlusconi e Salvini.

Il trucco falsamente patriottico è simile a quello usato nel 1924 da Mussolini; prendere il potere per farne un regime reazionario. Sono passati cento anni ed è quindi impossibile affidarsi alla memoria; non ci resta che affidarsi all’intelligenza degli italiani; che si dice più sviluppata rispetto ad un secolo fa.

            Enrico Corti

            24 agosto 2022

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