Amianto: giudici,Inps riconosca prepensionamento lavoratore Atac =
Amianto: giudici,Inps riconosca prepensionamento lavoratore Atac = (AGI) - Roma, 29 dic. - La Corte d'appello di Roma ha condannato l'Inps al prepensionamento di un lavoratore Atac dell'Officina deposito Osteria del Curato, conducente di linea per 7 anni (dal 1982 al 1989) e poi macchinista della Metro A per altri 27, "esposto sempre all'amianto utilizzato nei rotabili dei convogli della metropolitana, nelle parti meccaniche, quali guarnizioni e ferodi dei freni e frizioni, piuttosto che nelle coibentazioni". Lo riferisce in una nota l'Osservatorio nazionale Amianto, parlando di "sentenza storica" perche' "riconosce i benefici contributivi amianto e l'aumento della pensione con una maggiorazione del 50% fino alla data in cui l'operaio e' andato in pensione". Il macchinista, spiega ancora l'Osservatorio, "e' sopravvissuto all'esposizione al pericoloso patogeno all'interno dell'officina, tristemente nota alla cronaca per la questione amianto, le fibre killer gli hanno causato placche pleuriche e fibrosi polmonari diffuse. Ma, anche se l'uomo era un avente diritto, in un primo momento l'Inail aveva respinto la richiesta del riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, cosi' come fu respinto il successivo ricorso amministrativo". L'uomo - assistito dall'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio - nel 2021 aveva ottenuto dal tribunale di Roma un parziale accoglimento delle sue istanze: l'ente era stato condannato al pagamento dell'indennizzo, ma non l'Inps a riconoscere il prepensionamento. Quindi, un'ulteriore azione legale ha portato alla sentenza d'appello che ha "appurato - riferisce l'Osservatorio - che le attivita' di lavoro erano state svolte senza dispositivi di protezione, quali maschere e tute monouso, in ambienti, compresi quelli della cabina, caratterizzati dalla contaminazione di polveri e fibre di amianto e il Ctu ha confermato la diagnosi e l'origine professionale di queste malattie (tecnopatie). Questa decisione - si legge ancora nella nota - apre le porte alla tutela dei propri diritti anche per gli altri colleghi di lavoro" L'avvocato Bonanni rileva infine che il suo assistito "ha finalmente ottenuto una 'parziale' giustizia che ha riconosciuto i suoi diritti ma che non potra' di certo porre rimedio alla sua sofferenza fisica. La mia amarezza - conclude il legale - e' che ancora oggi molti altri impiegati in vari comparti continuano a trovarsi di fronte a un bivio: scegliere di morire di fame o di lavoro". (AGI)Red 291049 DIC 23 NNNN
VENERDÌ 29 DICEMBRE 2023 10.10.44
Amianto, Inps condannata a prepensionamento di ex macchinista Atac
Amianto, Inps condannata a prepensionamento di ex macchinista Atac Amianto, Inps condannata a prepensionamento di ex macchinista Atac Ona: "Dalla Corte d'Appello di Roma sentenza storica" Milano, 29 dic. (askanews) - La Corte di Appello di Roma ha condannato l'Inps a riconoscere il prepensionamento del lavoratore Atac dell'Officina deposito Osteria del Curato (Roma), Giancarlo Musilli, conducente di linea per 7 anni (dal 1982 al 1989) e poi macchinista della Metro A per altri 27: una carriera che lo ha sempre visto esposto all'amianto utilizzato nei rotabili dei convogli della metropolitana, nelle parti meccaniche, quali guarnizioni e ferodi dei freni e frizioni, piuttosto che nelle coibentazioni. Lo fa sapere l'Osservatorio Nazionale Amianto che definiosce "storica" la sentenza della Corte d'Appello di Roma "perché riconosce i benefici contributivi amianto e l'aumento della pensione con una maggiorazione del 50% fino alla data in cui l'operaio è andato in pensione". Il macchinista, sottolinea ancora l'Ona, "è sopravvissuto all'esposizione al pericoloso patogeno all'interno dell'officina, tristemente nota alla cronaca per la questione amianto", perchè "le fibre killer gli hanno causato 'solo' placche pleuriche e fibrosi polmonari diffuse. Ma, anche se l'uomo era un avente diritto, in un primo momento l'Inail aveva respinto la richiesta del riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, così come fu respinto il successivo ricorso amministrativo". Grazie all'azione legale dell'Osservatorio Nazionale Amianto, Musilli, assistito dal suo presidente dell'osservatoio Ezio Bonanni, nel 2021 ha ottenuto dal Tribunale di Roma un parziale accoglimento delle sue istanze, l'ente è stato condannato al pagamento dell'indennizzo, ma non l'Inps a riconoscere prepensionamento. Per questo motivo Bonanni ha avviato un'ulteriore azione legale che ha portato alla sentenza della Corte di Appello che ha appurato che le attività di lavoro erano state svolte senza dispositivi di protezione, quali maschere e tute monouso, in ambienti, compresi quelli della cabina, caratterizzati dalla contaminazione di polveri e fibre di amianto e il Ctu ha confermato la diagnosi e l'origine professionale di queste malattie (tecnopatie). Una decisione che secondo l'Ona "apre le porte alla tutela dei propri diritti anche per gli altri colleghi di lavoro, perché le conseguenze della presenza di amianto nelle vecchie officine dell'Atac sono emerse con la comparsa di forme maligne di tumore, come il mesotelioma pleurico e altre patologie asbesto correlate, nei dipendenti che hanno avuto un contatto, anche non prolungato, con queste fibre tossiche". "Giancarlo Musilli ha finalmente ottenuto una 'parziale' giustizia che ha riconosciuto i suoi diritti ma che non potrà di certo porre rimedio alla sua sofferenza fisica - commenta Bonanni - la mia amarezza è che ancora oggi molti altri impiegati in vari comparti continuano a trovarsi di fronte a un bivio: scegliere di morire di fame o di lavoro". red-fcz 20231229T101039Z
Amianto, Inps condannata a prepensionamento di ex macchinista Atac
Amianto, Inps condannata a prepensionamento di ex macchinista Atac Amianto, Inps condannata a prepensionamento di ex macchinista Atac Ona: "Dalla Corte d'Appello di Roma sentenza storica" Milano, 29 dic. (askanews) - La Corte di Appello di Roma ha condannato l'Inps a riconoscere il prepensionamento del lavoratore Atac dell'Officina deposito Osteria del Curato (Roma), Giancarlo Musilli, conducente di linea per 7 anni (dal 1982 al 1989) e poi macchinista della Metro A per altri 27: una carriera che lo ha sempre visto esposto all'amianto utilizzato nei rotabili dei convogli della metropolitana, nelle parti meccaniche, quali guarnizioni e ferodi dei freni e frizioni, piuttosto che nelle coibentazioni. Lo fa sapere l'Osservatorio Nazionale Amianto che definiosce "storica" la sentenza della Corte d'Appello di Roma "perché riconosce i benefici contributivi amianto e l'aumento della pensione con una maggiorazione del 50% fino alla data in cui l'operaio è andato in pensione". Il macchinista, sottolinea ancora l'Ona, "è sopravvissuto all'esposizione al pericoloso patogeno all'interno dell'officina, tristemente nota alla cronaca per la questione amianto", perchè "le fibre killer gli hanno causato 'solo' placche pleuriche e fibrosi polmonari diffuse. Ma, anche se l'uomo era un avente diritto, in un primo momento l'Inail aveva respinto la richiesta del riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, così come fu respinto il successivo ricorso amministrativo". Grazie all'azione legale dell'Osservatorio Nazionale Amianto, Musilli, assistito dal suo presidente dell'osservatoio Ezio Bonanni, nel 2021 ha ottenuto dal Tribunale di Roma un parziale accoglimento delle sue istanze, l'ente è stato condannato al pagamento dell'indennizzo, ma non l'Inps a riconoscere prepensionamento. Per questo motivo Bonanni ha avviato un'ulteriore azione legale che ha portato alla sentenza della Corte di Appello che ha appurato che le attività di lavoro erano state svolte senza dispositivi di protezione, quali maschere e tute monouso, in ambienti, compresi quelli della cabina, caratterizzati dalla contaminazione di polveri e fibre di amianto e il Ctu ha confermato la diagnosi e l'origine professionale di queste malattie (tecnopatie). Una decisione che secondo l'Ona "apre le porte alla tutela dei propri diritti anche per gli altri colleghi di lavoro, perché le conseguenze della presenza di amianto nelle vecchie officine dell'Atac sono emerse con la comparsa di forme maligne di tumore, come il mesotelioma pleurico e altre patologie asbesto correlate, nei dipendenti che hanno avuto un contatto, anche non prolungato, con queste fibre tossiche". "Giancarlo Musilli ha finalmente ottenuto una 'parziale' giustizia che ha riconosciuto i suoi diritti ma che non potrà di certo porre rimedio alla sua sofferenza fisica - commenta Bonanni - la mia amarezza è che ancora oggi molti altri impiegati in vari comparti continuano a trovarsi di fronte a un bivio: scegliere di morire di fame o di lavoro". red-fcz 20231229T101039Z
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