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venerdì 10 maggio 2024

Giuseppe Salamone Partita la retorica per ricordare l'uccisione di Aldo Moro. La disonestà intellettuale si taglia con il coltello perché come sempre accade in Italia, quello che qualcuno non vuole che si sappia allora si omette. Diffidate da chiunque oggi vuole far credere di avere il cuore spezzato per questa vicenda e allo stesso tempo non riporta ciò che andrebbe riportato.

Giuseppe Salamone
Partita la retorica per ricordare l'uccisione di Aldo Moro. La disonestà intellettuale si taglia con il coltello perché come sempre accade in Italia, quello che qualcuno non vuole che si sappia allora si omette. Diffidate da chiunque oggi vuole far credere di avere il cuore spezzato per questa vicenda e allo stesso tempo non riporta ciò che andrebbe riportato.

Steve Pieczenik, consigliere di Stato USA in un’intervista del 2006 pubblicata in Francia dal giornalista Emmanuel Amara, nel libro Nous avons tué Aldo Moro: "La decisione di far uccidere Moro non venne presa alla leggera. Ne discutemmo a lungo, perché a nessuno piace sacrificare delle vite. Ma Cossiga mantenne ferma la rotta e così arrivammo a una soluzione molto difficile, soprattutto per lui. Con la sua morte impedimmo a Berlinguer di arrivare al potere e di evitare così la destabilizzazione dell’Italia e dell’Europa".

In una dichiarazione rilasciata a Italy Daily il 16 marzo 2001 invece diceva così: "Il mio compito per il governo di Washington era di stabilizzare l’Italia in modo che la Dc non cedesse. La paura degli americani era che un cedimento della Dc avrebbe portato consenso al Pci, già vicino a ottenere la maggioranza. In situazioni normali, nonostante le tante crisi di governo, l’Italia era sempre stata saldamente in mano alla Dc. Ma adesso, con Moro che dava segni di cedimento, la situazione era a rischio. Venne pertanto presa la decisione di non trattare. Politicamente non c’era altra scelta. Questo però significa che Moro sarebbe stato giustiziato. Il fatto è che lui non era indispensabile ai fini della stabilità dell’Italia".

Il 9 maggio 1978, il cadavere di Moro fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata a Roma in via Caetani, distante circa 150 metri sia da via delle Botteghe Oscure, sede nazionale del Partito Comunista Italiano, sia da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana. Le mancate verità che determinarono la sua morte sono ancora oggi un macigno per la democrazia in Italia e la sua precaria sovranità nazionale. Chi si cela dietro quest'altra pagina vergognosa della storia italiana? Sempre loro: le stelle e strisce. Spudoratamente le stelle e strisce. Però non bisogna dirlo ad alta voce altrimenti si arrabbiano. Ci colonizzano, ci tengono per le palle, ci ammazzano gli uomini migliori epperò sono la più grande democrazia del mondo. Servi, disonesti e miserabili senza un briciolo di dignità!

T.me/GiuseppeSalamone

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