da Enrico Corti
| 16:32 (2 ore fa) |
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L’Astenersi dal comprendere
Ieri 12 giugno 2024, ubriacati dalla fredda tramontana soffiata dal voto dell’8 e 9 fgigno, cent’anni dopo Mussolini le squadracce fasciste si sono sentite autorizzate a far rinascere il regime delle aggressioni, della violenza e delle percosse.
Dopo le manganellate ai giovani presso le scuole da parte di solerti cerberi rappresentanti dello Stato; dentro la Camera dei deputati, (massima Istituzione della Stato) i rinati neofascisti sono passati alla esibizione della aggressività fisica; cinque energumeni contro in inerme parlamentare; in pillole, la ripresentazione del caso Matteotti.
In paese a cui mancano 100.000 posti letto e 11 mila medici pubblici, in maggioranza al Sud; dove le liste d’attesa non consentono al 4% degli italiani di ricorrere alle cure (due milioni e mezzo); dove il 33% degli anziani hanno patologie croniche non assistite; dove la povertà riguarda il 20,1% della popolazione; dove secondo l’ISTAT 5.752.000 di italiani vivono nella povertà assoluta; l’episodio provocato alla Camera è un oltraggio verso tutti i cittadini; a partire di quelli bisognosi di servizi
Al cospetto della provocatoria proposta di legge per “l’autonomia differenziata“; solo per aver esibito civilmente ad un Ministro il tricolore significante l’unità costituzionale, i novelli picchiatori di ieri (che fanno parte della banda che ha permesso alla sanità privata lombarda di gestire nel 2021 il 70% dei posti letto), i neo-fascisti hanno mandato seriamente all’ospedale un avversario politico; il deputato Leonardo Donno; in perfetto stile fascista, uno degli aggressori ha detto;“ Donno fa la sceneggiata, si è buttato a terra facendo una carognata“; l’offensore fa l’offeso; alla Meloni.
Davanti al naufragio sociale rappresentato dal voto e dalle azioni squadriste, gli innumerevoli e stantii “dibattiti“ televisivi hanno fatto vedere giornalisti impegnati a; “spaccare la destra in quattro in “fantomatiche diverse idealità“; “presentare l’astensionismo come frutto del voto di scambio o dell’opinionismo populista“; “dibattere come fossero leader politici sulle future forme di governo europeo; “valutare il grado di leadership internazionale della Meloni“; il tutto senza mai accennare al vero problema di fondo dell’astensionismo che è; “ma questa democrazia corrisponde al pensiero nato dal filosofo greco Solone? Cioè che democrazia non sta solo votare per dare poi pieni poteri ai nuovi tiranni, ma è garanzia di partecipazione costante del popolo per decidere i destini suoi e della società“.
Per fare questo, i governi non devono limitarsi agli editti, alle finte conferenze stampa o alla propaganda; ci si domanda; ma le istituzioni governative di ogni livello, quante assemblee popolari hanno convocato per testare un rapporto non effimero con la gente e il loro grado di effettiva rappresentatività dei problemi da parte di chi governa?? Almeno sui temi di fondo?
In questa logica, il premierato è il classico metodo con cui eletto il capo questa può fare quello che vuole; tutto ciò peggiora ancor più la democrazia; divenendo essa stessa “monarchia repubblicana“ al servizio della moderna tirannia.
Non a caso; nominare il termine fascismo tra i giornalisti è una bestemmia; parliamo pure di anti-fascismo, ma si veda di non nominare mai “fascismo“ I giornalisti alla Paolo Mieli che sanno solo dire “aspettiamo il referendum”, si rendono complici del neofascismo; come lo furono cento anni fa i giornalisti che accompagnarono silenti l’ascesa al potere di Benito Mussolini.
Enrico Corti
13 giugno 2024
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