VENERDÌ 20 MARZO 2020 20.11.06
=IL PUNTO= Coronavirus: Berlino, pochi decessi ma giallo su dati =
(AGI) - Berlino, 20 mar. - "Ci troviamo tutti in una crisi di dimensioni mai immaginate". Le parole di Lothar Wieler, il presidente del Robert Koch Institut (Rki), il maggiore centro epidemiologico tedesco, fotografano una Germania sempre piu' sgomenta di fronte al balzo quotidiano dei contagi. Stando alle cifre fornite dall'Rki, ci sono circa 14 mila contagi in Germania e 31 vittime. E il bilancio cresce a oltre 18 mila nel conteggio della Zeit online, che incrocia le cifre con quelli dei Laender. Un po' piu' basso la conta della Johns-Hopkins University, che arriva comunque a oltre 15 mila casi e 44 morti. Cifre che fanno paura. Eppure c'e' una domanda che serpeggia insistente: perche' il tasso di mortalita' in Germania e' cosi' prepotentemente piu' basso che altrove in Europa? Meno di 50 morti, un bilancio che - rispetto al trend degli altri Paesi, Italia in testa - risulta ben meno gravoso. Un numero che comunque "presto cambiera'" perche' "siamo solo all'inizio di un'epidemia", ha ribadito oggi Wieler. La questione ha interessato anche il Financial Times: a fronte di una crescita di infezioni esponenziale, "il Paese mostra di essere notevolmente resiliente; e considerando solo i contagi noti, il numero delle vittime e' finora minuscolo". Confrontando i dati, con poco piu' di 9000 contagi, la Francia giovedi' contava gia' 243 morti, la Spagna con oltre 17 mila casi arrivava addirittura a 803 vittime. "Anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e persino la Corea del Sud mostrano tassi di letalita' significativamente piu' alti della Germania". Ovviamente il tema e' molto dibattuto pure in Germania, anche se i virologi avvertono di non correre a trarre conclusioni affrettate. Tra le possibili risposte offerte dallo Spiegel, in uno degli articoli piu' letti sul suo sito, quella legata all'alto numero dei testi effettuati "nei casi sospetti". Il settimanale ha ricordato che solo la scorsa settimana sono stati effettuati 100 mila tamponi, ossia molti di piu' di quelli realizzati, per esempio, in Gran Bretagna: "Si puo' dunque supporre che nel Regno Unito vi siano ben piu' contagi non scoperti di quante ve ne siano in Germania. Anche nella Corea del Sud, dove pure si e' proceduto ad alto numero di test, si registra un tasso proporzionalmente basso". E' cio' che ha rilevato anche il capo del Koch Institut, Lothar Wieler: circa 160 mila test ogni settimana. "E' una dimensione molto significativa, e possiamo incrementare ulteriormente il numero delle analisi". In pratica, dicono gli esperti, il gran numero di tamponi permette di individuare anche i contagiati con pochi sintomi o addirittura asintomatici, che hanno una piu' alta probabilita' di sopravvivenza. (AGI) Gey/Bia (Segue) 202010 MAR 20 NNNN