da Enrico Corti
| 10:52 (7 ore fa) |
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L’Europa; la generosità; la politica e gli inciuci.
Per la prima volta l’U.E. a Bruxelles ha approvato di acquistare per 2 miliardi di euro le armi da mandare a Zelensky. La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen da rieletta ha declamato in Commissione: “la libertà non sarà gratuita; dobbiamo fare quel che dice Mario Draghi; ricominciare da capo riducendo le generosità con salari solo dignitosi, eliminando qualsiasi super bonus; continuando ad armare Kiev“.
La capogruppo socialista (?) Iratxe Garcia in UE ha aggiunto; “l’Ucraina ha bisogno di armi perché le guerre si vincono non con le parole ma con i carri armati“. In Consiglio Europea per gli italiani hanno votato contro Verdi/Sinistra e Movimento 5 Stelle; tutti gli altri italiani con Fratelli d’Italia hanno approvato le nefandezze, condite con velenoso sugo guerrafondaio.
L’intelligente, onesto e bonario liberal progressista Pierluigi Bersani, ha giustificato il “mucchio eterogeno elettorale“ quale atto dimostrativo dell’Europa contro le nuove Usa di Donald Trump; non fatto da programmazione politica ma come opportuno cartello estemporaneo occasionale da non confondere con la politica.
In altre parole, un compromesso avente come base per l’ennesima volta “l’inciucio“; “padre di tutte le controriforme sociali“ orchestrate in questo millennio; anche per “l’ottimista“ Bersani il principio di Antonio Gramsci “pessimismo della ragione per un ottimismo della volontà‘; è stato tradotto in “ogni giuoco proposto dal croupier del casinò dei ricchi vale lo spegnimento di una candela, dalla cera prodotta con la fatica e il sangue dei lavoratori“; (in 10 mesi del 2024 sono 577 le vittime sul lavoro; per le malattie professionale riconosciute nel 2024, l’Istat nemmeno pubblica i dati; si vergogna.
Purtroppo, in questo giuoco è convolto suo malgrado anche il “Santo Padre” quando, dovendo citare l’orrore invasivo che si sta commettendo Netanyahu in Medio Oriente, a partire dalla Palestina; giocoforza deve diplomaticamente citare anche l’Ucraina, credo anche probabilmente non a conoscenza che lì il conflitto è sorto nel 2014, allorché le neo-naziste Banda Azov trucidarono nella Regione del Donbass 15.000 cittadini di etnia russa, colpevoli dall’aver votato nel Referendum diversamente dagli ordini impartiti dal Governo Ucraino.
Una riflessione la meria l’Anno Santo; cosa avrà di santo il 1925 con il pianeta coinvolto in 56 conflitti armati? Cosa c’è da festeggiare? Come al solito i sacerdoti sposteranno il tiro sulla speranza dalla fede; ma la fede è un valore permanente o è venticinquennale? In verità chi festeggia sono i commercianti e gli albergatori proprietari; coinvolgendo in parte i lavoratori dipendenti; l’Anno Santo sta diventando sempre più simile a una bracconata; senza nulla togliere a quei fedeli che celebrano l’evento spiritualmente in buona fede.
Tra i coop artefici dell’attuale caos politico-sociale vanno annoverati anche alcuni giornalisti; si veda Liily Gruber; fedele credente cristiana universale dal detto “siamo tutti fratelli e sorelle“; è fedele credente sudtirolese con gli immigranti dal principio “ognuno sta meglio a casa propria“; detto da una delle pochissime immigrate tra i “personal vip italiani“. Nel suo lavoro da conduttrice TV, le sue domande sono sempre provocatorie come deve fare una giornalista investigativa; ma quasi mai le sue attengono al compito di rendere pubblica la cultura e il sapere disinteressato; privilegiando il pettegolezzo fomentatore di polemiche anticulturali e anti costruttive; come; “quanto è stretto il campo largo?“ Oppure; che vincerà nel M5S tra Conte e Grillo? Senza mai approfondire come l’ex comico, ora pagliaccio, ha fatto perdere alla sinistra le elezioni regionali liguri.
Complici della Gruber ci sono per esempio gli Antonio Padellaro, Beppe Severgnini, Bruna Vespa, Federico Rampini, Paolo Mieli e altri simili. Poi ci sono i megafoni serventi Meloni travestiti con “nera-livrea-Press“ Alessandro Salllustri, Brunella Bolloli, Francesco Borgonovo, Giuliano Ferrara, Italo Bocchino, Mario Giordano, Mario Sechi, Maurizio Belpietro, Nicola Porro, Pietro Senaldi, Vittorio Feltri, ecc.
Preso atto che tra le tante sciocchezze narrate dai nostri giornalisti non ci sono idee sulla necessità di organizzare corsi di formazione e di aggiornamento professionale sul mestiere “onesto e indipendente“; non rimane ci che sperare; valore sempre ultimo a morire.
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